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Autore: Harlequinade_97    24/01/2018    1 recensioni
Tratto dal testo: "Per qualche ragione loro due sembravano immuni a quell'ipnotico potere della musica, delle vibrazioni. Forse perché loro avevano già assunto la loro dose di adrenalina, e continuavano ad assaggiarla ogni volta che i loro sguardi si incrociavano per dare inizio ad un crescendo di assuefacente follia."
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: Buon salve a tutti! Ho finalmente terminato un altro piccolo progetto che ho procastinato per troppo tempo ed è giunta l'ora di condividere con tutti voi che avrete la curiosità di aprire questa sorta di introspezione, inizialmente personale e poi l'ho trasposta nell'universo di Suicide Squad, eh già stavolta mi sono ispirata a questa versione cinematografica dei nostri pazzarelli preferiti :3 Cambiare prospettiva fa bene di tanto in tanto! E ora senza ulteriori indugi...Buona lettura! E Grazie!

L'aria elettrica che si respirava nell'enorme sala era semplicemente travolgente. Dopo tutte le serate trascorse ad esibirsi nelle dannate gabbie trasparenti Harley aveva capito che ad ubriacare la gente non erano - solo - i super alcolici. Quella frivolezza, quell'energia apparente, e la vibrante eccentricità era palpabile nell'atmosfera del locale e persino la più timida delle persone si sarebbe trasformata in schiavo della vanità. Bisognava solo  varcare la porta d'ingresso e lasciarsi travolgere da quell'ondata d'oro luccicante. 
 
Francamente Harley preferiva la claustrofobia che avrebbero potuto causarle quelle quattro pareti di vetro all'opprimente sensazione che provava in mezzo alla folla di sballati superficiali. E come tocco finale c'era la musica, proprio come un pugno ben assestato le vibrazioni stordivano i corpi vuoti, animati soltanto da un'energia libidinosa.
 
Questo ritmo assordante non regge neanche il confronto con la sua voce, grave e graffiante allo stesso tempo..

Lei era stata dichiarata malata di mente dinanzi alla società eppure in quel posto sembrava l'unica - gli unici - in grado di ragionare a mente lucida. Che Ironia!
 
Immagino la sua risata sguaiata se avesse sentito questa battutaccia...
 
Li osservava tutti i poveretti ubriachi di bramosia, dall'alto della sua torre d'avorio. Iniziava ad abituarsi alla posizione di potere che occupava, iniziava a prenderci gusto. Disprezzava da sempre la massa di ipocriti dell'èlite di Gotham, quelli iscritti al club del "politicamente corretto". All'apparenza, alla luce del giorno si riempivano la bocca di discorsi morali da seguire come modello indiscusso e poi al calare della notte, dell'oscurità, magari in uno dei locali come questo, mostravano la loro fame reale, del proibito e di vizi capitali. Almeno lei e qualcun'atro di sua conoscenza non aveva problemi a mostrare, ostentare la sua vera natura. Perché trattenersi quando poteva permettersi di soddisfare qualsiasi capriccio e desiderio? Lavorare sodo, fare sacrifici e tirare avanti una vita patetica con l'unica consolazione della speranza che un giorno raggiungerai i tuoi obiettivi? Neanche per idea. Era molto più semplice e appagante esibire la corona, e con essa tutti i lussi e privilegi che si era meritata dopo aver fatto evadere un noto gangster dal manicomio criminale.    

Megalomania portami via! 
 
Per qualche ragione loro due sembravano immuni a quell'ipnotico potere della musica, delle vibrazioni. Forse perché loro avevano già assunto la loro dose di adrenalina, e continuavano ad assaggiarla ogni volta che i loro sguardi si incrociavano per dare inizio ad un crescendo di assuefacente follia. Ed ecco la solita e puntuale scoccata di dardi incandescenti negli occhi del Joker che colpivano lo sguardo glaciale della giovane.
 
Potrei passare ore a fissarlo incessantemente...

Un tacito segnale che le intimava di avvicinarsi. La sua musica ipnotizzante iniziava in quell'istante, come attratta da una forza invisibile passava senza difficoltà attraverso la folla verso il luccichio delle catene adagiate su quel torace tatuato semiscoperto.                                               
Proprio come il Sole fa splendere la Luna nell'oscurità così l'euforica follia del Joker investe l'aura di Harley accecando chiunque le stia attorno. Harley non sente più la musica rimbombante e le urla sfrenate, ad un tratto l'unica cosa che distingue sono il suo battito che accelera sempre più e la presenza del suo Mr J. 
Stanotte fu una delle poche volte che le permise di allungare per prima le mani, lo capì dal ghigno sardonico e dalla sua posa, comodamente seduto sul salottino dell'area privata. Ne approfittò per poggiare le mani sulle larghe spalle e sistemarsi sul suo grembo con lentezza esasperante, ciò lo disturbò e con un grugno irritato le afferrò le cosce e la attirò a sè con veemenza. 

Qualcuno qui sta diventando impaziente...!

"Ho ammirato la tua passerella di prima, tutti  lo hanno fatto, non c'è bisogno che mi provochi ulteriormente, signorina.." enfatizzò l'ultima parola affondando le dita nelle cosce  della bionda. Non ci fu un attimo in cui smise di sorridere malevolmente nonostante gli sbalzi d'umore e attacchi di gelosia, il che le procurava, insieme alla presa avida sulle gambe, uno stuzzicante fremito che si dipanava per tutta la spina dorsale fino al basso ventre. Sentì l'urgente bisogno di spostare le sue dita su per il collo fin sopra la nuca e insinuarsi nei capelli tinti di verde, e tirarli quel tanto che basta per farlo inspirare dall'impazienza. Le provocazioni da parte di lei erano normale amministrazione, così come i conseguenti scatti di ira da parte di lui. Intorno a lui diventava  come un cavallo a briglie sciolte, Harley non si lasciava più intimidire così facilmente, ciò comportò la scoperta di un inaspettato e intrigante gioco di ruoli. Quanto più lei tirava la corda tanto più lui stava al gioco senza far prevalere la vera furia della rabbia. Solo una mente insana gli permetteva di non perdere la calma, o forse per colpa di un altro muscolo - involontario -  che dall'arrivo della dottoressa Quinzel aveva iniziato a palpitare stranamente. 

Quanto mi piace questo gioco! 
 
Percependo un altro segnale spazientito nello sguardo tagliente del Joker, la giovane donna agì spudoratamente annullando la distanza tra le sue labbra e il suo collo alabastro marchiato con una mano di "all in" di assi d'inchiostro, dedicando prima teneri baci sfiorando appena la pelle setosa, poi insistette con i denti imprimendo segni rossastri. Quasi sentendosi in colpa per aver rovinato la sua pelle diafana fece passare la lingua lentamente, tracciando un sentiero che va dal pomo di Adamo fino al labbro inferiore color carminio. L'uomo sotto di lei non perse tempo ad imprigionare le labbra che tanto lo avevano tentato. Deliziata dall'intraprendenza dell'amante Harley si lasciò sfuggire un gemito e ricambiò il bacio con uguale passione, e come per intrappolarla ancora più le dita impreziosite dagli anelli si intrecciarono nei capelli biondi e la spinse verso di sé, facendo collidere i loro corpi irrequieti.                                                                                                                                                                             

Che il tripudio di pulsioni abbia inizio ! 

Anche se il Joker non l'avrebbe mai ammesso apertamente aveva concesso ad Harley di specchiarsi nella scheggia di specchio distorto che era la sua anima. Era stata l'unica a non temere la sua immagine riflessa - o quella di entrambi -  una volta aver oltrepassato la soglia che separa l'uomo dal mostro. Ciò che vi aveva scorto era ciò che segretamente bramava anche lei: pura libertà. Nessuna inibizione, nessun limite. 

In quel turbinio di morsi e carezze riviveva per una frazione di secondo le sue labbra pizzicare le sue consumate dall'acido della cisterna in cui era rinata, per poi essere trascinata di nuovo al presente e alle sue mani che si insinuavano sotto il tessuto sottile del corpetto. 

Oh quanto lo amo...

Nell'aria viziata si respirava distintamente l'aroma del desiderio provocata dal vortice di folle passione che stava consumando i corpi e le menti dei presenti.
 
   
 
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