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Autore: SmileSol    24/01/2018    0 recensioni
Valentina, una 18enne alle prese con i problemi di cuore e la paura e l'indecisione per il suo futuro lavorativo, si troverà davanti ad una nuova ed elettrizzante esperienza che potrebbe cambiare la sua vita e stravolgerla completamente. O forse no. Nonostante la giovane età, la protagonista non ha paura del "per sempre" ma presto si renderà conto che la vita vera è ben diversa da ciò che uno si aspetta. Riuscirà Valentina a superare le paure e le ansie dovute all'età, approdando finalmente nel mondo degli adulti?
«Tranquillo, io sono qui.»
«Per sempre?»
«Per sempre.»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quel giorno la sveglia ricominciò a suonare. Era gennaio ed era il primo giorno di scuola dopo le vacanze natalizie. La spensi ma ero sveglia già da un po'. Guardai il soffitto e ricordo che provai una sensazione strana, come un nodo allo stomaco. Il cuscino era ancora umido, probabilmente mi ero addormentata piangendo. Nonostante avessi dormito poco e male mi alzai senza lamentarmi e andai a fare colazione. Durante il tragitto verso scuola, appoggiai la testa sul finestrino dell'autobus. La città era sormontata da un cielo colorato da tutte le sfumature di grigio esistenti. Guardando le gocce scivolare veloci sui finestrini, mi persi nei miei pensieri. Mi sentii disgustata da me stessa, come avevo potuto farmi trattare in quel modo?

Tutto cominciò circa cinque mesi prima, intorno alla fine di agosto. Ero infelicemente fidanzata da poco meno di un anno con Andrea, un ragazzo un po' infantile ma simpatico, che mi amava e mi viziava tantissimo. Avevamo passato tanti bei momenti insieme ma purtroppo, per me la nostra storia era ormai al capolinea. Inizialmente non ebbi il coraggio di lasciarlo poiché avevo paura di rimanere sola e di non trovare nessuno che mi amasse come lui e pensavo a tutte le varie conseguenze che avrebbe comportato la nostra rottura, ad esempio per quanto riguardava la nostra comitiva di amici. Pensieri particolarmente egoistici no?
Una notte, poco dopo la mezzanotte, ero nel mio letto e stavo navigando sulla home di Facebook. Continuando a scrollare la pagina, scoprii che era il compleanno di Cristiano, il mio primo ragazzo che avevo conosciuto due anni prima. Eravamo stati insieme poco più di un mese eppure ogni tanto mi capitava di pensare a lui. Avevamo deciso di rimanere amici ma dopo un paio di mesi la situazione andò scemando fino a perdere completamente i contatti. Ormai non parlavamo da più di un anno ma nonostante tutto decisi di fargli gli auguri, visto che compiva 18 anni. Così andai su Whatsapp e cercai il suo numero fra i contatti. Guardai la sua foto profilo e pensai che era anche diventato più carino. Digitai sullo schermo “Tanti auguri” e ci buttai qualche emoji giusto per rendere il messaggio più simpatico. Lui rispose quasi subito e, messaggio dopo messaggio, cominciammo a parlare come due vecchi amici. Ci aggiornammo sulle nostre vite e gli raccontai anche della mia precaria situazione sentimentale. Chattammo per quasi tutta la notte e anche i giorni seguenti. Quando uscivo con il mio ragazzo dicevo a Cristiano di non mandare messaggi ed in qualche modo nascondevo le prove. Lui non ne capiva completamente il senso ma si limitava a fare come gli chiedevo. Non capivo nemmeno io perché lo facessi, dopotutto non facevamo nulla di male, eravamo semplicemente due vecchi amici che avevano riallacciato i rapporti. Eppure ero tormentata dai sensi di colpa.
Questi sensi di colpa vennero giustificati circa un paio di settimane dopo, quando Cristiano mi mandò alcuni strani segnali. In quel momento capii che forse ricominciavo ad essere interessata a lui.

Cri: Oh Valentì, ma quando ce la facciamo una bella passeggiata insieme? In memoria dei vecchi tempi.
Vale: Dai Cri non lo so, lo sai che Andrea è geloso. Se gli dico “Ah sai, domani esco con il mio ex” quello fa un casino.
C: Andrea di qua, Andrea di là, eccheppppalle no? Mi hai tenuto nascosto fino ad ora e adesso ti lamenti? Dai, ti porto in quella gelateria che ti piace tanto, quella vicino alla panchina del nostro primo bacio, che ne dici?
V: … okay ci penso, ma non ti prometto niente.
C: Andata! Baby ci conto eh.


Ormai lo consideravo quasi come il mio migliore amico, poiché ci raccontavamo praticamente tutto. Avevamo da poco cominciato l'ultimo anno di liceo e con esso arrivò la paura per il futuro, che peggiorò ulteriormente la situazione con il mio ragazzo che non riusciva a comprendere le mie difficoltà poiché già diplomato e con lavoro fisso nel negozio di famiglia. Per questo Cristiano, che era mio coetaneo, lo accusava di non essere in grado di sostenermi come un fidanzato dovrebbe fare. Sapevo che era la verità, ma io continuavo a difenderlo, era pur sempre il mio ragazzo. Ma, qualche giorno più tardi, mi si presentò l'occasione perfetta e mi trovai di fronte ad una scelta. Cristian o Andrea? Alla fine presi una scelta per nulla eticamente corretta, ma in quel particolare momento della mia vita pensai fosse la più giusta. Così mi lanciai.

Vale: Cri, domani Andrea sarà fuori città per qualche ora per alcune commissioni. L'invito ad uscire è ancora valido?
Cri: Assolutamente si milady. A che ora e dove vuole fissare il nostro appuntamento?
V: Ma non fare il cretino ahahahah Facciamo 16:30 al Bar del Corso?
C: Okay scusa ahahah comunque si, per me va benissimo. Non vedo l'ora di rivederti.

Visualizzai ma non risposi.
Le ore passarono in un attimo e quasi senza rendermene conto mi ritrovai in bagno a truccarmi per il mio... uhm... incontro? Appuntamento? Non sapevo come definire quella situazione, ci pensai per tutto il tempo finchè non arrivò il momento di uscire. Ma quando uscii di casa, ebbi un attimo di esitazione, i sensi di colpa erano tornati più forti che mai. Camminai per una quindicina di minuti e durante tutto il tragitto, cercai in tutti i modi di calmare l'ansia. Anche in quel caso non capii se ero più in ansia perchè vedevo un mio ex alle spalle di Andrea o perchè a breve avrei rivisto Cristiano dopo quasi 2 anni.
Arrivai al luogo dell'incontro e quando lo vidi da lontano, sentii il cuore battere fortissimo, mi guardai le mani e vidi che tremavano. Ero parecchio agitata nonostante nelle ultime settimane avessimo messaggiato ininterrottamente e parlato al telefono per ore. Forse era proprio questo il motivo della mia agitazione. Quella voce e quelle parole stavano finalmente per avere (di nuovo) un corpo. Quel “migliore amico” che tanto avevo desiderato per tutta la vita stava per diventare realtà. O forse no?
Quando gli arrivai vicino eravamo entrambi molto imbarazzati e ci salutammo con un “ciao!” seguito da due impacciatissimi baci sulle guance. Decidemmo di andare nella famosa gelateria e durante il tragitto mi cinse il collo con il braccio e mi avvicinò a se, dandomi un bacio sulla testa. Rimase abbracciato a me per tutto il tempo e lo invidiai per il fatto che fosse già riuscito a superare l'imbarazzo iniziale. Camminammo in silenzio per un paio di minuti. Arrivati al posto, ordinammo un gelato a testa e ci sedemmo su una panchina al sole e lui disse la prima frase di quel pomeriggio:
«Non ricordavo fossi così bionda e che avessi questi bellissimi occhi verdi.»
«I capelli sono tinti, lo sai... E poi gli occhi sono di questo colore solo al sole.»

Perché improvvisamente fui quasi infastidita dai suoi complimenti? Perchè quel tono stizzito? Come risposta divina alle mie domande, arrivò un messaggio sul mio cellulare da parte di Andrea, che liquidai immediatamente con la scusa dello studio. Ero sempre stata contraria ai tradimenti e forse in quel momento mi sentivo proprio una traditrice.
«Povero povero fesso» sghignazzò Cristiano «ma digli la verità, no?!»
«Si incazzerebbe troppo... ma tu lascialo stare. E' ancora il mio ragazzo e nessuno ti da il diritto di chiamarlo in quel modo.»
Avevo un tono di voce leggermente stizzito ma decisi di mantenere la calma, anche se in realtà ero molto nervosa.
«Eddai baby non fare così........ anzi no, dovrei farti incazzare più spesso, sei così sexy quando lo fai.»
disse avvicinandosi al mio viso e provando a baciarmi. In quella frazione di secondo lo allontanai delicatamente e gli dissi, nel modo più gentile possibile, che non era il caso.
«Credo che...» presi fiato e cercai di calmare il tornado di emozioni che provavo «credo che non lascerò Andrea. Forse questo piccolo momento di crisi può essere superato.» Non capivo se lo pensavo davvero o se lo pensavo solo perché non volevo macchiarmi del peccato di tradimento.
«Ah... ehm... Okay, uhm... come vuoi? Presumo ti debba delle scuse, sono un coglione. Ho completamente frainteso le tue intenzioni. Vabbè... direi che è il caso di tornare a casa no?»
Fece per alzarsi ma lo fermai. Vederlo stare così male mi distrusse il cuore.
«Ma no dai aspetta... So che non esiste una frase fatta che lo sia più di questa ma... io non voglio perderti. Sul serio. Nell'ultimo periodo ero triste e confusa ma tu hai saputo risollevarmi e te ne sarò sempre grata. Ora voglio ricambiare il favore e voglio continuare ad esserci per te come tu ci sei stato per me.»
Cristiano rimase in silenzio per un paio di secondi, sospirò e disse:
«Sai... Credo che al momento tu non possa ricambiare il favore e ti reputo una persona abbastanza sveglia per poterlo capire da te. Ci sentiamo Vale.» si alzò ed andò via, senza che io opposi nuovamente resistenza.

Il giorno dopo a scuola parlai con Laura, la mia migliore amica, che avevo tenuto allo scuro di tutto e le raccontai tutto quello che era successo in quelle settimane.
«Si no ma cioè. Quando avevi intenzione di raccontarmi questa storia?? L'anno prossimo?! Ci conosciamo dall'asilo e mi racconti le robe dopo quasi un mese! Cioè, non una settimana ma dopo un. fottuto. mese.»
«Oh Lalla non ti ci mettere pure tu, ti prego. E' già un periodo incasinato, dammi supporto almeno tu.»
«Vabbè va, oggi mi sento buona, ti perdono sorella. Comunque, punto primo, hai fatto bene a rifiutare quel coglione che, fra parentesi, non capisco con quale coraggio tu ti ci sia riavvicinata ma sorvoliamo. Punto secondo, parla con Andrea, digli come ti senti e magari trovate un punto di incontro fra di voi. So che non è un tipo particolarmente sveglio ma tu almeno provaci
Laura era sempre pronta a dispensare parole di affetto nei confronti dei miei ragazzi.
Comunque sia, decisi che era effettivamente giunto il momento di affrontare il problema alla radice.

Quel pomeriggio uscii con il mio ragazzo e gli spiegai come mi sentivo, o almeno ci provai.
«Andre.. Penso che tu ti sia accorto che nell'ultimo periodo sono un po' giù di corda e... beh, ad essere sincera una piccola parte della colpa è anche tua. Sei il mio ragazzo e come tale dovresti sostenermi nei momenti di bisogno. Eppure non lo fai, anzi cerchi sempre di sminuire le mie ansie e le mie paure. Ti conosco e sono sicura che non lo fai per cattiveria o cos'altro... Però apprezzerei tantissimo uno sforzo da parte tua, almeno in questi mesi di forte stress.»
«Ma... Si amore, scusa. Hai ragione, sono una testa di cazzo. Ultimamente sono stato così preso dal lavoro che le cose che davvero contano per me sono quasi passate in secondo piano. Scusami davvero, ti amo e voglio che tu sia felice e serena. Ti prometto che farò del mio meglio!»
Ovviamente non dissi niente riguardo Cristiano, che da quel giorno non rispondeva ai miei messaggi.
Durante il mese successivo le cose non migliorarono, anzi andarono sempre peggio. Andrea probabilmente aveva frainteso le mie parole e cominciò a sommergermi di attenzioni che sicuramente nel passato mi avrebbero fatto piacere, ma che in quel momento trovai soffocanti. Ci misi il cuore e l'anima e provai in tutti i modi a far funzionare di nuovo la nostra storia ma non potevo più nascondere l'evidenza: non lo amavo più.


*DIN DON COMUNICAZIONE DI SERVIZIO*
E' la mia prima storia, perciò perdonate gli eventuali errori grammaticali e di impaginazione. Paradossalmente, leggere non è esattamente il mio passatempo preferito (e si vede! meaculpa) ma a volte la mia fantasia corre come un treno e non riesco a fermarla. Prendete questo racconto per quello che è. Non voglio essere una scrittrice e non pretendo che questa storia diventi un best seller. Sono una semplicissima ragazza alla quale, ogni tanto, piace scrivere e divertirsi condividendo ciò che scrive e confrontandosi con i vari pareri. Detto ciò, perdonate la schiettezza, ho voluto semplicemente essere sincera.
Peace & love ♥

P.s. Sto avendo degli evidenti problemi con l'editor. Scusate per il disagio, cercherò di risolvere al più presto.
   
 
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