Landscape

 

Ryuji osservava la ragazza al suo fianco che, con gli occhi puntati di fronte a sé, fissava il deserto che si stagliava oltre la grande fessura sulla parete della piramide.

«E' meraviglioso...»

Quelle erano le parole che aveva sussurrato pochi secondi prima, attirando l'attenzione del ragazzo e facendolo voltare verso di lei.

Ryuji si era chiesto cosa Ann trovasse di così bello in quella landa desolata e brulla dove si poteva intravedere solo una grande quantità di sabbia, ma aveva deciso di tenere per sé le sue domande e continuare a osservare la sua figura.

Quella non era certo la prima volta che si trovava completamente incantato da lei, senza neanche rendersene conto.

Non sapeva perché, ma ogni volta che ne aveva l'occasione, sentiva il suo sguardo scivolare su Ann e si sorprendeva spesso a contemplarla da lontano o a pensare a lei quando abbassava la guardia.

Certo, chiunque con un briciolo di senso della bellezza avrebbe posato più che volentieri lo sguardo sul suo corpo, soprattutto in quei momenti in cui, come in quell'istante, indossava quel costume terribilmente aderente e che lasciava fin troppo poco spazio all'immaginazione, mettendo in evidenza i suoi fianchi snelli, il suo piccolo, ma comunque perfetto seno, le sue gambe leggermente in carne in alcuni punti ma che erano comunque da sogno.

Ma la cosa strana e che aveva fatto impensierire il ragazzo era che solo difficilmente si trovava a fantasticare su quel corpo da modella: era il suo viso ciò che Ryuji si trovava a fissare di più. Il sorriso soddisfatto che si dipingeva sul suo angelico volto ogni volta che mangiava qualcosa di dolce; il buffo broncio che mostrava quando la prendeva scherzosamente in giro; l'espressione arrabbiata, ma comunque terribilmente carina, con cui lo guardava quando lui oltrepassava il limite...

E vogliamo parlare delle volte in cui le lacrime mettevano in mostra la sua fragilità e la sua debolezza? In quei momenti Ryuji sentiva un forte sentimento di rabbia farsi strada dentro di lui e l'incredibile voglia di uccidere chiunque le avesse fatto mostrare quella dolorosa espressione.

Ma il viso non era l'unica cosa che lo colpiva.

Spesso si ritrovava a osservare anche i suoi capelli, biondi come quelli di lui ma mille volte più belli e vaporosi. Aveva più volte immaginato il momento in cui avrebbe avuto l'occasione di affondarci le sue mani, di poterli far scivolare le sue dita, di vederli ricadere sulle spalle di lei una volta sciolte quelle code, che sempre portava e che erano ormai una caratteristica che lui ricercava in tutte le ragazze con cui ci provava.
Sì perché, anche se Ryuji lo negava con tutto se stesso, non poteva fare a meno di paragonare ogni altra ragazza che gli si trovava davanti con la figura di Ann, la quale gli si era stampata in mente ed era come se avesse preso possesso dei suoi pensieri.

Nessuna era come lei.

Nessuna riusciva davvero a piacergli così tanto.

Ogni volta che la sua melodiosa voce gli arrivava alle orecchie, tutte le volte che si sentiva affogare nei suoi bellissimi e profondi occhi, ogni qual volta che lei gli sorrideva Ryuji credeva di perdere completamente la forza per poter continuare a respirare e lei diventava la sua unica ragione per continuare a combattere, il motivo per cui lui non si arrendeva, ciò che gli dava nuovamente la forza di alzarsi e affrontare anche i più terribili ostacoli.

Lei era il suo tutto.

«Non è bellissimo, Ryuji?»

La sua meravigliosa voce lo riscosse dai suoi pensieri e lo fece tornare con i piedi per terra.

Ann si era voltata verso di lui, il viso sempre stupendo nonostante la maschera che glielo copriva, il sorriso angelico che lo faceva innamorare follemente come la prima volta.

Non poté far altro che annuire, mentre lei tornava a guardare fuori dalla fessura, facendo ballare le sue due grosse code.

Già, magari non riusciva ben a capire cosa ci fosse di così stupefacente in quella landa brulla e desolata fatta solo di sabbia, ma su una cosa era certo.

Riflesso nell'azzurro dei suoi occhi, anche quello spoglio e monotono deserto diventava il paesaggio più bello che lui avesse mai visto.