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Autore: Giulia12g    24/01/2018    0 recensioni
"L'Amortentia ovviamente non crea l'amore, ma una forte infatuazione o ossessione".
Si potrebbe davvero creare l'amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Oggi è il secondo giorno di lezioni, abituata all’estate ora è difficile svegliarsi.
Il dormitorio è buio, le tende pesanti sono tirate a dovere, ma dagli spazi scoperti delle finestre spunta qualche raggio di sole e questo mi invoglia ad alzarmi. Quando apro gli occhi vedo Emma seduta sul suo letto con la testa tra le mani e sentendo che mi sto alzando mi domanda: «Dobbiamo proprio andare vero?»

«Sì.»  Rispondo con la prima voce del mattino. Così raccogliamo il coraggio e ci alziamo dal letto. Ci prepariamo il più in fretta possibile e scendiamo nella Sala Grande per la colazione. Gli studenti del primo anno sono ancora emozionati e sovreccitati, sghignazzano, ridono e chiacchierano entusiasti della giornata piena di magia che li aspetta. Io ed Emma ci sediamo al tavolo dei Tassorosso ai soliti posti e già c’è Daniel che ci aspetta intento a divorare il suo pasto.

«Ciao.» Borbotta per salutarci senza distogliere lo sguardo dal suo bacon.

«Che saluto caloroso.» Scherza Emma.

«Impossibile alzarsi a quest’ora e ho la giornata completamente piena di lezioni.» Replica Daniel, come in difesa del suo pessimo umore.

Conosco Daniel da prima di Hogwarts, suo padre e mia madre erano allo stesso anno e giocavano insieme nella squadra di Quidditch, sono rimasti in buoni rapporti e ci frequentiamo sporadicamente al di fuori della scuola. Emma invece è mia cugina e la mia migliore amica. Loro frequentano il quinto anno, io il sesto.

«Che lezioni avete stamattina?» Chiedo distrattamente mentre controllo il mio orario.

«Erbologia, Trasfigurazione e Divinazione con una pausa di un’ora tra le ultime due.» Mi risponde Emma per entrambi. «Tu?»

«Inizio Pozioni alla prima ora e poi vado a Incantesimi alla quarta, ci vediamo nell’ora di buco?»

«Sì» Risponde Daniel con la bocca piena «Defo chiederti di aiufarmi con il tema di Difesa contro le arti oscure di Pifon»

«Di cosa si tratta?»

«Lufi mannari»

«Piton non segue mai il programma» Dico sbuffando: «Ora però devo scappare non vorrei accaparrarmi i posti in prima fila, ci vediamo dopo nella sala comune?»

«Sì va bene.» Mi risponde Emma.

Li saluto con un gesto della mano mentre anche loro raccolgono le loro cose per andare a lezione di Erbologia, scavalco la panca del tavolo e percorro la sala grande fino all’uscita. La lezione di pozioni si terrà nei sotterranei, lì gli ingredienti si conservano meglio. Quando trovo l’aula è già piena e naturalmente come avevo previsto sono rimasti liberi i primi banchi. Mi siedo rassegnata, legando la mia cartella alla sedia, estraggo il libro di pozioni, la mia piuma, l’inchiostro e la pergamena. Mi volto per salutare Elizabeth in fondo all’aula. Elizabeth è una Tassorosso del terzo anno, il suo dormitorio è accanto al nostro e girandomi intravedo con la coda dell’occhio Mike. Mike è un ragazzo bellissimo, è del quarto anno, Grifondoro. È molto più alto dei ragazzi della sua età, inoltre è un Nato Babbano e da quando è piccolo pratica uno strano sport su un veicolo a due ruote che chiamano bici, per questo ha un fisico atletico e snello. Ha i capelli neri e gli occhi castani, un sorriso dolce e una voce così bella da sentirne la mancanza.  L’ho sempre trovato attraente ma pensavo di non avere la minima possibilità con lui, fino a quando all’inizio dell’estate mi arriva un suo gufo: “Ho saputo che non sei stata bene la scorsa settimana, ora come va?” Mi ero presa una brutta influenza, ma ora stavo decisamente meglio, soprattutto dopo il suo messaggio. Non me lo aspettavo, ma sono piacevolmente sorpresa così gli rispondo: “Molto meglio, grazie per esserti preoccupato”. Così durante il periodo estivo inizia la nostra corrispondenza, i nostri gufi sono esausti, ma parlare con lui mi fa sentire bene, sono felice e vorrei che il tempo non finisse mai. Poi all’improvviso il mio gufo inizia a tornare a zampe vuote, nessuna risposta e io non vedo più il suo. La cosa mi fa male, ma non voglio insistere, avrà trovato un’altra o semplicemente avrà altro da fare, nella migliore delle ipotesi il suo gufo si è perso e il mio non ha recapitato i messaggi al destinatario giusto.
 Il professor Lumacorno entra in classe strappandomi dai miei pensieri.

«Buongiorno ragazzi!» Esclama avvicinandosi alla cattedra con le mani poggiate sul pancione. Un orologio da taschino gli pende dalla giacca marrone che indossa in tinta con i pantaloni e i suoi occhi. I capelli invece sono radi e con sfumature di bianco e grigio.
«Oggi per tutti voi è la prima lezione di Pozioni e sono lieto di vedere ragazzi del terzo anno laggiù.» Fa un cenno con la mano e resisto alla tentazione di non girarmi a guardarlo di nuovo. Poi continua: «L’arte delle pozioni è una scienza esatta, un grammo in più, una goccia in meno trasformeranno la vostra pozione in un atomico disastro. Nel peggiore dei casi potreste avvelenare qualcuno, nel migliore salvargli la vita». Inizia a camminare avanti e indietro per la stanza e riprende: «Già, le pozioni possono non solo salvarci la vita, ma decisamente migliorarla. Ad esempio…lei laggiù è il signor..?» Dice indicando un ragazzo lentigginoso con dei lunghi capelli castani.

 «Dickens.» Sussurra il ragazzo schiarendosi la voce.

«Bene signor Dickens, quale pozione migliorerebbe la sua vita?»

Charles ci pensa per un attimo, si passa la mano tra i capelli e poi risponde: «Credo che mi piacerebbe avere a disposizione una pozione che mi trasformi in qualcun altro, solo per poco.»
Colpito il professor Lumacorno agita la bacchetta in direzione della cattedra e vi compare un calderone fumante. «Credo proprio che la pozione Polisucco faccia al caso suo signor Duck: la Polisucco è una pozione molto antica, venne usata durante i processi alle streghe nel Medioevo e forse prima ancora. Basta prendere un capello della persona in cui volete trasformarvi e aggiungerlo alla miscela, lo svantaggio della pozione Polisucco è che non potete controllare la trasformazione che dura circa un’ora e i tempi di preparazione sono molto lunghi, ma approfondiremo più tardi. Poi…vediamo un po', seconda fila, secondo ragazzo a destra, lei è il signor…?»

«Mi chiamo Jules Verne signore»

«Ha origini francesi signor Verne?»

«Sì, mio nonno paterno è nato in Provenza»

«Sono stato in Provenza a raccogliere semi di lavanda un anno. Sapete, aggiungete una goccia di olio di semi di lavanda alle vostre pozioni e il profumo le renderà appetibili alla vostra vittima, anche se si trattasse di una sbobba marrone e informe. Allora signor Verne, qualche idea per una pozione utile alla sua esistenza?»

Jules esita per un po', ma poi il suo volto si illumina: «A volte vorrei far dimenticare tutto quello che combino a mia madre, potrebbe esserci una pozione che cancella la memoria?»
«Ovviamente sì.» Risponde disinvolto Lumacorno, agita nuovamente la bacchetta e un secondo calderone, questa volta più stretto e lungo del primo, compare sulla cattedra: «Questa è la pozione Obliviosa: un sorso di questa e tua mamma dimenticherà le tue marachelle, due sorsi e dimenticherà il tuo nome, ricordate quanto sono importanti le dosi! Credo che a questo punto potremmo valutare un’altra pozione e questa volta vorrei chiedere alla signorina al penultimo banco a sinistra.» Fa segno con il suo indice grassoccio verso Emily Bronte.

«Sono Emily signore, Emily Bronte». Non ho mai conosciuto Emily anche se ho sempre provato una gran tenerezza per lei. Credo sia una Grifondoro del mio anno, non si fa mai vedere in giro se non ai pasti. È una ragazza mingherlina quasi scheletrica, con le occhiaie e la pelle dal colorito smunto. I suoi capelli sono neri e crespi e la sua faccia è ricoperta di brufoli. Tutti la prendono sempre in giro e lei non riesce a difendersi per via della sua insicurezza.

«Lieto di conoscerla signorina Emily, allora quale pozione le piacerebbe avere a disposizione?»

La risposta di Emily arriva diretta, forse aveva avuto più tempo per pensarci o forse era la prima cosa che le era venuta in mente.

«E’ possibile creare un pozione d’amore professore?.» Un coro di risatine si leva dall’aula.

«sì può certamente.» Per la terza e ultima volta Lumacorno con un colpo di bacchetta fa comparire sulla cattedra un nuovo calderone, da cui fuoriesce un intenso fumo bianco a spirale. «L’Amortentia ovviamente non crea l’amore, ma una forte infatuazione o ossessione. Va usata con cautela e parsimonia. Inoltre ha una caratteristica peculiare: assume un odore diverso per ciascuno di noi, in base a ciò che ci attrae di più, ve lo mostro: per favore voi tre al primo banco potete avvicinarvi?»

Scatto in piedi insieme ai miei due compagni del primo banco e ci dirigiamo verso il professore, odio avere degli sguardi su di me, ma per fortuna il professore mi distrae dall’imbarazzo perché appena arriviamo al suo fianco dice: «Vi chiedo la gentilezza di presentarvi e poi avvicinarvi al terzo calderone e dire alla classe quale odore sentite».

Il primo ragazzo a presentarsi è James Joyce, Serpeverde : «Sento odore di…erba tagliata, hot-dog e….qualcosa di floreale.»

«Sa come interpretare questi odori signor Joyce? Sa da dove vengono? A chi appartengono?»

«Sì, credo che l’hot-dog sia perché…» Ma Lumacorno lo interrompe dicendo: «Sono cose molto intime signor Joyce, le tenga per sé».

Il secondo a presentarsi è:« Lewis Carrol signore, Grifondoro. Mi sembra di avvertire odore di detersivo per i piatti, vaniglia e l’aroma balsamico del basilico.»

«Molto bene, molto bene.» Afferma entusiasta il professor Lumacorno. «Tocca a lei cara.» Dice rivolgendosi a me dopo che Lewis si è fatto da parte con lo sguardo un po' confuso.

«Mi chiamo Lily Styles signore.»

«Prego Lily, vuoi condividere con noi le tue sensazioni»

Quando mi avvicino mi coglie di sorpresa un’ondata di calore, il fumo mi invade e mi totalizza, si prende ogni parte di me. Chiudo gli occhi e respiro profondamente «Sento odore di...pergamena nuova, salsedine e…» Ci metto un po' a riconoscere il terzo odore che arriva ai miei sensi, ma poi capisco «…legno arso.»

Le ultime parole mi escono dalla bocca come un sussurro, apro gli occhi ma abbasso lo sguardo scuotendo leggermente la testa.

«Grazie signorina Styles e grazie a tutti gli altri. Avete avuto un assaggio di tutte e tre le pozioni, ma per oggi ci concentreremo sulla Polisucco.»

 Torno al posto e sono confusa, non riesco a stare attenta alla lezione, ma sarà meglio per me che inizio ad ascoltare. Legno bruciato, so esattamente il perché, arrossisco. Lui non avrà capito ne sono sicura.  
  
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