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Autore: Saris18    25/01/2018    0 recensioni
Questa è una storia che narra il dolce incontro tra due bambini coetani fra loro, con protagonista in primis il piccolo Matteo, bimbo di 8 anni che segue la mamma nel suo lavoro. Lei è una parruchiera che si reca nelle case dei suoi clienti e spesso si porta il figlio, per non lasciarlo solo a casa, visto che è figlio unico. Un dolce racconto di tenerezza e innocenza.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il piccolo Matteo si trovava nella sua cameretta e controllava diligentemente il suo diario scolastico, quando ad un tratto sentì la madre chiamarlo dal salotto: «Matteo tesoro, ti va di venire dalla signora Cecilia verso le cinque? A patto che tu finisca i compiti, sia chiaro». Il piccolo Matteo non aveva proprio voglia di starsene lì ad osservare le ciocche di capelli cadere dalla testa della signora Cecilia e i vari pettegolezzi tra lei e sua madre. Oggi, aveva proprio voglia di starsene a casa a guardare la tv, sgranocchiando una busta di patatine al formaggio. In realtà, il lavoro della mamma gli piaceva tanto, anche lui stava pian piano imparando i trucchi del mestiere, diventare parrucchiere lo affascinava molto, soprattutto quando lo paragonava al lavoro del padre, sedentario e monotono.
Si volse verso la porta della sua cameretta e urlò: «Mamma in realtà non so, ho molti compiti per domani, la maestra vuole spiegare..» non sapeva cosa inventarsi, così cercò qualche parola nel suo diario, qualche personaggio storico fra i compiti da fare. «..Napoleone!» aggiunse subito dopo e poi: «Quindi, mi toccherà ripetere tutto ciò che viene prima... » la mamma arrivò in stanza e dolcemente gli accarezzò i capelli e disse: «Va bene, non preoccuparti, la saluterò da parte tua. Peccato per la nipotina, aveva così tanta voglia di conoscerti.. Chiara, mi pare si chiami». Matteo si paralizzò. Una ragazza, pensò. Ma perché non glielo aveva detto prima! Così disse: «In realtà mamma, non è tanto ciò che viene prima di Napoleone, quello che ho da studiare insomma, quindi può darsi che faccio in tempo … anzi  sicuramente farò in tempo!» e sorrise a 32 denti. La mamma capì al volo, rise e si incamminò verso la cucina per sistemare le ultime cose rimaste lì dal pranzo e aggiunse: «Finisci prima tutti i compiti, mi raccomando!»
17 in punto. L’ora del verdetto per Matteo stava arrivando. Non aveva mai fatto i compiti così velocemente. Ora era lì, con la sua mamma, davanti al portone di casa della signora Cecilia, pettinato e profumato per bene. Aveva fantasticato per tutto il tragitto. Sarà castana con gli occhi azzurri? O forse alta e bionda? Chissà se profuma di fragola.. erano tutti pensieri che li ronzavano nella testa. Non stava più nella pelle, voleva vederla. In fondo, Matteo aveva solo 8 anni in quella occasione ed era passato un bel po’ di tempo,  da quando Assunta lo aveva lasciato. Neanche un bacio di addio gli aveva dato ed erano stati insieme per 10 giorni! Era arrivato il momento di conoscere un’altra ragazza, bisognava voltar pagina.
«Prego, entrate! Ciao Antonella come stai?» disse la signora Cecilia aprendo la porta ed invitandoli ad entrare. Abbracciò la mamma e poi si rivolse a Matteo dicendogli: «Matteo ma come sei cresciuto! Fatti vedere, sei davvero un ometto grande adesso e che bei capelli! Si vede che hai la mamma parrucchiera!». Matteo accennò un sorriso, voleva scomparire in quel momento. Sperava che la ragazzina non l’avesse sentita, altrimenti  che figura avrebbe fatto. Cercò di non pensarci e si sedette sul divano mentre la mamma cominciava a preparare il materiale. Stava osservando la tenda che copriva le finestre del balcone, non aveva mai visto tende così brutte, quando all’improvviso sentì dei passi entrare nel salotto, alzò lo sguardo ed eccola lì, la nipote della signora Cecilia.
Finalmente, Matteo poté ammirarla in tutto il suo splendore. Lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. Un vestitino rosa e un sorriso da mozzare il fiato. Quando lei si avvicinò, poté sentirne l’odore. Un odore dolce, un odore di pesca. Matteo si era innamorato. Ne era sicuro, mai aveva visto creatura più bella. Si sentiva sopra ad una nuvola in alto nel cielo, la mente sgombra da qualsiasi pensiero e le farfalle che volavano leggiadre nel suo stomaco. «Ciao, tu devi essere Matteo. Io sono Chiara, vuoi giocare con me?» gli chiese lei sorridendo. Matteo pensò che avesse una voce davvero graziosa, poi ritornò alla realtà, nel preciso momento in cui, la madre lo avvertì di non fare alcun danno e lo invitò ad andare con Chiara. Lei, prontamente, gli prese la mano e lo portò nella cameretta, nella quale per il momento dormiva e giocava. I suoi genitori erano in viaggio e lei soggiornava dalla zia per qualche giorno.
 «Che gioco ti va di fare?» gli chiese Chiara, appena esser entrati in camera. Matteo non sapeva cosa rispondere, era ancora un po’ confuso, l’emozione era stata tanta e ancora non si era ripreso del tutto. La guardò negli occhi e non poté non pensare a quanto fosse bella, poi prese coraggio e disse timidamente: «Non lo so, tu cosa vuoi fare?»
 «Pensavo al gioco del marito e la moglie, lo conosci?» Ovvio che lo conosceva, era il suo gioco preferito. Ma non voleva condurre lui il gioco, non finiva mai bene quando era lui a decidere cosa fare, così lasciò spazio a lei e rispose: «Non me lo ricordo molto bene in realtà, me lo puoi spiegare?»
Euforica, Chiara rispose: «Allora, visto che tu non sai come si gioca te lo spiego io. Io sarò la moglie e tu il marito ovviamente. Il tuo compito è quello di andare al lavoro ed io starò a casa con i nostri figli, che sono loro..» indicò due bambole sul letto e aggiunse: «Carlo e Luca, ti piacciono questi nomi? Se no, possiamo anche cambiarli se vuoi» «Si, mi piacciono» rispose prontamente Matteo. «Bene, allora tu vai a lavoro. Devi andare lì sotto guarda..» indicò la scrivania. Dovevo lavorare sotto una scrivania?!  Pensò stranito.
«So che può sembrarti strano, ma sarai un idraulico, perciò faremo finta che quello sia un lavandino. Dai su, vai..» gli sorrise e Matteo si avviò verso la scrivania, si infilò sotto sotto e aspettò. Ad un tratto, mentre stava sistemando un grande tubo che perdeva acqua dal lavandino, sentì parlare Chiara che avvicinandosi  nella sua direzione, disse: «Amore, sono venuta a portarti il pranzo..» si infilò anche lei sotto la scrivania e gli porse un pacchetto invisibile sorridendo. Matteo fece finta di prenderlo e lei gli stampò un bacio sulle labbra. Lui, quasi si spaventò e fece volare il pacchetto dalle mani, sbatté addirittura la testa sotto la scrivania. Mentre si massaggiava la testa, sentì la madre e la signora Cecilia urlare dall’altra stanza «Ragazzi tutto bene? Fate i bravi e non rompete niente» e Chiara rispondere: «Si zia tranquilla, mi è caduto soltanto un libro» portandosi una mano alla bocca per nascondere la risata, Matteo la imitò e iniziarono a ridere entrambi. Uscirono da sotto la scrivania e si ripulirono un po’ dalla polvere. Matteo, ora entusiasta chiese: «Che facciamo ora?». Chiara lo invitò a sedersi sul letto con lei. Chiacchierarono per un bel po’ di tempo, della scuola, degli amici. Chiara gli raccontò della sua città, che si trovava in Abruzzo e del viaggio dei suoi genitori. Parlarono così tanto che iniziò a diventare buio fuori. La mamma di Matteo aveva ancora molto da fare perché il giorno dopo, sarebbe stato il matrimonio di una cara amica della signora Cecilia e la stava preparando al meglio. Ad un tratto, Chiara rimase in silenzio e Matteo non sapeva cosa dire, quando all’improvviso lei si alzò, lo prese per mano e gli chiese se voleva uscire in balcone a guardare il cielo. A Matteo, sembrava una cosa davvero romantica e non se lo fece ripetere due volte. Così, uscirono entrambi fuori, si sdraiarono su delle coperte che Chiara aveva sistemato a terra e alzarono lo sguardo al cielo.
Forse anche Chiara si era innamorata di Matteo. Era felice e sorrideva. Gli prese nuovamente la mano e la strinse a sé, lentamente gli si avvicinò e gli stampò un altro bacio, questa volta sulla guancia e poi, subito dopo sulle labbra. Rimase lì, a fissarlo. Matteo sorrise, pensava che Chiara fosse davvero un angelo. La osservò con attenzione e notò che aveva davvero delle bellissime ciglia lunghe, un viso così dolce, dei grandi occhi azzurri, dei lunghi capelli biondi, poi guardò il cielo scuro puntellato di stelle. Una visione davvero molto romantica che rimarrà impressa nella sua mente per molto molto tempo.
Era arrivato il momento di salutarsi. I capelli della signora Cecilia erano perfetti ed era ora di tornare a casa. Matteo salutò Chiara con la mano e così fece pure con la signora Cecilia, ma i piccoli sapeva che da ora in poi, fra loro, ci sarebbe stato questo grande segreto da custodire.
Tornando a casa, Matteo si chiese, se mai l’avrebbe incontrata di nuovo.
L’occasione per rivedersi non tardò ad arrivare. Il giorno dopo infatti, Matteo ebbe l’opportunità di recarsi dalla nonna di Chiara, che abitava esattamente sopra l’appartamento della signora Cecilia. Antonella, la mamma di Matteo, gli aveva chiesto di portare alcune cose all’anziana signora e il piccolo Matteo non perse l’opportunità. Uscì di casa e imboccò la strada che l’avrebbe portato dalla nonnina di Chiara. Si sentiva un po’ come Cappuccetto Rosso, ma sapeva in cuor suo che non avrebbe incontrato nessun lupo, ma soltanto il grande abbraccio della principessa Chiara.
Arrivato davanti al portone del palazzo, citofonò e poi salì le scale del condominio, delle strane scale di parquet. Suonò al campanello e un’arzilla vecchietta lo invitò ad entrare. Vedendola, si sentì come Hansel e Gretel, perché la vecchina sembrava una brutta strega cattiva, ma era sicuro che all’interno della casa avrebbe trovare Gretel che l’avrebbe salvato dalle grinfie della strega. Per fortuna, la nonna di Chiara si dimostrò gentile e simpatica e gli offrì anche delle caramelle. Dopo qualche minuto, suonarono al campanello e la nonna chiese a Matteo se potesse andare ad aprire la porta perché lei era un po’ stanca. Così, si alzò, aprì la porta e si trovò davanti il viso dolce di Chiara. Anche lei era molto felice di vederlo, i due sorrisero e si abbracciarono. Dopo aver salutato con un bacio affettuoso la nonnina, Chiara iniziò a raccontare a Matteo tutto ciò che aveva fatto la mattina con la zia, mentre la nonna si recava in cucina per iniziare a preparare la cena.
Chiara e Matteo si accomodarono sul divano e tra una storia e l’altra, Matteo si fece coraggio e questa volta fu lui a fare la prima mossa, e le stampò un tenero bacio sulle labbra. Chiara era davvero felice, lo abbracciò e stettero per tutto il tempo mano nella mano. Anche questa volta, però il tempo passo in fretta e Matteo dovette salutare la sua principessa e la strega buona e tornare subito a casa. Questa volta però si salutarono con un forte abbraccio, Chiara dopo due giorni sarebbe ripartita per tornare su in Abruzzo ed entrambi non sapevano sei mai si sarebbero rivisti. Un nota di tristezza segnò il volto di entrambi. Matteo chiuse la porta dietro di sé, scese le strane scale di parquet, imboccò la strada che lo avrebbe condotto a casa sua e per tutto il tragitto stette con il capo chino.
Arrivò il giorno della partenza di Chiara. Matteo non aveva avuto modo di salutarla e Chiara partì con in ricordo di quel bimbo paffutello che tanto le era stato simpatico. 
   
 
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