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Autore: EmsEms    26/01/2018    4 recensioni
Tre uomini e una cucina.
[UshiIwaOi]
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ok, uhm....

Mi sento molto in colpa per aver trascurato EFP ultimamente. Da aggiornamenti settimanali sono passata ad aggiornamenti mensili... Il fatto è che questo dovrebbe essere teoricamente l'anno in cui decido cosa fare nella mia vita, e lo sto passando in un costante stato d'ansia che non mi permette di dedicarmi alla scrittura D: Per farmi scusare, condividerò questo dialogo nonsense con voi. Doveva rimanere online per 24 ore, ma ci sono state rimostranze... Quindi ecco, buscatevi questo scempio. Buona lettura :3

PS dopo aver visto Oikawa che piange nel film, non ho saputo resistere...


 

PSS Possibile OOC.


 

* * *


 


 


 

"Io lo odio, lo odio!" esordì Oikawa, gettando il borsone per terra e sedendosi sul gradino davanti alla porta di casa per togliersi le scarpe.
"Buongiorno anche a te" bofonchiò Iwaizumi, in piedi in mezzo al corridoio. Non ebbe bisogno di chiedere chi fosse l'oggetto dell'odio spassionato di Oikawa. Sapeva che i suoi due ragazzi litigavano ferocemente almeno una volta alla settimana.
"Vuoi il caffè?" domandò Iwaizumi, dondolando sul posto, palpebre socchiuse e rivolo di bava secca all'angolo della bocca.
"Non mi chiedi nemmeno cosa è successo?!" replicò Oikawa, stizzito. Iwaizumi sospirò rumorosamente e si grattò la caviglia scoperta con il tallone. Aveva fatto le ore piccole per lavorare al suo progetto per il corso di cinema, e non aveva nessuna intenzione di lanciarsi in un appassionato diverbio con il più problematico dei suoi due ragazzi.
"Faccio il caffè" borbottò, trascinandosi in cucina, ciabatte che strusciavano sul parquet.
"Sei un insensibile" sibilò Oikawa dal corridoio.
Iwaizumi mise in funzione la macchinetta per farsi un espresso e si lasciò cadere sull'unica sedia che possedeva, incastrata fra il tavolo e la porta/finestra di quell'angusto cucinotto.
"La verità è che non te ne frega nulla" protestò Oikawa, spingendosi gli occhiali in cima al naso e spegnendo la macchinetta del caffè. Iwaizumi non si era accorto che stava trillando da due minuti.
Con un grugnito, Hajime di alzò, sciacquò una tazza per Oikawa ed accese il bollitore. Camomilla e miele avrebbero reso Tooru decisamente più mansueto.
"È sempre colpa mia, vero?" sbottò Oikawa, cacciando un cucchiaino di zucchero nel caffè di Iwaizumi e sbattendo la tazzina sul tavolino di plastica scadente che avevano comprato insieme. Hajime aspettò che il bollitore avesse finito, e versò l'acqua sulla bustina di camomilla.
Non era insolito, che i due si preparassero la colazione a vicenda.
"Shittykawa, calmati per favore" mugugnò Iwaizumi, issandosi sulle punte dei piedi per prendere il miele in cima alla dispensa.
"Mi trattate come se fossi un imbecille! È tutto un 'povero Ushijima' di qua, e un 'stupido Trashykawa' di là. Sono arcistufo di voi due!" esclamò Oikawa, tirando inavvertitamente una testata alla lampada. Era troppo bassa, e talvolta funzionava ad intermittenza, ma Iwaizumi non aveva tempo per darsi al fai da te, soprattutto quando c'era di mezzo l'impianto elettrico.
"Ushijima non ti ha mai chiamato 'Trashykawa', Trashykawa" osservò Hajime, togliendo la bustina dalla tazza di Tooru e mescolando al liquido dorato un quantitativo di miele che lo avrebbe mandato in coma iperglicemico. Stava per portargli la camomilla, quando un gorgoglìo basso e gutturale avvertì Hajime che di lì a poco Oikawa sarebbe scoppiato in lacrime. Come previsto, un singhiozzo spezzò il silenzio, e lacrime grosse come noccioli di ciliegie rotolarono sulle guance dell'ex capitano dell'Aoba Johsai.
"Ehi" mormorò Iwaizumi, poggiando la tazza sul tavolo e tuffando le dita fra i capelli castani del suo ragazzo, il quale, nel frattempo, si era deciso a prendere posto sulla sedia. Oikawa seppellì il viso nella tshirt slavata di Iwaizumi, continuando a singhiozzare come un disperato. Ad Hajime non rimase altro da fare, che carezzare le ciocche color cioccolata. Oikawa non aveva neanche avuto tempo di acconciarsi i capelli come faceva tutti i giorni, visto che era corso via da casa di Ushijima, urlando così forte da svegliare l'intero condominio.
Fuori aveva smesso di piovere, ma i suoi capelli erano ancora umidi. Quello scemo doveva aver fatto l'intero tragitto da casa di Ushijima a casa sua senza nemmeno aprire l'ombrello, constatò Iwaizumi.
"È finita, lo so" mugolò Oikawa, bocca impastata e tono di voce che andava e veniva come se stesse cercando di far funzionare la ricezione di una stazione radiofonica in galleria.
"Non volevo trascinarti nella discussione... So che è sleale da parte mia" aggiunse Oikawa, tirando su con il naso.

Iwaizumi non rispose. Era vero che avevano stabilito delle regole, all'inizio della relazione, ed era vero che coinvolgere uno dei partner in un litigio con cui non aveva nulla a che fare era un'infrazione del patto. Ma ad Iwaizumi, in quel momento, fregava ben poco del loro regolamento.

Oikawa Tooru non era solito piangere, ma quando apriva il rubinetto, ad Iwaizumi sorgeva il dubbio che in paradiso stessero cercando un angelo. Certo, era più probabile che quell'angelo che era improvvisamente scomparso fosse Lucifero, visto che Oikawa non era paragonabile ad una creatura celestiale senza peccato, ma il concetto rimaneva lo stesso: i versetti sconnessi che Tooru emetteva fra un singhiozzo e l'altro non potevano provenire da un essere umano.
"Mi dispiace che abbiate litigato, ma devi smetterla di pensare di poter cambiare Ushijima. Lo sai che siete fatti della stessa pasta" spiegò Iwaizumi, continuando a scorrere le dita fra i capelli bruni del suo ragazzo.
Talvolta Hajime si chiedeva in che modo fosse finito in quella situazione, ma poi si ricordava di come avesse accompagnato Oikawa alla festa indetta dai membri del terzo anno della Shiratorizawa per celebrare la loro vittoria sull'Aoba Johsai e di come Ushijima si fosse dichiarato ad Oikawa mentre quest'ultimo gli stava sputando addosso tutto il veleno che aveva in corpo.
'Sto con Iwaizumi!' aveva sbottato Oikawa, scuotendo lo schiacciatore per enfatizzare la sua affermazione.
'Potresti dare una chance anche a me. Se Iwaizumi è d'accordo.'
Da quelle parole in poi, i ricordi di Hajime si distorcevano a causa dell'epica ubriacatura che sia lui che Oikawa si erano presi. Era come se il lettore DVD della sua memoria si fosse inceppato, e avesse ripreso a funzionare saltando una serie di scene vitali per la comprensione del film. Il risultato finale, era che il video ripartiva su loro tre a letto, nudi, distrutti, pieni di lividi e succhiotti.
E poi i titoli di coda.

"Iwa-chan!" esclamò Oikawa, alzando il viso tumefatto.
"Che c'è?" domandò Iwaizumi, preso in contropiede dal tono indispettito di Tooru.
"Ti sembra il caso?!"
Iwaizumi rimase ad ammirare gli occhi arrossati e le guance lucide di lacrime, ignaro di cosa avesse scatenato una reazione tanto scandalizzata da parte del suo partner. Un sonoro schiaffo nello stomaco lo distolse dai suoi pensieri, e Hajime si ritrovò a dirigere lo sguardo sul suo bassoventre.
"Io ti parlo con il cuore in mano e tu ti fai venire un'erezione?! Se non l'avessi notato, sto piangendo!" strepitò Oikawa, allentando la presa con cui stava abbracciando il suo bacino.
Iwaizumi emise una serie di sbuffi, cercando di articolare una frase di senso compiuto, una qualsiasi giustificazione che potesse reggere sotto lo sguardo infuocato di Oikawa.
"Pensavo mi stessi ascoltando!" aggiunse Tooru, iniettando una nota isterica nel suo tono di voce, già stridulo di per sé.
"Ti sto ascoltando!" ribatté Iwaizumi, folte sopracciglia aggrottate in un'espressione sinceramente mortificata.
"Mi sei piombato in casa alle sette di mattina, prima che potessi andare in bagno" si difese Hajime, agitando le braccia fin dove i due metri quadrati di quella minuscola cucina lo permettevano.
"E poi non è colpa mia se sei stupidamente sexy anche quando piangi."
Iwaizumi si accorse con orrore di essersi lasciato sfuggire la vera motivazione dietro alla sua indesiderata reazione fisica, ma non ebbe la possibilità di fare marcia indietro, perché Tooru lo stava fissando a bocca aperta, sconvolto.
In quel momento il rumore di chiavi che giravano nella toppa, seguito dal suono di passi pesanti nel corridoio, interruppe la loro discussione.
"Oikawa" chiamò Ushijima, palesandosi sulla porta della cucina.
Iwaizumi lasciò andare istintivamente i capelli del ragazzo seduto davanti a lui.
"Mi dispiace se quello che ho detto ti ha offeso, ma io credo veramente che-"
"Ushiwaka-chan, tu lo sapevi che a Iwaizumi piace quando piango?"
Ushijima si fermò a metà della sua tirata, interdetto. Si era ripetuto quelle parole almeno una decina di volte sulla metro, e quell'improvviso cambio di soggetto gli avrebbe fatto perdere il filo del discorso.
"Non lo sapevo, ma quello che volevo dire..."
"Sei perdonato, Ushiwaka-chan. Non mi ricordo neanche più perché avevamo litigato" tagliò corto Oikawa, liquidando la discussione con una circonvoluzione del polso. Ushijima sapeva che non era vero. Oikawa aveva la memoria di un elefante, ed era certo che se la fosse legata al dito, sicuro che un giorno quella storia gli sarebbe tornata utile durante l'ennesimo litigio.
"Voglio sapere solo una cosa: anche tu ti ecciti al pensiero di me in lacrime?" indagò Oikawa, puntando un indice sottile nella direzione del nuovo arrivato.
Ushijima scosse la testa, spostando lo sguardo su Iwaizumi e inarcando un sopracciglio, incuriosito.
Iwaizumi si sentì avvampare: l'ex capitano della Shiratorizawa aveva il potere di farti sentire completamente vulnerabile, trapassandoti da parte a parte con quel suo sguardo truce.
"Ci manca solo che a Ushiwaka-chan venga duro quando litighiamo" scherzò Oikawa, accavallando le gambe.
Ushijima si strozzò con la saliva, e per un po' nella stanza rimbombarono i battiti cardiaci di Iwaizumi, alternati ai rantoli di un Ushijima piegato a metà, intento a riempirsi un bicchiere d'acqua.
Oikawa emise un fischio, divertito dalla piega che aveva preso la situazione. Non poteva credere ai suoi occhi.
"Siete due pervertiti!" esclamò, mentre Ushijima mandava giù il contenuto del bicchiere in un sorso solo e Iwaizumi si portava istintivamente le mani davanti al cavallo dei pantaloni.
"E io che pensavo di avere a che fare con due bravi ragazzi!" rincarò la dose Tooru, fingendosi profondamente scioccato dalle fantasie sessuali che i suoi due ragazzi gli avevano tenuto nascosto.
"Mh, e magari, in questo momento, vi piacerebbe che mi mettessi in ginocchio sul pavimento della cucina... E che so, vi prendessi in bocca tutti e due."
Iwaizumi si coprì il volto, e Ushijima tornò a tossicchiare: stavolta gli era andata l'acqua di traverso.
Oikawa non lo avrebbe mai ammesso, ma amava sentirsi al comando. Dirigere era sempre stato il suo forte, sia in campo che sotto le lenzuola, e non c'era sensazione più appagante di stringere in mano le redini della loro intricata relazione. Dopo un lungo, imbarazzante silenzio, l'ex alzatore dell'Aoba Johsai riprese la parola.
"Oggi è il vostro giorno fortunato" mormorò Oikawa, inclinando la testa ed esibendo un sorriso così falso, da fare invidia ad un attore professionista.
"E sapete perché?" domandò Tooru, indice sulle labbra e occhi ridotti in due fessure.
"Perché ieri il dottore mi ha detto che il ginocchio sta meglio" aggiunse Oikawa in un sussurro, scivolando da sopra la sedia sulle mattonelle gelate del pavimento.
"E che posso inginocchiarmi senza problemi."

 

* * *

 

Sì, Iwaizumi studia cinema.

Sì, Oikawa cambia umore alla velocità della luce.

  
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