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Autore: Smeralda Elesar    28/01/2018    4 recensioni
Dopo la battaglia contro Kid Bu la Terra è stata ripristinata con tutti i suoi abitanti.
Sembra che per un lungo periodo di tempo sul pianeta regnerà la pace, ma qualcuno è ancora più inquieto del solito.
Ovviamente è Vegeta, che dopo l'ultima battaglia a fianco di Kaarot si sente cambiato. E la cosa non gli piace. Nemmeno un po'.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shinrai

(Fiducia)


Alla Capsule Corporation c'era sempre una quantità enorme di cibo, dato che Vegeta aveva l'appetito tipico dei Sayan e suo figlio sembrava avere preso tutto l'appetito dal padre, ma in occasioni come quella c'era ancora più cibo.

Dopotutto non capitava poi tanto spesso che la Terra venisse distrutta, gli abitanti sterminati e che poi tutti potessero tornare in vita come se niente fosse.

Insomma, era proprio un momento adatto per festeggiare, ed i Brief non si sarebbero mai persi un'occasione di organizzare baldoria.

Vegeta non era tipo da feste e divertimento, ma certo non diceva di no ad una cena lunga cinque ore; quindi aveva la sua solita aria di chi ce l'ha con il mondo intero, ma si abbuffava come tutti gli altri.

Già normalmente Vegeta sarebbe riuscito ad essere gioviale nemmeno se in cambio avesse potuto diventare per magia più forte di Goku, e tuttavia dopo la battaglia contro Majin Bu (la cui versione grassa si stava abbuffando al pari di lui e per giunta allo stesso tavolo) l'umore del rincipe dei Saiyan era ancora più cupo del solito.

Finì di mangiare solo quando fu davvero ad un passo dallo scoppiare per il troppo cibo, ed in silenzio si ritirò in un angolo appartato del giardino.

L'aria fresca della sera gli accarezzò il viso e gli portò il profumo dei cedri del parco.

Aveva piovuto da poco ed ancora si sentiva l'odore dell'erba bagnata.

Lì, in quell'angolo tranquillo e libero dalla tecnologia, l'eco della festa era appena udibile, abbastanza ovattato da non disturbare i suoi pensieri.

Sollevò lo sguardo verso il cielo stellato e come ogni volta si ripetè che lui apparteneva a quello: all'immensità dello spazio.

La Terra era un posto come un altro dove fermarsi, anche se stavolta l'aveva fatto più a lungo del solito.

Prima o poi sarebbe ripartito.

Quando suo figlio fosse stato grande.

Quando Bulma non ci fosse stata più.

Forse sarebbe tornato ogni tanto per vedere i suoi eventuali nipoti con un quarto di sangue Saiyan nelle vene, ma prima o poi sarebbe ripartito per lo spazio aperto.

Dopotutto la Terra non aveva bisogno di lui, adesso che c'erano Kaarot, Gohan, Goten e Trunks.

Con guerrieri così, che sarebbero diventati ancora più forti, non ci sarebbe stato più bisogno che lui fosse una presenza costante sul pianeta, ed avrebbe potuto tornare alla sua vera vita.

Salvo tornare ogni tanto per battersi con Kaarot, ovviamente.

A quello non avrebbe mai rinunciato.

E no: la recente esperienza con Babidi non gli aveva insegnato proprio nulla a proposito della rivalità tra lui ed il suo sottoposto, tranne che non avrebbe mai più fatto immischiare nessuno.

Kaarot era un problema suo e suo soltanto.

La sua nemesi, la sua spina nel fianco, il suo tormento, il più rognoso degli avversari che gli fosse mai capitato.

Superarlo era molto più che una quesione di orgoglio: ormai era ossessione, veleno e ragione di vita per il principe dei Saiyan.

-Ah, eccoti qui, Vegeta! Perché sei sparito? Di là ci sono ancora i tayaki e gli altri dolci-

Dannato Kaarot! Mai che si facesse gli affari suoi! Mai che capisse quando qualcuno voleva semplicemente stare da solo ed in pace.

Nel suo caso non era nemmeno difficile capirlo, perché era praticamente sempre.

Vegeta non si girò nemmeno a guardarlo.

-Non devo dare spiegazioni a te né a nessuno, chiaro?-

-Va bene, va bene, come sei scorbutico!- Kaarot inghiottì un un solo colpo l'ultimo onigiri che aveva in mano -Volevo solo sapere se stavi bene, tutto qui-

-Non sono affari tuoi-

-Ma stai pensando a qualcosa di serio. Quando Chichi mi dice "non sono affari tuoi" di solito vuol dire proprio che qualcosa non va e che ce l'ha con me.. ahio! Vegeta, ma perché mi hai colpito?-

Infatti Vegeta gli aveva appena rifilato un cazzotto da manuale dritto sul naso.

-Come osi paragonarmi a tua moglie, brutto scarto di terza classe?!- gli urlò addosso.

Kaarot evidentemente non possedeva il minimo istinto di autoconservazione, perché invece di cucire la bocca e sparire, rimase lì a dirgli -Ma siete uguali! Anche lei sbotta e poi mi picchia!-

E Vegeta lo spedì di nuovo a terra con un calcio.

-Nomina di nuovo quella donna e ti garantisco che presto indosserai di nuovo l'aureola-

-E va bene, va bene! Che caratteraccio che hai. Almeno mi dici cosa c'è che non va?-

-Non c'è niente che non va-

-Secondo me...- tentò Kaarot, ma Vegeta non gli diede il tempo di articolare la frase.

-Se proprio hai voglia di parlare, rispondi alla mia domanda. Perché non dai il colpo di grazia ai tuoi nemici?-

Kaarot lo guardò confuso, sbattendo le palpebre, la testa inclinata prima da un lato e poi dall'altro.

E poi rivelò la verità del secolo.

-Bè, perché morirebbero-

Vegeta si sentiva molto vicino ad una perdita di controllo anche senza l'intervento del mago Babidi.

-Razza di idiota, certo che morirebbero! E allora? Non è questo lo scopo di un combattimento?-

-No, per me no. Se un mio avversario è forte potrebbe migliorare ancora e la prossima volta la sfida sarebbe migliore. Ma se lo uccido, come potrei affrontarlo di nuovo?-

-Sei un babbeo! Se lo lasci in vita e lo lasci migliorare, la prossima volta potrebbe essere lui ad uccidere te! Non lo capisci?-

-Urca, hai ragione! bé... in questo caso vorrà dire che andrò nell'aldilà, dov'è il problema? C'è un sacco di gente simpatica che...-

-Piantala, cretino! Saresti morto! Saresti sconfitto, te ne rendi conto?-

-E allora? Se vengo sconfitto ma resto vivo mi allenerò da vivo, se vengo sconfitto e vengo ucciso, allora mi allenerò da morto. Scusa, non capisco perché per te sia un problema. A te non è piaciuto l'aldilà?-

Vegeta strinse i pugni nei guanti, indeciso se riempirlo subito di cazzotti o se tirargli prima una testata sui denti.

-Kaarot... stai mettendo a dura prova la mia pazienza. Te lo chiederò di nuovo, e stavolta vedi di darmi una risposta sensata. Se tu sconfiggi un avversario una prima volta, lo lasci andare, e poi lo sconfiggi una seconda volta, perché dovresti sfidare la sorte lasciandolo di nuovo in vita? Perché non lo uccidi?-

Kaarot gli sorrise, quel sorriso stomachevole che splendeva di pura bontà e che Vegeta avrebbe tirato giù a pugni.

Lo avrebbe fatto prima o poi, vero come era vero che lui era il principe dei Saiyan!

-Sai Vegeta, non è solo lo scontro. Combattendo contro lo stesso nemico io imparo a conoscerlo. Lo vedo come persona oltre che come combattente, e vedo chi è. Vedo qualcuno che si è impegnato quanto me, e allora non mi va di ucciderlo-

Vegeta serrò i pugni ancora di più, tutto il corpo che tremava di tensione.

"Quindi è per questo che non uccidi me? Non solo per farmi migliorare e combattere contro un avversario sempre più forte, ma anche perché mi conosci?"

Non glielo avrebbe mai chiesto. Avrebbe masticato chiodi, piuttosto.

-E poi, se un avversario è più forte di me, posso imparare da lui-

Un'altro concetto che Vegeta trovava al limite della demenza, perché lui si sarebbe fatto ammazzare piuttosto che "imparare" da un suo nemico.

E tuttavia anche lui e Kaarot erano stati nemici. E Kaarot lo aveva lasciato in vita.

"Che cosa hai imparato da me?"

Ma anche quello non glielo avrebbe chiesto. Piuttosto avrebbe inghiottito la lingua o l'avrebbe fatta inghiottire a quello scarto di Saiyan.

-Anche tu, sai? Sei intrattabile e sei stato crudele ed insensibile in passato, ma grazie a te ho capito cosa vuol dire essere un Saiyan. Ho capito perché sono diverso da tutte le persone che ho conosciuto in vita mia, e quindi grazie-

Se Kaarot si fosse azzardato ad aggiungere una sola parola, Vegeta lo avrebbe azzittito facendogli inghiottire tutti i denti.

Ma per fortuna dopo quello rimase zitto, per cui Vegeta si limitò a fare una faccia schifatissima.

-Bah! Sei sentimentale da far venire il vomito!- sbottò.

Kaarot lo liquidò con un'alzata di spalle.

-Va bene, come dici tu. Adesso torno di là. Tutti si staranno chiedendo dove siamo finiti. A dopo-

Kaarot si voltò per tornare in mezzo alla baldoria e probabilmente in cerca di altro cibo, ma ormai Vegeta aveva quel tarlo nel cervello e non gli avrebbe permesso di svignarsela.

-Fermo dove sei, Kaarot! Chi ti ha dato il permesso di andartene?-

-Ma insomma, Vegeta! Avevo capito che tu volessi restare solo-

Il principe dei Saiyan lo ignorò. Gli si avvicinò quanto bastava per assestargli uno spintone e poi gli diede un altro ordine.

-Non osare mai più voltarmi le spalle mentre ti sto parlando. E adesso vieni con me-

-Dove?-

-Dove dico io. Seguimi-

Vegeta si alzò in volo ed attese solo pochi secondi per essere certo che quell'avanzo di sottoposto lo seguisse davvero, poi partì a tutta velocità verso nord.

***

"Io imparo a conoscere il mio avversario. Vedo una persona che si impegna quanto me. Non mi va di ucciderlo".

Allora forse quella che Kaarot provava verso di lui non era pietà. Era qualcos'altro che Vegeta non riusciva a definire, per questo aveva bisogno di fare quella prova.

Gettò uno sguardo dietro di sé e vide Kaarot che ancora lo seguiva.

Stavano sorvolando una pianura spoglia. Un paesaggio monotono e quasi deprimente sotto la luce della luna, ma comunque molto migliore di certi altri che Vegeta aveva visto.

Atterrò quando le luci dell'ultima città che avevano superato furono appena appena visibili, poco prima dell'inizio di una catena montuosa.

Kaarot atterrò accanto a lui.

-Bene! E adesso che siamo qui cosa facciamo?-

Kaarot era curioso come un bambino, Vegeta invece era terribilmente serio quando si girò a fronteggiarlo.

-Adesso colpiscimi con tutta la tua forza-

-Cosa? E perché?-

Vegeta perse subito la pazienza. Era una cosa semplice, come poteva non capire?!

-Perché te lo dico io! Maledizione, io sono il principe dei Saiyan e tu sei un mio sottoposto, e se ti do un ordine tu devi scattare all'istante! E adesso colpiscimi!-

-Va bene, se ci tieni tanto-

Kaarot gli diede un pugno.

Un pugno ridicolo. Senza nemmeno trasformarsi in super Saiyan.

Vegeta gli rispose con un pugno che gli fece scricchiolare la mascella e lo fece volare per un paio di metri.

-Non azzardarti mai più ad insultarmi così, hai capito?! Quel pugno puoi darlo alla fidanzata di tuo figlio oppure a tua moglie, ma non a me! E adesso colpiscimi come si deve!-

L'infimo scarto di terza classe si rialzò e tornò da lui massaggiandosi quella faccia da schiaffi (o pugni, o calci).

-Spiegami almeno perché. Non mi tiro indietro quando si tratta di combattere, ma così mi sembra strano-

-Kaarot, o mi colpisci con tutta la tua forza entro tre secondi oppure giuro che sarò io a farlo, e allora nemmeno la tua adorata mogliettina riuscirà più a riconoscerti-

-Chichi non me lo perdonerebbe. Va bene. Preparati, Vegeta!-

L'aura di Kaarot esplose con un boato illuminando d'oro la notte.

Come l'altra volta in cui aveva visto il super Saiyan di terzo livello, Vegeta era in uguale misura roso dall'invidia ed affascinato.

Era orgoglioso perché la razza Saiyan aveva raggiunto un livello inimmaginabile nemmeno nei timori di Freezer, ma allo stesso tempo era pazzo di invidia e rabbia perché non aveva raggiunto lui quel traguardo.

Stava per urlare a Kaarot di colpirlo invece di perdere tempo a fare lo spaccone, ma in quel momento il suo sottoposto lo guardò negli occhi.

Era impressionante.

Quegli occhi azzurri tenevano inchiodato Vegeta al suo posto.

Kaarot annuì in un modo appena percettibile, poi il principe dei Saiyan non vide nemmeno il colpo che arrivava.

Sentì il rumore del pugno contro l'addome e poi nulla.

Il dolore arrivò pochi secondi dopo, quando lui era già stato sbalzato via dal colpo e si stava schiantando contro la montagna per scavare una galleria nella roccia con il suo corpo.

Il dolore. Perfetto, chiaro, sincero. Una cosa che non cambiava mai, per questo uno dei punti fermi della vita di Vegeta.

Eppure era diverso.

La massa dei visceri si era strizzata all'impatto sotto le nocche di Kaarot e le costole si erano incrinate contro le rocce, ma quello era un dolore diverso da quello degli altri combattimenti.

Era un dolore... pulito. Non gli veniva in mente altro modo per definirlo.

Quello era un'ulteriore enigma, e contribuiva a farlo incazzare ancora di più.

Dall'imboccatura della galleria che lui aveva appena scavato con il suo corpo gli arrivò la voce di Kaarot.

-Vegeta! Ehi, Vegeta? Come stai?-

Come stai? Come stai?!

Che cazzo di domanda era?

Vegeta aspettò pochi secondi che la paralisi del dolore sparisse e si disincastrò dal buco nella roccia che aveva l'esatta forma della sua schiena.

Un calco perfetto delle sue vertebre, completo di spalle e parte posteriore del cranio impresso nell'arenaria.

Il dolore pulsava ancora sul dorso ed alla bocca dell'anima, ed ancora lui non capiva.

Eppure ci era dannatamente vicino. Sentiva la risposta come se qualcuno gliela stesse mormorando all'orecchio ma lui non riuscisse a sentirla. Cosa che ovviamente lo faceva incazzare ancora di più.

Kaarot aveva lasciato svanire la trasformazione in super Saiyan terzo livello e adesso, per raggiungerlo, aveva ostruito quel minimo di luce che proveniva dall'esterno.

Si incontrarono a metà strada nel tunnel, e non sbatterono uno contro l'altro solo perché Vegeta aveva sentito i passi e si era fermato.

Ci sarebbe mancato anche che dessero qualche testata nel buio per colpa di Kaarot. Perché era sempre colpa sua.

-Che stai facendo, Kaarot?-

-Non mi rispondevi e volevo venire a prenderti-

-Come vedi non ne ho bisogno. E adesso togliti di torno e fammi uscire da qui-

Era uno spazio minuscolo, e Kaarot non potè nemmeno girarsi per tornare indietro; dovette camminare a ritroso, mentre Vegeta gli ringhiava ad ogni passo di spicciarsi per nessun motivo in particolare se non prendersela con lui.

Quando furono di nuovo all'aperto Vegeta si sentì meglio. Erano lontani i tempi in cui poteva viaggiare per mesi rannicchiato su un Jet Coaster. Forse aveva sempre avuto una specie di avversione per i luoghi chiusi ma l'aveva nascosta troppo bene, persino a sé stesso, e la stava riscoprendo adesso.

-Allora? Che facciamo adesso?-

La voce di Kaarot era dietro di lui, ma lui non si girò nemmeno a guardarlo.

Quella era un'altra cosa strana: quando Vegeta sapeva di avere a che fare con qualcuno forte quanto lui, cercava sempre di averlo di fronte per tenere d'occhio ogni sua mossa.

Con Kaarot non lo faceva.

Vegeta non si preoccupava quando Kaarot era alle sue spalle.

L'unico suddito purosangue che gli era rimasto era molto forte ma troppo ingenuo, sciocco, leale (buono, sussurrò una vocina maligna nella sua mente) per attaccarlo alle spalle.

E per Vegeta, che aveva passato la vita nella paura di essere strangolato a tradimento, non sentirsi in pericolo era destabilizzante.

Non gli piaceva. Nessuna novità gli piaceva. Soprattutto non gli piaceva che i nemici non si comportassero da nemici.

Dannazione, se lui avesse avuto tutta la potenza di Kaarot avrebbe disintegrato chiunque si fosse messo contro di lui, altro che battergli una mano sulla spalla.

Come stava facendo quel povero stupido in quel momento.

Si scansò con un gesto infastidito e tentò di fulminare quello scarto di terza classe con lo sguardo, ma quello che ottenne in cambio fu la solita espressione.

Una vaga sorpresa e poi quel sorrisetto di chi "ehi, va tutto alla grande!".

Il principe dei Saiyan giurò a se stesso che non avrebbe lasciato andare Kaarot finché lui non avesse trovato la soluzione.

Lui non aveva paura della forza di Kaarot. Allora forse era il diverso modo di combattere? In fondo Kaarot era stato allenato sulla Terra con altre tecniche di combattimento.

Vegeta decise di provare quell'altra strada.

-Facciamo una gara io e te. Un combattimento alla pari, ci stai? Niente trasformazioni in super Saiyan e niente onde di energia. Solo noi-

-Senza trasformarci? E va bene, io ci sto. Sei pronto?-

Vegeta gli rispose sferrando il primo calcio.

Kaarot, dopo il primo momento di esitazione (perché non aveva ancora imparato che esisteva il gioco sleale... certo che no!) raccolse subito la sfida e così cominciò lo scontro.

Era nulla rispetto alla potenza che avrebbero potuto scatenare, anzi che avevano già scatenato durate il loro duello poco prima che Majin Bu si risvegliasse, ma forse era quello che serviva a Vegeta per capire.

Parava, tentava di colpire e veniva deviato, era pura abilità tecnica piuttosto che forza.

Ed allora si rese conto che i loro colpi erano diversi.

Kaarot colpiva alle cosce, all'addome, alla mascella, lui invece mirava quasi sempre allo sterno, sulle costole ed alla gola.

Lui tentava di uccidere, Kaarot no.

I colpi di Kaarot non erano una reale minaccia.

Kaarot non voleva fargli del male.

Non voleva fargli più male di quanto fosse strettamente necessario.

E certamente non mirava ad ucciderlo.

Forse era per questo che il dolore dei colpi di Kaarot che andavano a segno era così pulito.

Quando combatteva con Kaarot non era in pericolo.

Era... protetto?

Vegeta decise di fare la prova: non appena si accorse dell'ennesimo pugno diretto alla sua mascella non si difese e non schivò.

Si lasciò colpire, ed anche se non stavano combattendo con le loro reali capacità il colpo lo fece volare di nuovo contro la parete di roccia.

Vegeta tentava di pensare. Si era scollegato da tutto ciò che lo circondava e non diede importanza nemmeno al suo corpo che scivolava a terra.

Rimase seduto ad ansimare, gli occhi velati, perso nella sua domanda.

E poi di nuovo -Vegeta, come stai?-

Quello lo riscosse.

Nessun avversario fino ad allora gli aveva mai chiesto "Vegeta, come stai?".

Nessuno si era mai preoccupato per lui.

E adesso Kaarot era in ginocchio accanto a lui con una mano sulla sua spalla.

Se fosse stato con chiunque altro Vegeta avrebbe fatto di tutto per liberarsi ed allontanarsi a distanza di sicurezza, ma con Kaarot non ne aveva alcun motivo.

Il suo ingenuo sottoposto non era capace di infierire su un nemico.

All'improvviso per Vegeta fu tutto chiarissimo: lui si fidava di Kaarot!

Non si era mai fidato di nessun altro e adesso si fidava di quello scarto di terza classe spedito su un misero pianetucolo del sistema solare che non era nemmeno stato in grado di conquistare perché aveva preso una botta in testa di cui ancora mostrava gli effetti.

Kaarot era un idiota, eppure Vegeta sapeva che avrebbe potuto affidargli la propria vita (ed era successo, cazzo se era successo! Su Namec gli aveva affidato persino la propria morte!) ed uscirne illeso.

Perché finché fosse stato con Kaarot, se lui fosse stato in difficoltà non avrebbe avuto il colpo di grazia ma qualcuno che lo sosteneva.

Sarebbe stato al sicuro anche se non era lui il più forte.

Ed a lui... a lui in fondo andava bene.

Era questa la cosa sconcertante.

All'improvviso Vegeta scoppiò a ridere.

Oh, era così semplice! Era una cosa talmente banale da rasentare l'idiozia, forse per questo non ci era arrivato subito.

Rideva non per allegria ma per sfogare la tensione.

-Vegeta, sei sicuro che non abbiamo esagerato? Sei più strano del solito-

Lui non gli rispose.

Non riusciva a smettere di ridere, e ad ogni movimento sentiva la mano di Kaarot aperta sulla sua schiena come a sorreggerlo.

Anche questo lo faceva ridere.

Quanto poteva essere stupido Kaarot? Quanto poteva essere buono per preoccuparsi di qualcuno che lo aveva odiato per anni?

Eppure quella mano che non lo colpiva sulla sua schiena scendeva più a fondo a fare ciò che nessuno aveva mai fatto.

Gli stava strappando via un altro po' dell'amaro che lui si portava sempre dentro.

Vegeta continuò a ridere verso il cielo stellato e non si preoccupò nemmeno quando la gola iniziò a bruciargli e gli occhi a pizzicare.

Era al sicuro.

Sentiva solo questo.

Completamente al sicuro.

Rise per buttare fuori tutto, perché non sapeva piangere, e si fermò solo quando crollò esausto con la fronte contro la spalla di Kaarot.

-Hai finito? Scusa ma non capisco proprio cosa ci trovi di tanto divertente-

Vegeta scosse la testa. Certo che Kaarot non capiva. Non avrebbe mai potuto capire.

Si puntellò su un ginocchio per rimettersi in piedi.

Adesso si sentiva meravigliosamente lucido, libero a dispetto delle ammaccature.

-Non importa se non capisci. Torniamo a casa-

E schizzò in aria, questa volta senza guardarsi indietro per controllare che Kaarot lo seguisse perché era certo che lo avrebbe fatto.

Sarebbe tornato anche lui, ed in ogni caso avrebbero sempre trovato un modo per incontrarsi.

Forse Vegeta, l'orgoglioso principe dei Saiyan, non avrebbe mai avuto un amico, ma Kaarot era senza dubbio il nemico migliore che avrebbe mai potuto desiderare.

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Cantuccio dell'Autore


Ciao a tutti, mi chiamo Makochan ed è la prima volta che scrivo in questa sezione.

Sono imperdonabile perché in tanti anni su EFP mi pare impossibile non aver mai scritto nulla su Dragonball, il cartone a cui sono più affezionata.

Adesso, complice l'uscita di Super e You Tube con le clip degli episodi di Z, ho voluto provare ad indagare il rapporto complicatissimo tra Goku e Vegeta.

Soprattutto da parte di Vegeta, perché pare che per Goku non ci sia nulla di complicato al mondo.

Grazie in anticipo a chi leggerà e commenterà.


Makoto

   
 
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