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Autore: _Zemyx_    28/01/2018    0 recensioni
Un passato sconosciuto, un destino incerto, un potere molto più potente di qualsiasi altro.
Dèi presenti e passati si ritrovano a collaborare per contrastare una minaccia più grande di loro.
Divinità dai Pantheon di tutto il mondo si stanno dando da fare per fermare ciò che ormai sembra inevitabile.
Le speranze sono poche, e nascono nel buio più totale.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era buia, un leggero spiffero soffiava alle sue spalle. 
Il ragazzo cercò di concentrare i propri sensi per cogliere qualcosa, un suono, un odore, un colore. L'aria era fresca, profumava di erba tagliata e di pioggia primaverile, ma non si sentiva lo scroscio dell'acqua, perfino quel flebile vento che gli lambiva le caviglie sembrava non voler rompere quel silenzio così rigoroso. Una luce debole si accese, poco davanti ai suoi occhi. Assomigliava molto ad una lucciola, se non per quel colore azzurro decisamente bizzarro. Il ragazzo la osservò un attimo, indeciso sul da farsi. Si guardò intorno, alla ricerca di altre luci, di un segnale, di un qualcosa che potesse indicargli la via da seguire.
La Luce lampeggiò timidamente, per attirare la sua attenzione, poi si spostò fluttuando, avanzando nelle profondità di quella stanza, così buia e silenziosa.
Il ragazzo la fissò un istante, prima di trarre un profondo respiro e muovere un passo in quello che, per quanto poteva vedere, era un abisso oscuro. Non appena il suo piede si posò nuovamente sul terreno però, si formarono delle piccole onde concentriche, come se stesse camminando su uno specchio d'acqua. La superficie rifletteva tremolando il bagliore di quell'unico indizio che il ragazzo si prestava a seguire, che lo stava aspettando poco avanti, con aria quasi impaziente, fluttuando su e giù, fremendo in attesa di essere seguito. 
Ad ogni passo, il ragazzo si sentiva più sicuro, o meglio, meno timoroso di un'improvvisa caduta nel vuoto, e la Luce azzurrina era ormai vicina.
Non appena la raggiunse, questa gli vorticò attorno, e il ragazzo poté vedere il proprio riflesso nella superficie cristallina sulla quale camminava. Non portava nulla ai piedi, le gambe erano coperte da dei pantaloni in tela, stretti con degli elastici attorno alle caviglie e alla vita con una corda. Portava uno smanicato dello stesso tessuto dei pantaloni, con tinte che sembravano spaziare dal verde al celeste, per quanto quella poca luce poteva permettergli di distinguere. Le sue braccia erano snelle, un accenno di muscoli dovuto a tutto il tempo che passava arrampicandosi sugli alberi del bosco dietro casa. I capelli corvini ricadevano su una spalla con un codino che non ricordava di essersi fatto, gli occhi verdi riflettevano una luce che pulsava con insistenza. Alzò lo sguardo per prestare attenzione alla sua guida spazientita, "Sì, sì, ci sono!" sbuffò. L'altra sembrò soddisfatta del risultato ottenuto, e si rimise a fluttuare con più calma, inoltrandosi nel buio con il ragazzo al seguito.

Camminarono per qualche centinaio di metri, poi la sua compagna luminosa si arrestò e si tuffò al di sotto della superficie cristallina del terreno.
"Ehi, non mi lascerai mica solo vero? Non si vede un accidenti qua!" il ragazzo seguì con lo sguardo l'unico indizio che lo aveva guidato in quel posto sconosciuto sprofondare nell'abisso sotto i propri piedi, e per un attimo si fece prendere dallo sconforto. L'idea di restare solo in un posto ignoto e completamente buio non lo entusiasmava troppo. Decise di sedersi dov'era nella speranza che la Luce sarebbe tornata a guidarlo, quindi incrociò le gambe e si mise in attesa, scrutando l'orizzonte, sperando forse di scorgere un altro lumino in lontananza, invano. Passò qualche minuto, o almeno così gli parve, e già il ragazzo non ne poteva più di aspettare, le peggiori idee iniziavano a farsi strada nella sua mente, e come se non bastasse il suo stomaco iniziava a riempire quel posto con suoni non troppo adatti a quel silenzio rigoroso che vigeva prima. Si sdraiò a terra, le mani dietro la testa, valutando le possibilità. Non aveva idea di dove fosse, o come ci fosse arrivato. Non aveva nemmeno idea di cosa indossasse in quel momento. Sapeva poco, in fin dei conti, della sua attuale situazione. Era da solo, in un posto buio, e aveva fame. Praticamente, questo era tutto quello che sapeva. Non era affatto confortante, si rese conto. Con gli occhi fissi verso l'alto, iniziò a scrutare quel buio infinito che gli si parava davanti, quel vento leggero rasoterra ora gli lambiva i capelli, gonfiandogli le vesti attraverso il foro per il collo. Gli tornò in mente la radura, nel bosco dietro casa. L'estate era solito dormire con degli amici sotto le stelle, con la brezza che muoveva i ciuffi d'erba attorno ai loro sacchi a pelo, il fuoco che scoppiettava poco distante, il ruscello che scrosciava qualche metro più in là. La nostalgia lo colse, si chiese quanto distasse da casa, se sarebbe mai riuscito ad uscire, e soprattutto come. I suoi occhi verdi iniziarono a gonfiarsi di lacrime, il vento sembrò fermarsi, per lasciarlo solo con i propri ricordi.
Si mise seduto, cercando di ricomporsi, mentre una lacrima gli rigava la guancia destra, cadendo poi verso quel terreno trasparente ma allo stesso tempo così scuro e profondo, infrangendone la superficie al contatto. Le onde che si generarono da quella misera lacrima si propagarono molto più di quanto avrebbero dovuto fare in un liquido normale, sparirono veloci, fuori dalla vista, riflettendo un cielo stellato dove fino a prima vi era un soffitto nero.

 

 

~~~~~~~

Questa è la bozza del primo capitolo, scusate se è breve, è ancora un esperimento.
Purtroppo di trama ancora c'è molto poco, ma spero che, per quanto corto, sia riuscito a risvegliare un minimo di curiosità in voi.
I commenti costruttivi sono sempre ben accetti, cercherò di aggiungere il seguito il prima possibile ;A;
Grazie per la vostra lettura :3

   
 
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