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Autore: sfiorarsi    29/01/2018    7 recensioni
Erano soli, in quella stanza. Tutti erano al capezzale di George che, per allentare la tensione, scherzava sulle sue condizioni. Fred lo trovava un pessimo spettacolo.
«Ho avuto paura di perderti, Herm. Ma non è troppo tardi per dire che ti amo» sussurrò lui, attirandola a sé. Si baciarono a lungo, prima con delicatezza e poi con la fame di chi, di tempo, non ne ha più.
Genere: Angst, Guerra, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Le tre volte in cui Fred disse ad Hermione che l’amava, ed una in cui non lo fece.

Disclaimer: i personaggi qui descritti, mio malgrado, non sono di mia invenzione, ma appartengono a J.K. Rowling. La storia è stata ideata e scritta senza alcuno scopo di lucro.

*

La prima volta in cui Fred disse ad Hermione che l’amava, Viktor Krum le aveva appena chiesto di essere la sua compagna per il Ballo del Ceppo.

La ragazza, i cui capelli erano meno indomiti di quando non era che una bambina, era così serena che, fra una lezione e l’altra volteggiava per i corridoi della scuola, spensierata.

«Non può davvero piacerle quel Krum...» borbottava Fred, ogni volta che la sorprendeva così allegra. George, con cui aveva condiviso tutto (persino l’utero della madre), sogghignò.

«Da quand’è che ti piace Hermione Granger, Freddie?» lo stuzzicò il fratello. Bastardo. Ma se voleva giocare, aveva trovato pane per i suoi denti. Non ne sarebbe uscito sconfitto.

«A me non piace Hermione Granger, Georgie» disse, per attirare l’attenzione del gemello «io amo Hermione Granger» lo disse così, con naturalezza, tanto che il fratello, per la sorpresa, strabuzzò gli occhi. Be’, Freddie, pensò fra sé e sé, grattandosi il mento, non ti resta che dirlo a lei.

Da vero Weasley, Fred non si fece scrupoli a bloccare Hermione nel bagno delle ragazze con la sua astuzia. Non le diede neanche il tempo di lamentarsi come faceva di solito. Anzi, non le diede nemmeno il tempo di aprir bocca. Le schioccò un bacio a fior di labbra, senza nessun piano precedentemente studiato. Volle farlo, e la morbidezza della bocca di Hermione lo sorprese a volerne sempre di più.

«Ti amo, Hermione Granger» sussurrò, a mezzo fiato. Dopodiché, si volatizzò, non lasciandole nemmeno il tempo di ribattere. Lei, stordita, si mosse a fatica. Cos’era quel tremore?

*

La seconda volta in cui Fred disse ad Hermione che l’amava, lui e suo fratello stavano programmando di lasciare Hogwarts per aprire il loro negozio. Era stato pensato tutto in fretta, ma senza tralasciare alcun dettaglio. Con i risparmi accumulati, avrebbero creato centinaia di unità di prodotti, aprendo il loro progetto al pubblico. Comprarono dei fuochi d’artificio, e si preparono accuratamente. Fred, però, doveva prima parlare con Hermione.

Era giorno d’esami. La seguì lungo i corridoi, prima che si dirigesse in Sala Grande, afferrandola per un braccio e trascinandola con sé quando si accertò che nessuno stesse guardando.

«Fred! Ma che diamine stai facendo?» urlò lei, inferocita. Le stava ancora stringendo il braccio. La lasciò andare.

«Abbassa la voce!» il suo fu quasi un ordine «e, aspetta... mi hai riconosciuto! Come fai a sapere che sono Fred?» chiese, un po’ stupito. Quasi nessuno era in grado di distinguerli a primo impatto. Era necessario uno studio più accurato.

Hermione arrossì fino alla punta delle orecchie, abbassando lo sguardo e tentando di darsi un contegno. Le guance le bruciavano, rosse d’ardore, e Fred gliele sfiorò – delicatamente – con le dita, seguendone i contorni.

«Cosa vuoi, Fred?» domandò lei a mezza voce, aspettandosi una qualche stramba richiesta.

«Guardami» fu la sua risposta.

«Ti sto guardando»

«Non mi stai guardando»

Alzò gli occhi verso di lui. Erano quasi lucidi.

«Mi farai arrivare in ritardo all’esame, Fred. Dimmi cosa c’è» pronunciò, impaziente. Era questo che gli piaceva di lei. Come fosse in grado di passare dall’essere in imbarazzo, al mettere in imbarazzo. Per Merlino, lo faceva impazzire.

«Cercherò di non farti arrivare in ritardo, Herm, ma non posso garantirti nulla» così dicendo, la baciò. Nonostante la sua timidezza, presto lei rispose al bacio, e ciò lo riempi di fuoco, fiamme e calore. Staccandosi un poco – a malincuore – sussurrò due semplici parole, prima di volatilizzarsi. Ti amo, le disse. Qualche ora dopo, lui aveva lasciato Hogwarts.

*

La terza volta in cui Fred disse ad Hermione che l’amava, George aveva appena perso un orecchio, Malocchio Moody era appena morto, ed Harry non faceva altro che incolpare sé stesso per la morte del suo amato gufo. La situazione non era delle migliori, insomma.

Hermione, in un angolo, guardava un punto lontano, catapultata nel mondo degli adulti in un battibaleno. Conoscendola, Fred era convinto che si stesse dando la colpa per qualcosa che aveva fatto – o che non aveva fatto. Aveva il tipico sguardo di chi vuole tornare disperatamente indietro nel tempo.

«Hermione, non ho con me una Giratempo» disse Fred, avvicinandosi a lei e sedendosi al suo fianco «per quanto potrebbe servirmi, sono convinto che, se è andata così, così doveva andare» concluse. Lei lo guardò con uno sguardo tondo, pieno di paura e di insicurezze, alla ricerca della sincerità negli occhi di Fred. Lui avrebbe voluto stringerla a sé, dirle che sarebbe andato tutto bene, ma sapeva che non era così. Non poteva dirle bugie.

«Passerà tutto, Hermione. La situazione cambierà, in positivo» disse a mezza voce lui, stringendola a sé, mentre lei stringeva gli occhi, per trattenere le lacrime. Erano soli, in quella stanza. Tutti erano al capezzale di George che, per allentare la tensione, scherzava sulle sue condizioni. Fred lo trovava un pessimo spettacolo.

«Ho avuto paura di perderti, Herm. Ma non è troppo tardi per dire che ti amo» sussurrò lui, attirandola a sé. Si baciarono a lungo, prima con delicatezza e poi con la fame di chi, di tempo, non ne ha più.

*

La prima volta in cui Fred non disse ad Hermione che l’amava, stavano tutti combattendo la Battaglia di Hogwarts. Sarebbe rimasta nella storia, questo lo sapevano entrambi. Erano stati separati fin da subito, nella speranza di ritrovarsi ancora lì, dove si erano baciati – per quella che, non sapevano, sarebbe stata l’ultima volta.

Hermione teneva per mano Ron, sperando solo di fare in fretta. Neville uccideva quell’enorme serpente, il mondo rimaneva sospeso fra una morte e l’altra, e i respiri di tutti si mischiavano all’unisono.

E quando la battaglia fu finita, i corpi raccolti, gli amici ritrovati, Hermione lo vide. Molly gli stava sistemando i capelli, da sempre ribelli. Il viso, pallido, portava su di sé l’ombra di un sorriso. Era steso a terra, in mezzo alla sua famiglia, che lo fissava, scossa. Nemmeno ci credevano. Hermione sì, perché aveva sentito qualcosa spezzarsi, dentro di lei. Così, quando il vento sembrò sussurrarle «ti amo, Hermione» lei rispose, a mezza voce, senza esitazioni: «Ti amo anch’io, Fred».

  
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