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Autore: Shainareth    29/01/2018    7 recensioni
Marinette lo seguì con lo sguardo, notando poi la difficoltà che lo colse nello scegliere il tipo di rasoi che faceva al caso suo. Adrien era biondo e la peluria che aveva iniziato a crescergli sul mento era ancora acerba e poco visibile, certo, ma era lì e in qualche modo prima o poi lui avrebbe dovuto farci i conti.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONSIGLI




Alya le aveva detto che i tamponi erano i più comodi ed efficaci in assoluto, ma la sola idea di introdurre qualcosa nel proprio corpo le faceva serrare le gambe e i denti. Quando lo aveva confidato a sua madre, lei aveva riso affettuosamente e l’aveva baciata come se fosse stata una bambina piccola. Avrebbe dovuto mortificarsi per quella reazione? No, figurarsi, Marinette era ben consapevole del fatto di avere sì, un corpo ormai pronto alla procreazione, ma anche una mente del tutto estranea a qualunque tipo di approccio sessuale. Si emozionava da morire anche solo se Adrien le sfiorava una mano, perciò non le saltava neanche per l’anticamera del cervello di pensare di fare altro, con lui. Beh, a parte baciarlo. Quello, a ben guardare, sarebbe rimasto per sempre il suo più grande sogno. Tutto il resto? Un tabù che per il momento il suo inconscio di quattordicenne si rifiutava ardentemente di rompere.
   E adesso era lì, ferma nel reparto dei prodotti igienici di un supermercato del centro, in cerca dei soliti assorbenti a cui era abituata da quando ne aveva avuto bisogno la prima volta. I suoi occhi vagarono fra le confezioni colorate e infine individuarono il modello che faceva al caso suo. Nel modo di sfilare via il pacco dallo scaffale, però, un altro scivolò per terra e lei subito si chinò sulle ginocchia per raccoglierlo. Mentre tornava ritta sulle gambe, in fondo alla corsia scorse una figura ben nota, qualcuno che lei e il suo cuore innamorato avrebbero riconosciuto persino in mezzo alla piazza più affollata o al concerto più gremito di fan.
   Lì per lì le parve che Adrien non si fosse accorto di lei e Marinette, solo per quella volta, ne fu sollevata. Si affrettò a rimettere a posto la confezione che era caduta e, stringendo al petto la propria, iniziò a indietreggiare lentamente, sperando che l’amico non si voltasse nella sua direzione proprio in quel momento. Quando si convinse di essere arrivata sufficientemente lontano, girò su se stessa, pronta a spiccare una corsa, e invece cozzò con forza contro una colonna di prodotti in offerta, che vacillò per l’impatto e infine le crollò rovinosamente addosso, attirando l’attenzione di tutti coloro che erano nelle vicinanze. Compreso quella di Adrien.
   «Ehi, ragazzina, ti sei fatta male?»
   «Che guaio!»
   «Ma dove diavolo stava guardando?»
   «Che imbranata…»
   «Meno male che è solo carta igienica!»
   Queste furono le prime frasi che le arrivarono alle orecchie quando si rese conto di ciò che era successo. Annaspando in mezzo alle decine di pacchi di carta igienica, Marinette allungò un braccio verso l’alto e guadagnò la luce, proprio come avrebbe fatto uno zombi che tenta di uscire dalla tomba. Qualcuno iniziò a toglierle di dosso la merce e un’altra mano amica prese la sua per aiutarla a rimettersi in piedi. «Ti sei fatta male?» le domandò una commessa.
   Lei scosse frettolosamente il capo. «N-No, tutto bene… mi spiace…» balbettò imbarazzata. Aveva combinato davvero un bel guaio, accidenti a lei… Soprattutto, Adrien se n’era accorto?
   «Marinette?»
   Che domande… ovvio, che lo aveva fatto! Convinta che la sua innata fortuna quel giorno l’avesse dimenticata, si volse timidamente verso il compagno di classe, un sorriso vergognoso sulle labbra tese. «A-Adrien…»
   «Niente di rotto, spero…» volle sincerarsi il giovane, scrutandola con una certa apprensione per essere sicuro che non si fosse fatta male da qualche parte.
   «Co-Come mai qui?» lo sviò la ragazza, ridacchiando nervosamente e riavviandosi una ciocca dei capelli scarmigliati dietro ad un orecchio.
   «Ah…» tergiversò Adrien, spostando il peso del corpo da un piede all’altro ed evitando il suo sguardo. Sembrava in difficoltà quanto lei. «Stavo cercando una cosa, e ci tenevo a comprarla da solo, ma… non sono mai entrato in un supermercato prima d’ora, perciò ho un po’ di difficoltà ad orientarmi», confessò infine, dal momento che a far la spesa, in casa sua, ci aveva sempre pensato qualcuno dei dipendenti di suo padre.
   Marinette sorrise con tenerezza. «Posso aiutarti in qualche modo?»
   Lo vide alzare sui suoi due occhi timidi e lucenti che lei trovò adorabili. «Non vorrei disturbarti…»
   «Perché dovresti?» lo rassicurò, del tutto dimentica di una cosa di fondamentale importanza.
   «Ehi, piccola, ti sono caduti questi», le disse la commessa di prima, porgendole gli assorbenti che erano stati sepolti insieme a lei sotto la montagna di carta igienica.
   Marinette arrossì così tanto da avere l’impressione di andare a fuoco e subito scippò di mano la confezione dalle mani della donna, nascondendola sotto alla giacca nella vana speranza che fosse sfuggita all’attenzione di Adrien. «G-Grazie…» tartagliò, implorando al pavimento sotto di sé di aprirsi ed inghiottirla. Nonostante tutte le figuracce fatte negli anni per colpa della goffaggine che la contraddistingueva, era certa di non essersi mai sentita così in imbarazzo in vita sua.
   Adrien ovviamente aveva assistito alla scena e aveva compreso fino in fondo tutto il disagio dell’amica. Come avrebbe potuto aiutarla, senza sembrare inopportuno? L’unica, si disse, era essere sincero. Prese fiato e parlò. «Scusi…» iniziò, rivolto alla commessa accanto a loro. «Sa dirmi dove posso trovare dei rasoi?»
   «Sono proprio nel corridoio qui affianco», rispose la donna, finendo di mettere a posto le ultime confezioni di carta igienica.
   «Ah… grazie.» Attese che lei si fosse allontanata per tornare a rivolgersi a Marinette, che, pur continuando ad essere rossa in volto, quantomeno sembrava essere di nuovo in grado di reggere il suo sguardo. «Come vedi… non sei l’unica ad essere venuta qui per fare acquisti imbarazzanti…» le spiegò con un mezzo sorriso sulle labbra, augurandosi che fosse bastato per smorzare la tensione scesa fra loro.
   Lei rilassò parte dei muscoli del corpo, ma non pose domande. «Stiamo… davvero crescendo, eh?» si limitò ad osservare, non sapendo esattamente che tipo di sentimento provare per quella verità. Una verità condivisa proprio con Adrien, che, pur avendo ovviamente necessità diverse dalle sue, proprio come lei si ritrovava a fare i conti con la pubertà e l’adolescenza, vivendo disagi assai simili ai suoi.
   «A quanto pare…» mormorò il giovane, avviandosi verso la corsia accanto a quella in cui si trovavano. Marinette lo seguì con lo sguardo, notando poi la difficoltà che lo colse nello scegliere il tipo di rasoi che faceva al caso suo. Adrien era biondo e la peluria che aveva iniziato a crescergli sul mento era ancora acerba e poco visibile, certo, ma era lì e in qualche modo prima o poi lui avrebbe dovuto farci i conti. Di più, si trovò a riflettere la ragazza, se lei poteva contare sui consigli della mamma, il suo amico certo non poteva chiederli a nessuno che non fosse suo padre, un uomo troppo spesso occupato o assente per prestargli le dovute attenzioni. Avrebbe voluto chiedergli se gli andasse di sentire il consiglio del suo, di papà, che quel tipo di cose non avrebbe potuto insegnarle a nessuno, dal momento che il destino gli aveva donato solo una figlia femmina; tuttavia, Marinette ebbe timore di sembrare invadente e perciò tacque, mortificata al pensiero di non poterlo aiutare.
   «Sai cosa sarebbe divertente?» esordì Adrien quando tornò da lei con quello che aveva deciso infine di acquistare. «Se ci scambiassimo gli acquisti e mandassimo in confusione uno dei cassieri.»
   Benché l’idea di farlo per davvero la facesse vergognare non poco, la ragazza scoppiò a ridere. «E va bene che sono bruna, ma… grazie al cielo non ho ancora bisogno di disboscarmi le gambe», gli rispose a tono, lieta che entrambi avessero deciso di mettere al bando ogni tipo di imbarazzo, almeno per il momento. «Altrimenti», aggiunse poi, cogliendo la palla al balzo per buttare casualmente lì l’idea che le era venuta poco prima, «più che a mia madre, dovrei chiedere consigli a mio padre, temo. Con i baffoni che ha, lui di sicuro saprebbe aiutarmi.» Adrien rise con lei, ma nel suo sguardo Marinette notò un velo di tristezza. «Se vuoi lo chiamo», aggiunse in tono timido e gentile. Il giovane rimase un attimo disorientato da quella proposta e lei subito si affrettò ad aggiungere: «N-Non che io ti reputi incapace di valutare i tuoi acquisti personali, certo… però…»
   «Preferirei evitare di squarciarmi la gola da solo», completò Adrien, tornando a sorridere, sia pur con fare incerto e imbarazzato, gli occhi alla confezione di rasoi che aveva fra le mani. «Solo… non vorrei disturbare anche lui…»
   «Mio padre è felice di avere me», prese a spiegargli Marinette, con voce pacata, «però sono certa che un po’ gli dispiace non poter dispensare questo genere di consigli ad un figlio maschio. Certo, almeno fino a che non mi cresceranno le liane sui polpacci», si prese in giro da sola, unicamente per strappargli una nuova risata. «Sarà il nostro piccolo segreto», affermò poi, strizzandogli l’occhio. «A patto che tu mantenga il mio», pose come condizione, stringendo ulteriormente al petto ciò che nascondeva ancora sotto la giacca.
   «Ti conviene tirare quella roba fuori da lì, prima che ti scambino per una taccheggiatrice», le consigliò Adrien. «E… se non è un problema… sì, ti sarei davvero grato se chiedessi consiglio a tuo padre», aggiunse subito dopo, ritrovando il buon umore a discapito dell’imbarazzo di entrambi. A quel punto, pur arrossendo, Marinette gli prese dalle mani la confezione di rasoi per affibbiargli quella di assorbenti e lasciarlo del tutto spiazzato. «E-Ehi! Guarda che quello di scambiarci gli acquisti era uno scherzo!» balbettò il giovane, tenendo fra le dita gli assorbenti come fossero stati una bomba pronta ad esplodere da un istante all’altro e andandole dietro quando lei si avviò verso lo scaffale che gli interessava.
   «Lo so, è che ho bisogno delle mani libere», si giustificò lei, senza avere il coraggio di voltarsi a guardarlo mentre recuperava il cellulare e inoltrava la telefonata per suo padre. «Ma guai a te se guardi cos’ho comprato!» ci tenne ad avvertirlo l’istante successivo.
   Come se lui non ci avesse già fatto caso, pensò Adrien, assecondando quella sua richiesta e ringraziandola di cuore per l’aiuto insperato che gli stava dando in un momento tanto importante della sua vita. Forse non lo era quanto quello di decidere la facoltà universitaria a cui si sarebbe iscritto di lì a qualche anno, ma anche la semplice scelta della marca e del modello di rasoio da utilizzare per la prima volta era un passo fondamentale per la sua crescita. Non si sarebbe mai aspettato che ad aiutarlo sarebbe stata una ragazza, per di più una sua compagna di classe, ma di Marinette si poteva fidare e, se solo avesse potuto, gli sarebbe piaciuto ricambiare quel favore in qualche modo.
   Due minuti dopo, la vide tornare da lui con un altro tipo di rasoi ed una bomboletta di schiuma da barba. «Stavi dimenticando questa», gli spiegò con gentilezza. «Senza, rischieresti di farti seriamente male e di mettere fine alla tua carriera di modello. Sarebbe una perdita inestimabile per tutte noi», scherzò, non nascondendo di essere la prima delle sue fan soltanto per metterlo a suo agio.
   Adrien abbozzò un nuovo sorriso, pieno di gratitudine e di affetto. «Disorientiamo il cassiere lì in fondo?» propose in tono divertito.
   Marinette rise. «Magari la prossima volta», fu costretta a rispondergli, recuperando il proprio acquisto e porgendogli i suoi. «Ricordati che sei un personaggio pubblico: se dovessero scattarti una foto mentre compri dei prodotti igienici femminili, cosa direbbero le tue ammiratrici?»
   «Non che mi importi molto, a dirla tutta», le confidò lui, facendo spallucce e affiancandola verso la fila alla cassa. «Ma immagino già la faccia oltraggiata di mio padre», rifletté poi, storcendo la bocca. «Quella sì che sarebbe un problema. E anche bello grosso.»
   Dopo aver infine pagato, i due ragazzi si fermarono poco oltre l’uscita del supermercato, ciascuno con il proprio sacchetto in mano. Si scambiarono uno sguardo e infine Adrien disse: «Grazie per l’aiuto.»
   «Figurati», lo rassicurò l’altra, sebbene fosse ben conscia che, una volta tornata a casa, suo padre l’avrebbe assalita con un terzo grado da manuale nel tentativo di scoprire chi era il misterioso ragazzo per conto del quale lei aveva chiesto tutti quei consigli. «Mi basta che tu faccia finta di non aver visto nulla
   «Parli della confezione di assorbenti o della montagna di carta igienica sotto la quale ti ho ripescato?» Avvampò così tanto che Adrien scoppiò a ridere come un bambino. «Scusa, scusa…» si affrettò a dire poi, in risposta ai versetti e ai balbettii esagitati che erano seguiti alla sua bonaria presa in giro. «Fingerò che questo incontro non sia mai avvenuto», si corresse allora, tracciandosi una croce sul cuore con la punta delle dita.
   «Sarà meglio per te», bofonchiò in risposta Marinette, non sapendo davvero se offendersi o ridere con lui. Optò per la seconda cosa e gli regalò un ultimo sorriso, lieta, nonostante tutto, di aver condiviso quel momento di vita insieme a lui.












So che è una storia sui generis, ma ogni tanto mi travesto da educanda e mi viene il ghiribizzo di impicciarmi negli affari privati degli adolescenti, cercando di immedesimarmi nei loro problemi più intimi e imbarazzanti. Fortuna che a me non è mai capitato di venir sepolta da una montagna di carta igienica o di essere beccata mentre compravo gli assorbenti (mandavo sempre mamma in missione, mi vergognavo troppo). Più che altro, mi sono sempre chiesta se, almeno per le questioni importanti, Gabriel ci sia/ci sarà per suo figlio, dato che Adrien è entrato nell'età più difficile e in teoria avrebbe soltanto suo padre a guidarlo nell'impresa. Tutt'ora, non so darmi una risposta, perciò Marinette è venuta in suo soccorso e gli ha in qualche modo fatto da papà.
Sperando di non aver urtato la sensibilità di nessuno, con questa shot, o di aver mandato eccessivamente i personaggi OOC (dite che dovrei mettere l'avviso? Alla long l'ho appena tolto), vi ringrazio per aver perso due minuti del vostro tempo con questa lettura e vi do appuntamento quanto prima con l'aggiornamento di Limiti.
Buon inizio di settimana a tutti!
Shainareth





  
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