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Autore: Kim WinterNight    29/01/2018    7 recensioni
Avete mai notato che quando salite sui mezzi pubblici finite per incontrare le peggiori specie di umanità senza raziocinio?
Non serve che lo neghiate, capita a tutti!
Ebbene, ho deciso di raccontarvi cosa capita a me quando salgo a bordo di simpatici autobus o sfreccianti treni, per non parlare di quei meravigliosi aerei...
Insomma, tutto ciò che leggerete in questa raccolta di scempiaggini mi è capitato davvero; questa è la dimostrazione del fatto che la realtà è sempre peggio di ciò che è frutto della nostra fantasia o immaginazione!
Genere: Commedia, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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ReggaeFamily

Tutta colpa dell'autista!




Autobus extraurbano, primo pomeriggio di un altro venerdì qualunque


Oggi il bus trabocca di ragazzini in preda agli ormoni che hanno al massimo sedici anni.

Io, mia sorella e una nostra amica siamo miracolosamente riuscite a trovare qualche posto a sedere, ma siamo state costrette a stare a distanza l'una dall'altra a causa dei marmocchi qui presenti che hanno occupato tutti i sedili con zaini e piedi. Il solito schifo, ecco perché la compagnia dei trasporti si ostina a utilizzare degli autobus vecchissimi e sgangherati, questi sono dei vandali e sarebbe un vero peccato lasciare i mezzi più nuovi nelle loro grinfie.

Arrivati a una fermata nei pressi della stazione ferroviaria, l'autista frena e, inspiegabilmente, lascia il suo posto e si catapulta giù dagli scalini.

Non era mai capitato niente di simile in questa particolare fermata, in genere certi episodi si verificano alla stazione degli autobus situata nel paese in cui mi reco di solito.

Mi guardo attorno e noto che gli adolescenti si stanno innervosendo. Stavano facendo casino anche prima, ma ora le cose stanno gradualmente peggiorando.

«Dove cazzo è andato?!» sbotta un tipo dalla voce piuttosto sottile e l'abbigliamento da vero rapper americano.

«Ma è rincoglionito? Che cazzo di problemi ha?» gli fa eco una ragazzina super truccata con i capelli tinti di biondo platino e schifosamente lisci e appiccicati in testa.

La sua vicina di sedile si mette in piedi e sbircia oltre il finestrino sporco. «Michia, io devo tornare a casa!»

Qualcuno lancia una bestemmia a sproposito, seguito poi da tanti altri. La maggior parte della marmaglia informe ha ancora i denti da latte, ma sfoggia un atteggiamento colmo di superiorità nei confronti del resto del mondo e una sfrontatezza tipica di chi non sa niente di come si vive in mezzo agli altri.

Io mi sento confusa. Perché stanno facendo tutto questo casino? Magari l'autista aveva bisogno di andare in bagno, che ne so! È un essere umano, non un robot!

«Adesso scendo e lo prendo a calci in culo! Ma torna o no questo stronzo? Cazzone di merda!» strilla la ragazzina bionda, per poi uscirsene con tutta una serie di bestemmie irripetibili e che, inoltre, non avevo mai sentito prima d'ora. Che scempio, io vorrei veramente poter scendere di lì e tornarmene a casa, ma ormai mi tocca sopportare anche questa.

«Ho fame, cazzo! Ma questo cosa sta facendo? Siamo qui da un'ora!» sbraita un altro ragazzino che porta un cappellino da baseball con la visiera rivolta all'indietro.

«Secondo me si sta facendo una sega» sghignazza una ragazzina, per poi scoppiare a ridere sguaiatamente.

«Che schifo, ma smettila! Così gli vomito in faccia, se scopro che...»

Questo è troppo. Voglio cancellare questo momento dalla mia memoria, voglio dimenticarmi di ogni cosa e fare finta che il mondo sia un luogo bellissimo dove i Millennials non stanno mandando tutto a rotoli.

«Oh, lo stronzo sta tornando! Era ora, 'sti cazzi!» bofonchia qualcun altro.

L'autista sale nuovamente a bordo, ma nessuno di questi dementi ha il coraggio – neanche a dirlo – di lamentarsi o di insultarlo come stavano facendo fino a poco fa. Sono allibita.

È davvero così problematica la situazione? Sul serio devo condividere il mio spazio vitale con decerebrati di questo calibro?

Voglio morire, giuro.

Ahimè, devo condividere il resto del viaggio con questi esseri insignificanti, pregando che il tempo si consumi con una sigaretta già fumata per metà.



Autobus extraurbano, tardo pomeriggio dello stesso venerdì


Sono nauseata, questo autista guida con i piedi. È lo stesso che all'andata mi ha lasciato in balia di quei mostri degeneri, quindi avrebbe come minimo dovuto rendermi un favore.

Siamo quasi arrivati alla mia fermata e tutto questo mi rincuora, perché oggi è stata dura.

A un tratto, sempre nei pressi della stazione ferroviaria, il pullman si ferma. Sale a bordo una signora piuttosto grassa che si arrampica maldestramente su per i gradini e si aggrappa come un koala alla macchinetta obliteratrice.

Vorrei sapere perché questa gente esce da sola e rischia la vita ogni giorno in questo modo. Possibile che queste persone non abbiano dei parenti o qualcuno che si prendano cura di loro?

A quel punto si siede sul primo sedile libero, ma ovviamente non si accomoda come dovrebbe, ma si sistema di lato con le gambe penzoloni sul corridoio.

Ha il fiatone e fruga freneticamente nella sua grossa borsa. Non appena il mezzo accenna a muoversi, la sento lamentarsi: «Oh, no, cado...».

Oddio, ma non poteva mettersi bene anziché rischiare di ruzzolare giù come una palla da bowling? Non voglio avere vittime sulla coscienza, se si fa male io non voglio saperne niente.

Con il fiato corto, comincia a balbettare: «Scusa, scusate... mi potete... obliterare...».

Mi chiedo se si stia rivolgendo a me, ma la mia amica – seduta sul sedile dietro al mio – mi anticipa e fa il favore alla piattola di obliterare il suo dannato biglietto.

Perché questa gente non tiene in mano il titolo di viaggio prima di salire a bordo e lo oblitera prima di mettersi a sedere, anziché rompere le scatole agli altri passeggeri? È così difficile da capire?

Quest'essere immondo continua a borbottare tra sé e sé finché io, finalmente, non lascio quel dannato autobus e mi riverso con un sospiro sul marciapiede.

Questi viaggi sono tremendamente estenuanti e io non li reggo più.

«Ma quella balena non poteva obliterare prima di sedersi?» commento acida.

«No, altrimenti come potrebbe rompere le palle agli altri?» osserva con ironia la mia amica.

«Ma vogliamo parlare dei ragazzini all'andata?» interviene mia sorella in tono confuso.

Siamo tutte e tre sconvolte, ma ehi, siamo sopravvissute anche stavolta!

Vinceremo un premio prima o poi?



- - - -


Cari lettori, come va?

Stavolta vi ho raccontato ben due avventure disastrose sui mezzi pubblici... il punto è che spesso le cose capitano nello stesso giorno, il che è inquietante ma terribilmente reale, ahimè :/

Quei ragazzini mi hanno spaventato, vi giuro... secondo me si tratta di maleducazione bella e buona!

Non che quella della piattola che ho incontrato al ritorno non fosse maleducazione... odio la gente che non si organizza per tempo e perde tempo a importunare il prossimo in quel modo!

È davvero così difficile comportarsi civilmente e educatamente con chi ci sta intorno? E poi quelle signore impertinenti sono le prime a dare dei maleducati a noi giovani, per motivi molto meno gravi... mah -.-”

Comunque, lascio a voi ulteriori commenti e racconti di esperienze simili alla mia, anche se spero non vi sia capitato niente di così raccapricciante :D

Alla prossima e grazie per tutto il supporto che mi state dando anche in questo folle esperimento ♥

  
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