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Autore: Ash Visconti    29/01/2018    1 recensioni
Quando l'Umanità perde il proprio passato scritto cosa rimane? Con niente. Ma se qualcosa rimane? E se fosse la più grande opera mai scritta da un professore di Oxford?
Storia partecipante al contest "Tredici storie per tredici fratelli", indetto dal The XIII Order Forum.
Sottogenere della Fantascienza, Post-Apocalittico.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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​Anno 1032 dopo la Catastrofe.
 
Come ogni sera leggevo qualcosa ad Alice, la mia sorellina. Un riflesso dei tempi in cui nostra madre leggeva racconti a me ed a mio fratello, prima di addormentarci.
Madre che da quando Alice aveva due anni era volata in cielo, come si soul dire ai bambini. Un modo di dire che non spiegava niente ma che preferiamo rifilare ai bambini troppo piccoli.
Ma forse da quando è morta è andata davvero in un “posto migliore”.
Alice aveva sei anni, aveva visto un gatto morto e sapeva che la Morte era qualcosa di simile al sonno. Un sonno da cui tu non ti risvegli.
Ironia della sorte, il passo che leggevo era uno che parlava di morte e di persone che si dicono addio prima di morire.
“« No! » disse Thorin. « In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio! »
Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce.”
Alzati gli occhi, vidi che Alice si era addormentata sul fianco, dandomi la schiena.
Mi chiesi a che punto della storia si era addormentata, beh, glielo avrei chiesto domani mattina.
Papà ci aveva prestato la copia di uno degli Antichi Scritti, i pochi documenti che narravano la storia della Terra, redatti secoli e secoli fa da un certo Tolkien e giunti miracolosamente fino a noi grazie a lavori di scrittura da parte dei pochi Bibliotecari presenti al mondo, i soli custodi di saperi antichi e nuovi.
Anche mio padre era un Bibliotecario, motivo per cui avere quella copia di “Andata e Ritorno” non era stato complicato.
Tra le altre copie che tenevamo in casa c’era un racconto intitolato “Storia degli Stregoni Blu”, simpatica storia avventurosa, ma che in molti ritenevano apocrifa, in quanto non vi erano prove certe che fosse opera di quel Tolkien.
Era una fortuna che quell’uomo fosse vissuto alla fine della Sesta Era: se non era per lui la memoria del nostro passato più ancestrale sarebbe stata dimenticata e non conosceremo i Tempi Remoti.
Certo i luoghi non erano gli stessi: l'Italia non era Gondor in passato. O forse sì? Queste sono domande che ti poni quando il mondo se ne esce con un nuovo aspetto dopo la Catastrofe. Od aveva cambiato volto alla fine della Quarta Era? I pareri erano così discordanti...
Ma era un miracolo che la Catastrofe, l'evento che aveva spazzato via quasi tutta la tecnologia ed il progresso umano, avesse risparmiato quegli scritti: nessuno nella Settima Era ricorderebbe i Tempi Remoti.
Magari si erano salvati per volontà dei Valar, chi lo sa.
Avevo chiesto a papà e ad un altro Bibliotecario quanto era durata la Quarta, la Quinta e la Sesta Era, ma nessuno sapeva darmi una risposta precisa; la scarsità di documenti era tale, che nemmeno l'uomo più erudito sapeva con esattezza quanto durarono o finirono le Ere precedenti. Di sicuro millenni, tre o quattro circa.
La Quarta Era fu un periodo tranquillo, salvo per un nuovo Signore Oscuro, un Elfo rinnegato chiamato "Malekith" ed un grande evento alla sua fine che ridisegnò completamente il mondo. Da allora Elfi, Nani e compagnia bella, scomparvero dal mondo e rimase solo l'Uomo.
La Quinta Era è la cosiddetta Età degli Eroi, dove uomini dalle caratteristiche straordinarie come Achille, Ercole, Sansone, David o Sigfrido camminavano sulla Terra. Dove combattevano i Cavalieri della Chiave. E dove apparve un nuovo Signore Oscuro chiamato Tremotino.
La Sesta Era vide un grande sviluppo tecnologico da parte dell'Uomo, e l'apparizione di un nuovo Signore Oscuro, tale Gellert Grindelwald. Ed ovviamente la Catastrofe.
Ed eccoci in questa cavolo di Settima Era.
Non era facile la vita qui, e non tutte le aree erano tranquille come al gente voleva. Ma la famiglia nona avrebbe avuto problemi economici: mio fratello avrebbe continuato il mestiere di nostro padre, Alice da grande si sarebbe trovata un onesto e diligente lavoratore.
Quanto a me, sapevo già cosa fare una volta raggiunta la maggiore età: il cacciatore di taglie. Sarei andato in giro per il mondo a guadagnare soldi catturando e spaccando il muso ad un bel po’ di stronzi!
Mi allenavo con una pistola rigorosamente scarica per essere il più veloce possibile nel premere il grilletto. Papà aveva obiettato con ogni critica possibile alla mia decisione, nonostante ribattessi che lo facevo per il bene della gente.
Ma quella era la mia decisione e non l’avrei cambiata. Mi serviva solo uno che mi aiutasse a migliorare con le pistole, questo sì.
Con un sospiro, posai le carte e mi coricai anch’io per dormire, infilandomi sotto le coperte.
Non prima di aver augurato, dopo aver spento la luce:
“Buonanotte!”



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