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Autore: Dakota Blood    30/01/2018    0 recensioni
Camilla e Nathan si amano moltissimo ma il loro è un rapporto malato. Lei è una danzatrice mentre lui è un tatuatore, riusciranno a far combaciare i loro mondi così diversi?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lei camminava con aria assorta, era tutta presa da un'incubo febbrile. Lui, che trangugiava sofferenze come panini al ketchup, si dilettava nel ruolo del bravo amante, sempre preso a dipingere su pelle algoritmi e dediche spaziali. Come mai si amavano se erano uno l'opposto dell'altra? dove trovavano l'armonia della seduzione?
una pistola ferma sul cuscino.
-Non farlo- diceva lui.
questo accadeva più di sei anni fa'.
Lei prendeva la mira perchè volerla solo far finita, ma lui non glielo permetteva.
Ora cammina con aria pensierosa, come se sia una cosa messa da parte e abbandonata dalla vita stessa.
Non c'è sangue sul suo letto, ma solo una collana rubata dal negozio.
Stupida ladra, una gazza che non sa mai farsi gli affari suoi. 
Da quanto è che la sopportava? Nathan non ne poteva più di tutti quei sotterfugi, delle pasticche che lei inghiottiva e degli ansiolitici che assumeva. 
-Mettila via ti ho detto- 
Pianti su pianti, grida, urla di lacerazione. La malattia dell'animo ti porta in sentieri lontani, ti conduce alla follia.
Nathan che doveva pur pensare al suo lavoro, tatuava la pelle delle ragazze giovanissime come Camilla.
Lei che non si azzardava nemmeno a guardarsi allo specchio perché preferiva non vedere quel volto scarno corroso dalla mancanza d'amore.
Se la prendeva con il destino, diceva che non era fatta per la vita, che la morte l'avrebbe resa una persona migliore, molto più sicura di sé.
-ma sparirai dal mondo così- replicava lui. E lei cosa faceva in tutta risposta? Si sedeva, con le gambe addormentate e il sedere formicolante, si sedeva e stava zitta, muta nel suo dolore.
-Mi sarei dovuta sparare quel giorno e lo sai anche tu!- dice lei, mettendosi le mani davanti alla bocca.
Esplode in un dolore quasi accecante, perché la ama troppo.
-Non parlare così, mi ferisci moltissimo- dice lui, arrabbiato.
Lei cammina silenziosa per la stanza, strappa dei fogli di giornale, quelli dove ci sono i concorsi pubblici, strappa tutto perchè non sa che farsene di un lavoro tanto agognato. Non sa che farsene della vita.
-Io sono apatica, ecco cos'ho- dice lei offesa e rabbuiata.
Sbuffa e si sporca i capelli con un po' di cioccolata.
Buffissima in tutto il suo splendore, con gli occhi azzurri che le incorniciano il viso, si mette a ribadire il concetto che tanto le sta a cuore: la malattia.
-Se il cancro fosse un problema piccolo piccolo io non mi sarei voluta mai sparare!-
Lui storce il naso e sbatte la testa contro il dolore.
- Ma non puoi pensare di farla finita!! Ci sono delle probabilità e tu lo sai-
Lei piange, si contorce le mani e le maniche del golf. 
-Ma se me ne vado almeno tu potrai rifarti una vita-
Lui la abbraccia, sereno e pacato.
-Tu sei la mia vita-
Vanno a passeggio, lui le compra una mela caramellata, poi rincasano e cenano. Un pizza in due oggi basta.
Si mettono a letto, nel passaggio tra la veglia e il sonno parlano di qualcosina come il cervello, il cuore, le ossa. Parlano del corpo umano e di come sia allenato a superare la malattia peggiore.
Lei si annoda a lui, evidentemente protetta e sicura.
L'alba di una vita nuova.
Il ballo che dolorosamente ha dovuto abbandonare le viene in sogno, come per magia. Si lascia cullare dalla brezza della sera, mentre il mare in lontananza sciaborda e mugula.
La danza, la sua vita, dopo Nathan ovviamente, le appare come un qualcosa di nuovo.
Non è più una semplice ballerina classica, ora danza sulle punte senza sentire alcun dolore. Il cranio pelato raffigura benessere nonostante sia spoglio. 
Si sveglia in un torpore quasi rocambolesco, poi va' alal macchinetta del caffé è se ne prepara una tazzina.
nathan ancora dormicchia, ha il sonno pesante e non si accorge di nulla.
Lei ha la sua camicia addosso, le odora, sa di buono.
Poi va' nel letto, sveglia il suo giovane tatuatore e gli ricorda che la vita non è poi così tanto meschina.
-Sei di buonumore vedo, finalmente- le dice, soddisfatto.
-Ho capito l'importanza di tutto, non avrei mai dovuto impugnare quell'arnese tempo fa-
Lui la stritola  e la bacia.
Poi si alza beve il suo caffè nero senza zucchero (ei invece lo prende dolce, si adatta di più al suo carattere) e poi esce per andare a lavoro.
Lei rimane a letto a contemplare la vita sotto occhi diversi.
Si accarezza la testa liscia, causa della chemioterapia, poi si rivolge allo specchio:
-Sei bellissima-
mette un pochino di musica e balla davanti alla vita.
non si è mai sentita meglio di cosi.
 
   
 
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