Sorridi

Guardi dritto verso la fotocamera, l’obbiettivo inquadra proprio te.

Sorridi, e non sai niente.

Stai partendo, andrai lontano a combattere fieramente per il tuo Paese, sei uno tra i migliaia di giovani che si sono arruolati. La guerra è appena iniziata, ma sei certo che avrà durata breve. Lo dicono i giornali, lo dicono i re, e tu sei fiducioso.

Sorridi, mentre marci lungo il viale, sei orgoglioso di te stesso.

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Respiri profondamente. I tuoi occhi sono puntati sulle stelle sopra la tua testa.

Sorridi, ma il tuo visto nasconde nelle rughe tutta la stanchezza.

Tutti – o perlomeno quelli che sono sopravvissuti – lì sono stanchi. È quasi quattro anni che siete intrappolati in quella lurida trincea, bersagliati dal fuoco nemico. Intere settimane spese per guadagnare una zona paludosa e fangosa di appena una decina di chilometri infestati dalle zanzare.

Il tuo unico contatto con il mondo esterno sono state le sue lettere, il tuo motivo per andare avanti.

Un commilitone ti richiama e ti passa una busta.

La apri e la leggi, gli iridi che scivolano veloci sulle parole in corsivo ordinato. Lei ti aspetta, a casa, e non vede l’ora di abbracciarti.

Sai che all’alba il massacro riprenderà e non ci sarà più spazio per i sentimenti.

Eppure sorridi. Quella notte sorridi alle stelle, con gli occhi velati di lacrime.

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Sorridi. Non lo sai nemmeno tu il perché. Un uomo normale in quella situazione si dispererebbe.

Ma tu non lo fai.

Solo un gemito sommesso, quando un’altra pallottola perfora il tuo corpo.

Rovini a terra, la tua carne martoriata dalle raffiche incessanti delle mitragliatrici. Un soldato nemico si staglia davanti a te, alza il pugnale.

Le tue labbra non mutano posizione, sono incurvate verso l’alto mentre la lama ti trapassa.

 Abbandoni le tue membra all’oscuro potere della morte, il respiro si affievolisce. Hai appena le forze per rivolgere un ultimo pensiero a lei, bellissima come sempre, che continuerà ad aspettarti.

Sorridi, mentre la tua anima lascia per sempre il suo corpo.

Ed è così che ritrovano il tuo cadavere.

Con un fucile tra le mani e un sorriso sulle labbra.

Hola gente

L'ispirazione per questa storia mi è venuta da una foto che ho visto di recente, e riguardava dei soldati inglesi in partenza per la Grande Guerra. Questa foto li ritraeva tutti sorridenti, non consapevoli di cosa li aspettasse al fronte; erano tutti convinti che la guerra sarebbe finita in pochi mesi ed è su questo che ho cercato di focalizzarmi nella prima parte.

Il protagonista è un soldato, ma non ho specificato la nazionalità... immaginatelo un po' del Paese che preferite ^^

Nella seconda parte ho provato ad incentrare il tutto sul fatto che in realtà la guerra in trincea fosse logorante sia per il fisico che per lo spirito e che le uniche notizie fossero portate tramite le lettere. Spero di aver reso abbastanza decentemente la cosa, perché sono stata un po' generica... in realtà ci sarebbero un casino di temi della guerra su cui parlare, ma metterli tutti in un testo di appena una pagina Word mi sa che sarebbe risultato un casino (o come si dice in dialetto qui, un missioto - non so come si scrive lol)

La terza parte riguarda la morte del soldato e per quanto riguarda il sorriso, mi piaceva l'idea di un uomo che fino all'ultimo "resiste" nonostante sia stato annientato, e resiste non dandola vinta alla disperazione e alla paura che la guerra porta con sé.

Ringrazio chi recensirà e anche chi legge e basta

Alla prossima gente

Adios