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Autore: Yunae_    31/01/2018    0 recensioni
Si udì solo un flebile sussurro femminile "Quanto?".
La ragazza cercava di nascondere il suo reale stato d'animo, nessuno doveva sapere;
la maschera di finzione sul viso, celava una scelta ponderata, fatta giorni addietro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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DISPERAZIONE.

 

Si udì solo un flebile sussurro femminile "Quanto?".
La ragazza cercava di nascondere il suo reale stato d'animo, nessuno doveva sapere.
La maschera di finzione sul viso, celava una scelta ponderata, fatta giorni addietro.
Non di getto, non d'impulso.
Una scelta ragionata, forse.

"Ma sei davvero sicura?" il ragazzo era sinceramente preoccupato per quella strana richiesta.
"Si, si. Te l'ho detto. Mi ha chiesto di comprarla, pomeriggio la proveremo tutti e tre." mentì, ma si sforzo di risultare quanto più credibile.
Nessuna remota possibilità di tornare indietro, ormai.
Il danno era fatto, non riusciva più a controllare i suoi comportamenti.
Sembrava un'automa. Privo di emozioni, di libero arbitrio. Un'involucro vuoto.

Mentre vedeva la sua figura scomparire lentamente, tra il tepore del vento ed illuminati dalla luna che faceva capolino nel cielo divenuto buio, il ragazzo meccanicamente compose il numero del suo mgliore amico; quello con cui avrebbero dovuto dividersi la "roba".
"Da quando hai iniziato a prendere quella merda?".
Nessun saluto, nessun tono gentile. La preoccupazione era l'unica a guidarlo.
"Ma di che stai parlando?"
Preso alla sprovvista da un simile gesto, così atipico. Non riusciva a capire.
"E' venuta da me dicendo che volevi della roba, che l'avremmo divisa insieme più tardi."
"Ma che stai dicendo!? Pensi davvero che cadrei così in basso? Dov'è lei?".
Il tono della sua voce stava cambiando, non più lievemente irritato.
Ansia, preoccupazione. Paura.
"E' andata via. Verso casa tua, ha detto."
"Prendi la macchina, subito."
Poi più niente.

Le prime lacrime le rigavano il viso, non era per niente persuasa a compiere quel gesto così diperato. Il motivo per cui aveva coinvolto i suoi amici era semplice, voleva una qualche sostanza che la facesse calmare.
Che non le facesse cambiare idea. Il naturale istinto di autoconservazione. Aveva bisogno di qualcosa che la spronasse, e l'aveva trovato.
L'aver trascinato, seppur lontanamente, i suoi amici dentro quel vortice di delirio era stato un'errore.
Non se lo sarebbe mai perdonato, ma tutto stava per finire.

"Dove può essere andata?" un senso di colpevolezza lo inglobava, non avrebbe dovuto agire così ingenuamente. Se il peggio fosse accaduto, sarebbe stata solo colpa sua.
"In spiaggia, ci andavamo sempre. Se non si trova nemmeno lì, non saprei dove cercare."
Stava cercando di mantenere i nervi saldi, se fosse crollato non ci sarebbero state più speranze. Doveva trovarla, dirle quanto fosse stupida, arrabbiarsi con lei.
Avrebbe preferito anche questo, anzichè il vuoto.
Non poteva perderla, non avrebbe convissuto con il pensiero di non essersi accorto di nulla.
No, doveva fermala. A qualunque costo.

Si sorprese di sorridere, quando si ritrovò in mano quella pistola. Era un regalo, un regalo di suo nonno. Per ricordare quei pomeriggi di caccia; le aveva insegnato a difendersi, ed ironicamente il suo intento era tutt'altro.
La mano le tremava, avvolta dalla desolazione.
Non si sentiva nessun rumore.
Le lacrime, che avevano reso rossi, quegli occhi così chiari, le ustionavano il dolce viso.
Il mare sembrava in attesa del suo gesto.
Il vento era in quiete, per non disturbare i suoi pensieri.
La pallida luna rifletteva il metallo dell'arma, donandole un colore celestiale.
Un bellissimo contrasto ossimorico.
Quel momento, immortalato come un quadro su una tela, aveva un chè di poetico.
Il gesto, invece,  rappresentava solo disperazione.

Mentre i due correvano verso quella spiaggia, così maledetta durante tutto il percorso, uno scoppio interruppe quel melodioso silenzio.
In un'istante, il cuore dei tre si fermò.
Ma solo uno per sempre.
  
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