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Autore: xingchan    31/01/2018    7 recensioni
"Sapevo che non ci dovevo venire!"
Piccolo sequel non tanto tranquillo del capitoli del manga che vanno dall'81 all'84, inerenti ai biscotti di Kodachi.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Kasumi Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Effetti collaterali

 

"Ranma?"

Un gorgoglio dallo stomaco fu la sola risposta che Akane ricevette dal fidanzato.

La sua testa si strusciò debolmente contro il cuscino del suo futon, mentre tentava di assumere una posizione più raggomitolata.

Un altro gorgoglio, più forte del precedente, seguito da un mugolio atono.

Forse stava dormendo, pensò Akane, altrimenti avrebbe cominciato a lamentare tutto il suo dolore e ad incolparla per quei dannati biscotti. Cautamente si avvicinò, inginocchiandosi alle sue spalle. Ranma tremava vistosamente e, posando una mano sulla sua testa, Akane si accorse che era anche abbastanza accaldato.

Spero non gli venga un febbrone...

Chiuse la finestra lasciata aperta da Kasumi facendo meno rumore possibile - non voleva svegliarlo, tanto meno voleva fargli capire che era lì per capire qualcosa sulle sue condizioni - per poi dirigersi in punta di piedi verso l’uscita. Mentre però passava accanto a lui si udì un fruscio di coperte.

"Non mi chiedi neanche come sto?"

Akane si fermò di colpo. Quel baka era sveglio?

Sapevo che non ci dovevo venire! Ho già fatto la figura della gelosa per oggi, ora sto facendo anche la preoccupata!

Non sarebbe riuscita a guardarlo negli occhi, ne era certa, eppure prese coraggio e si voltò lo stesso. Ranma cercò di alzarsi con scarso successo, ricadendo pesantemente sul futon con un tonfo sordo.

"Si vede benissimo come stai" ribatté lei, assumendo una cadenza di voce controllata. Si sedette nuovamente al suo fianco, lisciandosi nervosamente la gonna sulle sue ginocchia, chiedendosi fino a che punto i suoi biscotti avessero danneggiato il suo intestino. "Hai bisogno di qualcosa? Posso portarti..."

"NO! Per favore, Akane, non voglio niente!" piagnucolò.

"Intendevo un po’ di acqua e bicarbonato, scemo!" urlò lei.

"Lo sai fare? No, perché..."

Il suo chiacchierio sarcastico fu interrotto da un sospiro della ragazza. "Avrei dovuto fermarti" disse in un soffio.

Se lei li avesse buttati, Ranma non avrebbe neanche provato a mangiarli.

Ascoltò con fastidio crescente il vento fra gli alberi, l’unico suono che si potesse udire. Ranma stava in silenzio, probabilmente per riflettere sulla risposta da darle.

"For... forse li avrei mangiati lo stesso."

"Ranma..."

Li avrebbe mangiati comunque... per lei?

No, no! Non è possibile!

Ranma non era il tipo da lasciarsi andare a carinerie. Certo, qualcosa di dolce era scappato dalle sue labbra o dai suoi gesti, ma pensarlo in quei termini era così surreale da mandarla fuori palla.

"Beh, dovevo pur dimostrare che non ci sai fare!"

"Ah" esclamò Akane colta di sorpresa.

Allora, non era per vederla contenta che lo aveva fatto!

Non si aspettava affatto un cambio di rotta da parte sua. E pensare che era abituata alle sue scappatoie, al fatto che si rimangiasse ogni maledetto complimento! Ripresasi dalla confusione, riprese.

"Che bastardo! Lo hai fatto per dispetto!"

"Cosa?"

"Tu vuoi farmi arrabbiare!" sbottò infine. "Dovevi provarli comunque per fare meglio il paragone! Non ti picchio solo perché stai già male."

"Sei gelosa, lo dicevo io!" commentò con sufficienza.

Sì, era gelosa. Solo un po’, però. E come non esserlo?

Kodachi era più sicura di sé, più brava in cucina. Più adulta, più... bella. Non aveva paura di dire quel che pensava. Era così lontana dai modi di Akane - così istintivi e diffidenti - che alla piccola Tendo veniva quasi da pensare che se a Ranma non piaceva il suo atteggiamento distaccato e competitivo per forza di cose doveva al contrario apprezzare una donna che non nascondeva il suo interesse per lui e che avrebbe giocato carte false pur di farsi notare.

"Non è vero, stupido!" mentì provando a sottrarsi dallo sguardo strafottente del fidanzato.

"Ed invece sì! Sei gelosa perché ho mangiato qualcosa di Kodachi, ma non è perché mi facesse piacere! Tu eri in quella trappola e lei ha messo..."

"Non mi importa se mangi qualcosa di mio, di Kodachi o di una qualunque altra ragazza, sai? Tu non sei l’unico uomo sulla Terra!"

Voleva farlo ingelosire, fargli provare almeno un po’ dell’umiliazione che aveva provato lei mentre lo vedeva ingozzarsi dei piatti di un’altra.

"No, ma sfido chiunque a ingoiare le tue schifezze!"

"Se lo chiedessi a qualcuno del Furinkan lo farebbe eccome!" puntualizzò lei, valutando realmente chi dei suoi compagni di scuola avrebbe davvero assaggiato qualcosa di suo.

Aveva uno stormo di ammiratori pronti a sfidarla prima che Ranma arrivasse, e molti ancora speravano di liberarsi di lui per potere avere campo libero con lei. Tutto ciò non aveva mai lusingato Akane, anzi, ma ora più che mai sentiva il bisogno di gridare il suo valore all’unico di cui le interessava il giudizio e che ora la stava demolendo.

"Vuoi mandare tutto il Furinkan all’ospedale? Il dottor Tofu avrà un gran daffare!"

Il viso di Akane diventò di una pericolosa colorazione rosso fuoco. No, non poteva e non voleva sopportarlo un istante di più. Si preparò a menargli uno schiaffo, ma un altro spasmo di Ranma la costrinse a bloccarsi.

"Stai bene?" chiese, lasciando trasparire tutta la sua preoccupazione.

"NO."

Per un momento la rabbia di Akane vacillò per lasciare spazio allo smarrimento.

Forse era per questo che lo odiava. Ranma era così terribilmente onesto con lei - così come, in fondo, lei era onesta con lui - che non faceva altro che rimarcare i suoi limiti, spesso con un atteggiamento che nessuno le aveva mai riservato. E questo le faceva paura, perché i suoi punti deboli così esposti erano dei punti di forza per qualsiasi altra ragazza che si presentava quale pretendente al cuore di Ranma.

E lei voleva almeno un posticino, in quel cuore.

Ah! Svegliati, Akane! Ma che diamine sono questi pensieri?!

Ma come ci era finita in quelle condizioni? Perché voleva piacergli?

Come sono caduta in basso…! E per un ragazzo, poi!

Osservò la posizione rannicchiata del suddetto ragazzo, pensando a quanto dovesse soffrire, mentre le immagini di lui che mangiava ora i piatti di Kodachi, ora i suoi pseudo-biscotti la indussero a riflettere sulle parole che Ranma aveva utilizzato per spiegarle come stavano le cose e che lei aveva totalmente ignorato.

Specialmente su quello che poi si rivelò essere un fotomontaggio.

Povero Ranma.

Scosse la testa con furia, infastidita dal quell'improvviso moto di tenerezza nei suoi confronti.

Ora le restava una sola cosa da fare: carpire informazioni che avrebbero potuto giovare alle sue scarse doti culinarie. Magari un ingrediente che potesse migliorare ogni cosa! Un po' come la Pietra Filosofale delle leggende!

"Si può sapere cosa aveva messo nei suoi cibi di così rilevante?"

"Servirebbe?"

Akane finse di pensarci su. "Forse..."

Chissà, se Ranma avesse preso seriamente la sua volontà di cucinare qualcosa di decente le avrebbe rivelato qualcosa di buono.

"Un cavolo!" esclamò Ranma, con tanto di linguaccia.

"Un c...?"

Ranma scoppiò a ridere di fronte alla sua faccia confusa, e solo in un secondo momento la ragazza si rese conto che la stava prendendo in giro.

"Ti odio!"

"Dai, non te la prendere! Ma... Akane?!"

Ma la ragazza aveva lasciato la stanza del ragazzo con il codino, dirigendosi con passi pesanti verso la cucina, da dove proveniva la voce di Kasumi e quella che sembrava essere di Ryoga.

Bene, qualcuno che mi considera una ragazza!

Lo pensò sinceramente - d'altronde, Ryoga era un ragazzo amorevole, tutto l'opposto di quel buzzurro che le avevano appioppato come fidanzato - ma comunque con quella punta di rivalsa nei confronti di Ranma. Il giovane Saotome era sempre contento di saperlo nei paraggi, e non era il tipo da evitarle un qualsivoglia contatto con l'eterno disperso, ma quando Ryoga si prendeva più confidenza del previsto Ranma si dimostrava nervoso senza volerlo.

Appena varcata la soglia della cucina, trovò la sorella maggiore e Ryoga chiacchierare davanti ad una tazza di tè.

"Akane! Che bella sorpresa, eh?"

Sulle labbra di Akane comparve un sorriso amichevole, mentre nella mente si convinse che sì, Ryoga era decisamente più sensibile di qualcuno di sua conoscenza.

Ryoga è davvero il sogno di ogni ragazza!

"Ryoga passava da queste parti" disse Kasumi sorridendo. "E ha deciso di fare un salto qui. Senti, Ryoga," chiese Kasumi al ragazzo con la bandana "perché non vai dai Ranma? E' di sopra, ha avuto un problema alla pancia e non può muoversi."

"Va bene!" trillò il ragazzo ancora con un sorrisone. Si alzò dalla sedia, fece un passo, poi esitante si fermò. Akane intuì subito che il ragazzo da solo non sarebbe mia riuscito a trovare la stanza di Ranma e del padre, così si offrì di fargli strada.

"Oh, Akane aspetta! Porta a Ranma questo. Gli farà bene!"

Le porse un piccolo vassoio con una tazza di tè, lo stesso che Kasumi aveva appena servito a Ryoga.

"Cosa ha combinato quell'impiastro?" chiese Ryoga con una punta di sarcasmo nella voce.

"Oh, beh. Niente di strano, stavolta. Ha avuto una piccola indigestione" spiegò la ragazza salendo le scale. Peccato che ormai i due amici fossero così vicini alla porta della camera dei Saotome che Ranma non mancò di sentirli - e ribattere.

"Piccola indigestione, eh?! A momenti mi spappolavi tutto l'apparato!"

Akane assunse un'espressione indispettita.

"Esagerato" commentò il giovane Hibiki, sedendosi accanto al futon di Ranma. "Akane non potrebbe mai fare una cosa del genere!"

"Ah, no? Bene, Ryoga. Ti sfido a mangiare le schifezze che lei osa chiamare cibo!"

"Niente sfide per oggi" lo fermò la ragazza. Si inginocchiò tentando di non far emergere nuovamente sentimenti negativi verso di lui. Prese un respiro che, sperava, avrebbe messo a tacere i bollenti spiriti, e si accovacciò al bordo del futon. "Tieni."

Il ragazzo con il codino rotolò faticosamente per mettersi in posizione prona, borbottò un "Grazie", per poi tracannare la bevanda nonostante fosse ancora abbstanza calda.

Il tè ritagliò loro un piccolo momento di quiete che Ranma stranamente non osava spezzare, neanche per cercare altre stupide motivazioni per fare altre osservazioni su di lei.

Bene, pensò Akane, almeno non ha ironizzato sul tè!

Ryoga osservava la scena con uno sguardo indecifrabile, incrociando poi le braccia con un un certo nervosismo. Sbuffò sfoggiando un sorriso amaro, e nel momento in cui Ranma ridava con noncuranza la tazza alla fidanzata disse: "Cazzo Ranma, un giorno devi spiegarmi come diavolo fa Akane a volerti così bene nonostante tu sia..." Il giovane Hibiki arrossì furiosamente, ingoiando letteralmente le parole rimaste proprio come avrebbe fatto con un boccone.

E Akane non era da meno. Diventava sempre più rossa via via che articolava nella sua testa quello che, sicuramente, doveva esser stato un pensiero fatto ad alta voce, mentre con il più totale disappunto cercava di negare - sia a se stessa sia ai due - il fatto che gli volesse così bene.

No! Assolutamente no!

Ranma spalancò gli occhi verso di lei e la guardò intensamente, quasi fosse incuriosito, come se volesse leggere sulla faccia della ragazza una conferma. Così Akane si trovò costretta a ritirarsi dietro la sua corazza di donna indifferente, distogliendo gli occhi da quelli del fidanzato con un gesto stizzito.

"Io voler bene a questo qui?! Ti... ti sbagli, Ryoga!"

Lo sguardo sognante del ragazzo con la bandana - che Akane in tutta onestà non sapeva come interpretare - e la risposta secca della giovane Tendo ebbero un effetto che Akane non si aspettava.

Ranma si voltò dando loro le spalle, rannicchiandosi come un riccio sconfitto.

Forse si aspettava che lei difendesse il loro rapporto davanti a Ryoga?

"Come fa un omone come lei a voler bene qualcuno? Spiegami questo, P-chan!"

"Non chiamarmi P-chan, femminuccia!"

Confusa prima ed arrabbiatissima poi, Akane diede un calcio - non tanto forte in realtà - ai polpacci del ragazzo che lo fecero scattare sull'attenti.

Si guardarono in cagnesco per un po' prima che Akane distogliesse lo sguardo con aria di sufficienza.

Sapeva che non doveva andarci, che a causa di quella storia Ranma non era il solo ad aver avuto degli effetti collaterali. Che credeva? Pure a lei veniva il voltastomaco quando si comportava come un bambino dispettoso.

"Andiamo, Ryoga!"

Lo sentì mugugnare qualcosa di incomprensibile, mentre con rabbia sbatté la porta.

 

 

 

NDA

Niente di che, una piccola OS che stava nella penna da più di un anno. Se ci sono errori avvisatemi, dato che non rileggo mai xD

Colgo inoltre l'occasione di segnalarvi la mia pagina fb che ho aperto questa notte.

Questo è il link: https://m.facebook.com/xingchan1993/?ref=bookmarks

Lo so, praticamente è ancora vuota, ma spero ci sarà l'opportunità di ampliarla con qualche espediente.

   
 
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