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Autore: MedusaNoir    31/01/2018    0 recensioni
L'udì, alla fine. Udì distintamente la sua voce fare il suo nome, e così anche la voce di Arya. Urlavano, parlavano di lei, e Lady si chiese se non stessero litigando su chi tra le due metalupe fosse più brava. Sansa urlava più di tutti, e Lady si riempì d'orgoglio.
Quattro brevi one-shot per raccontare gli ultimi istanti di vita di Lady, Vento Grigio, Cagnaccio ed Estate.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cagnaccio, Estate, Lady, Vento grigio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il lupo solitario perisce

Lady

Lady era annoiata.

All'inizio Il via vai degli uomini di fronte alla locanda  poteva risultare un interessante spunto di riflessione  – nessuno aveva la grazia della sua cara Sansa, né la bellezza in procinto di sbocciare – ma quando il sole aveva completato la sua discesa nel cielo Lady aveva cominciato a stufarsi di quella attività. Sansa era via da molto tempo e lei non poteva biasimarla: fin da quando si erano conosciute tra le sue braccia, l'aveva sentita parlare dell'uomo che avrebbe voluto sposare, un giorno, e ora le era capitata l'occasione che sognava da una vita.

Se doveva essere del tutto sincera con se stessa, però, Lady non andava matta per questo Joffrey. Era senza dubbio un affascinante giovane e i suoi capelli splendevano come una corona dorata – ma quelli di Sansa sapevano di melograno e torta di limone – e, in fondo, non si era mai comportato male con la sua amica. Tuttavia appariva una strana luce nei suoi occhi quando si rivolgeva a Sansa, e Lady non riusciva a identificarla. Aveva provato a parlarne con Vento Grigio, ma suo fratello le aveva semplicemente rivolto uno sguardo evocativo: "Sei gelosa." E forse Vento Grigio aveva ragione.

Era stata la gelosia, oltre all'interesse per i passanti, a tenere desta Lady per il corso della giornata – nonostante si fosse concessa alcuni brevi riposini sotto il piacevole calore del sole – ma verso sera ad averla vinta su di lei era stata la preoccupazione.

Perché Sansa stava tardando tanto? E cos'era stato quel trambusto nel cortile?

Aveva cominciato a temere che alla sua amica fosse successo qualcosa e aveva immaginato per lei gli scenari peggiori, come la caduta in un ruscello che le rovinava lo splendido abito celeste. Poi la preoccupazione divenne più seria: perché il padre di Sansa stava guidando un gruppo di soldati nel bosco? Dov'erano finite Arya e Nymeria, perché non erano ancora tornate alla locanda?

Alla fine, quando solo la luna splendeva nel cielo scuro, Lady aveva intravisto i capelli ramati di Sansa. Il suo abito era a posto e solo l'orgoglio le era parso ferito – Lady la conosceva bene, comprendeva i suoi sentimenti con un unico sguardo. Questo l'aveva tranquillizzata. Arya, invece, non si era più vista, e così neanche Nymeria. Nonostante ciò, lei non aveva avuto paura per la bambina, poiché confidava nella forza e nell'astuzia di sua sorella. Avrebbe trovato il modo di salvare la piccola Stark in qualunque situazione.

Molto, molto tempo dopo, finalmente Arya era riapparsa. Il collare ormai stava segando il collo di Lady e lo strattone che gli diede a quella vista non le fu d'aiuto. Nymeria non c'era, ma se la sarebbe cavata. Forse era solo legata a un'altra catena.

Ecco, in quel momento era cominciata la noia di Lady. I bambini avevano smesso quasi subito di riempirla di attenzioni e carezze, gli uomini degli Stark sembravano essersi dimenticati di nutrirla e nel cortile non c'era più nessuno. Provenivano alcune urla dall'interno della locanda, ma si sovrapponevano l'una all'altra e per lei era impossibile cercare di capire il loro discorso. Così aveva iniziato ad annoiarsi, stanca perfino dei suoi pisolini e di quella stupida luna in cielo. Lei voleva Sansa.

L'udì, alla fine. Udì distintamente la sua voce fare il suo nome, e così anche la voce di Arya. Urlavano, parlavano di lei, e Lady si chiese se non stessero litigando su chi tra le due metalupe fosse più brava. Sansa urlava più di tutti, e Lady si riempì d'orgoglio.

Mentre le loro grida si affievolivano, un'ombra apparse dalla porta della locanda. Lady si accorse subito che si trattava del padre di Sansa: era forse venuto a ricompensarla? Aveva vinto lei la sfida con la sorella? Nymeria poteva batterla sotto molti punti di vista, ma sicuramente Lady era la più bella e aggraziata del branco.

L'uomo si avvicinò, le mise una mano sul muso e le accarezzò il pelo; Lady chinò la testa, ubbidiente.

La luna, offesa, non le svelò il riflesso della lama.



Buonasera a tutti, ragazzi, e benvenuti a una nuova puntati di "Med uccide cose"!
Che dire? Non sono completamente soddisfatta di questo primo capitolo, ma adoro il finale, l'ipotesi di Lady di essere al sicuro, di non correre rischi, di avere appena vinto una sfida di bellezza contro suo sorella. Questi immagino essere stati i pensieri di Lady, perché la sua morte è avvenuta quando era poco più che cucciola: non conosceva il male, la caduta di Bran era stata per lei accidentale - Estate sosteneva il contrario, ma Estate era un po' "tocco" secondo lei, ne riparleremo in seguito - e la sua più grande preoccupazione era la sofferenza di Sansa... per via di un vestito. Come quando Sansa si è arrabbiata con Arya nel primo episodio, dopo che lei le aveva sporcato l'abito nel corso del banchetto. La morte di Lady ha dato al lettore il primo assaggio di malvagità all'interno del mondo martiniano e corrisponde anche alla perdità dell'infanzia di Sansa, al suo ingresso nell'adolescenza e - purtroppo - nel crudele mondo fuori da Grande Inverno; per tale motivo ho deciso di raccontare i pensieri di Lady come se la sua morte fosse giunta anche ai suoi occhi completamente inaspettata.
Ah, sì, dimenticavo: questa raccolta di one-shot parla degli ultimi momenti di vita dei metalupi dal loro punto di vista - preparatevi a soffrire. È inoltre la risposta alla sfida di Rana/Roxar, perché io adoro le sfide.
Alla prossima, e grazie per aver letto!

Medusa, a Lannister.
   
 
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