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Autore: MaryS5    01/02/2018    2 recensioni
Carlos è un bravo ragazzo che vive felice con la sua dolce metà. Sembra andare tutto bene. La vita fila liscia, ma un giorno qualcosa turberà l’animo del giovane. Sarà costretto ad affrontare una prova che metterà a dura prova i suoi nervi. Sarà affiancato dai suoi migliori amici, ma ….Riuscirà a farcela?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexa, Big Time Rush, Carlos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo correva in una fitta foresta. Aveva un coltello in mano e lacerava ogni pianta che gli ostacolasse la corsa. Faceva così di fretta per un motivo preciso. Stava inseguendo una ragazza. Stava inseguendo Alexa.
Quella cercava di sfuggirgli disperata, ma le piante e le spine le graffiavano le gambe. A volte si girava per guardarlo. Voleva vedergli il viso. Doveva provare a riconoscerlo. Che cosa gli aveva fatto? Perché la stava spaventando tanto?
La visuale però non era delle migliori, sia per la vegetazione che per il buio, era quasi l’alba e non si vedeva niente.
Non faceva altro che ruzzolare tra il fogliame, nonostante cercasse di evitarlo. Era troppo lenta. Quello la stava raggiungendo. Provò ad urlare, ma nonostante avesse spalancato la bocca non uscì nemmeno un gemito. Forse era dovuto al fatto che fosse senza fiato. Corse, corse sempre più veloce. Ogni sforzo però era inutile. Le sembrava che non avanzasse di un solo passo. Quello nel frattempo la stava raggiungendo. Rideva. Una risata roca e spaventosa. Ce l’aveva quasi fatta. Ma non era ancora finita.
Lei, vedendolo vicino, era riuscita a velocizzare ancora quella fuga disperata. Forse c’era una via d’uscita. Vedeva una luce. C’era una strada alla fine della foresta?
Un suono si insinuò nelle sue orecchie dandole forza. Era una voce e chiamava il suo nome. Ne riconobbe immediatamente il timbro. Era di Carlos.

Si apprestò a raggiungere il limitare della foresta. Sentiva che una volta arrivata dove voleva, quell’uomo non potesse farle più niente. Mancava pochissimo ormai. Non si preoccupò nemmeno di controllare dove fosse arrivato quello. Appena superò l’ultimo albero si fermò di colpo. Dei sassolini che aveva spinto mentre frenava, con le scarpe impolverate, caddero nel buio.
Davanti a lei c’era un enorme fossato che sembrava circondare tutta la foresta. La risata di quell’uomo ruppe il silenzio venutosi a creare. Alexa si girò, ma non riuscì a vederlo. Forse si stava nascondendo, oppure non l’aveva ancora raggiunta. Non sapendo cos’altro fare, si buttò tra la polvere e appoggiò la schiena ad un vecchio albero. Alcune piante la circondavano e ciò la rendeva poco visibile, ma sapeva che non era al sicuro. Intanto la voce del suo ragazzo persisteva, nonostante diventasse sempre più flebile.
Il rumore dei passi di quello, che schiacciava senza ritegno le foglie secche sotto i suoi stivaloni, le fece capire che fosse vicino. Questa volta Carlos non l’avrebbe salvata. Si erano spinti troppo oltre. Era tardi.
Serrò gli occhi e cercò di non respirare per non produrre alcun suono, ma il cuore la tradiva. Batteva così forte che sembrava un grosso martello dentro il torace desideroso di vedere la luce del sole.
Una figura le si stagliò davanti di colpo. Era enorme, ma nonostante provasse a vedere il viso non ci riusciva. C’era un bagliore, dietro a quello, che gli oscurava il volto. Lo sconosciuto le afferrò un lembo della maglietta e infilzò il coltello attraverso così ché andò a conficcarsi nel terreno. Nonostante lei provasse a dimenarsi era tutto inutile. Le piante, che fino a poco prima l’avevano protetta, adesso la stavano imprigionando, impedendole qualsiasi movimento, e quello gli stava bloccando le gambe.
Con la coda nell’occhio lo vide prendere un fazzoletto e bagnarlo di un liquido trasparente e di cattivo odore. Poi glielo ficcò sulle labbra coprendole naso e bocca. Provò a toglierselo di dosso. Era troppo forte.
<< Alexa! ALEXA!! >>. Forse Carlos stava per trovarla. Doveva riuscire a rivelargli la sua posizione. L’aria dentro i polmoni però stava cominciando a scarseggiare e più si muoveva, più diminuiva. La vista si annebbiava. Tutto si faceva più ovattato. La risata dell’uomo. La puzza di quello strano liquido. Il caldo. La polvere. Una sola cosa stava aumentando di intensità: << Alexa! >>.

Aprì gli occhi. Si scosto immediatamente dalla cosa morbida che la stava soffocando. Era un cuscino. Si guardò intorno. Si trovava nella sua stanza, sola, nel letto che condivideva con il suo ragazzo. Le lenzuola erano attorcigliate in gambe e braccia. Le scosto immediatamente.
<< Alexa >> la voce di Carlos rimbombò nella stanza. Era appena entrato. Quando la vide in quello stato, ovvero con i capelli scompigliati, sudata e le guance rosee, le corse accanto e si sedette con lei. << Un altro incubo? >> chiese accarezzandole una guancia. Lei annuì.
Erano quasi quattro mesi ormai che andavano avanti in questo modo. Alexa era presa da continue visioni e tremendi incubi che la scombussolavano, a volte anche per ore intere. Non conosceva la causa di tutto ciò, visto che non ricordava quasi per niente la brutta avventura in cui si era andata a cacciare. Il latino continuava a proporle di farsi vedere da un bravo psicologo, ma lei lo liquidava sempre dicendo che sarebbe riuscita ad uscirne anche da sola.
Si può dire però che fosse migliorata rispetto a tre mesi prima. Allora ogni cosa la faceva balzare in aria e appena vedeva un’ombra correva nella sua stanza. Per qualche settimana non aveva potuto sopportare sguardi troppo insistenti. Si rifiutava sempre di uscire, ma se ne era costretta pretendeva di essere accompagnata. Carlos cercava di accomodarle ogni richiesta e piano piano la aiutava a superare tutti quei traumi usando piccoli trucchetti che aveva escogitato lui stesso, ma che naturalmente non potevano andare in porto senza il supporto della ragazza.
Per esempio le aveva vietato di scappare via casomai avesse visto qualcosa di spaventoso. Le aveva dato invece un piccolo fischietto dicendole di usarlo ogni qualvolta qualcosa non andava bene. Così, appena sentiva il suono correva da lei ad abbracciarla per farla sentire al sicuro. Lei non si separava mai dal piccolo fischietto. Il giorno il cui il ragazzo trovò lo strumento incustodito sul tavolo capì che Alexa stava cominciando a fare grandi passi avanti.
Adesso invece era solo affetta da rari episodi di brutti incubi oppure fugaci visioni che sapeva gestire a sangue freddo. Nonostante questo Carlos non smetteva di essere eccessivamente premuroso verso di lei. Anche lui aveva incubi, di tanto in tanto. Quella brutta faccenda aveva segnato pure lui. Proprio come la fidanzata, fingeva di stare bene e evitava di parlarne, ma qualche volta i brutti sogni lo spaventavano troppo ed era costretto a sfogarsi con qualcuno.
Naturalmente tutto ciò valeva ugualmente per il povero Logan. Non faceva altro che avere incubi e si comportava in modo molto strano. Una sera, all’incirca verso l’una di notte, era corso a casa di Carlos. Lui gli aveva aperto trovandolo sudato, ansimante e con gli occhi rossi. Il suo aspetto gli aveva fatto paura. Il ragazzo, invece di spiegare perché si trovasse lì a quell’ora, era entrato in casa senza dire una parola e, dopo aver individuato Alexa, che lo guardava incuriosita dal divano, se ne era ritornato fuori nello stesso modo silenzioso. Era quasi inquietante. Se Carlos non lo conosceva così bene, quasi come un fratello, avrebbe chiamato la polizia. Fortunatamente anche per lui il peggio era passato, era migliorato e adesso viveva tranquillo.
Alexa si alzò dal letto e si mise davanti alla finestra. C’era un bel sole, gli uccellini cinguettavano tranquilli. In giardino c’erano i cani che giocavano a rincorrersi, avevano entrambi la lingua a penzoloni. Pensò che era una delle poche volte in cui lei si svegliava subito dopo il suo ragazzo, di solito era il contrario poiché lui era molto pigro e amava stare a letto per ore.
Mentre osservava il panorama vide un’ombra vagare per il giardino. Quella figura scura apparteneva ad un uomo che assomigliava proprio colui che aveva sognato. Era così sinistro e spaventoso, li stava spiando? No, stava avendo un’altra visione. Per contrastarla si mise i palmi sulle palpebre e inspirò profondamente. Lui, vedendola, si avvicino e la avvolse in un abbraccio da dietro. Cominciò a cullarla lentamente e le lasciò leggeri baci tra i capelli. Lei aspettò qualche secondo per poi girarsi e cingerlo a sua volta. << Passato? >> le chiese allontanandosi appena per osservarle il volto scuro. Lei inspirò ancora, << Sì >> disse mostrando un sorriso sollevato. Il latino le lasciò un veloce bacio all’angolo della bocca e sciolse l’abbraccio allontanandosi per sistemare il letto disfatto.
<< Sai chi c’è di sotto? >> domandò lui sorridendo mentre stirava il lenzuolo. << Chi c’è? >> chiese impaziente Alexa lanciandosi nel materasso. Lui si arrese decidendo di sistemare tutto più tardi, così si mise sopra di lei, attento a non farle male e continuò, << Tuo padre >> sussurrò accarezzandole il viso con i polpastrelli. << Dici davvero?!? >> disse incredula mostrandogli un sorriso enorme. << Ma doveva venire la settimana prossima!! >> continuò ridendo. << Si, è vero, ma ha detto che non vedeva l’ora. È venuto prima perché vuole rimanere di più >> la informò mentre le dava leggeri baci vicino le labbra rosse. << Non è meglio? Così possiamo dirgli quella cosa prima del previsto >> le disse tra un bacio e l’altro.
<< Sì!! Il matrimonio! >>, << Ssshhhh!! Potrebbe sentirti, non rovinargli la sorpresa! >> la ammonì alzandosi per permetterle di darsi una sistemata veloce. << E non è solo! C’è tua sorella Makenzie, anche lei dice che vuole rimanere qui per un po’ >>, << Fantastico!! >> esultò eccitata infilandosi una maglietta azzurra. << Spero che non gli abbia rivelato niente però >>, continuò lei, << No, non preoccuparti, sembrava ancora ignaro di tutto >> disse lui ridendo mentre la osservava pettinarsi velocemente.
<< Per fortuna! Lei non sta mai zitta, credo non sappia tenere un segreto. È così felice per la storia della damigella, quando glielo abbiamo detto non faceva altro che dirmi “ Però voglio truccarti io. Posso aiutarti a scegliere il vestito? Avete già scelto il posto?”, uff >> si finse già stanca, ma non riuscì a nascondere un grande sorriso. << Sarà una cosa semplice, no? >> << Si Alexa, proprio come avevamo deciso. È meglio così >> << Già, ora andiamo! >>.
Con le mani unite e le dita intrecciate si diressero di sotto. Carlos aveva un po’ di difficoltà a parlare con quell’uomo visto che sapeva, quasi esclusivamente, lo spagnolo e lui conosceva appena quella lingua, ma con Alexa tutto era più semplice. Non vedeva l’ora di sposarla e lei era impaziente a sua volta. Non pensavano alle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare, a cosa avrebbero dovuto fare. Si amavano e questo era l’importante. Finalmente il loro amore sarebbe stato riconosciuto, sia dallo stato che dalla chiesa, e entrambi avrebbero costruito una nuova famiglia, insieme.

Fine






















Angolo dell'autrice: Beh eccoci qui! Alla fine sono riuscita a terminare! ( con sollievo di molti eheh)
In realtà avrei dovuto già concludere con il capitolo precedente, ma grazie a crazy lion, ho deciso di inserire un nuovo capitolo!
Grazie a chi ha seguito la storia, a chi recensito e chi semplicemente letto di sfuggita. Grazie a tutti.
Per chi invece non ama il genere "azione" in futuro, non molto prossimo, pubblicherò un'altra creazione diciamo un po' più romantica ( ho capito che preferite questo genere).
Non volglio annoiarvi oltre. Spero di avrevi intrattenuto, divertito o semplicemente distratto un pochino. 
Grazie ancora. Alla prossima!!




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