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Autore: AminaMartinelli    01/02/2018    0 recensioni
Sebastian è un angelo del Primo Cerchio, un possente Angelo Soldato dell'Esercito Celeste troppo sensibile alle sofferenze umane. Incline alla ribellione riceverà una punizione esemplare: un esilio sulla Terra, il pianeta che tanto lo attira. Qui incontrerà la sua Nemesi: James Moriarty, consulente criminale, l'uomo che lo sconvolgerà e metterà in discussione tutte le certezze dell'angelo. Sebastian riuscirà a salvare quell'anima inquieta o Jim sarà la sua dannazione?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, Sebastian Moran
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Sebastian!” - sapeva benissimo cosa significava quel richiamo: la sua ultima “impresa” gli aveva di sicuro procurato una punizione esemplare. Chissà cosa lo aspettava questa volta. Del resto non avrebbe potuto comportarsi diversamente, in quella circostanza: un umano in pericolo costituiva per lui un richiamo irresistibile quindi si era per l’ennesima volta precipitato a soccorrerlo, salvando così quella bellissima bambina da morte certa. Ma la cosa aveva irritato le “alte sfere” che fin dalla sua creazione gli avevano severamente proibito di intervenire nelle vicende umane, se non da loro espressamente richiesto. Sebastian però non si era mai posto il problema, era convinto che la sua esigenza di soccorrere gli umani proveniva dalla Fonte dell’Amore ed aveva perciò una validissima ragione di esistere e soprattutto: per quale motivo concedere agli angeli il libero arbitrio se poi non se ne potevano servire? Lui, in fin dei conti, stava solo esercitando il prezioso dono dell’autodeterminazione…purtroppo fornire questa spiegazione avrebbe solo peggiorato le cose, quindi aveva rinunciato a difendersi dalle accuse ed aveva accettato di buon grado, ogni volta, qualunque punizione assegnatagli. “Eccomi, Sommo Giudice, mi inchino davanti a Te. Cosa mi ordini?” - gli era sempre piaciuto pronunciare la formula di rito, denotava obbedienza ed umiltà e lui, un angelo del Primo Cerchio, soldato dell’Esercito Celeste, amava possedere e mostrare queste qualità. Più volte Areian lo aveva messo in guardia suggerendogli che sfiorava l’autocompiacimento, ma Sebastian non era molto incline ad ascoltare i suggerimenti e gli avvertimenti. Il rombo di tuono che lo avvolse annunciava la sentenza pronunciata dal Sommo Giudice, che Sebastian percepì con ogni fibra del suo essere. “Ti sei macchiato più volte della colpa di disobbedire, andando contro ogni regola e contro la tua stessa natura, ma questa volta sei andato molto oltre: hai fermato la mano dell’Angelo della Morte. Quella bambina doveva morire e tu l’hai impedito, questo intervento potrebbe aver alterato il futuro dell’umanità in modo irreparabile e molto pericoloso. Qualunque cosa accadrà tu ne sarai responsabile e ne porterai il peso per sempre. Questa potrebbe essere già una punizione sufficiente, ma non per te: sarai d’esempio e monito per i tuoi simili, sapranno cosa accade andando contro la Somma Sapienza. Ti condanno quindi all’esilio sulla Terra, a cui sembri essere tanto legato: rimarrai lì, sottoposto alla continua tentazione di salvare ogni singolo umano dai pericoli che costantemente corrono a causa della loro stoltezza e della loro natura ribelle, finché non avrai dimostrato di aver capito i tuoi errori ed accettato le Regole. Sappi che potrai aiutarli ma non farli sfuggire alla morte ai cui artigli potrai sottrarne solo uno, una sola volta. Se trasgredirai l’esilio diverrà definitivo e tu non potrai più rivedere la tua Patria. Ora vai.” Una sentenza senza appello, se lo aspettava. Ma non fece in tempo a realizzarlo che si sentì travolgere dal Vento della Suprema Giustizia che cancellò ogni percezione. Quando tornò a percepire le cose erano cambiate profondamente, per lui: era sulla Terra, sentiva la luce del sole, il soffio del vento, il suolo sotto di sé. Gli era stato dato un corpo dall’aspetto umano, aveva i loro sensi, una mente, un cuore. Ma era ben lungi dall’essere come loro, era infinitamente più forte e veloce, invulnerabile, immortale. Invulnerabile, ma non immune dal dolore. Infatti lo sentiva in tutto quel nuovo corpo, che doveva essere rotolato giù per la collina che vedeva alle sue spalle, a giudicare dalle condizioni in cui si trovava. Si incamminò lentamente, muovendosi con circospezione perché non aveva idea di cosa avrebbe trovato, visto che i suoi giudici non gli avevano usato la cortesia di fargli sapere in quale parte del pianeta lo avevano fatto precipitare. Raggiunse un gruppo di case in quella che doveva essere la periferia di una grande città. Poi quando sentì qualcuno parlare capì: si trovava in Inghilterra. Nessuno faceva caso a lui, tanto che un’automobile quasi gli arrivò addosso senza che il guidatore desse segno di averlo visto. Quindi era invisibile? A che scopo dotarlo di un vero corpo umano, ma invisibile? Cominciava a pensare che quella punizione sarebbe stata più pesante di come l’aveva immaginata. Non sapeva cosa fare, quindi prese a girare tra le case sperimentando i limiti della sua velocità. Scoprì così che era veloce almeno quanto un’auto. Per scoprire le altre caratteristiche che gli erano state date sarebbe stato meglio aspettare la notte. Grazie alla sua velocità arrivò in breve tempo al centro della città, scoprendo così che si trattava di Londra. Quando calò la notte cominciò a provare di cosa fosse realmente capace. Poteva toccare, afferrare e sollevare oggetti di ogni tipo, quindi presumibilmente anche le persone. La sua forza gli permetteva di sollevare anche più automobili in una sola volta: sarebbe stato utile ma anche molto pericoloso perché questo aumentava la tentazione di aiutare. La mattina seguente decise di girare per la città. Essere invisibile gli permetteva di andare ovunque volesse senza limiti. Era al centro di Londra quando lo vide per la prima volta: fermo, al centro della piazza, aveva letto un messaggio sul suo telefono e stava per inviarne un altro. Leggendo i suoi pensieri capì immediatamente che aveva intenzioni criminali così provò a fermarlo entrando nella sua mente…e rimase attonito. Quella era la mente più brillante, originale, geniale che avesse mai trovato in un essere umano, tanto da fargli pensare che non fosse affatto umano, anche a causa della malvagità che percepiva in lui. Quell’umano e la sua mente erano pervasi da una sottile ma sconfinata crudeltà, un desiderio infinito di potere e un’assoluta mancanza di scrupoli. Era evidente, per Sebastian, che il messaggio che stava per essere inviato avrebbe causato grande pericolo per altri esseri umani e enormi vantaggi per colui che stava per inviarlo. Purtroppo quella mente era anche impenetrabile, per lui. L’uomo non sembrò accorgersi del tentativo dell’angelo di sviarlo da suo obbiettivo, tranne che per un lieve moto della testa, come per allontanare un insetto…o un pensiero molesto. Un attimo dopo il messaggio viaggiava nell’etere e il malvagio mittente lo accompagnò con un soffio verso l’alto, in un gesto beffardo, come per dare slancio a quelle parole letali, portatrici di sciagura. Sebastian decise di seguirlo: se questa volta non era riuscito a fermarlo non significava che gli avrebbe concesso di proseguire con le sue azioni criminali. La prossima volta gli avrebbe impedito di fare ancora del male, ad ogni costo.
   
 
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