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Autore: Chocolat95    01/02/2018    0 recensioni
"I miti raccontano storie senza tempo, che possono essere accadute oppure no, in un modo o in un altro. Ognuno ci legge quello che vuole e decide se crederci o meno. Ma un fondo di verità ci sarà sempre"
I miti greci e la JongKey possono avere qualcosa in comune? Scopritelo se volete
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Storie autonome l'una dall'altra.
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NOTE: La maggior parte dei capitoli è da revisionare però in generale si posso leggere anche prima che io li sistemi
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'unica passione del giovane dio della musica, è la sua musica stessa. Questa nobile arte in grado di suscitare i più alti sentimenti negli animi di tutti, uomini e altri dei. Lui va fiero di questa dote, anche ora, che è tornato da un'importante disputa, nella quale la sua soave melodia è risultata la soluzione finale.
E passeggiando per i cieli limpidi ride alla vista invece del piccolo dio dell'amore.

"Ah, sei tornato Jonghyun" lo apostrofa questo e lui risponde "Vincitore come sempre, credi ancora che l'amore suscitato dalle tue frecce sia migliore di quello generato dalle mie corde, Minnie?"

Il piccolo vorrebbe rispondere per le rime al dio più grande, lo irrita sempre, lo prende in giro perché è più giovane e non sa proprio come facciano uomini e altri dei ad impazzire per lui. Ma decide di agire in altro modo, come la piccola serpe che a volte lo ritengono

"Magari l'amore che creo io non è nobile come il tuo... ma tu sai generare anche il suo contrario?" E con queste parole sibilline svolazza via.
Taemin, il piccolo dio dell'amore, ha notato che anche se Jonghyun dichiara di sentirsi superiore, e disprezzare qualunque potenziale amante,  in realtà gli occhi su qualcuno li ha messi. Decide di fare così allora, aumenterà la passione del dio della musica, ma di contro abbasserà quella della persona da lui amata.

Ed è un lampo, scaglia due frecce opposte, precise ai suoi obbiettivi e subito Jonghyun parte per la terra alla ricerca dell'oggetto del suo amore. Lo trova quasi subito, perchè ormai sa bene dove cercarlo.
Si chiama Kibum, è un nume dei boschi, bello e aggraziato come le ninfe con cui passa le giornate per le quali disprezza altri contatti umani. Il dio della musica lo ha osservato da lontano, aspettando di trovare la melodia giusta che smuovesse il suo cuore, e forse era sulla buona strada. Adesso ha improvvisamente più determinazione ad avvicinarglisi così esce dalla boscaglia e si rivela ma come lo vede, quello che sembrava solo diffidente in principio, o inconsapevole della sua presenza,  ora sembra terrorizzato e fa appena ad incrociarne lo sguardo che è già fuggito.

Preso alla sprovvista il dio lo insegue subito "Aspetta - lo chiama - non fuggire, non voglio farti del male" ed è vero, nonostante senta in sè una passione bruciante, maggiore del normale, non intende ferirlo. Ma non vuole neanche che si ferisca da solo "Aspetta - ripete - vai più piano, ti farai male! Io non voglio fartene ma se vai così veloce rischi di provocarti dolore d solo e non mi perdonerei di essere stato io la causa"
Quello non sembra sentirlo e veloce come il vento va.

"Aspetta - ancora una volta - voglio solo parlare, tu non sai neanche chi sono, se mi lasciassi rivolgerti la parola non fuggiresti così...!"
Kibum non risponde, risparmia il fiato per la corsa disperata. Sembra non riconoscere più chi lo rincorre, sembra non ricordare di averlo forse già visto innocuo e riservato, lo ritiene un aggressore qualunque. E soprattutto non ascolta le sue parole.

"Ascolta le mie parole - lo implora invece Jonghyun - non so cosa mi sia preso ma se ti fermi posso provare a spiegare. O se non ti vuoi fermare vai almeno più piano. Giuro che anche io andrò più piano ma ti prego stammi a sentire"

La mente del nume silvano è vuota scappa scappa scappa gli ripete solo

Non funziona, lo ha quasi raggiunto ma non si farà mai afferrare se va avanti così, e lui non vuole spaventarlo più di quanto sia già, allora decide con grande sforzo di cambiare tattica. Si ferma. E suona.
E Kibum alle prime note è come se tornasse in sè. Rallenta, sente la tensione abbassarsi, non si sente più così braccato, ma salta lo stesso dall'altra parte del ruscello. E per la prima volta da che è iniziata quella corsa folle, si volta.
Il dio è dietro di lui, si è fermato come aveva sentito, e lo guarda senza dire niente.

"Adesso, possiamo parlare?"
Fidarsi, non fidarsi, Kibum non lo sa. Lo guarda, non parla.
Gli dei sono insidiosi, sono ingannevoli, alcuni ti confondono per poi intrappolarti e lui ne ha viste troppe di storie finire così.
Il dio che lo segue però forse non è così subdolo, è quieto ora, gli sembra di averlo già visto, ogni tanto pizzica le corde del suo strumento e lo accompagna con voce dolce. Forse se la ricorda quella voce, forse l'ha davvero già sentita.

Jonghyun sorride rassicurante, si sente ardere di passione più che mai ma vuole pazientare e soprattutto lo guarda come fosse la cosa più preziosa del mondo.

Fidarsi, non fidarsi, Kibum non lo sa.
Ma forse questa volta può provare.




Angolo dell'autrice:
poi vi giuro che nei prossimi giorni la sistemo, spiego e contestualizzo, intanto dovevo metterla
  
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