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Autore: fra_eater    01/02/2018    3 recensioni
Ronald Billius Weasley si odia. Si odia profondamente per aver fatto piangere una ragazza. Si odia profondamente per non essere in grado di essere sincero con un'altra.
Dal testo:
Sei bella, Lavanda. Bella come un fiore.
Un fiore dal profumo troppo dolce per i miei gusti.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 bugiardo

 
“Tutto bene, caro?”
Distolgo lo sguardo dal mio succo di zucca e ti vedo accanto a me. Come sempre.
Sei bella, Lavanda. Bella come un fiore.
 Un fiore dal profumo troppo dolce per i miei gusti.
I tuoi lunghi capelli biondi sono sempre così composti, così eleganti; anche il tuo sguardo lo è, nonostante ora mi guardi come faceva mia madre quando da piccolo avevo la febbre.
Che cosa ti posso dire? Che la causa del mio malessere è a cinque posti da te? Che da quando tu mi hai baciato di fronte a tutti la mia vita sembra aver preso un’altra svolta che ora non mi piace più?
Cosa vuoi ancora? Non sei stanca di baciarmi, di attaccarti alle mie labbra come un ragno sul soffitto?
Miseriaccia! Ero così ebro dall’euforia quel giorno che accettai il tuo affetto, le tue labbra, il tuo amore; come se me lo meritassi, come se lo volessi veramente.
Ho mentito a me stesso, a te, a tutti!
 E continuo a farlo.
I tuoi occhi azzurri mi scrutano con dolcezza.
Sei così buona con me. Troppo buona per me.
Pendi dalle mie labbra come se ogni mia parola fosse una perla, come se dai miei piccoli gesti nascessero galeoni dorati.
Ma come posso bastarti io? Come puoi volere me quando ci sono tanti altri che darebbero un braccio pur di essere nella mia situazione, mentre io non riesco più a sopportare anche solo l’idea di essere il tuo fidanzato?
Ma non ho il coraggio di lasciarti. Non posso per l’ennesima volta vedere una ragazza piangere per colpa mia. So l’effetto che le lacrime di lei provocano su di me, non oso immaginare le tue che cosa mi possono fare.
“Si, Ron, che hai? È da stamattina che non dici nulla”.
Ginny è di fronte a noi dall’altra parte del tavolo. Anche lei mi guarda con il capo inclinato di lato come a voler scrutare i miei pensieri. Stranamente non sento astio nella sua voce come tutte le volte che è in nostra compagnia e lo vedo anche dallo sguardo di Lavanda che ne è sorpresa quasi quanto me.
Che devo dirti, sorellina?
Devo raccontare tutto a te e Lavanda? Devo dirvi di come ieri mi sono rinchiuso nel dormitorio saltando Divinazione per passare del tempo da solo a pensare al fatto che in questi giorni mi fa schifo il mio stesso riflesso allo specchio? Che sono notti che faccio fatica ad addormentarmi perché ogni volta che chiudo gli occhi ho l’immagine di lei che mi guarda con odio?
 Di come dalla finestra della torre di Grifondoro sono stato a fissare apatico il vuoto del giardino finché non ho visto lei e mi sono sentito felice come non lo ero da tempo?
Lei che come sempre reggeva un tomo enorme e polveroso sotto il braccio, con i capelli in disordine, con solo la camicetta della divisa per combattere il caldo, in una disarmonia unica che su di lei sa essere magnifica.
L’avevo seguita con lo sguardo; l’ho vista sedersi sotto un albero e leggere, raggiungendo il mondo incantato che solo la carta e l’inchiostro possono darle.
Mi sono sorpreso ad osservare i suoi gesti, provando una morsa allo stomaco così simile alla nostalgia per la sua voce. Avevo così voglia di sentirla.
E quindi ho fatto qualcosa che normalmente non avrei mai fatto. Ho preso in prestito il Mantello dell’Invisibilità dal baule di Harry e sono sceso il più velocemente possibile per raggiungerla e sedermi al suo fianco. Ho ancora i muscoli intorpiditi per essere stato rannicchiato; ormai quel mantello è troppo piccolo per la mia altezza.
È stato bello starle vicino dopo così tanto tempo, sentire il suo profumo che mi avvolge come la cucina di mamma che ti fa capire che sei di nuovo a casa, vederla così concentrata da non accorgersi della mia presenza.
Si era legata distrattamente i capelli in alto con una matita, solo una ciocca fuggiasca le cadeva sulla spalla. Quanto avrei voluto spostargliela solo per accarezzarle il viso…
Anche tu, Lavanda, hai una ciocchetta di capelli biondi fuori posto questa mattina. Te la sposto ma non sento lo stesso bisogno di accarezzarti, forse perché ormai conosco a memoria ogni poro del tuo volto.
Sono stato un’ora fuori, seduto contro il tronco di un albero, scomodo per la posizione rannicchiata solo per vedere Hermione leggere.
Una cosa che l’ho vista fare tante volte, certo, ma ieri mi sembrava la prima volta che stavo ad ammirarla da vicino, a vedere quelle lentiggini leggerissime sul suo naso, le ciglia lunghe che sbattevano con grazia e le mani sporche di inchiostro che giravano delicatamente le pagine ingiallite dal tempo mentre si inumidiva le labbra rosee distrattamente.
Ho immaginato di togliermi il mantello di dosso per baciarle la guancia, per dirle “Sono qui e ti trovo bellissima”, ma non l’ho fatto. Non l’avrei mai fatto.
Sono giorni che non le parlo.
Sono giorni che distoglie lo sguardo quando incrocia il mio e mi provoca un moto di rabbia dentro.
Passo un braccio sulle spalle di Lavanda, stringendola e avvicinandola a me. Lei si avvinghia subito al mio torace baciandomi la mandibola. Non mi piace questa cosa. Lei non l’avrebbe mai fatto.
“Va tutto bene, tesoro” le dico baciandole la fronte, ma mi rendo conto che vorrei che quella testa non fosse bionda e ordinata, bensì castana e riccia.
“Ho solo dormito male stanotte”.
Quanto mi faccio schifo.
Quando sono diventato così viscido da baciare una ragazza e pensare a un’altra?
Mia sorella mi osserva con un sorriso strano.
“Qualcosa non va, Ginny?” le chiedo. Ho paura della sua risposta.
Ginny mi sorride e tutto il resto sembra sparire. Sparisce Lavanda, spariscono tutti gli studenti riuniti per la colazione.
Lei ha sempre avuto questo dono di comprendermi con un solo sguardo. Per lei sono un libro aperto.
“Va tutto bene” mi risponde “Pensavo solo che potrei chiedere a mamma una cura per la tua insonnia; anzi, vado subito a chiedere a Hermione se sa dove si trova Harry, così posso chiedergli in prestito Edvige”
Sento Lavanda irrigidirsi al nome della mia amica. Io non dico nulla.
Mia sorella si alza dalla panca e si sposta alla nostra sinistra, esattamente cinque posti alla nostra sinistra, e parla con lei.
La seguo con lo sguardo. Il brusio nella stanza è troppo alto per sentire quello che dicono, per sentire la sua risposta.
Mi manca la sua voce.
La vedo alzarsi dalla sedia. I capelli legati in una crocchia come quella della McGranitt, lancia uno sguardo preoccupato che conosco fin troppo bene nella mia direzione.
Dura pochi istanti.
Miseriaccia, quanto è bella con quell’espressione accigliata.
Distolgo lo sguardo. Non posso farmi scoprire. Taccio, ma dentro vorrei urlare e correre ad abbracciarla.
Ma so che lei non mi accetterà.
 Mi lancerà sicuramente un’altra scarica di canarini furenti e i loro morsi si uniranno alle tante cicatrici che i precedenti mi hanno lasciato sulle braccia.
Quando ritrovo il coraggio di guardare nella loro direzione mi accorgo con rammarico che sono sparite entrambe.
 Vorrei essere andato con loro.
Lavanda continua ad abbracciarmi “Amorino mio?”
Odio quando mi chiama così.
“Che ne dici se oggi pomeriggio studiamo insieme trasfigurazione?”
“Certo, tesoruccio mio”
Perché non sei lei?
Sposta le braccia dal mio petto al collo, per baciarmi.
 Ormai conosco la prassi.
Questi baci non hanno più alcun sapore per me, non hanno più la stessa passione che ci mettevo prima.
Chiudo gli occhi e il volto di Lavanda cambia nella mia mente, il suo posto lo prende quello di Hermione e ricomincio a trovare la stessa voglia di approfondire quel contatto, di sentire le sue labbra premere contro le mie, di giocare con la sua lingua come se fosse tutto un qualcosa di nuovo, da scoprire. Come se quelle labbra non avessero più il sapore acre della vendetta.
Da come mi stringe capisco che lei ne è felice.
I miei muscoli si irrigidiscono e provo l’istinto di piangere per la rabbia.
Mi odio.
Come posso essere così vigliacco?
Se Lavanda fosse una persona diversa potrei lasciarla; se fosse malvagia, bugiarda avrei la spinta per porre fine a questa farsa. Ma lei è buona e bella ed è talmente cieca da continuare ad amarmi quando lo vedono tutti che io non provo più nulla per lei.
Non so se abbia mai provato nulla per lei.
L’unico bugiardo qui sono io.
Sono solo io…
 
 
… e mi odio.
 
 

N.D.A. Questa sarà sicuramente l'ennesima storia su questo triangolo amoroso di cui non sentivate sicuramente l'importanza, ma se siete arrivati qui vi ringrazio infinitivamente per la pazienza. Era da tanto che non scrivevo solo per me (intendo, non per qualche contest) e ultimamente sono rientrata in fissa con la mia OTP, ovvero Ron e Hermione, volendo affrontare la psiche di Weasley e non volendo far ricadere la colpa di tutto su Lavanda facendola sembrare una gallina starnazzante come ho avuto modo di leggere in altre ff (che poi, ci starebbe anche, ma abbiamo un pò di pietà per lei).
Grazie per l'attenzione,

fra_eater
  
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