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Autore: gamberosolitario    04/02/2018    0 recensioni
La mia è una fiaba fantasy, con degli speciali cavalieri come protagonistiti.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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I tempi dei Regni, di maghi, di draghi, di prodigi e soprattutto di cavalieri sono finiti. La tecnologia ha cambiato radicalmente il mondo, non c'è più spazio per la magia ed i miracoli.

Anche se, a volte, dei cavalieri votati al bene del loro Paese possono sempre ritornare.

 

2015 d.c.

{C}

1.RAPIMENTO

Arthur non vedeva la luce da due giorni. Era rimasto chiuso in quello stanzino buio per ben due giorni, meno male che c'era un bagno all'interno per i bisogni e due volte a giorno gli portavano un vassoio con qualcosa da mangiare. Un tizio vestito di nero con una mascherina sulla faccia apriva la porta, entrava e posava il vassoio sul tavolo in mezzo alla stanza, poi usciva di nuovo, e sarebbe tornato poco dopo a prendersi il vassoio. Arthur non lo avrebbe potuto fermare in nessun caso, dopotutto aveva 9 anni e ne dimostrava anche meno. Come si era trovato in quella situazione non lo avrebbe saputo dire nemmeno lui, fino ad una settimana prima era ancora a casa con i suoi genitori, poi un giorno quando era uscito da scuola lo avevano buttato in un furgone e l'avevano rapito. In questi pochi giorni lo avevano portato in più parti della città e mai aveva visto il viso di qualcuno di loro. Tre giorni prima lo avevano sottoposto perfino a delle visite mediche e poi gli avevano fatto anche tante domande sulla sua famiglia e i suoi parenti. All'inizio, era davvero molto intimorito, ma adesso pare che si stesse abituando a questa situazione pazzesca, l'unica cosa che lo scoraggiava davvero era il pensiero di non vedere più i suoi genitori. Ogni ora che passava, lui pregava il cielo di tornare dalla sua famiglia, sperava che le cose si stimassero, che alla fine lo liberassero o qualcuno lo venisse a salvare.

La mattina del quinto giorno degli strani rumori e delle urla lo avevano svegliato prima del tempo. Dopo pochi attimi, aveva sentito chiaramente dei colpi di arma da fuoco, sia di fucili che di pistole. Perciò, si era spaventato parecchio e si era nascosto sotto il piccolo letto dove dormiva. Poi, era iniziato un breve periodo di silenzio e la porta si era aperta, una luce si era accesa ed una voce lo aveva salutato - "Ciao Arthur, io sono Alex."

L'uomo che ora aveva davanti non lo aveva mai visto, era alto e snello, aveva un completo giacca-pantalone beige che sembrava costoso, con un maglioncino nero sotto, aveva dei capelli sul biondiccio alzati con un po' di cera, delle orecchie affilate, degli occhiali da sole neri ed un sorriso da uomo molto sicuro di sé  stesso. E portava due pistole, una ancora in una mano, mentre l'altra l'aveva già nascosta in una fondina sotto la giacca. Non sembrava avere una faccia tanto raccomandabile, ma dopotutto lo aveva salvato, forse era lui il suo angelo custode.

"Piccolo, segui lo zio Alex che ti porta in un posto sicuro."

Dietro il suo corpo, c'erano sei cadaveri.

Due ore dopo, lo aveva portato in uno scantinato di una casa che pareva abbandonata. C'era una porta segreta, quando Alex l'aveva aperta era comparso un corridoio che avevano percorso entrambi fino ad arrivare ad un grande stanzone ammobiliato , e dove c'era un altro tizio. Questo smanettava con un computer che pareva molto grande e potente, qualcosa di completamente fuori luogo in quella stanza. C'era poca illuminazione, una TV accesa in un angolo che non stava guardando nessuno, un divano di fronte alla TV, due letti, un tavolo con due sedie, un frigorifero ed un vecchio scaffale con alcuni libri. Su una parete erano attaccate tutte una serie di armi: vari modelli di pistole e di fucili, addirittura c'era anche un bazooka.

"Arthur, ti presento Harry."

Quell'uomo allora si girava per scrutare il nuovo piccolo arrivato. Questo Harry non doveva arrivare ai trent'anni, era basso e magro, di pelle molto pallida, sembrava che non vedesse un po' di sole da mesi, aveva delle basette molto lunghe, vestiva con un jeans e una canottiera bianca,  era a piedi nudi ed aveva capelli neri corti, con occhi anche loro neri ed accompagnati da delle occhiaie tremende. In più portava degli occhiali da vista con una montatura blu e il suo sguardo sembrava quello di un indagatore.

"Alex, questo cucciolo è..." - aveva chiesto con una certa ansia Harry.

"Si" - aveva risposto Alex.

"Chi siete voi? Perché mi avete portato qui?" - queste domande erano uscite fuori dalla bocca del ragazzino.

Harry, allora, aveva iniziato a parlare - "Arthur, è bene che tu sappia alcune cose. I tipi che ti hanno rapito fanno parte della Camelot, un'organizzazione che da molti anni ha preso potere in questa città. Sono dei tipi molto pericolosi  e sono anche i nostri nemici, miei e di Alex. Ora anche i tuoi. Il motivo del tuo rapimento è da collegare ad un manufatto che questi tipi hanno trovato recentemente e vogliono usare nei modi peggiori. Il nome in codice che è stato dato a questo oggetto è: Spirito Santo."

Quella sera, nel grattacielo più alto della città, l'Excalibur, al piano più alto, ovvero il 100°, c'era il capo della Camelot, in una grande sala, seduto sul suo divano, con una bellissima bruna che gli versava da bere nel bicchiere. Lui è Maxim, ha 44 anni, ormai è quasi completamente calvo, ha un po' di pancia eppure è l'uomo più potente della città. Da poco era stato informato della liberazione del piccolo e attraverso le telecamere i suoi uomini avevano riconosciuto il tipo che lo aveva salvato. Dopo qualche ricerca, era venuto fuori che questo tizio si chiamava Alexander Ward, aveva 36 anni ed era stato 12 anni nell'Esercito ed aveva servito per parecchio tempo anche nei Berretti Verdi con cui aveva svolto diverse missioni nel Medio-Oriente, era un sergente prima che si congedasse per poi scomparire completamente dalla circolazione. Pare che il suo curriculum militare fosse qualcosa al di fuori del comune.

 

2.EXCALIBUR

Nello stanzone, intanto, dormiva solo Arthur mentre Harry continuava a smanettare vicino al computer e Alex, dopo essersi tolto gli occhiali, stava guardando alla TV una partita di Poker, quando poi Harry si era alzato urlando trionfante. Arthur si era svegliato immediatamente mentre Alex aveva spento la TV, si era rimesso gli occhiali da sole e gli si era avvicinato.

"Sono riuscito ad entrare dentro i loro computer, ora so dove si trova lo Spirito Santo. Lo stavo cercando da mesi, in questo momento si trova al 95° piano dell'Excalibur ed è ben sorvegliato." - disse Harry.

Alex: "Questa è la nostra occasione, dovremmo approfittare della notte che ci accompagnerà ancora per alcune ore. Dobbiamo prepararci immediatamente."

Arthur: "E io che farò?"

Alex: "Tu verrai con noi, tu non lo sai ma hai qualcosa di speciale che può salvarci tutti."

Arthur: "Io non ho niente, non voglio vedere più gente morta, non voglio morire, voglio la mia famiglia...."

Arthur aveva iniziato a piangere forte. Harry lo aveva preso per le spalle e si era abbassato lui stesso per guardarlo negli occhi - "Arthur lo so che vorresti tornare a casa, dalla tua famiglia, ma qui sono in gioco cose più grandi di tutti noi. Tu sei qui con noi perché servi per uno scopo speciale. Perciò, se potessimo evitare di portarti a rischiare la vita l'avremmo fatto, ma non possiamo farne davvero a meno, tu ci servirai davvero in quel grattacielo. Per quanto riguarda di morti, certo ne vedrai ancora parecchie, ma non temere di morire perché io e Alex ti proteggeremo a tutti i costi."

Arthur: "Siete soltanto in due, non riuscirete a proteggermi in nessun modo."

Alex: "Noi siamo solo due ma siamo molto forti. E poi non è vero che siamo solo due, abbiamo altri amici."

Un'ora dopo, tutti e tre erano sotto al grattacielo, in un vicolo buio e deserto, erano le tre del mattino, all'interno non doveva esserci nessun impiegato innocente, a quell'ora lavoravano all'interno del grattacielo solo i membri della Camelot, quindi Alex a breve si sarebbe potuto dare di nuovo alla pazza gioia con le sue due pistole. Alex e Harry si erano cambiati d'abito, ora indossavano delle tute mimetiche, quella del primo era più chiara mentre quella del secondo era più scura. Harry portava ancora i suoi occhiali e portava con una mano una grande e pesante valigetta. Alex si era portato le pistole della volta scorsa, solo che stavolta erano silenziate, stranamente portava ancora i suoi occhiali scuri.

Harry: "Allora, io vado. Alex tu sai già dove andare, a breve ci risentiremo. Attento al cucciolo."

Detto questo, Harry scomparve in un altro vicolo buio. Arthur non aveva capito cosa era andato a fare Harry e nemmeno lo aveva voluto chiedere. Intanto, Alex lo aveva portato dritto per il vicolo, poi sopra il tetto di una casa e infine dentro un condotto di ventilazione che portava dentro il grattacielo. Dopo un po' di tempo erano usciti al 4° piano che era moderatamente illuminato e sorvegliato. Alex aveva lasciato il piccolo nel condotto e con una certa rapidità e con pochissimo rumore aveva fatto fuori 3 guardie. Poi, aveva ricevuto una chiamata da Harry che lo aveva informato di aver "pulito" completamente il 48° piano, per cui aveva preso Arthur ed erano saliti con l'ascensore al 48°, dove avevano trovato una ventina di guardie a terra morte. La domanda di Arthur fu - "Ma come ha fatto?"

Fuori, in un altro grattacielo, in una stanza buia c'era Harry appoggiato su un tavolo con un fucile di precisione più lungo del normale, e con un grosso silenziatore, che puntava fuori da una finestra in direzione dell'Excalibur.

Nell'ultimo piano dell'Excalibur, Maxim stava affacciato ad un balcone e pensava a quello che gli avevano detto da poco i suoi uomini. Dopo aver fatto altre ricerche su Alexander Ward, era venuto fuori un altro tipo, si chiamava Harry Nelson. Quest'uomo aveva 29 anni ed era stato nei Marine per 6 anni, era diventato tiratore scelto ed aveva svolto diverse missioni in Africa. Poco prima che si congedasse gli avevano fatto fare il test del QI ed il risultato era stato 140. Dopo essersi congedato pareva avesse smesso con le armi da fuoco per dedicarsi esclusivamente alla pirateria informatica, quando poi una banda di mafiosi gli aveva fatto saltare in aria la casa. Lui era sopravvissuto e poco tempo dopo aveva fatto fuori tutti i membri di quella banda, che erano una cinquantina, praticamente da solo, ma l'incredibile era che li aveva uccisi tutti con un fucile da precisione da distanze impossibili e senza che si fosse sentito alcun sparo. Dopo quelle vicende erano cominciate a nascere delle voci che dicevano che quel tizio avesse un fucile di precisione unico al mondo, il migliore e più avanzato di tutti.

 

Alex e Arthur, intanto, erano saliti fino al 61° piano con delle scale di servizio che non erano sorvegliate da nessuno, una volta arrivati al piano, Alex come sempre si era avviato con le sue due pistole per il piano poco illuminato da solo, per poi tornare poco dopo aver "pulito", facendo un cenno di venire avanti ad Arthur. In una stanza lì vicino, c'erano 6 guardie che giacevano morte. E in quella stessa stanza c'era una porta d'acciaio che dava su un'altra stanza, si trattava di una cella.

Alex: "Si trova rinchiuso qui, allora."

Arthur: "Chi si trova rinchiuso qui?"

Alex: "Ora vedrai."

Dopo di ciò, Alex si era avvicinato ad un computer là vicino ed aveva inserito una password che, dopo pochi attimi, aveva aperto la porta, facendo emergere un omone di quasi due metri.

Alex:" Ciao, George."

George: "Perché ci avete messo così tanto? Sono da giorni chiuso lì dentro."

George aveva 41 anni ed era una montagna di muscoli alta un metro e novantacinque. Era calvo e portava dei folti baffi. Vestiva una maglietta nera senza maniche che faceva risaltare ancora di più i suoi muscoli sopra un pantalone pure nero. Quello che Arthur non poteva sapere era che il nome completo di quell'uomo era George Bailey ed era stato 9 anni nei Ranger, in seguito dopo essersi congedato si era dato agli studi e pochi anni dopo era diventato professore di storia e archeologia ad un'Università. Fino a quando non era stato rapito dai membri della Camelot.

George: "Allora, è lui...".

Si era chiesto l'omone guardando Arthur che, stranamente, non aveva avuto nessun segno di paura davanti a quella montagna.

Alex: "Al 95° piano c'è lo Spirito Santo, noi stiamo andando a prenderlo, Harry nei prossimi piani non potrà coprirci, dovremo vedercela da soli."

E, mentre Alex parlava, aveva raccolto un fucile e lo aveva passato a George che lo aveva prima esaminato e poi caricato. Nelle sue mani pareva un giocattolo.

 

3.ULTIMI PIANI

Poco dopo, i tre erano di nuovo a salire per le scale di servizio, non trovando nessuna resistenza. Arrivati all'84° piano avevano notato che non era formato da stanze ma da una sola grande sala, e mancava completamente la luce, quando all'improvviso tutte le luci si erano accese e dal nulla erano comparse delle guardie armate di tutto punto. Erano comparsi una quarantina di uomini che avevano cominciato a sparare con tutto quello che avevano. George aveva preso Arthur e lo aveva nascosto dietro una colonna di pietra mentre lui si era messo in ginocchio a sparare. Ma il più incredibile era stato Alex, che aveva cacciato fuori le sue due pistole silenziate e con una scaltrezza, una velocità ed una mira prodigiosa riusciva a far fuori diversi nemici, mentre nessuno pareva riuscire a colpire lui. Ma, dopo un po', anche Alex si era dovuto mettere a riparo dietro una colonna lì vicino, doveva caricare e dai suoi modi pareva sapere anche lui che quegli uomini erano troppi anche per lui.

Quando, all'improvviso, da una vetrata era comparso un elicottero rosso, un grossissimo elicottero di un tipo mai visto prima, certamente un tipo che non faceva pensare a niente di buono e, infatti, pochi attimi dopo l'elicottero aveva iniziato a sparare raffica sulle guardie attraverso la vetrata.

Alex: "Meno male, è arrivato Michael."

Arthur: "Michael?"

George: "Presto lo conoscerai."

Intanto, le guardie stavano morendo tutte, nessuna riusciva a rispondere al fuoco dell'elicottero, quando poi lo stesso elicottero aveva lanciato un missile, dopo una grande esplosione erano morte tutte le guardie e l'elicottero era scomparso di nuovo.

Arthur era ancora mezzo intontito dall'esplosione, George infatti l'aveva preso e se l'era messo su una spalla mentre, insieme ad Alex, avevano ripreso a salire per le scale. Ora sapevano che la Camelot era a conoscenza della loro presenza, sapevano che stavano salendo.

Mentre salivano gli ultimi piani, avevano trovato qualche resistenza, tipo uno che aveva cercato di attaccare George con un coltello e si era trovato poco dopo lanciato nel vuoto da una finestra, mentre altri due avevano cercato di prendere di sorpresa Alex ma erano finiti tutti e due bucati come un groviera. Arthur era ormai stanchissimo di quella salita, ormai ce la faceva a malapena a camminare, anche se gli ultimi piani lo aveva portato per la maggior parte George, il 95° piano si avvicinava e così anche il mattino.

Nell'ultimo piano, alcune guardie avevano trovato il loro capo Maxim con la gola recisa e, non facevano in tempo ad uscire fuori dalla stanza, che una grande esplosione non li investì uccidendoli sul colpo.

Al 95° c'erano ancora una ventina di guardie. Alex con i suoi ultimi proiettili faceva fuori quattro uomini, poi rubava un fucile da terra ad un cadavere ed iniziava delle nuove raffiche. Un tipo si era avvicinato abbastanza e stava per sparare ad Arthur, quando George si mise di mezzo e si prese lui il colpo in una spalla. Per Arthur, quel George era molto più buono di quello che sembrava e questa  volta gli aveva letteralmente salvato la vita.

Un tipo in mezzo alla sala portava nelle mani qualcosa di indefinito, un qualcosa che era coperto da un mantello nero. Dopo di che, il tizio scappava per i piani superiori.

Alex: "Dannazione, quel tipo ha lo Spirito Santo, non possiamo perdere altro tempo."

E dopo aver detto ciò Alex uscì fuori dal suo riparo con il suo fucile  e, mentre sparava, si dirigeva verso le guardie che erano rimaste. Due-tre colpi di pistola lo colpivano di striscio mentre lui, con la sua solita velocità e mira, faceva fuori le ultime guardie che erano rimaste. Per Arthur, Alex doveva essere un genio delle armi da fuoco, nemmeno nei film aveva visto fare agli attori quello che faceva Alex nella realtà. Ora dovevano salire ancora.

 

Il tipo con lo Spirito Santo si stava dirigendo sul tetto dove si erano raccolte altre guardie, per la festa finale. Mentre i tre salivano gli ultimi piani,  Alex caricava il suo fucile e George, nonostante la ferita, con una mano portava il suo fucile mentre con l'altra teneva il piccolo stretto a sé. Arrivati sul tetto, c'era di nuovo l'elicottero di prima ad eliminare tutte le guardie che erano rimaste. Mentre Alex, George e Arthur erano concentrati sullo spettacolo di fuoco che stava creando l'elicottero, una guardia era riuscita ad avvicinarsi a loro da dietro e stava per sparare quando venne uccisa,  a sua volta, da un'altra persona comparsa dal nulla.

I tre si giravano e davanti a loro vi era una donna molto giovane, di una bellezza diabolica e conturbante, aveva una pelle bianca come la luna che aveva dietro le spalle e i suoi capelli neri s'intonavano con i suoi occhi, portava un piccolo vestito rosso che mostrava nudo la maggior parte del suo corpo. Nelle sue mani portava un coltello insanguinato e la sua espressione era molto fredda, pareva un tipo di persona che non avesse rimorsi, forse non ne provava proprio di emozioni.

Alex: "Ginevra, hai svolto la tua missione allora?"

Ginevra: "Maxim è morto..."

Dalla bocca della ragazza, le parole uscivano ancora più fredde della sua espressione, pareva quasi un fantasma. Il suo nome completo era Ginevra Myers, aveva 24 anni e non si sapeva niente della sua vita, tranne che avesse ucciso molte persone e che per alcuni anni fosse stata rinchiusa in un manicomio.

Il tizio che portava lo Spirito Santo, intanto, faceva come per buttare il manufatto da sopra il tetto per non consegnarlo a nessuno. Ma esattamente prima che il manufatto volasse in aria, un'energia mistica lo aveva attirato ad Arthur. Il piccolo d'improvviso si era trovato quel manufatto tra le mani senza sapere come, quindi gli aveva levato il mantello e tra le mani si era trovato una spada bianca brillante, tanto grande per lui che si meravigliò subito di come riuscisse a tenerla alzata senza problemi.

George: "Allora, era vero, Arhtur è l'incarnazione del Cavaliere Bianco."

Il tizio che aveva provato a lanciare dal tetto la spada si era trovato con la gola recisa dal coltello di Ginevra. Intanto, tutti gli altri avevano cominciato ad avvicinarsi ad Arthur ed alla sua spada magica.

L'elicottero che prima aveva pulito tutto il tetto praticamente da solo atterrò sul tetto e ne uscì un uomo alto e muscoloso, che dalla pelle sembrava un latino-americano, completamente pelato, con una giacca rossa da cui uscivano fuori due braccia muscolose ed il tatuaggio della testa di un drago su una spalla. Michael Cruz aveva 39 anni era stato 4 anni nell'Esercito, durante i quali si era distinto come pilota di molti mezzi, come elicotteri, aerei, carri armati, ecc. Dopo congedato, si era dedicato a molte arti marziali nelle quali sembrava eccellere e aveva vinto innumerevoli combattimenti in varie leghe e in vari Paesi del mondo. La sua presenza metteva soggezione, se George aveva solo la forza questo tipo dava l'dea di avere qualcosa in più di un po' di muscoli.

Intanto, erano arrivati altri due tipi sul tetto. Uno era Harry con il suo lungo fucile mentre l'altro era sconosciuto ad Arthur e pareva disarmato.

 

Si trattava di Herman Price, aveva 32 anni e portava abiti di una certa foggia. A coprirlo era un grande cappotto giallo. Oltre a ciò, era di bellissimo aspetto, e i suoi capelli erano lunghi e perciò riuniti in un codino ben sistemato. Faceva parte di una famiglia molto ricca e potente, lui stesso era famoso come genio della finanza.

Herman: "Bene, bene, la nostra missione è compiuta. Arthur io sono Herman e sono quello che ha finanziato quest'operazione. Tempo fa esisteva una leggenda che parlava di 7 Cavalieri, quei Cavalieri siamo noi, o meglio siamo i loro discendenti. Oggi abbiamo sistemato una parte consistente della Camelot, ma c'è ne sono ancora di membri in città. Certo, ora abbiamo anche il Cavaliere Bianco e la sua spada ad aiutarci. Comunque, Arthur è ora che tu ci conosca davvero. Io sono il Cavaliere Giallo."

George: "Cavaliere Grigio."

Harry: "Cavaliere Blu."

Ginevra: "Cavaliere Nero."

Michael: "Cavaliere Rosso."

Alex, levandosi gli occhiali da sole e mostrò degli occhi di un verde molto intenso - "Cavaliere Verde."

Arthur: "Cavaliere Bianco, vi nomino miei cavalieri."

La spada creò una luce tanto luminosa da intimidire il sole che stava nascendo.

 

THE END

 

   
 
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