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Autore: DirceMichelaRivetti    04/02/2018    1 recensioni
Questa fanfic è il seguito della mia "Galahad" dove ho raccontato come ho immaginato i primi 500 anni di vita di Jenkins, almeno nei punti più salienti (Tavola Rotonda, Carlo Magno, Anno Mille) e di come si sia evoluto il suo rapporto con il padre (Lancillotto), la Biblioteca e il Lago.
Questa fanfic è ambientata durante il periodo della serie. Troverete alcuni missing moments per ricollegare il Jenkins che conosciamo dalla televisione al background che ho creato per lui.
Si scoprirà presto che il DOSA non è l'unica associazione governativa nata dopo che il ritorno della magia ha provocato vari fenomeni che hanno attirato l'attenzione di non poche persone.
A Brocelandia iniziano ad esserci problemi e aperte ostilità verso gli uomini comuni.
In tutto ciò non saranno estranei né la Cofraternita del Serpente, né il Lago.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dulaque, Nuovo personaggio, Signor Jenkins, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell’Autrice

Ohilà a tutti ^___^   Mi scuso per la lunga assenza, ma ho aperto un blog (La soffitta del Bardo) e ho dedicato molte delle mie energie in esso.

Dopo aver visto gli ultimi episodi della IV stagione ed essermi esaltata e aver poi sofferto (chi ha visto sa perché mentre agli altri non faccio spoiler), ho deciso di riprendere questa fan fiction. Mi sono affrettata a stendere questo secondo capitolo. Adesso attenderò il finale di stagione e deciderò come proseguire.

Intanto vi lascio in compagnia di alcune riflessioni/missing moments di Jenkins dalle stagioni II e III

 

Buona lettura ^____^

 

 

 

Stagione II, episodio 04

 

Il Lago era più che mai attivo e lui non ne aveva saputo nulla poiché, al contrario di Viviana, non si era tenuto al passo coi tempi. A quanto avevano scoperto, il Lago si presentava come un’associazione esoterico-scientifica molto attiva in rete e che cercava nei forum candidate idonee per entrare nelle loro fila.

Perché? Come mai stavano reclutando?

Viviana voleva forse creare un esercito di maghe che consideravano la magia nient’altro che un insieme di formule e numeri come una qualsiasi arida scienza, senza comprenderne gli aspetti filosofici e spirituali che la rendevano un modo di esistere. Era stata Melissa a spiegargli come la magia non fosse uno strumento ma una scelta di vita.

La Dama del Lago, invece, così come la maggior parte delle persone, la riteneva solo uno strumento per piegare la realtà ai propri desideri, una tecnica di cui impadronirsi e non un’essenza che altera la natura delle persone e che le domina se non è essa stessa dominata.

Anche la signorina Cillian apparteneva a quella categoria di persone che non comprendono che cosa sia davvero la magia e questo lo preoccupava.

Quando aveva saputo che Viviana l’aveva contattata … beh, dire che non ne era stato felice sarebbe stato un eufemismo. La Dama era astuta: trovare la bibliotecaria più affine alla magia, mostrarle potenzialità inaspettate, concederle qualche conoscenza, illudendola di acquisire poteri smisurati, per poi usarla contro la Biblioteca.

Era certo che il piano del Lago fosse quello.

Cassandra aveva rifiutato di unirsi al Lago, o così lei aveva dichiarato, ma non aveva poi voluto ascoltarlo. Lo aveva accusato di essere un vigliacco, trattandolo come se fosse un oscurantista.

Lei non aveva idea di tutto ciò che aveva causato la magia nel corso di migliaia di anni, non conosceva affatto Viviana … e si ostinava a non ascoltarlo.

Un tempo gli anziani erano tenuti in altissima considerazione, ora questi giovani credevano di conoscere ogni cosa, di avere una visione chiara del mondo e di poter agire di testa propria, ignorando la sapienza e la saggezza altrui.

Se solo avesse potuto rivelare la verità alla signorina Cillian, dirle quanto lui fosse addentro a quelle questioni, come lui conoscesse Viviana. Per un attimo era stato tentato di esclamare: “Quella è mia nonna, dannazione! So cosa pensa e come si comporta molto più di lei che le ha parlato cinque minuti.”
Si era però trattenuto, evitava sempre di andare in escandescenze, sebbene fosse stato tentato svariate volte in quegli ultimi mesi.

Pazienza, non poteva fare altro che portare pazienza e andare avanti, al servizio della Biblioteca.

 

Stagione II, episodio 5

 

La Biblioteca aveva rischiato il collasso.

Per settimane aveva temuto fosse stata colpa sua. Aveva creduto di non essere all’altezza di Judson … in fondo lui non era un Bibliotecario era solo una sorta di custode.

Aveva pensato che la Biblioteca non lo rispettasse e lui si era tanto indaffarato per rimediare. In fondo lui era nato per quel luogo e non riusciva a capire perché le stanze si spostassero e gli artefatti sparissero.

Alla fine non era stata colpa sua: l’essenza della Biblioteca, la sua identità, si era slegata dall’edificio e il signor Carsen aveva risolto tutto.

In quei drammatici momenti di incertezza, mentre la Biblioteca stava morendo e le luci si spegnevano pian, piano, era stato costretto ad ammettere di essere un immortale. Aveva creduto che sarebbe morto, era stato pronto a sacrificarsi per la Biblioteca, aveva pensato che non ci sarebbe stato nulla di male nel dire la verità.

Poi si era tutto risolto per il meglio. Ora tutto il personale della Biblioteca sapeva che lui era immortale. Adesso poteva rivelare di essere Galahad, poteva apertamente raccontare le proprie esperienze e sottolineare il fatto che i suoi millecinquecento anni di vita sul campo lo rendevano sufficientemente consapevole di come funzionavano le cose nel mondo del sovrannaturale.

Sarebbe bastato ad aumentare la sua autorità su quei giovani impulsivi? Avrebbero finalmente dato ascolto alle sue parole?

Solo il tempo lo avrebbe potuto dire.

 

Stagione II, episodio 07

 

Rivedere Dorian Gray aveva suscitato molte e confuse emozioni nell’animo di Jenkins.

In quel periodo, nella seconda metà dell’Ottocento, si era gettato totalmente, anima e corpo, nel lavoro per la Biblioteca. Era stato il suo modo di reagire alla separazione con Melissa.

Rincontrare Dorian gli aveva fatto ricordare il periodo in cui combatteva strenuamente decine di incoscienti occultisti, sparsi per tutta Europa e gli Stati Uniti. Il culmine era stato nel primo quarto del XX secolo, quando aveva dato la caccia ad Aleister Crowley, riuscendo ad allontanarlo dal vecchio continente troppo tardi, quando ormai la sua malvagità e la sua promessa di sangue ai demoni infernali avevano già provocato la Prima Guerra Mondiale. Ancora una volta gli sforzi di Galahad erano stati vanificati ed era stato sparso il sangue di decine di milioni di persone.

Prima l’influenza spagnola e poi la Grande Guerra erano stato l’ennesimo risultato della magia usata in maniera sconsiderata e che le azioni e le decisioni del cavaliere non avevano potuto fermare. Quegli ultimi fallimenti erano stati ciò che avevano spinto Galahad a diventare semplicemente Jenkins, a rinunciare alla lotta e chiudersi nell’annesso di Portland a studiare.

Dorian Gray, però, non gli aveva fatto tornare in mente le lotte bensì il motivo per cui ci si era gettato a capofitto.

Correva l’anno 1849, quando un giorno Melissa lo aveva preso da parte e lo aveva informato che aveva intenzione di andarsene. Era stato come un fulmine a ciel sereno per lui. Sì, l’aveva vista sovrappensiero e nervosa negli ultimi tempi, ma non si aspettava una simile decisione. Aveva creduto si trattasse di una fase di melanconia come altre volte, invece la situazione era più grave e lui non se ne era accorto. Si era sentito in colpa: come aveva potuto non accorgersi che la sua amata era arrivata al culmine della sopportazione?

L’aveva supplicata di rimanere e di spiegargli che cosa l’aveva spinta a quella decisione: voleva rimediare.

Melissa gli aveva risposto che sentiva che la Biblioteca non fosse più il posto adatto a lei e che doveva pensare alle creature fatate che sempre più soffrivano a causa della mancanza di magia. Aveva deciso di tornare a Brocelandia. Lui aveva detto che l’avrebbe seguita, ma la Maga glielo aveva impedito: gli aveva detto che lui apparteneva alla Biblioteca e i secoli passati avevano dimostrato che lui non poteva stare lontano da quel luogo, nemmeno volendo, per quanto le sue decisioni lo avessero portato altrove, alla fine era sempre stato riportato alla Biblioteca.

Era vero: c’era sempre stato qualcosa che lo aveva riportato tra quelle mura, un’energia inesplicabile, forse il destino.

Si era convinto, alla fine, che non avrebbe mai potuto abbandonare la Biblioteca e dunque opporsi a questo sarebbe stato inutile e forse dannoso.

Così, dopo oltre 1300 anni trascorsi assieme, Galahad e Melissa si erano separati e non si erano visti mai più.

Il cavaliere rivolgeva a lei almeno un pensiero ogni giorno, ma non aveva più osato contattarla.

 

Stagione III, episodio 08

 

Jenkins era rimasto basito, quando la signorina Cillian aveva espresso il suo desiderio di avere un appuntamento con lui.

Era stato imbarazzante e sorprendente. Non aveva mai pensato di potersi affezionare o legare a una donna che non fosse Melissa: non gli interessava.

La signorina Cillian era sempre stata molto gentile e premurosa. A parte la discussione a proposito del Laga, non era mai stata un problema in Biblioteca e, anzi, era sicuramente la più coscienziosa tra gli ultimi arrivati e aveva dimostrato di voler apprendere molte cose.

Sì, c’era qualcosa in lei che gli suscitava tenerezza e dolcezza. Non di rado la chiamava per nome: Cassandra.

Sì, si sentiva molto affezionato a lei, si preoccupava per lei più che per gli altri, però questo non significava che ne fosse innamorato. No. Si sentiva piuttosto come un padre … o forse era più adatto dire un nonno. Non si sentiva un semplice mentore per la giovane, ma non poteva certo affermare che quel che lei gli suscitasse fosse amore. Almeno non l’amore romantico, non quello che lo aveva legato a Melissa, senza mai farlo stancare di lei.

Vedeva in Cassandra una giovane radiosa, capace di portare allegria e vivacità … Sì, lei era stata una ventata di aria fresca che era stata in grado di ritrovare la voglia di agire e di vivere.

Sicuramente aveva impiegato molto più tempo ad accettare i nuovi bibliotecari, se non ci fosse stata lei.

Non poteva negare che la signorina Cillian fosse speciale e si fosse guadagnata il suo affetto più degli altri ma ciò non era stato certo sufficiente a fargli dimenticare Melissa. No, non c’era possibilità che Cassandra potesse scalzare la Maga del suo cuore.

Aveva risposto alla giovane che lui era un cavaliere e che il suo amore era consacrato ad una sola dama e non poteva essere indirizzato ad altri.

Lo aveva detto con grande decisione ma si domandò se corrispondesse alla verità. Per la prima volta in tutta la sua vita, si domandò se l’amore per Melissa fosse ancora vivo.

Aveva detto a Cassandra che la sua donna amata aveva preferito un altro a lui. Non aveva esattamente mentito. Lui non sapeva perché la Maga se ne fosse andata ma fin da subito aveva come trovato conforto nel credere che lei si fosse innamorata di un altro uomo e a causa di ciò lo aveva lasciato. Non aveva né prove, né indizi ma si era convinto fosse così: si sentiva meno in colpa per averla delusa e lo faceva sperare che lei fosse felice.

 

Stagione III, episodio 09

 

Charlene se ne era andata per sempre. Lui stesso aveva celebrato il rituale che le aveva permesso di passare oltre lo specchio.

Aveva tentato di convincerla a rinunciare, a rimanere ancora con lui. Da secoli, ormai, non la chiamava più Elaine, pur tuttavia lei rimaneva sua madre. La sua dolce madre che lo aveva cresciuto e che tanto aveva contribuito a renderlo l’uomo che era diventato.

Tutti la consideravano come Guardiana audace, intrepida, sempre combattiva e autoritaria. Feroce e implacabile erano gli aggettivi che più spesso le affibbiavano. Lui, invece, non l’aveva mai vista in quel modo, non così drasticamente, almeno.

Aveva provato a trattenerla, ma lei aveva preferito raggiungere Yahuda, anziché rimanere con lui, suo figlio.

Ora non restava che lui di immortale in quella Biblioteca, solo lui ne conosceva ogni recesso, ogni segreto e tradizione. Era rimasto solo lui, il Custode della Biblioteca, a conoscere come gestire quel luogo e conservarne i metodi e la missione. Avrebbe trasmesso tutto al signor Carsen, dopo la cerimonia del Suggello. Ora che non c’erano più né il Primo Bibliotecario né la Prima Guardiana a tenere ancorata la Biblioteca, era necessario trovare qualcun altro che fungesse da suggello e Flynn Carsen era senza dubbio la persona più adatta.

Sarebbero cambiate molte cose, un’epoca si era appena chiusa e una nuova si stava aprendo.

Quale sarebbe stato il suo ruolo in tutto ciò?

   
 
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