Anime & Manga > Uta no Prince-sama
Ricorda la storia  |      
Autore: Rinalamisteriosa    05/02/2018    1 recensioni
[Velata Natsuki/Kaoru, a interpretazione personale]
«Non c’è problema! Posso impastare facilmente dei biscotti con quello che hai, se mi ci metto so essere un vero mago in cucina. Vorrei proporti anche un rimedio superefficace che preparava mia nonna, quando da piccolo non mi sentivo tanto bene. Allora? Che ne pensi?».
Il tono vivace e il naturale candore con il quale Natsuki si offrì di compiere queste azioni altruiste per lui, fece quasi aumentare esponenzialmente i battiti del cuore a Kaoru. Si tenne con una mano al bancone della cucina per non cascare a terra, ma no, non aveva quel batticuore per un sentimento d’amore nei confronti dell’altro, era più un brutto presentimento.

{Questa storia partecipa al “Flu&Fluff” a cura di Fanwriter.it!}
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Kurusu, Natsuki/Satsuki Shinomiya
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Iniziativa: Questa storia partecipa al “Flu&Fluff” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 2259

Prompt: 13. A si è beccato un raffreddore e B propone il vecchio rimedio della nonna (sarà realmente efficace?)

Titolo: Un rimedio al gusto di menta e tè

_____

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsuki Shinomiya si era ritrovato, con suo grande gaudio e con sollievo immediato, ad avere una giornata libera e quale modo migliore di sfruttarla se non andando a fare una visita a sorpresa a Kao-chan?

Era passato qualche mese da quando era stata organizzata la “Shining Treasure Hunt” e dall’ultima volta che l’aveva salutato: il povero Kaoru Kurusu era andato via zoppicante a causa di una caduta non voluta durante la prima tappa affrontata dalla sua squadra, squadra che fra l’altro si era anche aggiudicata la vittoria finale.

Era un peccato che non potesse seguirlo anche Syo-chan a trovare il fratello gemello, ma purtroppo i suoi impegni sul set di una serie televisiva glielo impedivano.

Il taxi si fermò: Natsuki ringraziò con voce squillante il conducente, pagò il prezzo indicato dal tassametro e scese dal veicolo, inspirando felice. L’idol era irriconoscibile grazie all’abbigliamento invernale, completo di sciarpa al collo e berretto di lana calato fino alla fronte, sopra i soliti occhiali da vista. Percorse i pochi metri che lo separavano dal palazzo di dieci piani in cui sapeva che Kaoru occupava un appartamento in affitto e salì fino al settimo piano, bussando alla porta di legno. Sperò che non fosse uscito proprio in quel momento, individuò il bottone del campanello e lo premette due volte. Tempo qualche secondo ed egli udì un colpo di tosse, sommesso e non troppo allarmante, da dentro. Si levò il cappello, preparò il suo sorriso migliore per presentarsi al ragazzo e per rassicurarlo con la sua presenza.

«Natsuki?! Che ci fai qui? Non dirmi che sono invitato a partecipare di nuovo a qualcosa, perché temo di dover declinare l’invito: sono raffreddato», esordì Kaoru con voce nasale, dopo aver aperto la porta, sgranando leggermente gli occhi azzurri e rivelando il naso arrossato dal malanno stagionale, combinato così per averci strofinato innumerevoli fazzolettini di carta. Indossava un pigiama celeste senza decorazioni carine, un paio di scaldapiedi e un plaid violetto sulle spalle. L’aspirante medico si stava riguardando e curando da circa tre giorni, prima di tornare al tirocinio voleva essere sicuro di riprendersi completamente.

«Povero Kao-chan, quanto mi dispiace! Ero venuto qui per una visita a sorpresa, ma se posso rendermi utile e fare qualcosa per te, non esitare a chiedere», garantì nell’immediato, sminuendo il suo sorriso per il dispiacere.

«Ti ringrazio, Natsu. Adesso che sei qui, non mi sembra giusto mandarti via, però tieni le distanze: mi dispiacerebbe contagiarti. Altrimenti come farai con il lavoro?» constatò Kaoru. Mentre Natsuki si toglieva le scarpe e attendeva all’ingresso, il malato si diresse alle finestre e le aprì, con l’intento di far circolare l’aria e far sgombrare eventuali batteri. Chiese gentilmente a Natsuki di avere pazienza e di rimanere fermo per almeno cinque minuti, intanto imbastì l’occorrente per preparare il tè, dal momento che non aveva altro da offrire al suo ospite. Si soffiò il naso gocciolante, si lavò le mani nel lavabo della cucina, pensò che forse poteva disturbarlo e mandarlo al konbini più vicino per acquistare dei biscotti secchi o altro a suo piacimento. Meditò se fosse giusto oppure no scomodarlo, finché Natsuki non si presentò in cucina dicendo che secondo lui i cinque minuti erano passati.

Kaoru si sentì a disagio, fermo nella sua indecisione.

«D’accordo. Scusami tanto, Natsu. Per ringraziarti della visita, sto preparando il tè, anche se non ho nulla con cui accompagnarlo…» spiegò infine, a capo chino, sinceramente abbattuto.

«Non c’è problema! Posso impastare facilmente dei biscotti con quello che hai, se mi ci metto so essere un vero mago in cucina. Vorrei proporti anche un rimedio superefficace che preparava mia nonna, quando da piccolo non mi sentivo tanto bene. Allora? Che ne pensi?».

Il tono vivace e il naturale candore con il quale Natsuki si offrì di compiere queste azioni altruiste per lui, fece quasi aumentare esponenzialmente i battiti del cuore a Kaoru. Si tenne con una mano al bancone della cucina per non cascare a terra, ma no, non aveva quel batticuore per un sentimento d’amore nei confronti dell’altro, era più un brutto presentimento. Sovvenne un preciso ricordo nella sua mente, un ricordo al quale si aggrappò con crescente ansia e preoccupazione. Era legato alla loro infanzia.

 

 

 

*

 

 

 

Era ormai un particolare risaputo che Shinomiya Natsuki adorasse le cose piccole e carine. Questo valeva anche per le persone.

Fin da bambino, le sue premure potevano risultare pesanti, oppure i suoi modi affettuosi celavano in sé, molto in fondo, una vena sadica, una dose di ingenua follia.

 

 

 

«No! Che peccato! Siete stati colpiti dall’influenza, proprio oggi che sono venuto a trovarvi!» appurò il piccolo Natsuki, sinceramente dispiaciuto.

Era passato a far visita ai gemelli Kurusu, però forse aveva scelto il momento peggiore.

«Non è colpa… nostra», replicò pacato Kaoru, disturbato da un colpo di tosse. Pallido e tremante sotto le calde coperte, non aveva una bella cera.

«Uffa, stanotte volevo festeggiare Halloween, invece devo per forza rimanere confinato a letto!» borbottò contrariato Syo, con voce nasale. Tirò su con il nasino arrossato, per poi soffiarselo con un fazzoletto di carta. Tutti quelli usati giacevano, buttati alla rinfusa, sul pavimento intorno a loro.

Sul comodino c’erano due termometri per misurare la temperatura, un cordless nero, due scatole di medicinali, un foglietto con le istruzioni, le gocce per il naso, una bottiglia d’acqua e due bicchieri.

«Tranquilli, rimarrò io a tenervi compagnia! Adesso vado in cucina e vi preparo, tutto da solo, un nuovo dolce che ho scoperto ieri sul libro di cucina della mia mamma: le mele caramellate! Non è un nome carino?» decise senza prima interpellarli in proposito.

Forse perché entrambi erano intontiti dalla febbre, assentirono alla frase dell’amico, non pensando minimamente alle conseguenze di quella momentanea distrazione. Tuttavia, mezz’ora dopo, udirono distintamente dei rumori strani e inquietanti provenire dalla cucina.

«Kaoru? Stiamo pensando alla stessa cosa, vero?» bisbigliò insospettito Syo.

«Non vorrà mica avvelenarci?».

«Ho paura di sì. Mi raccomando, fai finta di mangiare e apprezzare!».

 

 

«Eccole qui, guardate che belle!» esclamò pieno di gioia il bambino occhialuto, rientrando nella stanza e mostrando ai gemellini il contenuto del vassoio. Syo si mise seduto e fissò atterrito quelle… cose. Più che delle mele caramellate, sembravano delle masse informi che non avevano affatto un’aria invitante, farcite di un liquido rosso scuro.

Anche Kaoru le guardò, assottigliando gli occhi celesti perché non riusciva a metterle a fuoco. Allora trasalì e per poco non svenne addosso al gemello. Gli mancavano le forze per fare finta di mangiare e apprezzare, come aveva consigliato Syo.

«Hai avuto un pensiero bello, ti siamo grati, però non credo che quelle mele dolci risolveranno il nostro problema!», rispose lui per entrambi, sforzandosi di essere coraggioso e prudente.

Natsuki posò il vassoio sulla scrivania, con apparente serenità.

«Syo-chan e Kao-chan non si devono preoccupare, sono liberi di prenderle quando vogliono. Sono davvero buone!» assicurò loro, nella parte della mamma comprensiva.

Syo tirò un sospiro di sollievo, ritornando a stendersi accanto al silenzioso fratellino.

«Vado a vedere se la minestrina è pronta. Cosa credete? Ho pensato a tutto io!».

Detto questo, per la seconda volta, il bambino uscì saltellando dalla porta della camera.

Syo e Kaoru si guardarono ed era come specchiarsi, provarono lo stesso terrore di prima.

«Nii-san! È spaventoso!» sussurrò infine Kaoru, tremando.

«Basta. Chiamiamo la mamma!» suggerì Syo, lanciandosi sul cordless nero.

 

 

 

*

 

 

 

«Kao-chan? Ti stai sentendo male? Vuoi stenderti?». Assistendo alla reazione vulnerabile dell’amico, Natsuki si accostò a lui, toccandogli delicatamente la spalla, che come prima era ben coperta, sentendolo tremare. Voleva forse farlo preoccupare ulteriormente? Se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe potuto prenderlo in braccio e aiutarlo a stendersi sopra il divano del soggiorno, o anche nel suo letto, se lui disponeva che fosse meglio mettersi sotto le calde coperte.

Non immaginava che Kaoru si fosse appena scioccato nel ricordare proprio che l’altro non sapeva affatto cucinare. Il gemello di Syo riacquistò lucidità mentale non appena avvertì la mano dell’altro premuta sulla sua fronte e la scostò con gentilezza.

«Natsu, non preoccuparti. Non ho la febbre. Lo capirei altrimenti», replicò pacato alla domanda precedente, senza alzare il volto per non respirare verso di lui. «N-non ho risposto subito perché pensavo di prestarti i soldi e di chiederti di scendere al konbini che si trova qui nei dintorni. Per favore, non posso proprio permetterti di cucinare per me. Non è buona educazione che siano gli ospiti a nutrire il padrone di casa, o sbaglio?».

In qualche modo, per sua fortuna, Natsuki non indagò oltre, anzi fu ben felice di andargli a fare la spesa. Tornò un’ora dopo con due buste grandi piene di alimenti e di dolci.

 

 

 

«A proposito, Kao-chan! Posso sapere che cosa hai vinto alla caccia al tesoro? Anche se noi Starish abbiamo fatto gli organizzatori, non ci è stato riferito quali fossero i premi in palio per voi partecipanti…» s’informò Natsuki, prima di addentare il primo biscotto inzuppato dentro la tazza di tè.

«Mi hanno spedito ventuno biglietti gratuiti. Sette sono validi per i concerti, sette per varietà e spettacoli televisivi, più altri sette per l’accesso ai backstage», fu ben felice di poterglielo riferire Kaoru, facendo la conta mentale. Poggiò la tazza fumante sopra il tavolo su cui sedevano entrambi e congiunse per mani per non perdere quel piacevole tepore. Mantenne il sorriso delicato sul suo volto così simile a Syo, anche se stava per dire una cosa non troppo piacevole.

«Natsu, tu sei buono con me, ma io non sono onesto come posso sembrare. Ti invidio moltissimo: puoi stare vicino a mio fratello tutti i giorni, mentre io devo accontentarmi di sentirlo per messaggi quando può rispondermi, oppure devo presentarmi ai live o ai vari eventi che organizzate per poterlo vedere, anche se per un tempo limitato». Kaoru incassò il capo fra le braccia, riparandolo al suo sguardo sorpreso per quella rivelazione improvvisa. Tossì due volte.

«E immagino non sia colpa sua se oggi sei venuto da solo. L’hai informato della tua decisione almeno?».

«Certo che l’ho fatto! Purtroppo Syo-chan sta attualmente recitando in una serie televisiva, quando non ci capitano le prove e gli impegni con il gruppo abbiamo anche questi compiti da solisti. È per mantenere la notorietà. Se potesse, passerebbe più tempo con te. Io sarei davvero tanto felice di stare con voi due, con entrambi, perché siete stati i miei primi amici e vi voglio bene. Hai capito, Kao-chan? Cerca di non dubitare mai, mai del nostro amore, oppure dovrò ricorrere a misure drastiche».

«Mh? Che intendi con “misure drastiche”?». Kaoru, in parte rincuorato e in parte confuso, rialzò la testa solamente per fissare l’espressione apparentemente angelica del ragazzo seduto di fronte a lui.

 

 

 

Alla fine, Natsuki l’aveva fatto davvero.

Si era rimboccato le maniche e aveva preparato il suo rimedio della nonna.

Per tutto il tempo, Kaoru non aveva avuto il coraggio di guardare cosa avesse combinato in cucina, si era rintanato nella sua stanza e accucciato nel suo letto, a tentare di dare una rilettura ai suoi libri di medicina. Similmente ai suoi ricordi, Natsuki entrò portando un vassoio, una ciotola coperta e un cucchiaio d’argento. Si sedette sul bordo del letto.

«Kao-chan, fidati, è davvero efficace!».

Deglutendo, il malato scoprì la ciotola e in effetti il suo contenuto non era inquietante quanto le mele caramellate di quel passato ormai lontano. Impugnò il cucchiaino, lo riempì e se lo portò alle labbra, strizzando forte gli occhi mentre assaggiava il “rimedio”.

«Aspetta! Lo riconosco! È sciroppo alla menta mescolato con il tè che ho preparato io?» indovinò stupito Kaoru, facendo annuire Natsuki.

«Se vuoi impegnarti nel lavoro che hai scelto per te, devi riprenderti velocemente e aiutare i pazienti che ti capiteranno».

«Natsuki… prima quelle parole, ora questo. Ti ringrazio. Non merito tutta questa bontà da parte tua». Kaoru era di natura più mite, modesta e riservata rispetto a Syo, ma per Natsuki era ugualmente carino e adorabile.

«Aww˜ Kao-chan, sei carinissimo! Non resisto più, fatti abbracciare!» esclamò con gli occhi che sbrilluccicavano.

«Natsu! Almeno sposta il vassoio, non vorrai sporcarmi il letto?!» lo avvisò Kaoru, prima che combinasse un guaio, per poi coprire con la mano un colpo di tosse.

 

 

 

Era un particolare risaputo che Shinomiya Natsuki adorasse le cose piccole e carine. Questo valeva anche per le persone.

Fin da bambino, le sue premure potevano risultare pesanti, oppure i suoi modi affettuosi celavano in sé, molto in fondo, una vena sadica, una dose di ingenua follia.

Tuttavia, Natsuki era essenzialmente un bravo ragazzo, spensierato, volenteroso di aiutare e premuroso in uno stile tutto suo.

Se anche Kaoru provava una sorta di invidia e gelosia verso di lui, questa non durava mai troppo. Per questo, gli permise di rimanere sdraiato sul letto a tenergli compagnia finché l’idol non ricevette una telefonata proprio da Syo. Kaoru si mosse giusto il necessario per accettare la chiamata e rispondere al suo posto, dal momento che l’amico stava schiacciando un pisolino al suo fianco.

«Ehi, Natsuki! Muoviti a tornare, c’è una decisione di gruppo da prendere e abbiamo bisogno di te».

«Syo-nii, ciao. Si è addormentato, ma non ti preoccupare, lo mando subito da te».

«Grazie, Kaoru, ma come parli? Ti sento strano».

«Sono raffreddato».

«Mi dispiace. Riguardati. Spero che non ti abbia preparato le sue brodaglie micidiali spacciandole per rimedi della nonna».

«Con me non l’ha fatto. È stato bravo oggi, sai?».

Kaoru, dicendo questo, si voltò piano verso Natsuki per trovarselo di fronte, era ancora placidamente addormentato. Mantenendosi a distanza di sicurezza, sporse la mano libera dal cellulare per accarezzare gentilmente alcune ciocche dei suoi capelli biondi, un biondo diverso rispetto al proprio e a quello di Syo. «Proprio bravo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

____

Note: Dovevo assolutamente partecipare a questa iniziativa e mi sono ricordata di una storiella che avevo da parte e che desideravo completare degnamente. Solo oggi mi è arrivata l’ispirazione giusta per adattarla al prompt sopraccitato e contemporaneamente collegarla alla mia caccia al tesoro. Comunque non è necessario averla letta per capirla, ci sono giusto due accenni ^^

Con questa scusa, ho svelato il premio finale di Kaoru, fidatevi perché prossimamente saprete anche quelli degli altri cinque partecipanti ;) sono tutti diversi.

Sono stupita delle pazzie che talvolta tiro fuori dal cilindro xD in fondo non doveva mancare né il raffreddore né il momento di dolcezza, vi beccate quindi questa sorta di Natsuki/Kaoru velata.

 

Grazie a chiunque abbia letto e alla prossima follia! :D

 

Rina

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Uta no Prince-sama / Vai alla pagina dell'autore: Rinalamisteriosa