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Autore: Sel Dolce    05/02/2018    6 recensioni
[ Sterek | Derek!Alpha | Theo!Human | Slash | Abusive relationship ]
Stiles era sicuro di poter dividere la sua vita tra il mondo sovrannaturale e quello normale, aiutare il branco e avere un fidanzato perfettamente umano.
Intrappolato in una relazione con Theo non può dichiarare i sentimenti che prova per Derek.
Dal capitolo ventuno:
[...] Stiles al suo tocco si mosse, corrugando la fronte, ma al contrario di scansarsi si avvicinò ancora di più, finendo con il posare la testa sopra il petto del suo Compagno, circondandogli la vita con un braccio, le dita dai polpastrelli freddi entrarono in contatto con il suo fianco scoperto facendolo quasi rabbrividire.
Sorrise passando il dorso della mano lungo il profilo del fidanzato, non riuscendo a evitarsi di pensare come fosse stato la causa della maggior parte delle sue sofferenze. Se non si fosse impuntato a non voler ammettere i suoi sentimenti, se non lo avesse spinto via, Stiles non sarebbe mai finito tra le grinfie di Theo. [...]
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski, Theo Raeken, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Save you from bruises serie'
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Angolo autrice:

Ohimè siamo giunti alla fine miei prodi cavalieri, l'epilogo è giunto e io sono in un mare di lacrime. Non sarà come tutti gli altri, saranno più scene divise negli anni a seguire, con text and speak parts, alternate con quelle scritte in prosa.

Spero che vi piaccia e non scordatevi di lasciarmi un pensiero, come ultimo saluto a questa fanfiction.

Save you from bruises termina qui, ragazzi, spero che questo viaggia attraverso questa versione alternativa di Teen Wolf insieme a me sia riuscito ad emozionarvi, strappandovi sorrisi, lacrime e quant'altro.

Vi amo,

Sel



Love is like a shot gun




Capitolo ventitré – Epilogo

 

 

(01:12 AM) Der, credo che alla fine dei conti la Beacon University non sia così male…

(01:12 AM) Stiles, ne abbiamo già parlato, tu andrai in Virginia.

(01:15 AM) Non voglio lasciare mio padre, te e Batman.

(01:17 AM) E noi non vogliamo che rinunci al tuo sogno.

(01:17 AM) Posso sempre diventare un semplice agente di polizia, Der. Posso anche vivere senza diventare un federale.

(01:20 AM) Puoi dirmi adesso cosa ti preoccupa realmente? Sai che puoi dirmi tutto.

(01:21 AM) Uffa, non ti si può nascondere nulla, Der. Non voglio andare a Quantico, lì probabilmente sanno già tutto su di me e… e mi vergogno, okay? Non mi prenderanno mai sul serio. Che figura ci faccio, Der? Come posso diventare un agente se non sono nemmeno riuscito a denunciare il mio fidanzato abusivo?

(01:25 AM) Stiles, nessuno si farà gioco di te. Anzi, dovrebbero tutti ammirarti per come ti sei ripreso e di come nonostante tutto ti abbiano accettato per entrare nell’addestramento per diventare un agente dell’FBI. Sarai il più bravo, non ne ho dubbi. Ora dormi che tra meno di sei ore dobbiamo alzarci per andare a scuola.

(01:28 AM) Sissignor sì signore!

Stiles spense lo schermo del cellulare e guardò il soffitto della sua stanza sentendosi sereno, il suo Compagno riusciva sempre a rassicurarlo, anche se l’idea di partire per la Virginia ancora non lo entusiasmava. Dopo aver sistemato tutto il Branco di Deucalion ad Einche House, Stiles era tornato alla sua vita di sempre senza sentire più il bisogno ossessivo di avere Derek al suo fianco, sapere di Theo dietro a delle sbarre lo faceva sentire molto più tranquillo.

Batman posò il muso sulle sue gambe creando un dolce peso e il ragazzo prese a carezzargli lo spazio tra le orecchie, pensando a come avrebbe dovuto lasciarlo se avesse accettato di andare a Quantico. Non poteva portarlo con lui nel dormitorio e certamente non poteva permettersi di affittare un appartamento – o anche un posto letto – nei pressi dell’Accademia e non poteva nemmeno pensare di trovare un lavoro part–time in quanto era risaputo che non c’era alcun modo di far coincidere scuola e lavoro. Aveva messo qualcosa da parte, tra paghette e i lavori estivi che aveva svolto durante gli anni, ma non erano sufficienti considerando che l’80% dei suoi risparmi era finito tra le mani del meccanico per sistemare la sua amata Jeep.

Guardò l’orologio rendendosi conto che aveva fatto passare un’altra ora perso nei suoi pensieri e girandosi su un fianco si impose di chiudere gli occhi e di dormire.

♠♠♠

« Papà, dobbiamo parlare. »

« Okay… »

« Non credo di voler andare in Virginia. »

« E, se vuoi, potresti dirmi il perché? »

« Io… andiamo papà, sarò lo zimbello di tutti. Mi tratteranno in modo diverso e forse ho anche paura di… di non aver superato veramente la cosa. Cosa succederebbe se durante un allenamento di corpo a corpo mi venisse un flashback ed iniziassi ad urlare come alla partita di lacrosse? »

« Vorrà dire che hai ancora qualche cicatrice da far guarire e che i tuoi colleghi dovranno aiutarti. Non devi vergognarti del tuo passato, Stiles, nemmeno per un attimo. »

« È difficile, papà. »

« Va bene, figliolo, hai ancora un po’ di tempo per pensarci, ma ricordati che qualunque sia la tua decisione hai il mio pieno appoggio. »

« Grazie. »

♠♠♠

« Sono stato accettato alla Sacramento University! »

« Fantastico, Scott, sono così contento per te! Tutti i tuoi sforzi per avere una media decente sono stati ripagati. »

« Anche Allison, Boyd e Erica sono stati accettati, andremo insieme. Non è fantastico? »

« Già, prima mi ha chiamato Lydia per dirmi che è stata presa al MIT. »

« E tu, hai deciso cosa fare? »

« Uhm… »

« Stiles, sul serio? »

« Non ti ci mettere anche tu, per favore. »

« Oh, andiamo, è da quando abbiamo sette anni che dici di voler diventare un agente dell’FBI. Non importa quanto sia successo, nulla dovrebbe importare quando stai per realizzare il tuo sogno. Theo non può portarti via anche questo. »

« … »

« Non guardarmi così, e vedi di sbrigarti a rispondere che la scadenza è tra quattro giorni. »

♠♠♠

Staccò con i denti l’ultimo pezzo di nastro adesivo per chiudere il cartone dove aveva messo le ultime cose che gli servivano prima di partire. La sua stanza non si era svuotata, come aveva immaginato più volte durante gli anni, aveva preso solamente lo stretto necessario considerando che avrebbe dovuto condividere una stanza con un altro studente. Sapeva come andavano queste cose e per evitare problemi aveva preferito non esagerare, se poi gli sarebbe servito qualcosa lo avrebbe comprato.

Guardò Derek seduto sul pavimento a gambe incrociate mentre cuciva un bottone su una camicia che voleva portarsi, la punta della lingua appena fuori dalle labbra mentre concentrato faceva passare l’ago nei fori del bottone bianco. Sorrise mettendosi a terra a sua volta e gattonò fino ad arrivare dal suo fidanzato, disturbandolo di proposito, finendo con il sedersi tra le sue gambe ed allungare la schiena come se fosse un gatto, ridendo quando questi lasciò perdere il suo lavoro per prendergli il volto tra le mani e chinarsi per lasciare un bacio sulle sue labbra.

L’adolescente chiuse gli occhi gustandosi quel momento, spinse il viso verso quello del maggiore volendo approfondire il bacio, passando timidamente la lingua in richiesta di accesso, il quale venne accordato immediatamente. Dalla posizione in cui erano, Stiles si trovò improvvisamente con la schiena premuta contro il tappeto e Derek sopra di lui. Allacciò le mani dietro al collo del licantropo spingendolo ancora di più contro il suo corpo e quando l’aria si fece improvvisamente più calda i due innamorati udirono chiaramente qualcuno schiarirsi la gola.

Staccandosi come scottati dal fuoco i due si ritrovarono davanti uno sceriffo dallo sguardo divertito, anche se non troppo. Stiles arrossì fino alle punte delle orecchie ed iniziò a balbettare non sapendo realmente cosa dire perché non sapeva come spiegare a suo padre cosa stesse succedendo. Derek dal canto suo era come immobile, forse in attesa di essere sparato.

« Finite di preparare gli scatoloni, pelandroni. » ordinò Noah prima di agganciare il guinzaglio al collare di Batman, pronto a portarlo a fare una passeggiata nel parco per sgranchirsi le gambe in quella domenica ricca di Sole. Era così felice che finalmente Stiles sarebbe partito per il college e non quello penoso di Beacon Country.

Si chiuse la porta alle spalle sentendo Stiles scoppiare a ridere, un suono così genuino che fece sorridere a sua volta Noah, contento di rivedere il suo bambino felice, senza preoccupazioni e con un uomo che lo amava veramente.

♠♠♠

Fred era il suo compagno di stanza e come bonus veniva il fatto che fosse un completo stronzo. Stiles lo odiava e non faceva che ripeterlo a tutti i suoi amici ogni volta che parlava con loro. Era quel tipo di compagno che ti rubava i Reese’s dal comodino e che non puliva mai, costringendolo a fare tutto.

Cercava di non parlane troppo con Derek ed il padre, ben sapendo che il suo Compagno si sarebbe messo in viaggio nel preciso istante in cui avesse ricevuto un messaggio di troppo, pronto a staccare la gola a morsi a Fred.

Quello che però non sopportava affatto era il suo continuo mettere in dubbio l’esistenza di Derek « Andiamo, amico, non hai nemmeno una sua foto. » gli aveva detto un giorno quando Stiles aveva ripetuto per l’ennesima volta che non voleva un appuntamento al buio perché era fidanzato. Era vero, non aveva nessuna sua foto, Derek le odiava e Stiles non lo aveva mai spinto a farle se non per occasioni speciali, ma quelle purtroppo le aveva scattate con una Polaroid ed erano rimaste a casa, attaccate sulla testiera del letto.

L’Alpha non era potuto venire a trovarlo a causa di impegni lavorativi e Stiles non gliene faceva una colpa, sapeva quanto avesse preso a cuore la sua figura da professore, scoprendo di apprezzare realmente l’insegnamento, anche se più volte gli aveva detto che avrebbe mollato tutto per trasferirsi in Virginia con lui se ne avesse avuto il bisogno.

Ora, il problema era che quella sera, tornando nella sua stanza, aveva trovato Fred con la sua fidanzata ed un altro ragazzo. Aveva salutato educatamente e posato la sua roba sul letto, desideroso di togliersi la divisa e infilarsi il pigiama per farsi una bella dormita, ma Fred lo chiamò invitandolo a sedersi con loro sul pavimento dove stavano giocando a UNO.

Arricciò il naso, non volendo fare la figura dell’asociale si sedé tra il compagno di stanza ed il ragazzo sconosciuto. Non era mai stato particolarmente fortunato, quindi non si meravigliò quando si ritrovò tra le mani più di quindici carte, bombardato da una serie di +4 nel corso del turno. Non era poi competitivo, poco gli importava se perdesse, voleva solamente che i due ospiti se ne andassero lasciando la loro stanza libera.

« Io e Troian andiamo a fumarci una sigaretta, Vincent tu rimani qui con Stiles. » esordì Fred con tanto di occhiolino, il quale venne ricambiato dall’amico. Una volta rimasti soli Stiles si sentì doppiamente a disagio, non gli piaceva particolarmente rimanere solo in spazi chiusi con gente che non conosceva. Aveva fatto fatica ad abituarsi a Fred, ma la sicurezza di sapere che non avrebbe fatto nulla gli dava un senso di protezione. Ora invece si ritrovava da solo con Vincent del quale non sapeva nemmeno il cognome.

Il ragazzo si alzò e facendo come se fosse a casa sua aprì il piccolo frigo che i due ragazzi avevano comprato per tenerci bevande e snacks, prese due birre e ne passò una a Stiles. Lo Stilinski sorrise forzatamente non volendo essere scortese e non fece nessun commento, forse questo ragazzo passava un sacco di tempo nella loro stanza quando lui non c’era e Fred gli aveva detto di fare come voleva.

Stappò la bottiglia e prese un sorso prima di chiedersi come facessero ad avere delle birre in stanza. Nessuno dei due aveva ventuno anni e dubitava che Fred si fosse fatto fare un documento falso. Bevve un altro sorso nel silenzio più assoluto, chiedendosi quanti anni avesse questo Vincent perché ora che lo guardava meglio non sembrava averne diciannove come loro.

« Fa piuttosto freddo, stasera. » provò ad iniziare una conversazione l’altro, usando l’argomento più banale che si potesse scegliere. Stiles alzò gli occhi al cielo senza farsi vedere « Già, forse dovresti andare nel tuo dormitorio prima che faccia ancora più freddo. » provò ad invitarlo gentilmente ad andarsene e forse suonò anche acido, ma voleva veramente liberarsi di lui, gli dava delle strane vibrazioni. Vincent alzò un sopracciglio facendosi più vicino « Vuoi veramente che vada? » chiese abbassando di un tono la voce e prima che potesse anche solo urlare un forte e potente si ritrovò le labbra dell’uomo sulle sue.

Per istinto ruppe la bottiglia di vetro sulla testa del suo aggressore e prese a correre fuori dalla sua stanza, fermandosi solamente quando raggiunse l’esterno dove stavano fumando Fred e Troian. Sentiva il cuore martellargli nel petto, come se volesse fuggire dalla cassa toracica.

« Wo, wo, che hai combinato? Dov’è Vincent? » domandò il suo compagno di stanza spegnendo la sigaretta ancora a metà. Sembrava più preoccupato per lui che per Stiles.

« Hey, sei pallidissimo, stai bene? » chiese invece la ragazza notando lo stato pietoso del viso del coinquilino del suo fidanzato. Spense anche la sua sigaretta e prese la mano del coetaneo « Stiles, tutto bene? » insistette attirando la sua attenzione.

Lo Stilinski era furioso, sapeva che Fred era stato l’artefice di tutto, che probabilmente aveva detto al suo amico di provarci con lui. Era così arrabbiato che gli tirò un pugno giusto alla bocca dello stomaco facendolo piegare in due.

« Sei proprio uno stronzo. » gli disse prima di prendere a camminare verso l’esterno del campus, desideroso di mettere più spazio possibile tra loro. Come aveva previsto prima di scegliere di andare a Quantico, tutti sapevano della sua storia, nel primo periodo tutti lo indicavano borbottando chissà cosa. Un professore aveva perfino tenuto una lezione sui crimini legati alla violenza sessuale proiettando sullo schermo la pagina del Beacon Hills Daily che parlava del suo caso, ma senza nomi o foto, ma sembrava come se tutti sapessero che fosse di lui che stavano parlando, infondo era l’unico di Beacon Hills. Aveva fatto ricredere più persone quando negli allenamenti corpo a corpo era riuscito sempre a mettere a tappeto l’avversario, ringraziando mentalmente gli allenamenti svolti con Derek prima della sua partenza, e rivelandosi il più preciso al poligono nonostante il suo perenne inciampare e sbattere contro cose e persone. La sua storia era passata in secondo piano dopo poco più di un mese lasciandolo finalmente in pace.

Sentì il cellulare vibrare e guardò preoccupato lo schermo quando vi vide il nome di Derek. Rispose con il cuore in gola, rendendosi conto che a quell’ora molto probabilmente potevano esserci solamente cattive notizie. Derek non lo chiamava mai a tarda sera ben sapendo quanto fosse stanco dopo una giornata a Quantico, preferendo dargli il buongiorno nonostante a Beacon Hills fosse piena notte.

« Stiles stai bene? » domandò immediatamente senza troppi convenevoli e Stiles spalancò gli occhi, chiedendosi come facesse l’Alpha a sapere che non fosse certamente il momento migliore della sua settimana.

« Io… Der, perché me lo chiedi? » cercò di mantenere una voce calma, non sicuro di voler dire a Derek di questo Vincent, rischiando che venisse in Virginia solamente per strappargli la gola con i denti.

« Riesco a sentire il tuo battito cardiaco, Stiles, il Legame mi permette di sapere quando stai male. » gli ricordò con voce dolce, ma senza suonare troppo rilassato, ancora preoccupato di sapere cosa fosse successo al suo Compagno.

L’adolescente si morse il labbro, sentendo delle lacrime pizzicargli gli occhi, rendendosi conto di quanto volesse in quel momento poter abbracciare il suo fidanzato. Si lasciò fuggire un singhiozzo fermandosi sotto ad un lampione, la manica della camicia contro gli occhi per asciugarsi il viso.

« Non è niente di grave, Der. » borbottò tra un singhiozzo e l’altro « È solo che il mio compagno di stanza non crede che ho un fidanzato in quanto non ho nessuna foto con te e ha provato ad organizzarmi un appuntamento. » continuò tirando su con il naso, sentendosi un bambino per come si stava comportando, non decisamente un comportamento da agente dell’FBI « Gli ho detto di no non so quante volte, ma questa sera sono tornato in camera e c’erano lui, la fidanzata e questo altro tizio. » raccontò facendo uscire le parole come un fiume, non volendo nascondere nulla al suo Compagno « Poi loro sono andati a fumare e lui mi ha passato una birra. Nemmeno il tempo di finirla che mi sono ritrovato con le sue labbra sulle mie. Ho rotto la bottiglia sopra la sua testa e sono scappato via. » sussurrò sentendo l’adrenalina lasciare spazio ad una stanchezza sorprendente, tanto che scivolò lungo il lampione fino a sedersi a terra, voglioso di chiudere gli occhi e dormire « Non voglio tornare lì, Der. » piagnucolò sentendo dall’altra parte del telefono il rumore di una porta chiudersi ed il tintinnio di chiavi. Aggrottò la fronte chiedendosi se forse se lo fosse immaginato, perché non voleva assolutamente che Derek venisse in Virginia, per lo più era martedì, l’indomani avrebbe avuto andare alla Beacon Hills High School a fare lezione.

« Stiles, vai nel primo hotel che trovi e prendi una stanza, poi inviami la sua posizione. » ordinò e Stiles non ebbe veramente la forza di contraddirlo.

Il mattino dopo, quando Fred si svegliò quasi non gli prese un infarto nel vedere tutta quella gente nella stanza. Erano come minimo in sette e oltre Stiles non conosceva nessuno. C’era particolarmente un uomo, altro, capelli e barba scura, che lo guardava come se avesse sperato di non vederlo svegliarsi. Si schiarì la gola per attirare l’attenzione di Stiles, il quale si girò lasciando perdere la preparazione del suo zaino per la giornata.

« Uhm, Stiles, loro chi sono? » domandò sperando che il suo coinquilino non facesse parte di qualche setta e abbia deciso di usare lui come sacrificio umano. La risposta venne però dalla ragazza dai capelli rossi che stava frugando sulla sua scrivania, alla ricerca di chissà cosa « Io sono Lydia, loro sono Jackson, Scott, Isaac, Cora, Allison, Boyd, Erica e » si fermò un attimo prima di indicare il più grande « lui è Derek, il fidanzato di Stiles. » concluse sorridendo soddisfatta di vedere il colore abbandonare il viso di Fred. Tutto il Branco si era precipitato appena il loro Alpha aveva raccontato di quanto successo a Stiles, bisognoso di un puppy pile.

« Non ci è piaciuto affatto come hai trattato Stiles, Frederick. » disse Erica guardandosi le unghie dipinte di nero, pensando che poi macchiarle di sangue non sarebbe stato poi così male. Nessuno doveva permettersi di fare del male al suo Stiles, doveva pagare per quello che aveva fatto.

« Io… » borbottò l’adolescente guardandosi come in cerca di una via di fuga « pensavo che si stesse inventando tutto… sai, per la storia di Beacon Hills, volevo solo dargli una mano a rifarsi una vita. » provò a giustificarsi senza esplicitare che si stava riferendo alle violenze sessuali subiti dal giovane durante la sua adolescenza.

Derek fece un passo in avanti e Fred sentì come l’impulso di farsela nei pantaloni « Non provare mai più a fare una cosa del genere o dovrò nascondere il tuo corpo da qualche parte. » disse con la voce tranquilla, come se non lo stesse minacciando di morte. Fred deglutì e annuì lentamente guardando tutti uscire nella stanza seguendo Stiles.

Dannazione, doveva lavare le lenzuola.

♠♠♠

Casa Boyd era decorata in maniera sublime per le feste natalizie e tutti sapevano che c’era lo zampino di Erica, desiderosa di conquistarsi la simpatia della nonna del suo fidanzato. Stiles guardò meravigliato la quantità di luci sul portico, chiedendosi se magari un giorno avrebbe potuto fare qualcosa del genere anche lui. Notò quasi con orrore la quantità di vischio eccessiva e guardò in ansia i suoi licantropi, domandandosi se fossero completamente usciti fuori di testa per fare una cosa del genere, ma prima che potesse dare di matto ed allertare l’anziana signora Boyd il suo fidanzato lo prese gentilmente per mano tirandolo contro il suo petto, proprio sotto a del vischio, chinandosi per baciarlo come voleva la tradizione.

L’umano sorrise soddisfatto assaporano finalmente dopo mesi le labbra del suo Compagno, tanto che si scordò del pericolo per godersi quel momento. Ignorò perfino Batman che non faceva altro che passare tra le loro gambe, come se fossero un percorso ad ostacoli.

« Mi sei mancato. » sussurrò il licantropo sfiorando con le labbra l’orecchio del più giovane, regalandogli brividi giù per tutta la schiena. Stiles chiuse gli occhi appoggiandosi completamente contro il suo uomo, le mani che stringevano il tessuto del ridicolo maglione natalizio che lo aveva costretto ad indossare. A Stiles mancavano tutti e non importava se si scambiassero regolarmente messaggi, lui sentiva comunque la loro mancanza.

Sarebbero rimasti lì per altre ore, solo per guardarsi, se Isaac e Cora non fossero andati a recuperarli per trascinarli a tavola, dove sorprendentemente la nonna di Vernon sedeva tranquilla vicino alla licantropo bionda, parlando educatamente dell’ultima predicazione fatta dal prete nella Messa.

Tutti prima di accomodarsi andarono a depositare i regali sotto l’albero decorato in arancio e blu – con grande orrore di Lydia e con grande gioia di Stiles e qualsiasi fan dei Mets – pronti a scambiarseli una volta dopo scoccata la mezzanotte. Era bello poter passare del tempo tutti insieme, soprattutto durante le feste, fortunatamente aveva messo da parte abbastanza soldi con il suo lavoro part–time poco lontano dall’accademia per permettersi dei biglietti aeri andata e ritorno. Sapeva che se ne avesse avuto il bisogno Derek gli avrebbe comprati, ma non voleva certo fare la figura dello scroccone che non sapeva mantenersi ed in più il suo ruolo da barista gli piaceva un sacco, sentiva ogni giorno un sacco di storie e trovava sempre qualcuno disposto a chiacchierare.

« E comunque il vischio è finto. » sussurrò Derek facendogli notare che erano nuovamente sotto uno di essi. Stiles li guardò attentamente, notando finalmente la tipica lucentezza della plastica e si sentì un cretino per aver pensato anche solo per un secondo che Erica avrebbe messo a rischio la vita di tutti solo per una tradizione. Certo, una tradizione che andava onorata, quindi fu mandatorio sollevarsi leggermente per prendersi un altro bacio dal suo Compagno. Gli arruffò i capelli giusto per dispetto, prima di correre verso il salotto dove tutti gli stavano aspettando sorridendo sereni.

♠♠♠

(08:30 AM) Buongiorno, Sourwolf!

(05:30 AM) Buongiorno a te, ragazzino.

(08:33 AM) Sai oggi che giorno è?

(05:35 AM) No, perché?

(08:37 AM) Ma Der–bear è il nostro anniversario! Non posso credere che tu l’abbia scordato. Dovrei lasciarti solo per questo u.u

(05:40 AM) Credi veramente che mi sia scordato del giorno più bello della mia vita?

(08:47 AM) Be’ con te non si sa mai!

(05:49 AM) Se invece di svegliarti presto anche di domenica fossi rimasto a dormire, al tuo risveglio avresti trovato una sorpresa.

(08:53 AM) Una sorpresa? Non dirmi che stai venendo qui! C’è praticamente una tempesta di neve da settimane ed è molto pericoloso viaggiare in queste condizioni!

(05:58 AM) No, non sto venendo, tranquillo, sono sano e salvo con Batman dalla cara ed assolata California.

(09:00 AM) Okay, allora aspetterò!

(11:00 AM)OH MIO DIO DEREK! Mi hai fatto recapitare tre bouquet di rose bianche, venti pacchetti di Reese’s e un peluche gigante! Ti adoro, vorrei tanto riempirti di baci.

(08:01 AM) Sono contento che il fattorino sia stato puntuale come richiesto e sì, ecco i miei regali per il nostro anniversario.

(11:12 AM) Fred sarà così arrabbiato, questi mazzi sono enormi ed il peluche non sta nemmeno sdraiato sul letto. Poco importa, nessuno potrà rovinarmi questa giornata!

(08:15 AM) Ti amo, Stiles.

(11:15 AM) Ti amo, Derek.

♠♠♠

« Stiles, io non sono sicuro di volerlo fare. »

« Andiamo, Isaac, ti sto chiedendo un piccolo favore, nessuno si farà male! »

« Magari tu che sei a otto ore di auto da qui, ma io rischio e anche tanto! »

« Ti prego, devi solo fare una cosa semplice in meno di dieci minuti e poi ti ho già mandato tutto il necessario. »

« Oh mio Dio. Stiles, vuoi capire che se entro in camera sua mi taglia le mani? È super proibito, nemmeno Cora può metterci dentro piede. Solamente te e Derek stesso potete entrare. »

« Isaac Fletcher Lahey, entra lì e fai come Diavolo ti ho detto! »

« Okay, non c’è bisogno di usare il mio secondo nome, calmati. »

Un’ora dopo

« Stiles. »

« Der–bear, buon San Valentino! »

« Vuoi forse spiegarmi perché ci sono centinaia di petali di rose nella mia stanza e quelle sul letto formano la parola Sourwolf? »

« Voglio sorprenderti anch’io, scommetto che mai nessuno ti ha fatto una cosa del genere! »

« Già, considerando che le mie ex non erano poi così normali. »

« Hey, non si nominano le ex nel giorno dell’amore. »

« Certo, come dici tu. »

« Oddio, è come vederti alzare gli occhi al cielo. Non fare lo scocciato quando invece adori il mio regalo! »

« Effettivamente mi mancava una maglietta con sopra la tua faccia e una scritta intimidatoria. Forse la userò domani a scuola, giusto per vedere la reazione di Finstock. »

« Non farlo! Quella a scuola proprio no. »

« Non lo avrei fatto comunque, Stiles, tranquillo. Piuttosto, hai ricevuto il mio regalo? »

« Sì, ed è stupenda. Una cover per il cellulare con una nostra foto, questo sì che dovrebbe tenere lontani tutti quelli che ci provano con me. »

« E chi ci prova con te?! »

« Adoro quando fai il geloso! Comunque nessuno, Fred ha tipo fatto terra bruciata intorno a me, ancora non si è ripreso da quella mattina. »

« Bene, anzi, perfetto. »

« Ti amo, Der. »

« Ti amo, Miecz. »

♠♠♠

La luce del Sole entrò prepotente nella loro stanza costringendoli ad un fastidioso risveglio. Stiles provò a coprirsi il volto con le mani, ma non fu efficace, tanto che girò su sé stesso e affondò il viso contro il petto nudo di Derek, il quale avvolse istintivamente le braccia attorno al fidanzato, ancora con gli occhi chiusi, prima di lasciargli un bacio sulla tempia mormorando un buongiorno.

Derek aveva costruito insieme l’aiuto di Noah e Parrish, più occasionalmente l’aiuto di Isaac e Boyd, una casa fin dalle fondamenta, poco lontano da dove era stata eretta la sua casa d’infanzia. Aveva provato a non farla come quella, non volendo abitare in un luogo che gli avrebbe ricordato perennemente i suoi errori ed in più aveva progettato il tutto per dare degli spazi personali a tutti i componenti del Branco con qualche stanza in più nel caso si sarebbe allargato con qualche nuovo licantropo.

Ovviamente la loro stanza era la più bella, non si vergognava di ammetterlo, l’aveva fatta angolare, così che dalle grandi vetrate potessero vedere il Sole sorgere e tramontare. Stiles ne era stato entusiasta la prima volta che lo aveva visto durante le vacanze per il quattro di luglio, rimanendo a dormire da lui ben tre notti. Amava sentire il Sole riscaldargli la pelle, ma non per questo voleva dire che aveva voglia di alzarsi.

No, proprio no.

Gli piaceva lì, nel letto, abbracciato a Derek e lui non aveva assolutamente niente da ridire.

♠♠♠

Stiles allargò le braccia buttandosi sul suo letto, felice come non mai di essere tornato a casa definitivamente dopo tutti quei anni in Virginia. Gli era mancato così tanto che non si preoccupò di scendere nuovamente ad aiutare Derek a scaricare tutta la sua roba dalla macchina. Voleva godersi quel momento, perché finalmente era diventato un agente federale e poteva permettersi di riposare per un po’. Non lo avrebbero chiamato in servizio fino all’anno successivo, se non in caso di emergenze.

Strusciò la guancia contro il cuscino sorridendo beato, calciò via le scarpe dai piedi e si sdraiò completamente desideroso di un sonnellino. Peccato che Derek lo afferrò per la vita mettendolo in piedi « Andiamo a pranzo fuori, ti va? » domandò retoricamente in quanto lo stava già trascinando fuori dalla stanza, raccogliendo le sue scarpe da terra, diretto verso la Camaro.

Il ragazzo non obbiettò perché effettivamente non era poi così male l’idea di mangiare e poi dormire con lo stomaco pieno. Parlarono del più e del meno, organizzandosi per vedersi nel weekend e magari andare a fare un’escursione, approfittando delle belle giornate pre-estive.

Stiles arrossì quando vide Derek parcheggiare da Luke’s ricordandosi che era stato lì dove avevano avuto il loro primo vero appuntamento quando ancora stava con Theo. Quando entrarono Stiles notò subito un tavolo con i componenti del Branco, suo padre, Melissa e Jordan, una torta posata al centro con una candela accesa pronta per essere soffiata. Si nascose il viso tra le mani sentendosi in imbarazzo, anche se doveva aspettarselo considerando che lo avevano fatto per la laurea di tutti.

Si sedette nel mezzo, tra Derek e suo padre, chiudendo gli occhi per esprimere un desiderio prima di soffiare spegnendo la piccola fiamma. La cameriera portò un vassoio pieno di curly fries e lo Stilinski non fece complimenti, afferrandone quante più poteva nella mano prima di schiacciarsele in bocca, assaporando il loro sapore speziato. In Virginia non aveva trovato nessun posto meritevole della sua fedeltà sull’acquisto di curly fries e quando Derek e suo padre venivano a trovarlo – aumentando il numero di volte dopo tutto quel casino di Vincent – non mancavano mai di portarne come minimo tre sacchetti. Riscaldate non erano il massimo, ma sempre meglio di quelle locali.

Stava chiacchierando con Jordan quando sentì Derek alzarsi facendo strusciare la sedia sul pavimento, inusuale da parte sua considerando quanto ci tenesse ad essere silenzioso. Girando il viso per chiedergli dove stesse andando nel bel mezzo del loro pasto fu sorpreso di trovare l’uomo su un ginocchio solo ed una scatola di velluto rossa in mano. Stiles guardò Lydia, come a chiedergli se fosse uno scherzo, ma la ragazza sorrise alzando i pollici in alto.

« Stiles, vuoi sposarmi? » semplice e classico, Derek fece la sua proposta e tutti i licantropi poterono sentire il cuore dell’agente battere talmente forte da farli quasi spaventare. Comunque, ogni loro preoccupazione scomparì quando il ragazzo saltò praticamente addosso all’Hale urlando che sì, per la miseria, sì che ti sposo.

Rimettendosi in piedi e scambiandosi un bacio Derek guardò fuori dalla vetrata del fast–food e notò al limitare della strada, dove iniziava la riserva, l’unicorno. Era lo stesso animali che anni prima gli aveva mostrato Stiles nel momento più cruciale della sua vita, quello grazie a cui era riuscito a salvarlo. Chinò leggermente la testa in segno di ringraziamento e lo stesso fece l’unicorno prima di sparire.

L’Alpha posò una mano sulla spalla dell’umano, stringendola appena, felice di poter finalmente iniziare una vita con la persona che amava di più al mondo.



   
 
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