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Autore: rora02L    05/02/2018    0 recensioni
Visto che tra poco sarà San Valentino, ho pensato di pubblicare questo sfogo abbastanza personale, che coinvolge i sue giovani amanti di Verona. Una riflessione sull'amore di oggi e di ieri, sui giovani di oggi e di ieri e su come l'amore possa creare e distruggere.
Fino all'ultimo sono stata indecisa se pubblicarla o meno, ma ho deciso che doveva essere letto da qualcun altro. Se la mia lettera vi ha offesa, vogliate perdonarmi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera a Romeo e Giulietta.

Cari Romeo e Giulietta,

è stata forse vana la vostra morte, in nome del vostro amore avversato dal destino? Forse la vostra storia di passione è ormai dimenticata, in quest’era dove le guerre non si combattono con le spade?
Sono una innamorata, che non sa decidere tra il proprio cuore e la propria testa, tra la propria famiglia ed il suo amato. Ora siamo separati, ma i nostri cuori sono ancora legati. Le nostre famiglie non sono d’accordo, ostacolano il nostro amore ed io non so neanche più se ancora si possa chiamare tale. Vorrei solo che lui tornasse da me e mi risvegliasse da questo incubo con un suo bacio. Ma il mio Romeno forse non mi ama come il tuo, mia cara Giulietta.
Non oso immaginare cosa hai dovuto passare, giovane piccola Giulietta, simbolo dell’amore più cieco di questo mondo. Come hai fatto a decidere lui, al posto della tua famiglia? Come sei riuscita a sacrificare tutto quello che possedevi in nome del vostro amore? Con che coraggio hai voltato le spalle ai tuoi genitori, dando loro una tale pena? Tutto per lui, il tuo Romeo caro. Se solo non foste stati nemici.
Mi chiedo se, mai, in quei momenti di disperazione hai pensato di cedere, di sposare un altro, di fare la volontà dei tuoi genitori per il loro amore e non per il tuo? Forse sei stata egoista, ma solo perché senza di lui la vita non era vita, era una cosa sbiadita che a malapena sopportavi. Per questo sei morta, Giulietta? Per questo sei morto, Romeo?
Verona piange ancora per la vostra storia, giovani fanciulli, e con lei tutto il mondo, il vostro amore è diventato immortale. Mi chiedo però se ne è valsa la pena. Non era meglio vivere una vita separati, aspettare il momento opportuno e poi ricongiungersi? Forse avete solo agito d’istinto, presi dalla vostra folle e dolce passione. Non avete riflettuto, ecco!
Il male del mondo di adesso è che l’istinto viene represso, messo da parte, zittito quanto il male. Il sesso è visto come un puro istinto primordiale, da tenere al guinzaglio come un cane ribelle. Non si pensa che, a volte, non è solo questo, ma è amore. Il bisogno materiale di ricongiungersi alla propria anima gemella, alla persona che ci fa tremare il cuore e brillare gli occhi e unirsi in una sola cosa.
Le maledizioni, mia cara Giulietta, vengono ancora lanciate dai parenti, mi duole dirtelo. Io stessa ho sul mio capo, pendente come una spada di Damocle, una maledizione: non incontrerò mai un uomo che mi ami, solo che mi usi e ferisca.
E tu, Romeo, non eri forse innamorato di un’altra prima di conoscere lei, la tua Giulietta? Non sarebbe stato più semplice scappare, dimenticarla e cercare un nuovo amore? Non era meglio pensare al bene di Verona e della tua famiglia, quando invece hai messo davanti a tutto lei ed il suo cuore, tanto da sposarla in segreto ed ucciderti? Perché davvero senza di lei non aveva senso vivere nemmeno per te?
Se solo avessi aspettato ancora un istante, ancora un momento perso tra gli occhi spenti di Giulietta, per sentire il suo flebile battito accelerare piano piano ed il suo respiro ridare aria ai suoi polmoni.
Questa è stata la storia di due giovani sfortunati amanti o di due sciocchi ragazzini testardi e capricciosi, egoisti e vigliacchi di fronte alla vita? Già, quanto vale la vita se non puoi passarla con la persona che ami?
Eppure, miei cari innamorati, in questo millennio l’amore è pericoloso sempre di più, si tende sempre più a mentire e a fare del male. L’amore è un’arma ed uno scudo, una forca ed una coccola, un inferno ed un paradiso in terra.
Non c’è più il romanticismo, è fuori moda. Non si dona il proprio cuore ad una ed una sola persona per il resto della propria vita, è stupido e sciocco farlo. Si lasciano tutte le porte aperte e non si entra in nessuna di esse.
Il vostro amore era esagerato e cieco, quello di oggi è minimo e flebile. Il vostro era una roccia pesante e piena di sangue mischiato a gioia. Il nostro è una farfalla colorata di mille sfumature del blu e del rosso, ma che potrebbe morire domani o vivere ancora per qualche giorno. Ogni giorno si chiederà se è quello il giorno in cui morirà.
Voi, amanti forsennati, avete usato il cuore e lo stomaco per le vostre decisioni. In questa era, invece, si usa il cervello ed il fegato, pieno e ricolmo di bile. La vostra storia ci insegna che è bene non eccedere in amore o che, per una volta nella nostra vita, dovremmo permettere a noi stessi di perdere la ragione e lasciarci trasportare dalle follie che Amore ci sussurra, come un vento dispettoso che scosta la veste di una fanciulla pudica?
Quante cose da chiedere, ai due innamorati di Verona. Quante domande su questo mistero, che fa rimbecillire anche i saggi e fa scoppiare quel fragile muscolo che riesce a trainarci verso ciò che ci rende felici o miserabili.
Abbiate pietà di noi, confortate i cuori infranti come i nostri e proteggete gli amori sinceri e rari, in questa epoca dove nessuno è prezioso e tutto è lecito. Dove non si è altro che un bene che non merita bene, un oggetto senza anima né sogni, che non prega e non vive.

In fede, la vostra L

  
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