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Autore: ELIOTbynight    05/02/2018    0 recensioni
"E fu allora che Jongin seppe di dover fingere di avere persino la malaria, pur di continuare ad avere le attenzioni di quel piccolo angelo sceso dal cielo."
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa al “Flu&Fluff” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 2.016
Prompt/Traccia
A finge di stare male per avere attenzioni da B.



White Lies and Red Cheeks


Non ricordava cosa avesse mangiato a pranzo, né se l’avesse effettivamente fatto, ma Jongin si rifiutava di credere che stesse tossendo solo per un filo di saliva andato di traverso, anche se in fondo era l’unica opzione possibile. Gli sarebbe anche andato bene tossire per niente, se non fosse che era nel bel mezzo di un set fotografico. Capì che stava tossendo da un po’ troppo tempo, quando vide il fotografo abbassare per un momento la macchina fotografica e sospirare.
- Attento! Tutto ok?- domandò Chanyeol, seduto ai suoi piedi e guardandolo dal basso ridendo.
Per tutta risposta, Jongin lo fulminò con lo sguardo e mise una mano davanti alla bocca, tossendo più forte e chinandosi leggermente di riflesso. Finalmente quello strano solletico in gola sparì e il ragazzo poté prendere un gran respiro. In quel momento sentì una mano piccola e gentile sulla sua schiena.
- Stai bene?- mormorò Kyungsoo, in posa accanto a lui. - Dopo ti offro da bere.-
Jongin alzò gli occhi e vide sul suo volto il più bel sorriso che gli avesse mai visto fare. Tenue, delicato, affettuoso. Gli si scaldò il cuore e gli si tinsero le guance di rosso solo così e fu per lui naturale sorridere ed annuire, senza riuscire a dire una parola.
Fu in quel momento che Jongin ebbe un’idea. Pessima forse, ma anche meravigliosa.

- Non hai caldo?- chiese Sehun, con tutta la ragione e l’innocenza del mondo.
Jongin lo guardò e sbatté gli occhi, come se gli avesse rivolto una domanda strana. - No, perché?-
“Perché hai messo la sciarpa e il maglione a collo alto quando fuori ci sono trenta gradi e Baekhyun è in ciabatte, ecco perché.” O almeno così avrebbe voluto rispondere Sehun, se non fosse arrivata la signorina che quel giorno doveva intervistare il gruppo per il numero di una rivista.
Dopo un inchino e i saluti di rito, l’intervista cominciò in tranquillità e ogni tanto Jongin improvvisava un colpetto di tosse.
Faceva tutto parte del suo piano … ma avrebbe funzionato?
- Ehi … -
Per poco non sobbalzò e si girò verso Kyungsoo, che lo stava chiamando dalla sedia accanto.
- Non ammalarti proprio adesso, abbiamo la performance tra qualche giorno … - continuò a bisbigliare il più basso con una mano accostata alla bocca per non farsi sentire troppo.
Sembrava abbastanza serio, ma Jongin non poté fare a meno comunque di restare a guardarlo. Quando quegli occhi si allargavano e puntavano nei suoi, gli diventava impossibile separarsene.
- Temo … che sia un po’ tardi … - fece dopo un lungo istante, passandosi una mano sul collo coperto e schiarendosi la voce.
Kyungsoo sfoderò un’espressione dispiaciuta che fece pentire il ragazzo per un momento di star recitando una parte, ma il secondo seguente cambiò di nuovo idea, complice la stretta della mano dell’altro nella propria. Jongin si sentì improvvisamente sudare nel maglione pesante.
- Spero che non peggiori … altrimenti mi tocca badare a te!- bisbigliò ancora Kyungsoo, ridacchiando poi insieme a lui.
E fu allora che Jongin seppe di dover fingere di avere persino la malaria, pur di continuare ad avere le attenzioni di quel piccolo angelo sceso dal cielo.
Rise a bassa voce con lui e strizzò gli occhi dall’emozione quando per un attimo Kyungsoo appoggiò la testa sulla sua spalla. Durò pochissimo; la domanda seguente era proprio per lui e si mise subito composto sulla sedia.
Jongin tenne gli occhi su di lui per tutto il tempo, dimenticandosi di fingere i soliti colpi di tosse per un po’.
Il piano stava funzionando eccome.

Per un attimo, solo per un attimo, Jongin pensò che si stesse annoiando. Dopotutto era steso sul letto a smanettare con il suo cellulare da ore, mentre i suoi compagni erano in sala prove a ballare. Non c’era niente di più difficile da accettare per la sua indole da artista, neanche se pensava di potersi per una volta riposare, ma bastava ricordare che Kyungsoo gli aveva promesso di andare a fargli compagnia dopo le prove e trovava facilmente la forza di resistere.
Recuperò il piumone abbandonato ai piedi del letto e vi si coprì, assicurandosi di avere pronto tutto per la sua recita. I fazzoletti erano sul comodino e il felpone ben chiuso addosso, anche se stava morendo di caldo.
Finalmente udì bussare alla porta e si arrotolò nella coperta come un burrito felice. - Avanti!- esclamò, prima di veder spuntare la testolina di Kyungsoo.
- Ehi! Ti ho portato qualcosa di buono … - esordì quest’ultimo con un ghignetto e Jongin pensò di essersi preso una sbandata pazzesca per lui, da come lo trovava bello.
Si sistemò nel letto in modo che spuntasse al piumone solo il suo viso e gli chiese, pieno di aspettativa: - Cosa, cosa?
- Lo sciroppo per la tosse.- rispose l’altro, sedendosi vicino al letto e mostrando trionfante la bottiglietta.
Jongin mostrò un broncio di prima categoria, che scomparve solo non appena vide di nuovo il volto dell’altro accartocciarsi in una risatina.
- A quanto pare mi tocca.- disse.
Per fortuna aveva studiato recitazione, altrimenti sarebbe stato impossibile nascondere il disgusto e il tremendo disappunto nell’ingoiare quella dose indesiderata di sciroppo per la tosse. Il lato positivo era ciò che lo aspettava subito dopo, qualcosa di molto più dolce.
- Allora, dimmi … - esordì, sistemandosi nel letto con la solita finta voce roca e trattenendo le smorfie a sentire il gusto amaro dello sciroppo ancora in bocca. - Che cosa mi sono perso?-
E con la sua semplicità, mista a lieve sadismo e quella sua sfiducia generale nella sanità mentale dei suoi compagni, Kyungsoo raccontò le disavventure e le fatiche del gruppo durante le prove di quel pomeriggio. Fece anche vedere delle foto e dei video di Jongdae e Sehun che avevano improvvisato un tango e Junmyeon che aveva tentato di fare una piroetta, per poi cadere di faccia sul pavimento lucido.
Jongin rimpiangeva molto di non esserci potuto essere, ma ancora una volta gli bastava vedere il sorriso di Kyungsoo e pensava di non voler essere in nessun altro posto a fare niente di diverso che ascoltarlo e guardarlo.
Restarono a parlare tutta la sera; Kyungsoo fece cena con lui e non prese mai in considerazione l’idea di lasciare solo Jongin. L’unico problema era che più quest’ultimo si fingeva malato, più il suo amico gli regalava le sue attenzioni e Jongin percepiva un terribile senso di colpa crescere nel cuore.

No, alla fine non ce l’aveva fatta. Per quanto si sforzasse, Jongin non riusciva a fingere fino in fondo di non potersi muovere. Amava la danza più di se stesso, il suo corpo faceva quasi male a pensare che aveva saltato le prove di quel giorno.
Perciò eccolo ad intrufolarsi in sala prove nel cuore della notte, quando ormai tutti dormivano e in teoria nessuno avrebbe potuto scoprirlo. Finalmente poteva sentirsi vivo, poteva prendersi una pausa dalla sua farsa e da tutti i pensieri che lo tenevano sotto pressione nella sua vita da idol.
Jongin danzò per due ore abbondanti, finché non riuscì più davvero a reggersi in piedi. Con cautela e con il sudore ancora appiccicato sulla pelle sotto i vestiti, uscì di nuovo nella fredda notte per tornare a dormire, prima che qualcuno si accorgesse della sua assenza. Ma appena aprì la porta d’ingresso, si ritrovò davanti Kyungsoo, avvolto nel cappotto ed assonnato.
- Jongin?- biascicò lui, strizzando gli occhi per vederci meglio. - Che ci fai qua fuori a quest’ora? Ti prenderai anche la polmonite … -
L’altro era a dir poco congelato, sia per il freddo che per il terrore. Fece appena in tempo ad emettere qualche suono di indecisione, che Kyungsoo strabuzzò gli occhi a vedere che cosa indossava sotto la giacca: solo i suoi fedeli pantaloni della tuta e una felpa leggera, che usava per allenarsi.
- Sei andato a provare?- domandò il più basso, con tono decisamente più sveglio.
Jongin lo guardò con espressione colpevole, ancora senza il coraggio di fiatare. Vide lo sguardo di Kyungsoo cambiare e si sentì dolorosamente morire.
- Jongin … - cominciò l’altro, abbassandosi la sciarpa per parlare. - Eri a letto con la tosse e con un principio d’influenza solo qualche ora fa.-
- Lo so.- rispose, e la sua voce era miracolosamente tornata normale. - Mi dispiace … -
Gli occhi di Kyungsoo divennero grandi e pieni di delusione, ma bastarono pochi attimi perché si facessero di nuovo piccoli dentro un’espressione di totale disapprovazione.
- Stavo uscendo a comprarti delle medicine, lo sai?- sussurrò, prima di tornare dentro con un gesto secco.
Jongin sapeva di essere nel torto più completo e non poteva sopportare l’idea di aver fatto preoccupare e scomodare il suo amico solo per soddisfare un capriccio da egoista. Poteva immaginare come si sentisse Kyungsoo: preso in giro, stupito, deluso, confuso. Tutto questo, però, non lo fermò dal seguirlo e cercare di giustificarsi.
- Aspetta, Kyungsoo!- fece dispiaciuto, ma l’altro lo ignorò mentre tornava in camera sua.
Jongin restò quindi sulla soglia della porta, sentendosi come il peggiore degli idioti. Aveva mentito alla persona a cui era più legato nel gruppo e questo bastava a fargli desiderare di sparire dalla faccia del pianeta.

- Ah, è andata bene!-
- Sì, peccato per quel buco in mezzo … -
- Ehi, io l’ho riempito alla grande!-
- Io avrei qualche dubbio.-
Kyungsoo non commentò la performance di quel giorno. Non che non fosse d’accordo con i suoi colleghi e amici, ma aveva ben altro per la testa.
Tornati al dormitorio la sera tardi, i ragazzi si rilassarono e ordinarono cibo d’asporto. Ne presero un po’ anche per Jongin e ci fu un momento in cui tutti seppero che a portarlo in camera sua avrebbe dovuto essere Kyungsoo. Questo roteò gli occhi a sentire gli sguardi insistenti degli altri su di sé, ma non protestò.
Si affacciò nella stanza del ragazzo e, nonostante tutto, gli scappò un sorriso: Jongin aveva un pigiama azzurrino di gusto discutibile, almeno tre paia di calze ai piedi e due coperte avvolte intorno al corpo. Era pallido, con gli occhi lucidi e la febbre che sembrava peggiorata.
- Non ridere.- sbottò, mettendo il broncio.
- Te la sei cercata, lo sai.- sospirò Kyungsoo, riferendosi al freddo preso due giorni prima, quando Jongin era andato a provare di nascosto e si fingeva malato. Adesso lo era veramente ed era molto difficile non prenderlo un po’ in giro per questo.
L’altro non rispose, ringraziando soltanto quando l’amico gli porse la confezione di pollo fritto.
- Come va la gola?- chiese ancora Kyungsoo, mettendosi seduto lì accanto.
- Meglio.- scrollò le spalle Jongin. - Ma inizio ad avere il naso chiuso … -
Tirò infatti su col naso e il più basso scosse il capo, rassegnato a come poteva essere imbranato il suo amico.
- Perché l’hai fatto?- chiese, serio.
Jongin esitò a lungo con gli occhi bassi, avvolgendosi di più nelle coperte. - L’ho fatto per te.-
Kyungsoo sbatté gli occhi senza capire.
- Volevo passare il mio tempo con te … cioè, volevo che tu scegliessi di passarlo con me, starmi vicino … - non si spiegò granché bene, ma la sua espressione mentre prendeva un fazzoletto per soffiarsi il naso diceva ogni cosa.
Tutto fu chiaro, la verità era emersa e più Jongin sembrava pallido per via della febbre, più il volto di Kyungsoo pareva invece arrossire come un pomodoro maturo.
- Oh … b-beh, avresti potuto semplicemente chiedermelo, no?- disse, con voce tremante dall’imbarazzo. - Era così difficile?-
Naturalmente no e Jongin scosse lentamente il capo, vergognandosi tantissimo. Kyungsoo si strinse nelle spalle e guardò altrove, senza che il rossore sulle sue guance sparisse. Jongin se ne accorse ed arrossì a sua volta, giocando con l’orlo della coperta.
Passò un lungo minuto di quiete, prima che Kyungsoo mormorasse una frase con disappunto.
- E poi … adesso che stai male davvero, non posso baciarti.-
Jongin ebbe improvvisamente talmente caldo da poter soffocare e fissò Kyungsoo ad occhi sbarrati, incapace di reagire se non con le gote in fiamme e il battito impazzito.




~

Ad ogni super challenge carina di Fanwriter.it, ne approfitto per aggiungere ogni volta una ship diversa al mio repertorio. Stavolta era il turno dei KaiSoo, cuori dolci della nostra vita. <3
Spero che questo concentrato di diabete vi sia piaciuto, in caso lasciate una recensione e passate sul mio profilo per molte altre storie come questa.
Baci

by Eliot ;D


   
 
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