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Autore: Annapis    06/02/2018    1 recensioni
*fanfiction scritta co DevilLight*
Marinette ed Adrien hanno sofferto molto per avere la loro storia d'amore come nelle favole, e lo sappiamo, ma alla fine ci sono riusciti.
E Tikki e Plagg, invece?
Non è facile mascherare un amore da semplice e complice amicizia, no no.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Say: "I Love You"


Marinette teneva un libro di fisica aperto sulle gambe snelle e scattanti, allenate da anni di lotte contro il crimine.
Avrebbe dovuto studiare per il compito in classe del giorno dopo, ma proprio non riusciva a concentrarsi.
Aveva la testa da tutt'altra parte.
Era da un po' che lei e Chat si erano tolti le maschere - in tutti i sensi -, presentandosi l'un l'altro per quello che realmente erano: la timida Marinette e il famosissimo Adrien Agreste.
Ci era voluto anche un po' affinché fossero davvero una coppia, entrambi troppo preoccupati che l'altro fosse deluso da chi ci fosse sotto la maschera.
Quello che però la supereroina non si aspettava era che la sua kwami, Tikki, e quello di Adrien, Plagg, si conoscessero già da tempo.
Era consapevole che c'erano state altre Ladybug prima di lei così come molti altri Chat Noir, ma pensava che le identità fossero rimaste segrete anche con i loro predecessori.
Invece Tikki e Plagg, quando non erano chiusi nei Miraculous, erano stati molto spesso insieme.
Tikki diceva sempre che erano amici da millenni, eppure il suo tono a Marinette sembrava sempre quello che usava lei, nei primi tempi, quando diceva che Adrien era solo un amico.
Spostò lo sguardo dal libro alla piccola kwami che, da brava golosa, si mangiava dei biscotti con le gocce di cioccolato.
A distrarla furono le note di Despacito che si diffusero in tutta la stanza, facendola sobbalzare.
Avrebbe davvero dovuto cambiare suoneria, pensó mentre si affrettava a prendere il telefono.
I dolci lineamenti del viso si contrassero in una smorfia confusa a leggere il nome.
Che voleva adesso Adrien?
-Pronto?-
-My lady- la salutò Adrien dall'altro capo e Marinette non poté fare a meno di arrossire a quel soprannome che usava solo con lei, ma prima che potesse rispondere, sentì dei tonfi.
-Adrien?- chiese leggermente preoccupata. 
C'era forse un' akuma?
-Scusami, M'lady, ma Plagg vuole parlare con Tikki e non mi lascia studiare-
La ragazza non riuscì a trattenere un sorriso a immaginarsi il suo fidanzato chinò sui libri con Plagg che faceva di tutto per distrarlo. Ridacchiò leggermente, -A più tardi, kitty- rispose lei, alludendo ai loro incontri notturni, mandando un bacio al telefono e mettendo poi il vivavoce.
-Che succede, Marinette?- mormoró Tikki, volando fino alla corvina e rimanendo di qualche centrimeto sollevata da terra.
Euforico, Plagg si buttó sul telefono di Adrien.
-Tikki? Tikki!- 
-Plagg, maledizione, datti una calmata!- lo riprese invece il suo padrone.
-Non dovevi studiare? Ti sei lamentato fin'ora che non potevi...- rispose Plagg con la sua voce strascicata.
Svolazzò sopra il telefono con un pezzo di camembert in mano. Voleva solo raccontare a Tikki della sua nuova creazione: "El plaggo" un pezzo di camembert lasciato stagionare per novantanove giorni e che Adrien, quell' ingrato, aveva già rifiutato una volta.
Dall'altra parte dello schermo, sotto lo sguardo divertito di Marinette, Tikki sbuffó.
-Non si sarebbe lamentato se lo avessi lasciato studiare- commentó acidamente.
Il piccolo kwami del gatto nero sembrò riprendersi improvvisamente e si sedette con calma accanto al telefono del biondo, grande quasi quanto lui. 
-Hey Tikki!- disse, contento di sentire la sua amica.
-Hey Plagg!- lo salutò altrettanto felice lei, mentre Marinette posava il telefono sulla scrivania, cercando, per quanto poteva, di dare la giusta privacy ai due.
Adrien, invece, tese l'orecchio per ascoltare meglio.
Plagg non aveva mai detto a parole quanto tenesse a Tikki, ma l'aveva dimostrato più volte, cercandola sempre.
-Perché mi hai chiamato?- chiese la piccola kwami della coccinella.
-Ci credi che è già passato un anno, Tikki?-
Adrien si girò per vedere l'angolo della sua bocca piegato leggermente verso l'alto, ma gli occhi di Plagg erano fissi sul telefono. Potrebbe giurare di averli visti scintillare per un secondo veloce.
-Da che cosa?- chiese Tikki.
Non rispose, Plagg. 
Invece si voltò verso Adrien, Tikki dall'altra parte fece inconsciamente lo stesso verso Marinette.
Forse si rese conto a cosa si riferiva il kwami nero, allora un sorriso carico di affetto si fece larg
o sul suo rosso muso.
-Già- rispose lei.
-È divertente perché siamo stati con altri portatori per molto più tempo e ancora per qualche motivo penso sempre che siano speciali.- 
Plagg prese un respiro profondo. -Come, quando ho incontrato Adrien, subito ho potuto sentire qualcosa di diverso- sussurrò, cercando di farsi sentire solo dalla kwami.
-Ogni Ladybug é speciale e diversa dalle altre- rispose saggiamente Tikki.
-Ogni Ladybug aveva qualcosa che le altre non avevano avuto-
-Si si- minimizzó con un eloquente gesto della zampa nera il kwami della sfortuna, -Ma Adrien...-
-Può sembrare strano, ma penso che siano proprio come noi- 
Tikki notò che raramente aveva visto Plagg così pensieroso.
Alzò un sopracciglio, guardando il telefono in modo interrogativo. 
-Come noi?- chiese. -Cosa vuoi dire?-
-Ti ricordi quel giorno?- cominciò Plagg. -Quando si sono incontrati per la prima volta?-
Tikki ridacchiò. -Come umani?-
-Uhm, a scuola... quando Marinette si è arrabbiata con lui- chiarì il kwami ​​nero.
Fuori, il sole cominciò a calare dall'orizzonte.
-In quel momento, non sapevo che eri con quella ragazza quando stava cercando di rimuovere la gomma dalla sua sedia. Sapevo che eri vicino, ma non appena li ho sentiti parlare, era come... una corrente elettrica-
Quando disse quello, gli occhi di Tikki si restrinsero in due fessure.
-Sei sicuro che non fosse solo me quello che hai sentito?- chiese con cautela.
Se fosse stato possibile, Plagg avrebbe alzato un sopracciglio.
-E cos'altro avrei dovuto sentire?-
-Fate con comodo, eh!- sbottó Adrien.
Marinette, dall'altro capo, ridacchió.
-Ma lasciali stare!- protestó dolcemente.
-Non so... il tuo stomaco, forse?- fece Tikki, ironica.
Plagg finse un verso infastidito, fallendo miseramente per la risata che gli stava uscendo.
-Ho effettivamente sentito anche il mio stomaco. Ma questo...- disse facendo un gesto verso il nulla.
 -Questo era diverso. Sapevo che era la ragazza che l'aveva scatenata. Non avevo mai sentito niente di simile prima, neanche con i nostri passati portatori-
-Allora perché hai aspettato fino ad adesso?-
-Bhe, in un primo momento, avrei voluto dire qualcosa, ma la tua presenza era più forte intorno alla ragazza, quindi ho capito che tu eri con lei. Sapevo che questi due avrebbero fatto le cose con calma. Inoltre ogni volta che questi due si incontravano, avevo sempre sentito la tua aura e mi bastava-
Plagg ghignò. -Ho anche detto ad Adrien che aveva trovato una possibile fidanzata quel giorno sotto la pioggia! Ero molto serio anche se a lui non sembrava. È un peccato che abbiamo dovuto mantenere tutto questo un segreto fino a che non si sono detti la verità-
Lui si fermò.
-Ad essere onesti- sospirò. -L'avevo completamente dimenticato... fino a quando non ho visto questi due insieme-
-Perché? Non sono i primi LadyBug e Char Noir che s'innamorano- gli ricordó Tikki, sinceramente colpita da tutto questo discorso.
Tra loro, Plagg era sempre stato quello che ci metteva più tempo a relazionarsi con i portatori, un po' perché i maschi erano i più stupidi, un po' perché lui stesso era un po' stupido.
-E poi "questi due" sono Adrien e Marinette, Plagg. Ma... penso di sapere di cosa stai parlando-
Fu il turno del kwami ​​nero di guardare confuso il telefono.
-Credo che tu fossi più sensibile di me...- cominciò Tikki -Ma ora ricordo quella sensazione; come una forte scarica giù per le antenne. Sicuramente non da te. Ho pensato che fosse solo l'aria ad essere onesti... o un'akuma, ma ora credo che fosse qualcosa di molto più significativo-
-Wow, e io che pensavo che fossi quella più forte e intuitiva- fece Plagg con un sorriso.
-Avevo altre preoccupazioni a quel tempo- scrollò le spalle.
-Comunque, hai detto che erano come noi. Cosa volevi dire?-
Plagg si soffermò per un attimo pensando.
Le sue orecchie raccolsero le parole che Marinette e Tikki si scambiarono dall'altro capo della cornetta.
-Come due metà di un intero- le rispose finalmente. -Come se fossero fatti l'uno per l'altro... come...-
Tikki poggiò una zampetta sul telefono, come se in realtà l'oggetto fosse Plagg. Dall'altra parte, cioè a casa Agreste, il kwami nero fece lo stesso.
-...Anime gemelle- finì lei.
Marinette sapeva che era sbagliato origliare le conversazioni altrui, ma non riuscí ad evitare di sorridere nel vederli cosí presi l'uno dall'altro.
Loro che avevano sempre avuto l'aspetto di esseri superiori che non provano questi sentimenti umani superficiali.
-Già- concluse Plagg.
-Con questo vorresti dire che tu e Tikki siete anime gemelle?- lo struzzicó il suo portatore, senza pietà.
Per tutti gli anni in cui era corso dietro a LadyBug, Plagg non aveva mai perso l'occasione per struzzicarlo.
Ora la vendetta era arrivata.
Plagg era avvampato di colpo, non aspettandosi minimamente un commento simile dall’amico, ne che quest’ultimo si fosse accorto di quanto stava succedendo.
-N... Non è vero!-
-Mi prendi in giro, vero? Guarda che non sono cieco. Sei proprio un romanticone, Plagg- lo elogió smielatamente e con fare decisamente poco serio.
Plagg a quelle parole spalancò la bocca e sgranò gli occhi verdi.
-Sembri proprio un gatto spaventato!-
-Adrien, guarda che se ti acchiappo io...-
Li distrassero dalla litigata due risate dolci e femminili.
Marinette e Tikki, dall'altra parte dell'iphone di Adrien, avevano ascoltato tutto.
-Siete come cane e gatto- li beffeggio la corvina.
Tikki, invece, svolazzó fino alla sua portatrice accocolandosi contro la sua guancia.
-Perchè non prendete esempio da me e Marinette?-
-Dubito fortemente che sia possibile. Ci sono molte più probabilità che entrambi finiamo Akumizzati di quante ce ne sono che si verifichi quello che hai detto!- ribatté Plagg e Adrien annuì, divertito da quella risposta contorta.
Il kwami della sfortuna gonfiò il petto, in segno di orgoglio, mentre Tikki e Marinette borbottavano parole apparentemente prive di senso compiuto.
Adrien si avvicinò al telefono, dando una leggera pacca sulla testa a Plagg.
-Tikki ha ragione, rimandiamo i battibecchi. Voglio proprio sapere cosa ti spinge a dire che tu e lei siete anime gemelle!- esclamò con tono allegro.
-Non nel senso che lo siamo...- 
Se fosse stato umano, tanto imbarazzato era, si sarebbe portato una zampina dietro l'orecchio.
Marinette notó distrattamente le antenne di Tikki abbassarsi, in segno di tristezza, alla risposta del kwami della sfortuna.
La loro relazione era tutto tranne che quello.
Quando stavano insieme era grandioso, non lo negava, ma non avevano mai parlato di sentimenti e mai l’avrebbero fatto!
E Adrien era semplicemente troppo condizionato non solo dalla sua relazione con Marinette, che sembrava essere fatta di fiori, dolcetti e arcobaleni, ma anche dai romanzetti rosa che Ninò gli prestava e che lui aveva ricevuto da Alya.
-Perchè? Non lo siete?- domandó diffidente Marinette, tirandi fuori gli aritgli come quando le toccavano una persona cara.
E Tikki lo era.
Plagg sospiró
"Dritto al punto, vero?" si disse.
-N-niente, come vi vengono in mente certe cose? Siamo solo amici-
-Già. Solo amici. Lo vediamo come la guardi...- Disse Marinette.
"Marinette, ti prego" la imploró mentalmente la kwami della fortuna.
Adrien sogghigno senza pieta.
-Grande my Lady-
-Beh... È molto carina- rispose a testa bassa Plagg, imbarazzato forse per la prima volta in vita sua.
-Solo?-
Plagg fece un enorme respiro -Okay, è bella. E quindi? Stiamo insieme poche volte in decenni- essere lontani da chi si vuole più bene è il dolore peggiore che si possa provare.
Adrien scosse la testa più volte. -Ma smettila, approfittane ogni volta che state vicino e goditi ogni minuto, invece di lamentarti-
Plagg ancora non ci credeva che stava davvero parlando amichevolmente di quello con Marinette e Adrien, come se fossero amici di vecchia data, e con Tikki che sentiva tutto, per giunta. 
Non aveva senso tutto quello
-
Perchè ci tenete tanto?-
-Mah, non so. Forse è perchè mi sto annoiando, o perchè ti vedo come un fratellino alla sua prima cotta- disse infine Marinette.
-In teoria- parló allora Tikki, che stava quasi dimenticando il suono della sua voce, -Plagg é molto, ma molto piú grande di te.-
-Però è piccolissimo- obiettó Marinette.
-E comunque io non sono cotto!- protestó allora il kwami, diventando, se possibile, tutto rosso.
Adrien rise sotto i baffi.
-Che hai da ridere, tu- lo additó Plagg, frustrato.
-Ci hai messo anni ad accorgerti che Marinette e Ladybug erano la stessa persona, ed hai perso tempo a correre dietro a qualcuno che già ti amava-.
Quando sentì pronunciare quelle parole, Marinette credette di crollare. Non sapeva cosa dire, cosa fare, come comportarsi...
-Lui non...- tentó.
-L'ho visto tardi- le disse il biondo con un sorriso flebile, abbassando lo sguardo. -Marinette è lei come Ladybug è Marinette. Io ero così idiota da non capirlo- si portò una mano sul viso, massaggiandosi la guancia. -Così forte, così fiera... Eppure così impacciata e timida. Sono davvero un idiota. Ti prego, scusami...-
-Plagg...- lo rimproveró Tikki.
Il kwami della sfortuna, invece, sospiró esasperato.
Tutta quella conversazione lo stava frustando all'inverosimile.
-O maddai!-
Marinette nel frattempo era diventata rossa, chiedendosi come dal parlare di Plagg e Tikki si erano ritrovati così...
-Senti chi parla- sbuffò Plagg, sedendosi sul tavolo davanti al suo portatore. -E tu mi avresti rimproverato perché Adrien è stato uno stupido? Ora voglio del Camembert extra- aggiunse, mentre il biondo lo fulminò con lo sguardo.
-Il camembert te lo sogni!- s'ifurió Tikki, voltando le spalle al telefono come a fargli un dispetto.
Aveva sempre trovato l'atteggiamento di Plagg verso i due giovani portatori troppo menefreghista.
-Ho ragione io, ho solo detto la verità!-
-Non sei stato per niente gentile sei solo un piccolo arrogantello!-
-Viziata e antipatica!-
-Strafottente e prepotente!-
-Montata e stonata!-
-Ooh, basta questo è troppo!-
Offesa come non mai, Tikki decise di non rispondergli più. -E pensare che avevo pensato di piacerti per un attimo...- borbottò il kwami.
Il silenzio caló tra loro.
Marinette poteva sentire le parole di Adrien dall'altro capo del telefono e i borbottii.
Ma poteva perfettamente vedere le lacrime di Tikki. 
-Oh no, su Tikki, non piangere- mormoró con voce affranta.
-Plagg, l'hai fatta piangere!- urlò Adrien.
 Il kwami lo fissò allibito, boccheggiando... Erano forse impazziti?
Era lui quello tartassato di domande! Lui quello a cui chiedevano di raccontare la sua vita privata! Non era lei la vittima! Lui non le aveva fatto nulla!
-Plagg, non si fanno piangere le donne!- sbottò Marinette, cullando tra le mani l'amica.
-Plagg, sei pessimo!-commentò Adrien.
-Ho sempre saputo che eri egoista, ma con questo hai superato te stesso- disse calma Marinette.
Il quel momento Plagg si sentì scocciato.
-Io non ho fatto niente, capite? Niente! È lei che si è messa a piangere come una cretina!-
Marinette zittí ogni protesta quando sentí Tikki irrigidirsi tra le sue mani.
-Sei un idiota, Plagg!- con questo grido, la kwami si tuffó sul telefono della portatrice, chiudendo la chiamata.
Nella stanza dell'adolescente, ora, non si sentivano più i loro respiri affannati, tranne quello di Tikki che, imbarazzata, si rifugiò tra le braccia dell'amica.
-Scusa-
 
-Sei stato uno stupido- commentò semplicemente Adrien.
Plagg sospirò; doveva trovare un modo per farsi ascoltare da lei, doveva trovare un modo per poterle parlare.
 -Come faccio ora? Come posso farmi ascoltare se lei non vuole nemmeno vedere scritto il mio nome?-
L'aveva ferita così tanto e sentirla stare male, piangendo gli ha provocato un dolore atroce proprio al cuore..
-Anche io sto tanto male per tutto questo.-
Le mancava e la voleva lì con lui per scusarsi, per spiegarle ogni cosa, per dirle che la amava e che non l'aveva presa in giro, ma che i sentimenti nei suoi confronti erano veri, erano reali.
Perchè lui era veramente innamorato di Tikki, perchè lui la amava veramente, come non ho mai amato.
Doveva farsi perdonare, doveva perdonarlo, perchè Plagg bisogno di lei.
Senza di lei stava uno schifo e per stare bene aveva bisogno del suo sorriso, delle sue zampe così calde che lo accarezzavano dolcemente, della sua risata contagiosa, della sua voce; aveva bisogno della sua Tikki.
-Ho bisogno di lei. Devo andare da lei!-
Adrien sorrise. -Così si fa!- disse e stese il pugno -Plagg trasformami!-

Saltando tra i tetti di Parigi, Chat Noir, o Adrien, a dir si voglia, pensava che quella era una delle poche volte dove Plagg non aveva urlato "ti odiooo" prima di trasformarlo.
Doveva davvero tenerci a Tikki.
Sorridendo, atterró sul balcone di Marinette, bussando alla botola.
-Chi é?-
Adrien non rispose, sapendo che molto probabilmente la ragazza non gli avrebbe aperto sapendo che era lui.
Infatti, con riluttanza, Marinette si alzò dal letto, andando a vedere chi fosse il pazzo che era venuto nel cuore della notte nella sua stanza.
Quando arrivò alla finestra, un paio di occhi verdi attirarono la sua attenzione.
No, non poteva essere.
Chat Noir. Quel gattaccio era veramente venuto a casa sua.
Marinette aprì la finestra facendolo entrare. Chat diede un'occhiata nella stanza della corvina, analizzandola nei minimi particolari, ma la cosa che lo colpì di più, furono le sue foto, più precisamente le foto della sua parte civile, appese in camera della ragazza, le teneva ancora, nonostante ormai fosse tanto tempo che stavano insieme.
Tante domande gli affollarono la mente, ma per il momento le ignorò, girandosi verso il reale motivo della sua visita. Con passo quatto si avvicinò alla ragazza, sfoderando il miglior sorriso del suo repertorio.
-Buona sera princess. Dov'è Tikki?-
-Io sto studiando e Tikki non ha voglia di vedere un certo kwami nero- mentì lei.
-Sicura sicura?- mormoro suadente Chat noir, muovendo le orecchie.
Marinette non rispose.
Se gli avesse detto che togliersi togliersi dai piedi, probabilmente non ci avrebbe pensato due volte ad andarsene.
E lei non volevo che Chat se ne andasse, ne per lei ne per Tikki!
Ecco, si ritrovò anche con gli occhi lucidi. "No, Marinette non piangere!" si disse.
-Plagg è sempre cattivo con Tikki!- esclamò.
Doveva reagire, ma non ci pensava nemmeno a dirgli che la piccola kwami era nascosta sotto al cuscino!
-Maledizione! Poteva almeno lasciarlo finire! Deve sempre fraintendere tutto!- disse e a Marinette sembrò quasi che stesse ringhiando o, visto il suo alterego, soffiando.
-Perchè? Sarebbe cambiato qualcosa altrimenti?- borbottó infastidita.
Chat alzó gli occhi al cielo, ma alla fine si arrese.
-Posso offrirti qualcosa?- gli chiese la corvina, più per abitudine che per reale interesse, mentre si avvicinava alla scrivania.
-M'Lady credo che dovremmo parlare di ciò che è successo-
-Tecnicamente, noi non abbiamo niente da dirci- sbuffó Marinette.
-Hai ragione, dovremmo far parlare Tikki e Plagg-
Chat Noir sorrise e le fece un occhiolino, -Ho sempre ragione, principessa- ghignò lui -Plagg detrasformami!- gridò e al suo posto comparve Adrien. Plagg schizzò fuori dall'anello lamentandosi sul fatto che avrebbe potuto annullare la trasformazione anche prima.
Ad interrompere il suo monologo ci pensò Marinette che con un colpo di tosse gli indicò il cuscino sotto il quale Tikki si era rifugiata, e nonostante le parole di poco fa gli diede comunque un sorriso incoraggiante.
Plagg si sedette sul letto dell'eroina di Parigi.
-Ho sbagliato Tikki e ti chiedo scusa-
-Le scuse per le tue parole non bastano Plagg- gli rispose tagliente la kwami.
-Me ne rendo conto... -
-No non credo-
-Permettimi di spiegare almeno...-
-Prego fai pure ma non credo che apprezzerò-
Plagg si umettò le labbra e incominciò a parlare o meglio cercò di spiegarsi per quanto poteva.
Gesticolo un po', come faceva spesso anche Adrien, in passato.
-Volevo dirti che prima che litigassimo, ti avevo chiamato perché mi mancava la tua voce.-
Dall'altro lato della sua stanza, Marinette, seduta sulle ginocchia di Adrien, osservava il tutto senza fiatare.
Tikki, come da copione, rispose pronta -Mancava anche a me la tua-
-No, ma dico davvero!- affermò serio Plagg -Mi sei mancata davvero-
Tikki vacillò impercettibilmente: non abituata a sentire quelle parole da lui.
-Ti voglio bene- aggiunse, mentendo un po' -Tu me ne vuoi?-
-Si...- rispose, la voce che si bloccava nel dire altro.
-Non penso davvero che tu sia una cretina- borbottò, muovendo impercettibilmente le orecchie nere.
-Ah no?- domandò lei, la voce già un po' addolcita.
-No per niente- rispose lui con un sorriso arrogante.
Tikki sospirò: -Come è che riesci sempre a farti perdonare?- lei gli regalò un sorriso enorme e si buttò di peso sul kwami, facendolo cadere
-Sono irresistibile...-
E Tikki rise e pochi centimetri dal suo viso -Questo è vero...- gli concesse lei e si spostò, poggiandosi sulla sua spalla.
-Anche tu lo sei- si lasciò sfuggire allora il kwami della sfortuna, sospirando di sollievo nello stringerla di nuovo
Fu un attimo. Si morse il labbro. Si rese conto che per la seconda volta, se non di più, in un giorno aveva fatto una figuraccia madornale.
Prima la litigata, ora quello.
Cosa gli stava prendendo? Ogni volta che Tikki gli stava accanto, il suo cervello andava in pappa e non gli era mai successo!
Che fosse del tutto impazzito?
Forse era lui ad aver perso l’ultimo neurone.
-Cosa?- chiese la kwami a quella frase.
Plagg arrossì e ammutolì.
-Ha detto che sei irresistibile!- non si risparmiò Adrien, portando le mani a coppa alla bocca e sporgendosi oltre la schiena della sua ragazza per vederli meglio.
Plagg sussultò, minacciando il suo portatore di non trasformarlo mai più in Chat Noir, mentre Marinette scoppiò a ridere.
-Tu sei tutto squinternato! Come diavolo fai a pensare certe cose? A volte mi chiedo se mi fai arrabbiare apposta o se te le prepari per l’occasione!- disse Plagg, ma ciò non placò le risate dei due ragazzi o il sorriso divertito della kwami.
-Se non hai detto questo, allora cosa, eh, Plagg?- lo provocò il suo portatore.
-Ho detto… se proprio lo vuoi sapere, con tuo sommo dispiacere e imbarazzo ho detto... "So di esserlo"! Mettiti un apparecchio acustico nonnetto!-
-Come ti agiti- lo beffeggiò ancora Adrien con un sorriso malizioso.
-Ma in tutto questo... Plagg è perdonato?- chiese invece Marinette, allargando le braccia come a dividere I due litiganti.
Tikki svolazzò un po', guardando gli occhi verdi del kwami nero che la fissava in ammirazione.
Inarcò il sopracciglio, poi sorrise soddisfatta e circondò il collo di Plagg con le zampe.
-Per stavolta è perdonato...- poi si rivolse al kwami -Ma guai a te a farmi arrabbiare un'altra volta- sussurrò.
Se fosse stato possibile, Plagg sarebbe arrossito.
-Beh grazie- borbottò, stringendole I fianchi con le zampine.
-Sei la migliore!-
-Lo so...- disse a mezza voce la kwami, alzando gli occhi al cielo.
-Uh modestia saltami addosso- la prese in giro Plagg staccandosi da lei.
-Senti chi parla! Tanto lo so che ti fai i complimenti davanti allo specchio!- replicò sarcastica mentre Plagg spalancava gli occhi e si metteva una mano davanti alla bocca indignato.
Marinette ridacchiò, pensando a quanto fosse mutevole l'umore della compagna.
Bastava una parolina per farla piangere, e uno sguardo per sorridere.
Li osservò giocare a rincorrersi sul suo piumone, I lineamenti della testa rotonda di Tikki sembravano ridere con lei.
-Non litighiamo mai più- soffiò Plagg.
-Giuramelo- Disse Tikki -Giuramelo, giurami che mi proteggerai sempre, che farai lo stupido e il dolce sempre con me, giurami che dormirai sempre con me, che mi coccolerai ogni volta se dopo un caso mi sentirò male, giurami che mi proteggerai anche quando non ti farò vedere la mia vulnerabilità, giurami che sarò l'unica, giurami che ci sarai e che sì, tu sei il per sempre. Giuramelo- Tikki tirò fuori tutto, tutti i suoi sentimenti, con le lacrime agli occhi e un nodo in gola guardava Plagg che sorrideva con occhi da innamorato, follemente innamorato e si avvicinava piano.
-Voglio anch'io stare per sempre con te- le sussurrò in un orecchio, camuffando la dichiarazione in un abbraccio.
Avevano passato secoli a cercarsi e rincorrersi senza mai dirsi schiettamente quello che provavano.
Era ora di buttarsi.
-Io ti amo Tikki, ti amo. E non posso far altro che giurarti tutto quello che hai detto e aggiungo un'altra cosa, io ti giuro che ti amerò sempre e per sempre. E si sei l'unica con cui ho pensato, penso e penserò di dividere la mia vita e di vivere insieme-
E ci volle un secondo, un millesimo di secondo, per far si che le loro bocche s’incontrassero per sviluppare uno dei più bei baci d’amore, mentre i loro occhi anche se chiusi, erano pieni d’amore e pieni di commozione. Plagg stringeva Tikki come la cosa più preziosa al mondo, come la cosa più bella e splendente che ci fosse. 
E non si sarebbero mai staccati se Marinette non si fosse lasciata scappare un piccolo urletto di gioia, nascondendo subito dopo le labbra tra le mani.
-Scusate-
Era strano vedere due kwami, quelli con cui avevano un rapporto più diretto, baciarsi davanti a loro, come se niente fosse.
Era un po' imbarazzante.
-Bhe... se prima non erano insieme, si può dire che ora lo siano!- sdrammatizzò Adrien.
-Questo è sicuro, gattino!- esclamò Marinette.
-Che carini...- disse ancora il biondo.
-Si infatti...- terminò la sua ragazza.
-Fossi in loro, non amoreggerei davanti a noi, insomma... è un po' imbarazzante!- aggiunse lui.
-Adrien!- lo richiamò Marinette. -Come fai a essere così insensibile? Non vedi come sono carini?-
-Era per dire...- sibilò Adrien.
-Chissà cosa si diranno dopo... cosa faranno...- ormai lo stavano osservando. Era come se stessero guardando un film e aspettassero la scena finale.
-Voi vi baciate sempre davanti a noi, peró- osservò Tikki, piegando di lato la testolina.
Arrossirono al solo pensiero di essersi baciati davanti a loro e ora al solo pensiero le loro labbra desideravano ardentemente quel contatto tra di loro, non si baciavano da tre ore se non di più.
Si persero ognuno nello sguardo dell’altra, senza dare importanza agli altri, si sentirono ancor più attratti.
Non si erano mai guardati con tanto amore in vita loro, la passione cresceva dentro di loro, si afferrarono per mano incastrando le loro dita Adrien la attirò a se Marinette si aggrappò a lui e prima che se ne accorgessero, unirono le loro labbra in un bacio appassionato, dove diedero tutti loro stessi.
Non si accorsero degli applausi dei kwami, che dissero anche cose come: "Bravi, siete fantastici!", "A quando le nozze?" ma quando compresero che non avevano intenzione di staccarsi, se ne andarono in terrazza lasciandoli da soli a sbaciucchiarsi. 
Respirando la fresca e pura aria di Parigi, Tikki si sentì bene.
Appagata, soddisfatta.
Lei era felice, Marinette anche ed erano entrambe innamorate.
Poteva andare meglio?
Sì. Poteva.
-Tikki, tu... Ti andrebbe di... Ballare?- questa volta ad arrossire e ad abbassare lo sguardo fu il kwami nero.
La compagna lo guardò, ritrovando il sorriso.
-Certo-
-Ti dico già che non ne sono capace, e poi non c'è pure musica- Plagg si grattò la testolina imbarazzato.
-Non ti preoccupare. T’insegno io! Ehm... Se vuoi ovvio-
-Si certo! Vieni, andiamo- le prese la zampa e la trascinò letteralmente verso la ringhiera del balcone. La kwami diventò totalmente viola ma la cosa le fece molto piacere.
"Plagg è sempre stato gentile con me... Forse è lui quello giusto, dopo tutti questi secoli."
Raggiunto un lato della terrazza, Plagg afferrò goffamente la kwami per la vita. Tikki distolse lo sguardo da lui ma gli mise una zampa sul braccio e iniziò a muoversi a ritmo di una musica dettata solamente dei loro cuori, mentre l’altro la seguiva stupito ma concentrato. Mantennero questa posizione per alcuni minuti fino a che il kwami, tutto sudato, lasciala presa per asciugarsi la fronte.
-Possiamo fermarci un attimo?-
-Sì, certo- Tikki acconsentì ma sembrava un po’ delusa. Plagg se ne accorse e prendendola per zampa la condusse a sedersi.
-Perdonami. Mi sento un imbecille a ballare. Ho un’ottima insegnante ma rimango lo stesso un impedito!-
-No... Plagg... È che... Non hai il ritmo nel sangue... Cioè... Hai altre qualità, tante qualità! Non questo... Scusa non volevo, forse ti ho offeso…-
Plagg rise di gusto -Hai ragione Tikki... È vero, non ho il ritmo nel sangue. E poi figurati se mi offendo, me ne accorgo anch’io! L’unica cosa che mi dispiace è che... così tu non potrai divertirti-
-Ma io mi diverto lo stesso! Tu... sei molto divertente... e buffo quando balli... Mi hai fatto ritrovare il buonumore. E ti...Ti...- Tikki diventò viola scuro.
-Amo- finì per lei Plagg.
-Ti amo anch'io, Tikki.-
   
 
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