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Autore: SORECOCO    07/02/2018    2 recensioni
Jacopo ha sedici anni e per scompare di casa improvvisamente,senza lasciar scritto nulla. Cosa l'avrà spinto a fuggire? Fra intrghi,amori scopri la sua storia
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Ragazzo scompare lasciando la propria famiglia, non si sa nulla sulla sua posizione, il servizio di Gemma D’Aquino ci spiegherà meglio l’accaduto!- Così disse il giornalista alla televisione. Era una notizia che faceva scalpore in tutta Italia, rimbombava in tutte le sue parti, un ragazzino che aveva lasciato la proprio casa, senza lasciare tracce, a parte, se così si poteva definire,una coroncina di margherite tutte affiancate tra di loro. Una scomparsa strana, forse data dal fatto che i compagni di classe di Jacopo; lo scomparso, non avevano alcuna intenzione di darne importanza alla sua fuga, lasciavano correre, non gli importava nulla, bastava solo che la loro vita andasse avanti. Gli unici che sembravano essere affranti dal dolore della scomparsa del loro pargolo erano, ovviamente, i suoi genitori, che disperati lo cercavano senza avere risultati di alcun genere.  È scontato  dire i sensi di colpa che i genitori ebbero alla sua scomparsa, non si spiegavano il senso della sua fuga, -perché avrebbe fatto quest’ azione,stava bene!-Pensavano questo e ogni volta che i giornalisti insistentemente chiedono qualcosa su loro figlio,e tutto ciò ormai andava avanti da  più  di una settimana e del ragazzo non si avevano ancora notizie di dove fosse o di semplici avvistamenti di Jacopo.Sua madre era decisa,avrebbe indagato da sola, a partire proprio dai suoi compagni di classe,che poco si interessavano della mancanza del suo figliolo, sarebbe andata esattamente l'otto giugno, l'ultimo giorno di scuola, a scoprire di più. Avrebbe fatto di tutto anche rovinare l’estate ai suoi coetanei, li avrebbe costretti a dire qualcosa, a far dire tutto ciò che sapevano. Il giorno era arrivato,nessuno sapeva che sarebbe,arrivata lei,la madre,quella che il fuggitivo definiva “La madre dello spazzolone”,per via del fatto che pulisse la casa in cui abitava, in modo costante e ossessivo.Il rumore della porta che sbatteva echeggiò per tutto l’istituto, qualsiasi persona in quella scuola, anche se in una classe vi era rumore, aveva sentito quel forte rumore.-Signora!Cosa le serve?- disse la bidella al bancone,con la scusa di suo figlio in molti conoscevano la madre di Jacopo,era una donna,una madre semplice,faceva la cameriera in un ristorantino desolato e nel quale raramente vi era un cliente, anche se nelle ultime settimane, la donna era andata spesso per via dell’assenza di una sua collega,che aveva la madre malata.-Non si preoccupi lei!Rimanga lì seduta,che non c’è bisogno del suo intervento!- Disse con tono arrabbiato  la madre di Jacopo, nel mentre avanzò verso la classe di suo figlio,la TA41, la classe dalla quale voleva delle risposte, ovviamente la bidella nel mentre la pazza madre furiosa avanzava all’attacco aveva chiamato il preside della scuola:un uomo occhialuto,non molto alto,abbastanza grassottello,ma che teneva molto al rispetto delle regole nel suo istituto e a far vedere come la sua scuola fosse perfetta,anche se alla fine era peggio di un asilo, questo era quello che pensava alla fine il fuggitivo quando vi era stata la festa della scuola, e nell’istituto erano venuti vari capi di ditte limitrofe alla città  per vedere i vari progetti che gli studenti dell’intero Itis,questa era la scuola che Jacopo frequentava, avevano preparato durante l’anno scolastico e sembrava che ogni anno il preside si faceva avanti come un lecchino per ottenere il giudizio positivo delle ditte.Ma torniamo alla madre di Jacopo che era arrivata alla porta della classe del suo bambino,senza paura,senza dubbi, e senza bussare entrò nella stanza. Tutti appena videro la porta aprirsi senza motivo dato che tutti gli alunni erano in classe e a quell’ora non arrivava quasi nessuno di solito.Appena la videro i ragazzi si misero una mano in faccia dallo sconforto, ancora una volta veniva a rompere le scatole la mamma dello scomparso. -Signora!Se mi deve dire qualcosa,e meglio se usciamo dalla classe!- disse la professoressa di chimica, una donna sulla cinquantina di anni, dai fiorenti capelli di color castano e rosso, a volte indossava degli occhiali colorati e sfarzosi.Era conosciuta oltre per il fatto che si vestisse in modo costantemente nero,per il fatto che chiamasse il figlio della genitrice del fuggitivo “Amico”, era un appellativo che dava a quasi tutti i suoi alunni,ma che usava raramente con tutti, lo  usava molto per Jacopo, non che non garbasse a lui o a gli altri , si sapeva che il ragazzo era una persona di cui parlare, la sua stazza piuttosto tozza lo faceva sembrare un orsetto morbidoso, ma anche perché , come diceva la sua professoressa di chimica, era un personaggio.Timido, impacciato, poco sicuro di sé era Jacopo dentro di sé, e come scoprì sua madre dai suoi compagni di classe, non faceva trasparire le sue debolezze,le fragilità e tutto ciò che forse nessuno sapeva su ciò che provava dentro, che ogni piccola cosa che per gli altri era insignificante o un piccolo scherno per lui pesava come tre elefanti che lo schiacciano prepotentemente. 
Forse nessuno di quelli  che conoscevano Jacopo in carne e ossa sapeva che in realtà con qualcuno si sfogasse di tutto ciò che subiva,che provava con qualcun’altro, con altre persone che aveva conosciuto su un forum, per il quale a volte riceveva a volte piccoli derisioni da parte di sua sorella, dato che il luogo in cui incontrava i suoi amici virtuali era dedicato a un noto videogame che tutti avevano giocato nell’infanzia per poi abbandonarlo completamente durante la naturale crescita,ma per Jacopo non era così, certo si divertiva a creare piccoli esserini fatti di pixel, a parlare nella varie discussioni che vi erano, ma soprattutto a parlare di tutto e di più con i suoi migliori amici. Infatti, sua madre non scoprì nulla su suo figlio, anzi creò solo malcontento e fastidio sia negli insegnanti sia negli amici di scuola del suo ragazzo.
Ora però la madre era solo piena di dubbi,era forse scappato per colpa sua,lo pressava troppo forse, doveva essere più distaccata, e magari poteva capire i suoi stati d’animo, ma anche la sua vita scolastica avrebbe capito molto meglio se avesse provato a parlare con lui almeno una volta. 
Non rimaneva nient'altro che aspettare la polizia, anche se ci avrebbe messo molto per trovarlo,come per quel caso che aveva sconvolto l'intera Italia della ragazzina che era uscita dalla palestra e non era più tornata a casa, e alla fine era stata ritrovata dopo mesi vicino a delle industrie. Sua mamma non voleva che succedesse la stessa cosa per suo figlio, avrebbe voluto vederlo vivo e in carne e ossa, abbracciarlo e piangere a dirotto, scusarsi per tutto quello che gli aveva fatto,ma ora di lui le rimanevano solo i ricordi,le foto e qualche altra cosa che gli apparteneva; ogni volta che varcava la porta della camera di suo figlio,una vampata di ricordi la inebriava;apriva sempre l’armadio dove Jacopo teneva i suoi libri di scuola, ma anche quelli che leggeva, sfiorava le copertine e pensava se i libri di narrativa fossero in qualche modo un indizio per ritrovarlo. Ogni santa cosa che vedeva poteva essere un indizio, in realtà erano solo sue fisse mentali, infatti ogni volta che non trovava nulla piangeva e versava lacrime, lacrime che solo una madre potrebbe capire.
   
 
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