Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Angelo Azzurro    07/02/2018    0 recensioni
"Quando il principe Edoardo aprì gli occhi sentì dolore in ogni parte del corpo, ma si stupì di ritrovarsi vivo nella sua stanza, infatti credeva di essere morto e di risvegliarsi direttamente in Paradiso.
Cercò di muovere le braccia, ma vide che erano legate ben strette, una precauzione più che necessaria ovviamente, perché altrimenti sarebbe scappato. Ovvio che sarebbe fuggito, forse volevano ucciderlo sulla pubblica piazza, rendere la sua esecuzione spettacolare in modo che tutto il suo popolo sapesse che lui, il principe Edoardo delle Terre Verdi non era riuscito a proteggerli, non era riuscito a salvare suo padre e ora il loro fiorente regno era in mano a quei barbari del lega dei nomadi."
Riuscirà il principe Edoardo a riprendersi il suo regno? La principessa Isabella sarà una sua nemica?
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando il principe Edoardo aprì gli occhi sentì dolore in ogni parte del corpo, ma si stupì di ritrovarsi vivo nella sua stanza, infatti credeva di essere morto e di risvegliarsi direttamente in Paradiso.
Cercò di muovere le braccia, ma vide che erano legate ben strette, una precauzione più che necessaria ovviamente, perché altrimenti sarebbe scappato. Ovvio che sarebbe fuggito, forse volevano ucciderlo sulla pubblica piazza, rendere la sua esecuzione spettacolare in modo che tutto il suo popolo sapesse che lui, il principe Edoardo delle Terre Verdi non era riuscito a proteggerli, non era riuscito a salvare suo padre e ora il loro fiorente regno era in mano a quei barbari del lega dei nomadi.
La lega dei nomadi era una corte itinerante, non avevano un castello vero e proprio, si spostavano in accampamenti in territori ricchi per depredarli e per lasciarli poi una volta che li avevano completamente distrutti. Ma questa volta non se ne sarebbero andati, perché il loro re Esteban aveva avuto una figlia femmina, che amava particolarmente e non potendole lasciare il comando, che sarebbe passato al figlio maggiore Valentino, desiderava fare di lei una regina e quindi l’aveva proposta in sposa ad Edoardo. Ma suo padre, il re Umber, quando si era visto recapitare la domanda di fidanzamento aveva riso in faccia all’emissario, dichiarando che il suo erede non avrebbe mai sposato una piccola barbara dai piedi scalzi. L’emissario se n’era andato minacciando che se ne sarebbero pentiti e avrebbero ricordato quel giorno come la fine del loro regno dorato.
Il re Umber non aveva preso sul serio quelle minacce, perché non era la prima volta che la lega dei nomadi attaccava i loro territori, ma erano sempre riusciti a cacciarli, senza grande fatica.
E quindi più di un mese dopo, quando ormai avevano già dimenticato quelle minacce, si trovarono il palazzo pieno di nomadi, non riuscirono a capire come fosse stato possibile; i nomadi non erano così tanti, almeno così credevano loro. In realtà tutta la corte, più diversi mercenari si erano recati nel regno delle Terre Verdi e avevano distrutto e depredato e ucciso suo padre.
Era là quando era successo, il palazzo era a ferro e fuoco, la servitù urlava e fuggiva inseguita dagli invasori, suo padre si stava battendo contro un energumeno dai lunghi capelli neri che brandiva una mazza, il re era un uomo di quasi cinquant’anni, ma era ancora un valido guerriero e lui il suo erede si stava battendo contro un ragazzo nomade piuttosto bravo con la spada.
L’energumeno era riuscito a colpire suo padre con la mazza alla testa, Edoardo quindi aveva girato le spalle al suo avversario per correre in suo soccorso, ma non era riuscito ad aiutare il padre e il giovane nomade si era avventato su di lui da dietro. Ma lui non sentiva i colpi, vedeva solo suo padre che veniva finito da quell’energumeno e poi ad un certo punto sentì che anche per lui la fine era vicina, il suo sangue lo stava lasciando, aveva diverse ferite, era ormai steso a terra e il suo avversario lo stava prendendo ripetutamente a calci.
Stava solo aspettando la morte, prima o poi il suo avversario gli avrebbe dato il colpo di grazia, se nonché poco prima che avvenisse, un giovane dai lunghi capelli dorati era arrivato di corsa e aveva ordinato al giovane nomade di fermarsi. Il suo avversario si era fermato all’istante e aveva chinato il capo. Il nuovo venuto aveva dato una rapida occhiata al re morto e poi il suo sguardo si era spostato su di lui:” Questo è il principe Edoardo e gli ordini erano di non ucciderlo, ricordi vero Nicholas?”
Nicholas si scusò e giurò che non l’avrebbe ucciso, ma il ragazzo dai capelli lunghi non gli credette e con un rapido colpo della sua spada gli taglio la gola; Edoardo nel vedere la scena emise un verso strozzato, quel ragazzo era un demonio, aveva ucciso con una freddezza inaudita il suo alleato.
Dopo aver eseguito l’operazione, chiamò l’energumeno ordinandogli di tirarlo su da terra ed esso senza particolare grazia lo tirò su per le ascelle in modo che i suoi occhi s’incrociassero con quelli col acciaio del biondo: “Principe Edoardo, i miei omaggi, buonanotte!” così lo salutò prima di colpirlo in testa con l’elsa della sua spada e da quel momento fu tutto buio. Fino a quel momento in cui aveva aperto gli occhi.
“Vedo che avete riaperto gli occhi principe. Avete perso molto sangue, ora dovrò pulire le vostre ferite e purtroppo sarà doloroso, mi dispiace.” Spiegò il guaritore apprestandosi ad eseguire le cure, ma Edoardo sentì poco il dolore, stava esaminando la situazione. Era legato, e quel guaritore non era uno di quelli al servizio presso la sua corte, quindi difficilmente avrebbe potuto chiedergli aiuto per scappare, ma forse avrebbe potuto dargli alcune informazioni.
“Da quanto tempo sono qui?” chiese a bassa voce Edoardo al guaritore, il quale prima si guardò attorno e poi gli rispose a voce ancora più bassa: “Mi dispiace principe, mi è vietato di parlare con voi, rischio la vita. Posso solo dirle che ha dormito per tre giorni e durante questo tempo la nostra famiglia reale si è insediata sul suo trono.”
“Credi che mi uccideranno?” chiede il ragazzo, ma il guaritore non gli rispose, anzi portò via i suoi strumenti e lo lasciò solo.
Per due giorni le uniche persone che vide furono il guaritore, che non rispondeva mai alle sue domande, i servi che lo nutrivano e si occupavano delle sue necessità e l’energumeno che lo sorvegliava, ma con quest’ultimo nemmeno provò a comunicare.
Il terzo giorno proprio l’energumeno senza tante cerimonie lo depositò su una sedia con le ruote e legandogli mani e piedi lo trascinò nella sala del trono.
Durante il tragitto non incontrarono nessuno, ma Edoardo cercò di guardarsi attorno, il più possibile e l’unica cosa che notò fu che tutto era tornato in ordine.
Appena entrò nella sala del trono, si sentì salire dentro una gran rabbia; sul trono di suo padre, sul trono che un giorno avrebbe dovuto essere suo c’era seduta una ragazzina che lo stava osservando con disgusto.
“Ehi Val, non sarà davvero questo il mio futuro sposo? E’ uno smidollato, oltre ad essere brutto è  pure ancora sporco di sangue. Potevi farlo ripulire prima di portarlo al mio cospetto.” Esclamò la ragazzina con una vocetta odiosamente petulante.
Nella stanza era presente anche il ragazzo dai lunghi capelli biondi che si trovava dietro il trono, ed era proprio lui a rispondere al nome di Val.
“Sorellina mi dispiace, ma non ne ho davvero avuto il tempo, sai ero troppo impegnato ad insediarti su quel trono che tu trovi tanto comodo. Bene, principe Edoardo credo che ormai sia ora di fare due chiacchiere, ti starai chiedendo come mai non sei ancora morto vero?” gli chiese Val.
Edoardo li osservò un momento e notò subito la somiglianza tra i due, erano fratelli, quel Val aveva lunghi capelli biondi tendenti al riccio, occhi color acciaio e fisicamente sembrava una montagna, non doveva essere molto più vecchio di lui, forse aveva al massimo 25 anni. La sorella invece gli sembrava molto giovane, forse aveva attorno ai 14 anni, era molto magra, con una chioma sciolta ricciuta tendente al rosso e occhi grigi, indossava una tunica di seta azzurro chiaro e infine notò che sulla testa portava la corona di suo padre, la sua corona.
“Avete intenzione di impiccarmi, decapitarmi o torturarmi sulla pubblica piazza?” chiese allora Edoardo e quel Val scoppiò a ridere e alla sua risata si unì quella della ragazzina rossa.
“Oltre a brutto sei pure sciocco e con la memoria corta…tu principe non morirai, diventerai il mio sposo, e una volta che io sarò regina con una discendenza tu verrai giustiziato, ma solo allora, vedrai che troverò un ottimo pretesto, prometto che sarò creativa. Oh naturalmente, non ci sposeremo così su due piedi, prima tu dovrai essere presentabile, poi dovremo fare un ragionevole fidanzamento e solo dopo avverranno le nozze, le tradizioni vanno rispettato. E tu dovrai anche divenire fedele a noi. Come vedi abbiam tantissimo lavoro da fare e quindi…” spiegò la ragazzina ridacchiando, ma fu interrotta dal fratello: “Isabella, tu parli sempre troppo e non hai ancora capito che qui non stiamo giocando. Nostro padre ha deciso di regalarti questo regno, che tu dovrai governare, in modo che io quando mi stancherò delle mie peregrinazioni possa venire qui a riposarmi con la mia corte e questo bamboccio qui presente dovrà fare quello che diciamo noi, se non desidera che noi uccidiamo uno dei suoi sudditi ogni giorno sotto i suoi occhi.” La sgridò il fratello e poi proseguì fissando Edoardo:” Bene ora vogliamo sapere da te quanti anni hai?”
Il principe disgustato da tutto quello che aveva appena visto e sentito non rispose alla domanda, chiudendosi in un silenzio ostinato, ma questo non scoraggiò Val che scoppiò in una risata sguaiata e chiese all’energumeno, chiamandolo Tom, di portargli una delle servette. E poco dopo l’energumeno torno tenendo per i capelli una delle servette del castello, una ragazza di cui lui non conosceva il nome, ma che doveva lavorare nelle cucine.
“Allora se non risponderai alle mie domande ucciderò questa ragazza e poi ne ucciderò un’altra e così via finchè non rimarrai solo tu e allora capirai che potrò fare a meno di te perché qui non ci sarà più nessuno.” Spiegò Val estraendo la spada e quindi Edoardo si trovò costretto a cedere:
”Ho 18 anni, ne compirò 19 tra due mese.”
“Secondo le leggi del popolo nomade a 19 anni potrai chiedere formalmente in moglie mia sorella a me e a mio padre e noi ti sfideremo a duello per valutare il tuo valore. Quindi spero per te che tu sappia usare una spada. Ci penserà comunque Tom ad allenarti, non pensare di perdere il duello volontariamente, perché in quel caso ti uccideremo dopo averti torturato. Ti lasceremo il tempo di guarire dalle tue ferite e poi inizierai l’addestramento. Quando Tom riterrà che tu sia pronto io e mio padre torneremo per la cerimonia del fidanzamento. Ovviamente qui tu ora non governi nulla, tu ubbidirai a mia sorella e lei, senza ucciderti, potrà fare di te tutto ciò che riterrà opportuno. Se prometterai di non scappare potrai rimanere nella tua stanza slegato. Ovviamente se cercherai di fuggire noi ti riprenderemo e per te non sarà affatto una bella situazione. E ora Tom portalo via” e così senza aspettare che lui potesse rispondere Tom lo spinse via senza dire una parola.
“Saby mi aspetto che tu riesca a mantenere il potere con ogni mezzo. Ricordati che sei tu la regina, noi torneremo tra due mesi e mi aspetto che quel bamboccio sia addomesticato a dovere, altrimenti saranno guai per te.” Disse Val stringendo il braccio della sorella una volta che furono rimasti soli.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, ma non pianse, annuì e con tutta la compostezza di cui era capace assicurò che avrebbe fatto dei suo meglio per tenere tutto sotto controllo e che tra due mesi il bamboccio sarebbe stato il più fedele dei servitori.
Poco dopo Val si congedò dalla sorella e una volta che Isabella rimase sola sospirando si tolse quella corona così pesante. Era in oro massiccio tempestata di rubini, più adatta ad una testa maschile indubbiamente, ma suo padre aveva deciso di regalarle quel trono, un ruolo fittizio in realtà, perché il suo compito era occuparsi di quella terra mentre suo fratello era in viaggio per depredare altre terre. La lega dei nomadi per secoli non aveva mai conosciuto il significato della parola stabilità, ma suo padre aveva deciso che era ora di cambiare le tradizioni e quindi aveva deciso di provare ad allearsi tramite un matrimonio ai signori delle Terre Verdi, i quali però l’avevano trattato come un loro inferiore, avevano anche disprezzato lei, nonostante fosse bella e piuttosto istruita, definendola principessa degli stracci. E quindi suo padre aveva deciso di prendersi quel trono da re dei nomadi, uccidendo e depredando come ci si aspettava da lui. E ora lei si trovava in un castello pieno di mercenari, servi terrorizzati e con quel principe altezzoso, la prima cosa da fare sarebbe stata piegare quell’Edoardo e questo le avrebbe dato gioia, gliel’avrebbe fatta vedere lei chi era il superiore.
Edoardo una volta nella sua stanza provò a mettersi in piedi, cosa per nulla facile, si avvicinò alla finestra e provò a valutare se aveva le forze per lanciarsi sul balcone del piano di sotto, ma la risposta fu ovviamente negativa, sentiva la testa girargli furiosamente e la nausea, si mise quindi seduto sul pavimento con la testa tra le mani. Pretendevano che tra due mesi lui chiedesse spontaneamente la mano di Isabella, battendo due spietati spadaccini, con ottime probabilità di morire dopo il matrimonio una volta che non fosse più servito e con la minaccia di uccidere i suoi sudditi ad ogni suo rifiuto. Si chiese cosa avrebbe fatto suo padre, lui era stato un grande uomo, aveva guidato il suo popolo con giustizia e non avrebbe voluto che morissero per mano di quegli usurpatori, ma forse non avrebbe nemmeno voluto che il suo unico figlio diventasse un fantoccio nelle loro mani. Si sarebbe opposto per quanto possibile, ma per il momento non poteva fare molto. Forse prima o poi avrebbe trovato il modo per fuggire e riprendersi il regno, se fosse arrivato nel regno dell’Oro da suo cugino Mikail forse avrebbe potuto aiutarlo, forse sarebbe bastato mandargli un messaggio, ma come? Al momento l’unica cosa che poteva fare era osservare.
Forse sarebbe riuscito a raggirare Isabella, gli sembrava poco più che una bambina e sicuramente non aveva molta esperienza ne per quanto riguardasse regnare ne sui ragazzi, forse si sarebbe innamorata di lui e allora lì lui avrebbe avuta dalla sua parte e l’avrebbe fatta prigioniera e suo fratello per riaverla viva avrebbe potuto portarsi via i suoi soldati. Ma forse suo fratello l’avrebbe fatta uccidere, quel ragazzo era spietato, sperava solo che Isabella fosse meglio.


 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Angelo Azzurro