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Autore: sofismi    08/02/2018    1 recensioni
Ben Solo non riesce a lasciare andare Kylo Ren, è parte di lui, è un potere di cui non può fare a meno. Ben è ferito, dilaniato, e soffre di un dolore immenso: il dolore provocato dal divario tra luce e buio. Rey potrebbe aiutarlo, ma non appena si sfiorano si allontanano, scappano l'uno dall'altro. Magari è paura, ma nel profondo sanno che è qualcos'altro, qualcosa di troppo difficile da ammettere.
[Disclaimer: I personaggi dell'universo Star Wars non mi appartengono e faccio dei riferimenti alla storia reale e alle scene del film. POSSIBILI SPOILER! ]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XVIII.




Appoggio delicatamente una mano sulla spalla di Rey per svegliarla.
“Andiamo,” la incito dolcemente.
È arrivato il momento, sono le quattro di mattina e se non andiamo adesso non andremo mai più. Mi sono alzato poco dopo che lei si è addormentata e dopo aver pensato a ciò che ci eravamo detti  sono andato a fare delle ricerche. Mi sembra di averci messo una vita ma alla fine i miei sforzi hanno prodotto dei risultati: Q’rief, un piccolo pianeta al di fuori dell’Orlo Esterno, al di fuori di qualsiasi Dittatura o Repubblica. La popolazione è pacifica e a bassa densità, è praticamente il posto perfetto.
“Dove mi stai portando?” chiede lei mentre mi affaccio alla porta della mia stanza per controllare che non ci sia nessuno.
“Q’rief, un piccolo pianeta fuori dall’Orlo Esterno,” le dico sottovoce.
“Cosa?!”
“Seguimi.”
Corro di soppiatto e controllando che a destra non ci sia nessuno imbocco il corridoio con lei dietro di me, stupita e spaesata.
“E il Generale?” domanda preoccupata.
“Ho già pensato a tutto, i tuoi amici stanno venendo a prenderla,” rispondo tranquillo, sicuro di me e nella riuscita del piano.
La stanza del Generale è a pochi metri di distanza, ma come previsto ci sono degli stormtrooper che fanno il giro di ronda. La spingo indietro e ci appiattiamo dietro una colonna nella speranza che non ci vedano. Non mi rendo conto di averla tra le braccia finché non riprendo a respirare, è così piccola, e improvvisamente il terrore di non riuscire a proteggerla mi attanaglia il cuore.
“Ben,” sussurra. La prendo per mano e riprendo a correre.
Quando finalmente arriviamo davanti alla porta della stanza di mia madre tiro un sospiro di sollievo, poi apro la porta e spingo Rey dentro. Una volta chiusa la porta mi avvicino a Leia, è sotto le coperte e dorme, non ha idea di che cosa le aspetta. Le appoggio una mano sulla spalla come ho fatto una decina di minuti fa con Rey e aspetto che apra gli occhi.
“Mamma, dobbiamo andare,” pronunciare quella parola non è stato difficile come mi aspettavo, anzi, mi è venuto quasi spontaneo chiamarla così.
“Ben…” ci mette qualche minuto a rendersi conto chi siamo e cosa le stiamo chiedendo, però è abbastanza tranquilla. “È tanto che non mi chiami così,” sorride.
“Dobbiamo sbrigarci, Finn e Dameron stanno venendo a prenderti,” le spiego mentre mi dirigo verso la porta per accertarmi che non ci sia nessuno. Leia rimane spiazzata da ciò che le ho appena detto e questo mi delude un po’, speravo sarebbe stata contenta di lasciare questo posto eppure non mi sembra convinta.
“Generale abbiamo pensato a tutto noi, presto sarà al sicuro ma adesso dobbiamo andare,” le dice Rey. Nella mia mente la ringrazio per l’aiuto che mi sta dando, e spero che percepisca la mia gratitudine. Leia non risponde ma ci segue fuori, e a passo svelto ci spostiamo verso un hangar secondario. So che una volta arrivati sarò costretto ad eliminare le guardie per far entrare il pilota della Resistenza però non ho altra scelta.
“Aspettatemi qui,” ordino prima di entrare. Sia Rey che Leia non dicono nulla e mi lasciano andare, sanno che è una cosa che devo fare da solo: dopo i prossimi minuti il mio tradimento sarà definitivo e verrò condannato a morte. Se non dovessimo farcela moriremo tutti, e tutti ne siamo consapevoli, ma dobbiamo almeno tentare.
Prendo la spada laser e apro la porta richiudendola subito alle mie spalle, i tre soldati vedendomi non fanno una piega, intimoriti, ma quando accendo la spada e uccido il primo di loro si allarmano e portano subito le mani ai loro blaster. Sfortunatamente per loro non abbastanza in fretta, e nel giro di pochi secondi sono tutti e tre per terra. Dopo averli spostati contro la parete faccio entrare Rey e Leia senza riuscire a guardarle in faccia.
“Rey controlla se sono già arrivati, io nel frattempo mi preparo ad abbassare lo scudo per farli entrare,” senza aver finito la frase mi metto al lavoro, e Rey mi segue.
“Trovati,” dice poco dopo, “mi metto in contatto con loro.”
Aspetto pazientemente che gli spieghi dove siamo, nel frattempo riprendo coscienza del mio corpo: sento l’ansia bruciarmi il petto, non va bene. Devo riuscire a liberarmi di qualsiasi emozione, se no non riusciremo mai ad andarcene da qui indenni. Mentre formulo questo pensiero una mano mi tocca la schiena, mi aspetto di vedere Rey dietro di me ma non appena mi giro il mio sguardo si scontra con quello di mia madre, e sento che mi sta dicendo di stare tranquillo.
“Abbassa gli scudi,” mi dice Rey. Obbedisco subito e vedo una navicella della Resistenza entrare. E dopo pochi secondi, come mi aspettavo, partono dei colpi di blaster.
“Abbiamo pochissimo tempo,” dico mentre mi giro pronto per correre giù ed entrare nella prima navicella che trovo. Dietro di me Rey aiuta Leia mentre io gli apro la strada, assicurandomi che nessuno intralci il nostro cammino.
“Aspettate qui,” dico una volta arrivati all’entrata dell’hangar. Nessuna delle due protesta, come prima, e mi preparo di nuovo per il combattimento.
Ci sono una decina di soldati che sparano verso la navicella che è appena entrata, ma nessuno si gira verso di me. Essendo il Leader Supremo sono in vantaggio, nessuno di loro si aspetta un tradimento da parte mia, ciò mi permette di coglierli di sorpresa e con qualche fendente riesco a metterli tutti fuori gioco. Do a Rey e Leia il via libera e mi avvicino alla navetta. Lo sportello della plancia si abbassa e riconosco subito FN-2187, Finn, il traditore. Mi lancia uno sguardo a metà tra l’ostile e il grato e mi supera, correndo verso le due donne dietro di me. Io non dico una parola e guardo la scena da lontano: saluta il Generale con riverenza e rispetto e poi abbraccia Rey. Vederli così mi fa aggrovigliare le budella, ma cerco di stare tranquillo.
“Niente rancore?” sento dire alle mie spalle. Dameron, il pilota della resistenza, è in piedi dietro di me con affianco la famosa unità BB che mi ha fatto perdere la fiducia di Snoke. Dopo averlo squadrato, sulla difensiva, annuisco. Lui, in risposta, mi da un’amichevole pacca sulla spalla che mi fa rizzare tutti i peli. Ma come si permette?
“Dobbiamo muoverci!” urlo spazientito all’amorevole trio impegnato nei saluti. Al suono della mia voce tutti si girano e corrono verso di noi.
“Ci rivedremo,” dice Rey ai suoi amici prima di salutarli di nuovo. Una piccola lacrima scivola giù dalla sua guancia, ma io so che non è tristezza, lo sento. Percepisco gioia dentro di lei, e gratitudine, e subito sono contento anche io.


 
  
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