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Autore: giugiu9605    08/02/2018    0 recensioni
Pensavate che Ladybug e Chat Noir durante le vacanze non dovevano proteggere Parigi dai nuovi akumatizzati?
Vi siete sbagliati di grosso.
Come direbbe Chat Noir “Un supereroe non va mai in vacanza”.
Ebbene sì, in questi capitoli troverete i due protagonisti sia ad affrontare nuovi cattivi e sia a godersi un po' le feste.
Vi auguro una buona coccinettura!
(Non fate caso a me che scrivo battute come Chat Noir.)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 1 “Il colore giusto nel giorno speciale”


Era luglio. Non era un giorno qualunque ma precisamente il 14 luglio in cui tutti i parigini festeggiavano la festa nazionale francese.


Il giorno prima Marinette Dupain-Cheng, figlia di Tom e Sabine, i genitori pasticceri, aveva chiamato la sua migliore amica Alya per decidere su cosa avrebbero potuto fare in quel giorno speciale.
Avevano stabilito che si sarebbero incontrate al solito parco; da casa sua distava solo cinque passi, come del resto Marinette ci impegnava altri cinque o più per essere spesso in ritardo nella scuola più rinomata di Parigi, il Collège Françoise Dupont.
Fortunatamente era da un settimana che non aveva lezioni e nessun professore o il preside la sgridava del suo perenne ritardo.
Insieme alla signorina Césaire, la ragazza avrebbe preso il bus numero 72 per andare direttamente ai Champs-Élysées dove, come di tradizione, veniva celebrata la parata militare.


Purtroppo quell'incontro tanto atteso con la sua migliore amica andò in fumo perché aveva promesso ai suoi genitori che avrebbe lavorato nella pasticceria al loro posto.


Marinette, dopo essersi alzata dal letto, scese le scale per andare a fare colazione. In cucina trovò i suoi genitori che si stavano sistemando.
«Buongiorno Madre.», disse mentre si stava stropicciando l'occhio destro.
«Tesoro mio buongiorno! Ricordati cosa devi fare oggi.», rispose mentre stava prendendo il pentolino pieno di latte.
«Oggi? Che giorno è?», domandò sbadigliando mentre si stava sedendo sopra alla sedia marrone dietro il tavolo di legno.
«Ma come non ti ricordi? Devi servire in pasticceria. Io e mamma andiamo a fare un giro in città, è parecchio tempo che non lo facciamo!»
«Cosa? Avevo promesso alla mia migliore amica che ci saremo viste!», esclamò facendo quasi cascare la tazza.
«La vedrai domani a scuola.», rispose Tom mentre stava ridando la tazza a Marinette.
«Grazie papà. A scuola ci ritorno il primo settembre.»
Tom e Sabine la salutarono, le augurarono un buon lavoro e infine uscirono dal negozio.
Marinette dopo aver fatto colazione, salì le scale e andò in camera.
«Tikki! Non posso credere che ho promesso due cose per lo stesso giorno! Sono proprio un disastro! Alya mi odierà!»
«Calmati Marinette! Sono certa che Alya capirà. Perché non la chiami?»
«Hai ragione Tikki.»
Prese il cellulare, cercò il numero di cellulare di Alya e la chiamò, dall'altra parte del telefono ci stava la ragazza dai capelli colorati seduta sul letto della sua stanza e sembrava molto allegra come se stesse aspettando un evento sensazionale.
«Tranquilla. Troverò una soluzione che ti aiuterà con la pasticceria. Ciao!»


«Quale soluzione?»
Marinette andò in cucina a prendere dentro a un cassetto il suo grembiule personalizzato. Lo aveva modificato per un'eventuale occasione, era di colore rosa con pois bianchi e sopra alle tasche c'erano due fiocchi grigi.
Se lo mise sopra alla maglietta bianca, prese i due nastri grigi del grembiule, fece un fiocco dietro alla schiena e poi si guardò allo specchio.
«Sono pronta! Oggi farò felice i cittadini parigini!»
Scese le prime scale, uscì dalla cucina e andò direttamente nella pasticceria.
«Spero che arriveranno tante persone a comprare le nostre specialità, non è vero Tikki?» chiese la ragazza dai capelli neri al suo tenero kwami che si era nascosto dentro a una tasca del suo grembiule.
«Stai tranquilla Marinette, sono certa che ci saranno di sicuro!»


Dopo alcuni minuti la pasticceria si affolló di tante persone e quest'ultime si stupirono che ci fosse solo Marinette a servirli. La ragazza cercò di essere gentile con tutta la clientela mentre li serviva e provò a non combinare danni.
Però, mentre stava tenendo in mano una scatola rettangolare, decorata con la bandiera francese e la scritta “14 luglio” stampata ai lati della confezione, che era piena di macarons colorati appena fatti, cascó in terra.
Nello stesso momento un ragazzo le tese la mano e l'aiutó ad alzarsi.
«Tutto bene, Marinette?»
Non si era resa conto che davanti a lei si trovava la persona la quale era follemente innamorata da più di un anno.
Prese la mano del ragazzo e alzò lo sguardo verso lui.
«Ehm...sì.», rispose un po' nervosamente.
Marinette lo guardò meglio e in quell'istante capì che stava tenendo la mano di Adrien.
Da quanto era scossa per questa cosa, rimase a bocca aperta e arrossì.
«Oh! Adrien ma-ma che ci fai qui nella mia… pazzia?»
«Cosa?» la guardò di sbieco.
«Scusami intendevo qui cioè nel locale mio ciò mio nel locale…»
«Mi ha scritto Alya e mi ha detto che ti serve qualcuno per aiutarti a gestire la pasticceria. E quindi eccomi qua!»
«Oddio sto sognando… cioè volevo dire accomodati pure! Vado a un grembiule prendere cioè un grembiule vado cioè torno subito!»
Mentre Marinette era indaffarata a cercare in un cassetto di cucina l’indumento giusto per il biondino, il signorino Agreste osservava ogni singolo particolare del locale e sorrideva pensando che quasi tutti i dolci o altre pietanze esposte sopra le mesole li aveva preparate la ragazza dai capelli neri.
«Non vedo nessun dolce fatto con il camembert.», disse il piccolo kwami mentre svolazzava tra le mensole del locale.
«Plagg che ti avevo detto? Non devi uscire senza permesso dalla borsa, se ci scoprono sarà la fine.»
«Hai una gatta da pelare allora.»
«Plagg! Stai zitto e buono per una volta!»
Il kwami nero ritornò dentro la borsa di Adrien un po' dispiaciuto.
Minuti dopo ritornò Marinette dentro il locale, in mano aveva un grembiule di colore verde. Dette l'indumento ad Adrien arrossendo un poco e non lo guardò negli occhi. Lui le sorrise, posò la borsa in una delle tante sedie, si tolse la camicia bianca, la appese all'attaccapanni che si trovava vicino alla porta secondaria e si mise addosso il grembiule.
«Mi puoi fare una foto? Vorrei vedermi. Come sto secondo te?»
«Oh tu sei sempre magnifico… cioè volevo dire ci stai bene!»
«Grazie mille Marinette dei complimenti!»
La ragazza prese un po' tremando il cellulare che si trovava in una delle due fasce del suo grembiule e fece alcune foto al biondino, infine gliele fece vedere.
«Davvero, come dici te. Ci sto proprio bene! Facciamo una foto ricordo, ti va?»
Marinette iniziò a farsi film mentali, stava immaginando che se quella foto che stava per fare con Adrien per sbaglio l'avesse vista Chloé o un altro componente della classe avrebbero pensato che loro due uscissero insieme o che erano fidanzati.
«Ehm credo che non vengo bene in foto rispetto a te che sei fantastico ehm volevo dire bello e quindi forse sciuperò solo la foto.»
«Okay… quindi mi stai dicendo che non vuoi fare una foto con me.»
«NO cioè sì volevo dire…»
Adrien si avvicinò a lei, le afferrò una mano e la guardò negli occhi.
«Dimmi tutto quello che vuoi Marinette, ti ascolto.»
La ragazza divenne rossa per la seconda volta e non riusciva a guardarlo in faccia.
«Ecco io, noi-noi dobbiamo lavorare, giusto? Non è il momento adatto per fare le foto.»
«Va bene, facciamole dopo aver lavorato allora.», disse sottovoce Adrien all'orecchio sinistro di Marinette.
Le sorrise, lasciò la mano della ragazza e si mise dietro il bancone a sistemare le scatole per i dolciumi, Marinette invece andò vicino al forno a infornare alcuni i macarons di vario colore o i croissant.
Quindici minuti dopo i macarons erano cotti, nel frattempo la ragazza stava preparando alcune farciture per metterle dentro i macarons, aveva deciso di fare due ganache diverse, una era con la crema a base di mascarpone e fragola e l'altra era fatta con il cioccolato fondente e panna.
Adrien, appena sentì il profumo dei macarons appena sfornati, si girò verso Marinette la quale stava mettendo una delle due farciture dentro i piccoli dolcetti. Senza chiedere permesso, il biondino ne prese uno e lo assaggiò.
«Ti piacciono i milioni? No volevo dire quei bottoni no volevo dire maledizioni, oddio che distrazioni!»
«Sono deliziosi i dolci che prepari! Sei molto brava a cucinare!»
Marinette si fermò di colpo e diventò per la terza volta tutta rossa in viso.


Intanto in un negozio di fiori c'era una ragazza apprendista, il suo nome era Ambre Fleury e stava aprendo l'attività.
Aveva diciassette anni, aveva i capelli marroni legati con un fiocco blu, nel suo viso aveva le lentiggini e gli occhi erano di colore blu come il mare.
Il suo insegnante di fiori Alexander, il giorno della festa nazionale francese, a causa dell'influenza non potette uscire da casa e quindi aveva incaricato alla ragazza di gestirlo al posto suo.
La ragazza per la sua agitazione e anche perché era la prima volta che lavorava da sola senza l'aiuto di qualcuno, si agitò e creò una composizione di fiori sbagliata per una cliente, quest'ultima era la signorina Chloé Bourgeois.
Il giorno prima la figlia del sindaco di Parigi aveva fatto ordinare, da Jean dai mille nomi, un mazzo di rose gialle insieme a gigli, gerbere e crisantemi gialli.
Ambre al telefono aveva capito che il cliente volesse delle rose rosse e non gialle e non aveva pensato minimamente a questa cosa.


Minuti dopo arrivò Chloé dentro il negozio di fiori e quando vide nel mazzo di fiori preparato da Ambre, le rose di un colore diverso, andò su tutte le furie.
«Guarda che avevo ordinato un mazzo di fiori gialli e quando intendo un mazzo di fiori gialli intendo un mazzo di fiori gialli! Se non sei brava a fare queste cose, figuriamoci in un altro lavoro! Sei un incompetente! È totalmente ridicolo! Ridicolo!»
Chloé scaraventò i fiori a terra, li calpestò e andò via senza salutare la ragazza.
Ambre si mise in ginocchio a piangere guardando i fiori tutti sciupati e che stavano perdendo i petali.
Papillon dal suo covo captò delle emozioni negative e quindi preparò una sua akuma per farle incontrare la nuova vittima.
Due minuti dopo la piccola farfalla nera si fermò sul bracciale di Ambre che si trovava sul polso destro, nel bracciale c'erano disegnati dei fiori rossi.
«Fleuriste, io sono Papillon. Ti darò il potere di far spuntare la tua cliente nel negozio.
Ma prima dovrai raccogliere i gioielli di Ladybug e Chat Noir!»
«Non mi farò sradicare da nessuno, Papillon!»
Ambre si trasformò in Fleuriste, aveva due poteri da akumatizzata, il primo consisteva di lanciare con il bracciale fiorito dei petali di vetro. I petali erano neri e quando colpivano le persone le trasformavano in fiori finti che, a seconda dell'umore della persona colpita, cambiavano colore. Il secondo e ultimo era quello delle liane pungenti e velenose, quest'ultime uscivano dalla parte centrale del vestito e potevano distruggere ogni cosa o imprigionare persone. Se il primo potere non era ancora attivo quest'ultimo non si attivava.


Chloé venne catturata da Fleuriste e urlò per la paura, Marinette e Adrien sentirono le urla della loro amica che provenivano da fuori del negozio.
Marinette andò nella pasticceria per vedere chi fosse quel nuovo akumatizzato, invece Adrien si diresse verso il pianterreno dell'abitazione di Marinette e si trasformò in Chat Noir. Uscì dalla porta d'ingresso del palazzo e andò subito dopo davanti all'entrata della pasticceria.
Preso in braccio Marinette e la portò sul balcone dell'abitazione per metterla al sicuro, la salutò e se andò perché aveva il compito di salvare la ragazza dai capelli biondi.
La signorina Dupain-Cheng alcuni minuti dopo si trasformò in Ladybug, tirò lo yoyo e infine si diresse verso Fleuriste.


Chat Noir si era fermato sopra a un tetto di un palazzo e stava guardando con il suo bastone nero Fleuriste, quest’ultima si stava dirigendo verso il Pont Neuf con in braccio Chloé che stava gridando per la paura.
Due minuti dopo arrivò Ladybug, mise le mani sui suoi fianchi e guardò l'orizzonte.
«Oh, sei arrivata. Credevo che non saresti venuta.», chiese Chat Noir mentre la ammirava.
«Ti sono mancata micetto?»
«Un po’ Milady.»
«Comunque Chat Noir, ho visto che stai controllando Fleuriste e penso che sta andando all’Hotel de Ville.»
«Ma come è attenta ai particolari insettina. Sei davvero sicura?», chiese mentre chiudeva l'arma.
«Sono alquanto sicura, fidati di me. Su muoviamoci e seguiamola!»
Chat Noir le fece un inchino. «Prima le signore.»
Lanciò di nuovo il suo yoyo verso un palazzo e Chat Noir allungò il bastone verso la stessa direzione di Ladybug.


Nel frattempo Fleuriste aveva imprigionato con il primo potere diversi civili tra cui alcuni genitori dei compagni di classe di Marinette e Adrien e inoltre aveva abbattuto alcuni palazzi con le liane pungenti che fuoriuscivano dalla parte centrale del vestito. Aveva già superato il ponte, quando arrivò davanti all'ingresso dell’Hotel de Ville trovò due persone che le stavano ostruendo volontariamente il passaggio. Erano Ladybug e Chat Noir.
«Sei sorpresa di vederci, eh Fleuriste?», chiese Chat Noir mentre le puntava contro il bastone.
«No!» lo guardava con occhi pieni di sfida. «Se non mi date i vostri Miraculous, farò diventare tutti delle rose finte!» esclamò mentre gli toglieva dalle mani il bastone facendolo cadere in terra.
Chat Noir lo stava per raccogliere ma venne imprigionato dalle liane dell’akumatizzata.
«Fleuriste! Prendi ora il Miraculous di Chat Noir, l'anello!», disse Papillon alla sua akumatizzata.
«Certamente Papillon!», rispose a tono Fleuriste.
Chloé, che stava sentendo tutto, allungò le mani e afferrò da terra l'oggetto e con quest'ultimo colpì Fleuriste sulla schiena facendole ritirare le piante.
«Grazie mille Chloé! Ora ti libero da questa pianta assassina!»
Contemporaneamente Ladybug stava schivando i petali di vetro neri che uscivano dal bracciale fiorito dell’akumatizzata e stava osservando i suoi movimenti.
«Chat! Metti al sicuro la ragazza!», urlò Ladybug.


Chat Noir usò il Cataclisma, distrusse un lampione che cascó in testa a Fleuriste, prese in braccio la biondina e la portò all’interno dell’Hotel de Ville, precisamente dentro a uno sgabuzzino.
«Chat Noir! Perché mi lasci qui dentro? Ti ho appena aiutata e mi ricambi così il favore?», chiese Chloé arrabbiata.
«Devi restare sicura Chloé! È l'unico posto che mi è saltato in mente! Non ti muovere!»
Chiuse la porta e andò via velocemente dal palazzo, davanti a sé vide Ladybug che si stava scontando contro Fleuriste nella piazza, Chat Noir andò davanti al nemico per fermarlo.
«Ladybug, muoviti a fare qualcosa! Tra poco mi ritrasformo!»
Ladybug attivò il suo potere «Lady Charm!» e le uscì un nastro adesivo per fiori rosso con pois neri «Un nastro adesivo per fiori? Cosa devo farci?»
Si guardò attorno e vide con il suo potere, che le permetteva di focalizzare solo gli oggetti che aveva bisogno e quando li guardava diventavano dello stesso colore della sua tuta, delle bandiere francesi nella facciata dell’Hotel de Ville e dei lampioni che si trovavano davanti all'edificio.
Prese il nastro e iniziò ad avvolgerlo nei lampioni, poi lo mise nelle bandiere che erano in alto e infine avvolse Fleuriste partendo dai fianchi.
«Sarà una bella pianta avvitata!», disse Chat Noir mentre si batteva contro Fleuriste.
Infine Ladybug prese il bracciale fiorito che indossava la vittima nel polso destro, lo buttò in terra e da essa apparve l’akuma.
«Niente più malefatti piccola akuma. Ladybug sconfigge il male!» tirò lo yoyo verso la farfalla nera «Presa! Ciao ciao farfallina!» uscì una farfalla bianca dallo yoyo di Ladybug perché era stata appena purificata dalle azione negative.
«Miraculous Ladybug!», disse concludendo la supereroina a pois lanciando in aria il suo Lady Charm, così facendo tutta Parigi ritornava alla normalità.
L’akumatizzata scomparve anch'essa dopo la purificazione e davanti agli occhi di Ladybug e Chat Noir apparve Ambre che si sentiva spaesata e non si ricordava nulla.


«Ben fatto!», dissero in coro Ladybug e Chat Noir.
«Milady devo andare» disse Chat Noir guardando l'anello che lampeggiava «perché non accompagni questa ragazza e anche Chloé?»
«Si si micetto, stai tranquillo.», rispose Ladybug sorridendo.
«Mi prometti una cosa?», chiese Chat Noir guardandola negli occhi «Verresti con me a vedere i fuochi d'artificio questa sera sopra il Trocadero?»
«Se proprio insisti… va bene!» rispose mentre sorreggeva Ambre impedendole di cadere «A più tardi!»
E Chat Noir, da quanto era preso da quella supereroina, arrossì e sparì dalla sua vista.


«Ladybug, Chat Noir questa volta avete vinto» annunciò Papillon incavolato dal suo nascondiglio segreto «ma un giorno vi estirperò dalla faccia della terra MUAHAHAHAH» concluse mentre stava scomparendo la luce dal covo.


Venti minuti dopo Adrien era uscito dal sottopassaggio della Métro e stava andando verso la pasticceria dei Dupain Cheng facendo finta che non fosse successo nulla.
Mentre stava entrando dentro il negozio vide arrivare Marinette affaticata.
«Marinette!» esclamò preoccupato Adrien guardandola in viso «Ti ho cercato dappertutto...dove eri finita?»
«Ehm io… ero stata presa di mira da quella akumatizzata che mi aveva trasformato in un fiore finto» rispose cercando di non balbettare «e tu tesoro… cioè volevo dire Adrien?» lo guardò un po arrossendo.
«Pure io, non riuscivo a muovermi!» rise «Dopo è arrivata Ladybug e ci ha liberato tutti!»
Alla fine i due entrarono dentro al negozio e insieme finirono di preparare i croissant, decisero di farli in tre gusti diversi, alcuni li fecero con la crema gianduia e nocciole, altri al lampone e more e gli ultimi tipi al limone e arancio.
«Mi sto divertendo tantissimo con te, Marinette.» disse Adrien mentre guardava Marinette mettere alcuni croissant sopra la teglia «Spero di venire più spesso al tuo negozio per darti una mano!»
«Dammi la tua mano, Adrien!», disse Marinette arrossendo.
Il ragazzo si avvicinò alla ragazza dai capelli neri, mise le mani sopra le sue, che stavano tenendo la placca da forno, e infornarono le ultime brioche.
Qualche secondo dopo Marinette cascò in terra e urtò Adrien per sbaglio che scivolò pure lui, la ragazza se lo ritrovò sotto di sé e quando se ne rese conto divenne rossa per la vergogna.
«Che cosa c’é Marinette?», chiese Adrien mentre le accarezzava il volto con la mano destra.
Marinette non le rispose, era intenta a guardarlo con gli occhi che le brillavano e il cuore le batteva a mille mentre sfiorava il suo delicato viso.
«Cosa? Ah, scusami sono maldestra… non volevo.», rispose Marinette dopo alcuni minuti.
Gli prese la mano sinistra e lo tirò su, Adrien le sorrise, si avvicinò a lei ma improvvisamente i due sentirono due voci familiari e quindi secondi dopo fecero finta di non aver fatto nulla.


«Ciao tesoro! Ah chi si vede! Adrien! Come stai?», chiese Sabine al ragazzo mentre chiudeva la porta del negozio «Avete lavorato sodo no?»
«Buongiorno signora, si si sto bene grazie mille.», rispose Adrien sorridendole «Si abbiamo lavorato fino ad ora, vuole assaggiare i nostri croissant appena fatti?»
«Ehm madre, che piacere vederti!», disse con un sorriso Marinette mentre si avvicinò a Sabine «È venuto ad aiutarmi…non l'ho chiamato io no no.»
«Posso insegnarvi io a fare i croissant perché io sono l’inimitabile super fornaio alla riscossa!», disse Tom con un tono molto allegro.
«Sono capaci anche da soli Tom», disse Sabine scuotendo la testa «credo che non saranno d'aiuto i tuoi consigli da esperto!»
«Bene ragazzi, dato che avete lavorato tanto vi lasciamo andare.», disse Sabine sia a Adrien e a Marinette «Vi consiglio di andare a vedere i fuochi questa sera!»
«I fuochi! Si non ci avevamo pensato! Che ne dici Marinette?», chiese Adrien alla ragazza dai capelli neri sorridendo.
«Ecco io… ehm… io...non posso. Devo finire un progetto con Alya e le altre ragazze e me ne stavo dimenticando! Scusami tanto…», disse Marinette arrossendo un po’ mentre lo guardava negli occhi.
Adrien si imbarazzò e si mise una mano sulla testa «Ah capisco, si pure io ho da fare questa sera… si farà un'altra volta.»
Adrien salutò Sabine, Tom e per ultimo la sua ‘amica’, il ragazzo li ringraziò per aver avuto l'occasione di aiutare Marinette nella pasticceria e infine si avviò verso casa.


«È la prima volta che noto un tuo rifiuto ad un invito da parte di quella tua amica.
Hai davvero degli impegni da sbrigare a casa o in realtà hai intenzione di incontrarti segretamente con...»
«Zitto Plagg! Menomale che quando sono trasformato non sento la tua fastidiosa voce! E comunque si… Ladybug mi aspetta in quel posto questa sera.»
«Ohh credo che il ragazzo si stia innamorando…»
«Non è vero! LADYBUG È SOLO LA MIA MIGLIORE AMICA!»



***


Quella sera, dopo la missione, Chat Noir andò sopra all'edificio sinistro del Trocadero e aspettò la sua Lady.
Minuti dopo la supereroina a pois apparì e le stava sorridendo.
«Buona sera micetto», lo salutò educatamente.
«Buonasera a lei mia dolce Lady.», gli sorrise «È pronta per vedere questi fuochi?», chiese Chat Noir guardandola.
«Ma certamente!», rispose sorridendo.
Dopo alcuni minuti comparvero alcuni fuochi d'artificio che venivano sparati dalla Torre Eiffel e dai Bassins du Trocadero.
I due supereroi erano seduti sopra al Trocadero, Chat Noir era a destra di Ladybug e stavano ammirando quel bellissimo spettacolo.
A un certo punto lui si avvicinò pian piano a Ladybug e la baciò delicatamente sul collo, «Sono molto felice di condividere questo spettacolo con te, Milady.» lei lo guardò sorpresa non capendo il motivo di quel gesto.
«Oh micetto… ehm anch'io ne sono felice.»
Chat Noir la guardò intensamente e le sorrise.
«Sai, era da tanto che volevo fare una serata diversa con te insettina.»
«Ah non me lo aspettavo proprio da te…» Ladybug si mise a braccia conserte.
«Davvero?», chiese sorpreso e divertito.
«Guarda che un po sì…», lo guardò sorridendo.
Chat Noir l’abbracciò sorridendo pure lui, la supereroina comprese di quella sua improvvisa azione.
   
 
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