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Autore: Anna Fugazzi    11/02/2018    1 recensioni
Sequel one shot di "Bond". Il giorno dopo l'epilogo, Seamus si trova ad assistere a uno spettacolo niente male. Punto di vista di Seamus.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Seamus Finnigan | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Traduttrice: poldina. L’autrice originale della storia è Anna Fugazzi. Per la storia in lingua inglese cliccate qui.

Beta-reader: NON BETATO

 

Non era colpa di Seamus. Sul serio. Era successo solo perché doveva testare un nuovo Incantesimo di Sonno Profondo per il corso di Incantesimi, ma aveva dimenticato di lanciarselo prima di mettersi a letto, quindi si era svegliato quando Harry ebbe uno dei suoi incubi.

Anche se probabilmente era colpa sua, per aver dimenticato di lanciare l’incantesimo la sera precedente, ubriaco fradicio dopo la festa ‘Non Siamo Finiti All’Ultimissimo Posto Della Classifica Della Coppa Di Quidditch” di Grifondoro. O, come l’aveva chiamata Dean, la festa “Congratulazioni Al Cercatore Che Ha Battuto Il Nostro Cercatore Perché Alla sua Casa Non Gliene Può Fregare Di Meno”.

La festa che era probabilmente anche la ragione per cui Draco aveva dimenticato di chiudere del tutto le tende intorno al letto suo e di Harry. O di lanciare delle barriere per la privacy.

Seamus si svegliò, confuso, e si girò a guardare Harry rigirarsi irrequieto, con la fronte aggrottata, lasciandosi sfuggire un debole suono angosciato. Seamus gemette; Harry e gli incubi non erano mai una cosa buona. Aveva già afferrato il cuscino, pronto a lanciarlo, quando si ricordò che, ovviamente, adesso c’era Draco. E infatti, Draco si girò, sospirò, e appoggiò una mano sulla spalla di Harry senza svegliarsi.

“N-no–” disse Harry con voce soffocata, e Seamus sollevò la testa. Vide Draco aprire gli occhi, sentì la sua voce assonnata.

“Harry. Stai sognando. Svegliati,” mormorò Draco, e Harry si svegliò di scatto. Draco sbadigliò. “Incubo?”

Il respiro di Harry era affannoso mentre annuiva. Seamus chiuse di nuovo gli occhi.

“Su cosa?”

Un suono indistinto pieno di angoscia, e Seamus aprì gli occhi a fessura e vide Draco passare un braccio intorno a Harry e fargli appoggiare la testa sulla sua spalla.

“Rimettiti a dormire,” disse con fermezza.

“S-sì.” Harry sembrava ancora parecchio spaventato.

“È solo un incubo. Stai bene,” disse Draco, e l’irritazione aveva iniziato a prendere il posto della sonnolenza nella sua voce.

“Era, era – tu – io – lascia stare,” farfugliò Harry, e si mise su un fianco, girato verso Seamus, con la schiena rivolta a Draco, chiudendo gli occhi. Ci fu un sospiro profondo da parte di Draco prima che si spostasse per abbracciare Harry da dietro di lui, poi strofinò il viso sulla sua pelle, parlandogli sottovoce contro il collo.

“Un altro incubo sul mio marchio?”

Harry deglutì nervosamente.

“È passato molto tempo,” disse piano Drco, e più dolcemente di quanto Seamus l’avesse mai sentito parlare a qualcun altro. “E si è dato alla clandestinità. Gli Auror non hanno idea di dove sia, e neanche i Mangiamorte. Lo sai che non c’è alcuna ragione per cui potrebbe attivare di nuovo il marchio.”

Harry annuì. “Lo – lo so, è solo che, credo che aver visto tua madre ieri mi abbia un po’–”

Draco espirò con impazienza. “Sentendoti parlare, sembreresti tu quello con questo cavolo di marchio sulla pelle,” borbottò, massaggiandosi inconsapevolmente il petto.

Seamus si risistemò sotto le coperte e chiuse di nuovo gli occhi.

“A volte vorrei essere io,” disse piano Harry.

Draco sbuffò, cinico. “Credimi, è meglio di no,” disse con sarcasmo. Sospirò. “Senti, non voglio passare il resto della notte a scacciare via i tuoi demoni,” iniziò, e Harry lo interruppe.

“Non devi farlo. Rimettiti a dormire.”

“Così puoi svegliarmi di nuovo con un altro delizioso incubo? No, grazie.” Ridacchiò debolmente. “Ho un’idea migliore.”

All’improvviso Harry prese un respiro sorpreso, seguito da una debole risata di Draco.

“Be’,” disse Harry con voce instabile. “Sì, immagino che anche questo è un modo di vedersela con un incub-mf–”

Seamus li guardò, incuriosito – e se ne pentì subito. Harry si era girato tra le braccia di Draco, e i due stavano pomiciando a più non posso, il disagio di Harry riguardo all’incubo e l’irritazione di Draco a essere stato svegliato che stavano svanendo con deboli sospiri e deboli mormorii e risate.

Oh, per la miseria. Seamus non aveva problemi col fatto che Harry e Draco erano una coppia e che dormivano insieme, davvero. Erano Legati, non potevano farci niente, e poi Draco si era rivelato una persona molto migliore di quanto Seamus avesse mai sospettato. Ma una delle poche cose che gli permettevano di stare in loro compagnia senza provare un atroce imbarazzo era che, a parte il fatto che dormivano insieme e che si toccavano un po’ più spesso del normale per essere due ragazzi, non si comportavano poi tanto come due piccioncini. Non pomiciavano in pubblico, né si tenevano per mano… o per lo meno non troppo. E la maggior parte delle volte tenevano privato il livello di intimità a cui stava assistendo.

E meno male, perché era disgustoso. Ok, nessuno dei due aveva scelta, era il Legame che gli faceva volere farlo, ma era difficile accettare quanto fossero entusiasti di tutta quella storia. Soprattutto Harry. Sembrava che non ci fosse più traccia dell’incubo, e che fosse strafelice di scambiarsi la saliva con un altro ragazzo. Ew.

E non si sarebbero fermati dopo la pomiciata, si rese improvvisamente conto, sgomento. Non c’era alcun incantesimo di insonorizzazione sul letto, e l’unica apertura delle tende era proprio rivolta verso di lui, e ora che ci pensava Seamus si accorse che, se anche avessero guardato verso di lui, non avrebbero potuto vedere che lui, avviluppato com’era nelle sue coperte, era sveglio.

Provò a tossicchiare, sperando che lo sentissero e si fermassero.

Niente da fare. Erano giusto un po’ presi. Perché cavolo non li aveva fermati prima che fosse troppo tardi?

“Le tende–” disse Harry, interrompendo brevemente le loro attività, e Seamus riacquistò la speranza. “Probabilmente dovremmo–”

“Weasley si è addormentato nella Sala Comune con Granger, Paciock sta osservando quell’Algabranchia Notturna d’acqua dolce nella serra, e Finnigan Thomas stanno testando l’Incantesimo di Sonno Profondo da una settimana.”

Seamus perse di nuovo la speranza, e rabbrividì nel sentire i suoni inconfondibili di altri scambi di liquidi.

Chiuse gli occhi e cercò risolutamente di tapparsi le orecchie. Se solo avessi la mia bacchetta… Avevano imparato a smorzare i suoni durante l’ultimo semestre di Incantesimi, e sebbene fosse stato una schiappa a lezione, era sicuro che, con un incentivo del genere, ci sarebbe riuscito.

Almeno adesso erano silenziosi. Seamus era nascosto sotto le coperte, gli occhi chiusi stretti e le orecchie tappate. Dovrebbe bastare. Non sarebbe stato costretto a pensare a quello che stava succedendo a solo pochi metri di distanza. A quello che entrambe le persone stese su quel letto sembrava stessero godendosi molto più di quanto Seamus fosse in grado di spiegarsi.

Come potevano voler fare una cosa del genere? Il sesso era bello perché c’era delicatezza e femminilità, bellezza e tenerezza. Una voce acuta, seni morbidi, mani delicate. L’idea di fare tutto quello con un ragazzo, di sentire una faccia ruvida, una voce grave, angoli duri… Sembrava quanto meno una cosa più simile alla masturbazione, se non una cosa profondamente schifosa.

Non che Seamus avesse molta esperienza con la delicatezza e la femminilità. Cosa che non lo faceva stare affatto meglio in quella situazione; non solo era ancora uno degli ultimi vergini rimasti nel dormitorio, doveva anche sorbirsi le attività sessuali dei suoi compagni: oltre al danno, la beffa. Non gli sarebbe importato se Harry fosse stato con una ragazza; ma un ragazzo, e poi Draco...

Non gli era importato quando Ron aveva perso la verginità. Se lo aspettavano tutti da secoli, quindi non era stata una sorpresa. Certo, era un po’ strano sapere che era successo con Hermione; una ragazza della stessa Casa, dello stesso anno, era difficile non considerarla una sorella, ma Ron ovviamente ci era riuscito. L’unico lato negativo del fatto che Ron fosse andato a letto con Hermione era che non aveva potuto fare un resoconto dettagliato per tutti loro. Se avesse scopato una ragazza di un’altra Casa, gentiluomo o meno, avrebbero tutti chiesto di conoscere ogni dettaglio e, gentiluomo o meno, Ron glieli avrebbe rivelati. Ma con Hermione... decisamente no.

Era stato uno shock profondo e sgradevole scoprire, mesi fa, che Neville aveva già fatto sesso almeno una volta, probabilmente durante quei quattro fatidici mesi dell’anno scorso che era stato con Mandy Brocklehurst. Era normale che lo avesse tenuto nascosto.

Poco dopo era stato Harry a perdere la verginità, ma in quel caso non era stata una cosa da festeggiare, viste le circostanze. Quindi, nel dormitorio dei ragazzi del settimo anno di Grifondoro gli unici vergini rimasti erano lui e Dean, ma a Seamus non importava. Davvero. Finché non doveva scontrarsi con la prova concreta del fatto che quei due particolari compagni di dormitorio avevano una vita sessuale molto attiva. Seamus non ci teneva particolarmente a sentire i resoconti delle loro gesta, e ancor meno a assistere in prima persona. Non si sarebbe mai ripreso.

Oh, dio, adesso stavano aumentando di volume.

“Mm, dio, sì,” gemette Harry, poi rimase senza fiato, e Draco ridacchiò.

“Finiti gli incubi?”

“Sì! Cazzo, sì!”

“Vuoi–”

“Sì, oddio sì,” disse Harry senza fiato. “Hai il–” Uno dei due, Seamus non sapeva quale e non gliene importava niente, sembrò allungarsi verso il comodino, alla ricerca di qualcosa.

Accio lubrificante,” disse Harry, ridendo, e Draco fece un suono compiaciuto.

Oh, fantastico. Adesso doveva stare lì a sentire Harry che trapanava Draco. Non c’era modo migliore di iniziare la giornata.

“Aspetta,” disse Draco, e Seamus tirò un sospiro di sollievo.

“Che c’è adesso?”

“Mi è appena tornato in mente che tu sei in debito con me. Non ho mai riscosso la vincita della scommessa sulla partita.”

“Oddio,” gemette Harry. “Non dirmi che vuoi andare a cercare la tua cravatta, o che vuoi controllare quell’incantesimo che ti aveva detto Pansy–”

“No, hai ragione. Posso riscuotere un’altra volta.”

“Oh, grazie al cielo,” disse Harry, e si sentirono altri suoni di baci. “Perché voglio che stai sopra,” mormorò frenetico.

Fantastico! E adesso avrebbe sentito Draco che trapanava Harry. Meglio di così proprio non poteva andare.

“Di nuovo?”

“Io sono dovuto stare sopra i primi quattro mesi–”

“Sei dovuto?” Draco rise. “Non era colpa mia se te la facevi sotto–”

“Però–”

“E di sicuro ormai hai recuperato tutto il tempo perduto.”

“Esatto. Dai. Per favore?”

Seamus affondò la testa sotto il cuscino, pregando silenziosamente che si fermassero. O che lanciassero l’Incantesimo di Silenzio. O che Dean si svegliasse, o che Ron e Neville tornassero. Che succedesse qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa, tranne quello che stava per succedere, tra ansimi, risate basse e gemiti.

“Sì... oddio, quello dovrebbe essere illegale...” sussurrò Harry, e Seamus si trovò completamente d’accordo con lui. “Aspetta, fammi–”

Draco sussultò, colto di sorpresa, poi terminò con un gemito di, Seamus presumeva, piacere. Un bel po’ di piacere. Seamus nascose il volto e si costrinse a non ascoltare nulla, gli ansimi trattenuti, i suoni vagamente liquidi, i gemiti o i mormorii o le brevi risatine di sorpresa che scappavano in continuazione.

Maledizione, se lui fosse mai stato tanto fortunato da rimorchiare qualcuno, sarebbe stato troppo occupato ad assicurarsi che lei non cambiasse idea per fermarsi a farsi una risata. Ma loro non dovevano preoccuparsi di quello, no? Loro lo potevano fare tutte le volte che gli andava, quei bastardi arrapati.

All’improvviso Seamus che i pantaloni del pigiama gli stavano un po’... stretti.

Oddio, non era possibile che gli stesse venendo duro al pensiero di Harry e Draco.

... Sì, era possibile.

“Sì, lì – oh, oddio,” gemette Harry.

“Buongiorno, prostata,” disse Draco ridacchiando, e Seamus si contorse. Era meglio non pensare a quello che Draco stava facendo a Harry. Pensa a qualcos’altro. Qualsiasi altra cosa.

Okay, non qualsiasi altra cosa, perché adesso stava pensando al divertimento di Draco quel giorno che Seamus aveva detto che non capiva perché mai un uomo potesse mai volere che qualcuno... lo sai... gli facesse quello... ...

“Harry, Seamus, ha bisogno di qualche informazione,” aveva detto quel bastardo, e per poco Seamus non moriva dalla mortificazione. Anche Harry, a dire il vero. Ron e Neville, seppure un po’ in imbarazzo, erano comunque riusciti a trovare la cosa divertente, e Draco... be’, Draco aveva fatto un sorrisetto e, con dettagli estremamente precisi, gli aveva spiegato per filo e per segno perché era piacevole sentire qualcuno là dentro. Per filo e per segno cos’era la prostata. Si era perfino offerto di disegnargli un diagramma animato.

Aveva cominciato a mormorargli sotto voce, nei momenti in cui nessuno lo avrebbe sentito: “Come va la tua prostata oggi, Finnigan?”

“Sì, ti prego...” gemette Harry. “Sono pronto, ti prego, dai...”

E a Seamus gli stava venendo duro. Okay, non gli stava venendo; lo era già. Il sangue si era accumulato, in modo molto disagevole, nelle regioni meridionali. Maledizione...

“Così?”

“Sì,” sibilò Harry con la voce attutita. Seamus gettò un’occhiata e vide che si era messo a pancia in giù e Draco era in ginocchio sopra di lui; le lenzuola li coprivano, ma i loro movimenti erano ovvi. Draco teneva gli occhi chiusi mentre si muoveva, e Harry teneva il volto premuto contro il cuscino sotto di lui, con le dita bianche che stringevano il bordo del materasso.

Draco sospirò, sistemandosi sopra a Harry col volto vicino al suo, poi gli mormorò qualcosa e i due iniziarono a muoversi insieme.

“Aspetta, più piano,” disse Draco, mordicchiando la nuca di Harry. Seamus si coprì di nuovo il volto. “Voglio godermelo...”

“Io me lo sto già godendo,” gemette Harry, poi sussultò, sorpreso, e Seamus si girò verso di loro, suo malgrado.

Draco non lo stava più mordicchiando: lo stava proprio stringendo tra i denti, come un predatore che tiene la preda immobile dietro al collo. E Harry aveva serrato gli occhi, e stava tirando respiri affannati, tremanti.

“Quello... non... aiuta...” ansimò, e Draco sorrise, immobilizzandosi, portando entrambe le mani fuori da sotto le coperte per afferrare quelle di Harry davanti a sé. Riprese a muoversi lentamente con spinte lente e regolari, Harry tenuto immobile dai denti di Draco sul collo e dalle mani di Draco sulle sue.

“Draco...” mormorò Harry.

“Rilassati e goditi il giro,” disse Draco, lasciandolo andare abbastanza a lungo per rispondergli con un sussurro, poi lo morse di nuovo ottenendo un lungo gemito in risposta da Harry.

“Lo... sai... che effetto mi fa...” mormorò con gli occhi sbarrati.

“Lo so.” Draco gli sfiorò la nuca con il naso. “Chissà se Granger sapesse spiegarti perché ti riduci a un ammasso di gelatina quando non riesci a muoverti quando scopiamo... perché il grande Eroe Grifondoro è un piccolo passivo perfetto che non riesce a trattenere le urla quando qualcun altro prende il comando... che dici, glielo chiedo?”

“Stronzo,” gemette Harry. “Piantala di parlare.”

“Mhhmmm...” Draco tornò al collo di Harry e Seamus non riusciva a crederci. Harry era immobilizzato, alla totale mercé dell’altro – e Seamus non aveva mai visto nessuno in preda a una tale euforia. Non faceva che gemere piano, continuamente, inserendo ogni tanto suppliche e imprecazioni, mentre Draco si muoveva lentamente e ritmicamente sopra di lui. Non c’era nessuno a toccargli i suoi – be’, le sue parti, cosa che Seamus, pensando agli aspetti meccanici di quello che stavano facendo, avrebbe creduto fosse assolutamente necessaria se il povero cristo che stava sotto voleva minimamente divertirsi. Ma a Harry sembrava non importare affatto.

“Non ce la faccio... ti prego, Draco, non ce la faccio...” si interruppe, poi urlò, mentre i denti i Draco sembrarono affondare ancora di più. “Più forte... ti prego, fammi... fammi venire – sei un sadico del cazzo, sei...” Harry singhiozzò quando Draco non accelerò il ritmo e anzi, strinse la mascella, mordendolo sicuramente ancora più forte. Harry gemette.

Seamus era paralizzato dall’indecisione. Non sapeva se alzarsi e urlare ai due di fermarsi, o gridare come Lavanda e Calì di fronte a una vasca di Schiopodi Sparacoda, o girarsi a pancia in su e iniziare a occuparsi del problema non tanto piccolo che si era sviluppato sotto le sue coperte.

Ah, no, l’ultima opzione decisamente no.

Perché... Già: perché, esattamente?

Perché anche se gli era venuto duro, non voleva dire che era un finocchio; bisognava essere di pietra, o avere gli ormoni di un ragazzino di dieci anni a non essere un briciolo eccitati di fronte a due persone così intensamente dedite a venire. Ma occuparsi di quel problema – okay, farsi una bella sega – be’, non avrebbe significato che era un finocchio, ma non gli avrebbe neanche permesso di guardare Harry e Draco negli occhi il giorno dopo.

Be’, forse non ci sarebbe riuscito comunque. Ad ogni modo, forse era meglio che si concentrasse solo a mandare a ondate mentali il messaggio: “Per amor del cielo, finite prima che venga anch’io senza neanche toccarmi.”

Draco leccava lentamente la nuca di Harry, chiudendo gli occhi, con la fronte aggrottata dalla concentrazione, il respiro che si faceva irregolare.

“Sto– Sto per–” sussurrò Harry, e Draco si abbassò e passò la guancia su quella di Harry.

“Lo spero,” sussurrò in risposta, e diede una breve spinta. Harry sussultò e si tese.

“Oh! Oh cazzo – oh, cazzo,” gridò, mordendosi il labbro prima di gettare la testa sul cuscino, tremando senza sosta, i respiri simili a singhiozzi.

Draco gemette e sbarrò gli occhi, respirando con la bocca, con le braccia che tremavano dallo sforzo di tenersi sollevato. Gemette non appena Harry ebbe finito, e i suoi movimenti si fecero meno regolari, i respiri mozzati. Harry rimase lì ansimante, gemendo sotto di lui, e Draco buttò la testa tra le spalle di Harry quando l’orgasmo lo colse, e urlò.

“Dio, sei – oddio,” gemette a occhi chiusi; sembrava una preghiera. “Dio, Harry, Oddio.” Spinse un’altra volta, due, tre volte, gemendo piano, spremendo tutto l’orgasmo fino alla fine mentre Harry faceva un sorriso sonnolento sotto di lui.

Che bastardo fortunato, tutto soddisfatto e sonnacchioso, mentre Seamus era ancora talmente duro da far male e stava cercando disperatamente di pensare a qualcos’altro. A una cosa qualsiasi. Vermicoli. Piton. Gazza con un tanga.

“Vuoi tornare a dormire?” sentì Draco sussurrare.

“Sì...” disse Harry con uno sbadiglio.

“Mm, bene. Anch’io.”

“Pensi che qualcuno abbia sentito? La tenda è aperta.”

“No, l’incantesimo è... oh.”

“Che c’è?”

“Dov’è l’Incantesimo di Privacy?” disse Draco in tono curioso. “Non lo sento. Di solito fa un ronzio debole.”

“Non l’hai messo tu ieri notte?”

“Penso che l’avessi messo tu.”

“Ehm.”

Ci fu una breve pausa.

Revelus privatiam,” disse Draco in tono cauto, poi restò un istante ad aspettare. “Non c’è nessun incantesimo.”

“Diamine. Sarebbe stato imbarazzante se qualcuno fosse stato sveglio.”

“Puoi dirlo forte,” disse Draco. “Adesso lo metto, poi chiudo le tende, nel caso debba farti calmare di nuovo se ti svegli con un altro incubo.”

Harry si mise a ridere. “Ne dubito. Sto troppo bene per fare incubi.” Si girò e alzò gli occhi verso Draco. “Peccato che non ci fossi tu quando avevo incubi in continuazione.”

“All’epoca, trovarmi nel tuo letto te l’avrebbe fatti venire, gli incubi.”

Harry rise di nuovo, poi ci fu un breve silenzio mentre i due si baciavano lentamente, e Seamus cercò di non contorcersi.

“Su che era? L’incubo?”

“Mm, no,” disse Harry in fretta. “Già che ti ho svegliato, non voglio anche farti sentire–”

“Ah, certo, ecco perché te l’ho chiesto: perché non voglio sentirlo,” disse Draco infastidito.

“Non... Non era...”

Draco sospirò. “Fammi indovinare: mio padre riattivava di nuovo il marchio, io ti dicevo che avevo fatto male a scegliere te e non lui, tu che pensavi che non avresti dovuto lasciarmelo fare, e il mondo intero finiva in una valle di lacrime.” Seamus ci rimase male nel sentire il tono di voce irato e annoiato. Draco sbuffò spazientito. “Sei talmente prevedibile da far ridere, cavolo.”

Seamus strinse i pugni, pensando di alzarsi e prenderlo a cinghiate sulla bocca per quelle parole crudeli, ma poi le parole seguenti di Draco lo colsero di sorpresa.

“Non che mi dispiaccia, quando il risultato è una sessione di sesso fantastica come questa, ma mi sto un po’ stancando di doverti rassicurare. Ho fatto una scelta, e non me ne pento. Anche mio padre ha fatto una scelta, e così facendo ha reso perfettamente chiaro che la mia scelta era quella giusta. Tu non mi feriresti mai come ha fatto lui.”

“Però–”

“E lo sai benissimo che non era la prima volta che mi faceva male, e non sarebbe stata l’ultima,” continuò Draco con voce cupa. “E se sono sopravvissuto è solo grazie a te. Adesso, se ti fai venire un’altra crisi di senso di colpa, ti lancio una fattura.”

Ci fu un breve silenzio, poi un altro bacio, poi lo strusciamento della tenda che veniva chiusa e improvvisamente tutti i suoni provenienti dal loro letto cessarono, indicando che l’Incantesimo di Privacy era – finalmente! – stato lanciato.

Finalmente. Seamus tirò un sospiro – piano; anche se lui non li sentiva più, loro potevano sentirlo – e si mise a sedere sul letto, stringendosi le ginocchia al petto e abbassando la testa. E la risollevò di scatto quando sentì un suono sorpreso, subito smorzato, dal letto di Dean. Anzi, proprio da Dean. Lo stesso Dean che avrebbe dovuto essere, anche lui, profondamente addormentato.

I due si fissarono per un lungo momento raggelato – e Seamus ebbe tutto il tempo di notare che il viso di Dean era più scuro del solito, la bocca aperta dallo shock, e le lenzuola un po’... rialzate – prima che la sorpresa e l’imbarazzo di Dean svanirono in un’ondata di divertimento. Dean si girò e nascose il viso sul cuscino, con le spalle che gli tremavano dallo sforzo di contenere le risate.

Oh, fantastico. Quindi Dean, che fino a quel momento si era sentito probabilmente mortificato fino al midollo – e altrettanto probabilmente anche arrapato –, si stava adesso scompisciando dalle risate a spese di Seamus. Ma sì, certo, come no, ridete pure del povero pudico irlandese, che non solo aveva dovuto assistere allo stesso spettacolo sonoro di Dean, ma anche a quello visivo, con suo dubbio piacere. Seamus lo avrebbe ammazzato se l’avesse spifferato a qualcuno.

Seamus si stese di nuovo sul letto e chiuse gli occhi, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a riaddormentarsi. Non avrebbe dovuto essere difficile: non doveva far altro che lanciare l’Incantesimo di Sonno Profondo. Be’, e anche cercare di dimenticare tutto che aveva visto e sentito quella mattina, dimenticare il fatto che Dean si sarebbe probabilmente pisciato sotto dalle risate, a meno che prima non si strozzasse cercando di tenere la bocca chiusa, e dimenticare la situazione all’inguine. Dimenticare il fatto che aveva appena assistito in prima fila al motivo per cui Harry in quei giorni sembrava sempre incredibilmente compiaciuto. Perché sembrava davvero felice di stare con lo stesso ragazzo che tutti loro avevano odiato per gli scorsi sette anni.

Be’... forse non si sarebbe sforzato troppo di dimenticare quell’ultima parte.

Inaspettatamente, si trovò a sorridere verso il letto di Harry, nascosto dietro le tende. Si girò a pancia in giù e si coprì di nuovo la testa con il cuscino. Okay, Harry. Buon per te, amico, pensò, e si preparò a rimettersi a dormire.

-          Fine

  
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