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Autore: MidnightRavenKuro    11/02/2018    1 recensioni
||Yorusoi|Happy Bday Soifon||
Dal testo:
La maschera di indifferenza sul suo viso cadde in mille pezzi. Alla sola presenza di colei che più ambiva al mondo, che la toccava e le parlava, la barriera eretta cento anni prima fra lei e il mondo era crollata. Non c’era più possibilità di riuscire a frenarsi ora.
Un singhiozzo, poi un altro, un altro ancora. Una lacrima dietro l’altra.
Aveva nascosto il viso fra le mani, quel temporale la stava colpendo in pieno e proprio davanti a lei.
Yoruichi, preoccupata, la avvolse tra le braccia e la strinse forte a sè. Le accarezzò nuovamente la testa e le chiese:
- Soi, perchè stai piangendo? -
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Soi Fong, Yoruichi Shihoin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti coloro che sono passati per di qua. Questa è una piccola oneshot Yorusoi scritta in occasione del compleanno di Soifon, che cade oggi 11 Febbraio. Ah,e se vi piace leggere sentendo musica: io ho scritto questa storia ascoltando Awake di Jin perchè mi dava l’atmosfera perfetta. Buona lettura!
 
~☆~
 
La giovane ragazza a capo della Seconda divisione era seduta appoggiata ad un albero ed aveva lo sguardo puntato in alto. Faceva freddo e i ciliegi della radura non erano ancora in fiore, quindi non c’erano profumi nell’aria che la ricollegassero a particolari situazioni.
 
 - Meglio così. - pensò ad alta voce. - Eviterò di ricordare, almeno per oggi… -
 
Soifon non avrebbe voluto pensare a Yoruichi. Almeno per quel giorno, voleva la mente libera dal dolore di una consapevolezza che le si era fatta strada dentro, ma il treno dei suoi pensieri era inarrestabile il più delle volte. Chiuse gli occhi e lasciò la sua testa brancolare nell’oscurità delle sue convinzioni.
 
Yoruichi, con tutta probabilità, non la amava. Cento anni prima era fuggita senza dire una parola, senza lasciare che la sua amica più fidata potesse seguirla ovunque stesse andando. Si era chiesta tante volte perchè, tra le lacrime e le urla di rabbia. Lo aveva fatto per proteggerla? Forse. O forse perchè la considerava un peso morto? Anche questa era una possibilità. Sta di fatto che per un intero secolo la ragazza cinese era stata rosa dai dubbi e dall’ira. Quando si erano incontrate di nuovo per la prima volta, Soifon era davvero intenzionata ad ucciderla. Pensava che farlo avrebbe cancellato per sempre la sua pena, l’avrebbe liberata per sempre da quel peso opprimente, da quell’amore eterno non corrisposto. Ma ora sapeva, non sarebbe servito a niente. Assolutamente a niente. Soifon era conscia di non poter vivere senza di lei. La sua intera vita era stata votata a Yoruichi e non poteva pensare a nessun altro modo di viverla se non dedicandosi alla gatta con anima e corpo.
Eppure lei non era lì al suo fianco e probabilmente non lo sarebbe mai più stata. Era sempre insieme a quel bastardo di Urahara, oh lui sì che l’avrebbe ammazzato senza pensarci due volte… aveva immaginato diverse volte di ucciderlo nel corso degli anni. Ma non avrebbe ottenuto nulla nel farlo davvero. Anzi, avrebbe guadagnato soltanto la sofferenza e l’odio della donna che amava e questo non lo voleva affatto. Aveva accantonato qualunque pensiero al riguardo.
 
Sospirò, era orribile dover sopportare di essere al corrente dello stretto rapporto fra i due. Immaginare le mani di quell’uomo toccare il corpo di lei senza essere fermato. Le dava il voltastomaco ed allo stesso tempo la distruggeva. Lasciò il suo sguardo vuoto vagare tra le fronde degli alberi e raggiungere il cielo. Era nuvoloso quel giorno, una perfetta metafora della superficie delle sue emozioni. Se il tempo avesse mai deciso di passeggiare a braccetto con ogni sfumatura interiore della ragazza, sarebbe arrivata una tempesta e forse non se ne sarebbe mai andata. Soifon non vedeva il sole da un secolo. Dentro di lei la pioggia batteva  annegando ogni cosa.
 
Era il suo compleanno e lo passava di nuovo ricordando, soffrendo, e presto avrebbe pianto. Già lo sapeva. Da sola, al freddo,sotto un dannato ciliegio spoglio. Neanche la consolazione di un petalo caduto che le sfiorava il capo o la punta del naso.
 
- Yoruichi-sama, oggi è il mio compleanno… - disse a nessuno in particolare. La diretta interessata non poteva sentirla, no?
Invece...
 
- Lo so, Little bee. Quando alla Seconda divisione non ti ho trovata, ero più che sicura che fossi venuta qui. Le vecchie abitudini sono dure a morire, eh? -
 
Soifon sussultò stupita e si voltò verso colei che aveva parlato. Yoruichi...da quanto era lì? Come aveva fatto a non accorgersi di lei?
La sola vista della donna le strinse il cuore in un secondo. Era paralizzata, sentì gli occhi inumidirsi pericolosamente. Quale momento migliore per ricevere una visita.
 
No, non adesso… per favore…
 
L’altra si lasciò cadere di fianco a lei e la guardò dritta negli occhi. Soifon distolse lo sguardo e lo puntò di nuovo al cielo, cercando di concentrarsi e non far fuggire neanche la più piccola delle lacrime.
 
- Hai sempre avuto questo vizio di scappare ad ogni tuo compleanno. Ricordo di quando venivo a riacchiapparti personalmente per festeggiare insieme. Era così divertente… - disse Yoruichi nostalgica. Poi pose una mano sul capo di Soifon e le accarezzò i capelli. Quel gesto fece rabbrividire la giovane cinese, non avrebbe saputo dire se in senso positivo o negativo. Cominciò a tremare, sapeva che non avrebbe resistito a lungo.
 
- Sì, era divertente… grazie per essertene ricordata, Yoruichi-sama. - rispose la ragazza con voce strozzata. Cercava di nascondere il più possibile il suo stato d’animo, irrigidendosi come una statua ma non fu tanto brava da fare in modo che l’altra non se ne accorgesse.
 
Non è il momento migliore, Yoruichi-sama. Ti prego va’ via, lasciami sola. Ti prego.
 
- Soi? - sussurrò la gatta stringendo la spalla alla ragazza, la quale aveva cominciato a tremare. - Sei pallida come un cencio Little bee… non ti senti bene? -
 
Soifon non riuscì più a resistere. La maschera di indifferenza sul suo viso cadde in mille pezzi. Alla sola presenza di colei che più ambiva al mondo, che la toccava e le parlava, la barriera eretta cento anni prima fra lei e il mondo era crollata. Non c’era più possibilità di riuscire a frenarsi ora.
Un singhiozzo, poi un altro, un altro ancora. Una lacrima dietro l’altra.
Aveva nascosto il viso fra le mani, quel temporale la stava colpendo in pieno e proprio davanti a lei.
Yoruichi, preoccupata, la avvolse tra le braccia e la strinse forte a sè. Le accarezzò nuovamente la testa e le chiese:
 
- Soi, perchè stai piangendo? -
 
Che stupida domanda, si disse. Yoruichi sapeva già perchè quella fragile bambina stava piangendo. Era colpa sua e del suo non essere stata sincera, non poteva essere di nessun altro. Non aveva mai trovato il modo di spiegarle come stessero davvero le cose. O forse era il coraggio di farlo che le mancava, per come si era comportata e per tutto il dolore che aveva causato alla sua Little bee. Era lì per rimediare, principalmente per quello. Soifon doveva sapere la verità e l’avrebbe scoperta quel giorno. Non poteva tollerare che ella singhiozzasse tra le sue braccia un secondo di più.
 
- Yoruichi-sama...Yoruichi-sama… - mormorava, il suono attutito dalla bocca premuta contro la spalla della donna.
 
- Soifon, per favore, parlami. Sfogati, dimmi qualunque cosa. Urlami in faccia ogni insulto che ti viene in mente ma per favore, non piangere più per colpa mia. -
 
Soifon fece di no con la testa.
- Non potrei mai, Yor...Yorui...chi-sama. È… -
Tra i singhiozzi faceva una gran fatica ad esprimersi.
 
- Little bee, voglio sapere tutto quello che ti passa per la testa. Davvero. - Yoruichi le accarezzò la schiena in un tentativo di rassicurarla.
 
Soifon però era combattuta. Poteva davvero esprimere i suoi dubbi e toglierseli definitivamente dalla testa? Dopo qualche minuto di riflessione ed esitazione si disse di sì, non aveva nulla da perdere ormai. Ritrovò il controllo, si separò dall’altra e la affrontò in maniera diretta, mentre lei le asciugava gentilmente le lacrime con le dita.
 
- Yoruichi-sama...tra te e Urahara Kisuke c’è un legame romantico? È così? - chiese, l’espressione del viso vacua e senza un briciolo di speranza.
 
La gatta non fu sorpresa dalla domanda che le era appena stata posta. Già sentiva dentro di lei quale fosse il problema alla radice. Era la gelosia della sua migliore amica. Era il suo rapporto con Kisuke di cui tutti parlavano e sparlavano. A Soi Kisuke non era mai piaciuto proprio per quel motivo. Perchè nessuno sapeva farsi gli affari propri, spargendo il seme del dubbio praticamente ovunque. Ma nessuno sapeva quanto si sbagliassero tutti sul loro conto. Fece un grosso respiro prima di rispondere.
 
- No, Soi. Tra me e lui non c’è mai stato nulla del genere. È un caro amico, ma è più come un fratello per me. Little bee, nei cento anni in cui sono stata lontana non mi sono mai legata a nessuno. Non avrei mai potuto, perchè c’è soltanto una persona a cui voglio legarmi per sempre. -
 
Soifon aveva sgranato gli occhi. Yoruichi e Urahara non stavano insieme? Com’era possibile? Eppure sembrava di sì. Non riusciva a crederci. E adesso, chi era quest’altra persona? La rassegnazione stava raggiungendo un picco ancora più alto ormai.
 
- Yoruichi-sama...ma come…? Pensavo... allora...allora a chi vorresti legarti se non a lui? -
 
Yoruichi fece un piccolo sorriso. Se l’aspettava che Soifon non capisse subito,diffidente com’era diventata (per colpa sua, non lo dimenticava mai). Quello  era il momento giusto per porre un punto di svolta all’intera situazione. Lo aspettava da un sacco di tempo.
 
Il dolore finisce oggi.
 
- Soi, ho una cosa per te. È da prima che me ne andassi che ce l’ho con me, in verità. Non c’è mai stata l’occasione…e dopo la nostra lotta  ho deciso che te l’avrei data oggi. Mi spiace di averti fatta aspettare. -
 
Non aveva risposto alla sua domanda, ma ora la ragazza cinese era curiosa. Cosa mai voleva darle? Cominciò ad armeggiare ansiosamente con le dita.
 
La gatta tirò fuori dalla tasca un oggetto quadrato, una piccola scatoletta ricoperta di velluto blu. Soifon rimase a fissarla. Non poteva essere ciò che pensava. No, non era assolutamente possibile.
 
- Ora, ascoltami bene. So che questi anni di separazione ci hanno devastate entrambe, e che tu specialmente sei rimasta profondamente ferita. Credimi, non c’è un giorno in cui io non me ne penta. Ma sono rimasta piacevolmente sorpresa da quanto tu sia diventata forte. Sei cambiata molto ma dentro di te sei ancora la dolce Soifon che conoscevo. Soi, ti racconterò i giorni della mia vita che non ho passato con te e tu mi racconterai i tuoi. Ricominciamo daccapo e quando sarai pronta a perdonarmi, sposami. -
Aprì la scatoletta davanti ad una scioccata Soifon. Dentro, vi era un bellissimo anello adornato da un piccolo diamante e due topazi ai lati. La ragazza cinese si sentì quasi mancare. Si coprì la bocca con la mano. Stava accadendo così in fretta: come si poteva riemergere da un incubo ed essere catapultati dritti in un sogno? Era quasi irreale. Dentro di lei sorgeva una felicità mai conosciuta prima e quasi non riusciva a trovare le parole.
 
- Y-yoruichi…! Io...non mi sembra possibile… -
 
- Credici Little bee. Sto aspettando di sposarti da oltre un secolo. -
 
Soifon porse la mano affinchè l’altra potesse infilare l’anello nell’anulare.Il sollievo e la gioia di quel momento erano l’emozione più intensa che avesse mai sperimentato. Era davvero un sogno che diventava realtà. Tutte le sue ansie e le sue paure erano svanite in tempo zero. Lanciò le braccia al collo dell’altra ridendo.
 
- Lo prendo come un sì! - Esclamò Yoruichi ridendo insieme a Soi e stringendola a sè. Quegli istanti erano da scolpire nella pietra.
Quando la giovane si staccò da lei, si guardarono. Erano quegli sguardi che non lasciavano spazio a fraintendimenti di sorta su quali fossero le proprie intenzioni. Avvicinarono i propri visi fino a che le loro fronti si sfiorarono.
 
- Buon compleanno, Soifon… - sussurrò la gatta, mandando brividi lungo la schiena della ragazza. La connessione fra le due fu istantanea, e il desiderio di una vita si liberava finalmente dalla propria gabbia di incertezze.Si diedero il bacio più dolce che il mondo degli spiriti avesse mai visto. Due anime che avevano camminato sulla stessa strada, si erano divise e poi avevano attraversato un difficile percorso per tornare insieme. Era una storia di quelle che si raccontavano nelle leggende tramandate di generazione in generazione. Perfino il sole si era fatto strada oltre la barriera di nuvole che lo opprimeva, come ad esultare alla vista di qualcosa di così bello.
 
~☆~
 
Grazie per aver letto questa piccola storia. Soifon e Yoruichi sono la mia otp in Bleach e non sono mai state troppo popolari come coppia. Rendere loro un piccolo omaggio è stato un piacere e penso di scriverci ancora in futuro. Spero che vi sia piaciuta! Alla prossima!
 
~Kurocchi
 
P.s. se vi stiate chiedendo da dove venga il nomignolo Little bee, viene dai sub in inglese dell’episodio 57 dove si racconta la loro storia. Mi piaceva, quindi ho voluto inserirlo. Ja ne ~
   
 
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