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Autore: Ghillyam    13/02/2018    4 recensioni
[Hogwarts!AU]
C'erano una volta tre sorelle...
No, perdonatemi, cominciare con "C'era una volta" è errato. Se iniziassi così potreste pensare che stia per raccontarvi una fiaba e purtroppo non è così, sebbene siano numerosi gli elementi per pensare che questa storia lo sia: ci sono maghi, streghe, pozioni e incantesimi; scope volanti, bacchette magiche e cappelli dotati del dono della parola.
Dunque, cosa stavo dicendo? Ah, sì!
In un tempo non troppo lontano dal nostro nacquero tre sorelle e da esse altre tre ne furono generate. Non erano sorelle di sangue, certo, ma lo erano nell'animo e mai nessuno conobbe legame più forte di questo.
La nostra storia comincia il primo settembre del 1991 e vede il suo inizio con uno sbuffo di fumo bianco...
Genere: Angst, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lord Darkar, Trix, Winx
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: il testo riprende molto da vicino quello che è il contenuto del  film e dei primi capitoli de “La pietra filosofale”, ma solo perché mi serviva come introduzione a quelli che saranno i capitoli successivi.
Ci tengo comunque a specificare che personaggi e luoghi non mi appartengono.
 


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Il fumo bianco tipico del binario 9¾ invase la sua visuale ed Icy si ritrovò costretta ad agitare ripetutamente la mano destra davanti al viso nel tentativo di farlo diradare e riuscire a vedere più chiaramente ciò che la circondava.
Si trovava sulla banchina del treno che di lì a poco sarebbe partito per condurre tanti giovani maghi e streghe verso la loro tanto agognata destinazione: la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
 
Attorno a lei, ragazzi e ragazze correvano da tutte le parti, trasportando bauli e gabbie con all'interno gufi e gatti, per raggiungere amici da riabbracciare o parenti da salutare prima della partenza, e schiamazzi e grida riecheggiavano ovunque.
Cercando di non travolgere nessuno con il carrello su cui teneva i suoi bagagli, Icy raggiunse la sua famiglia, che si trovava poco più avanti, ed affiancò suo fratello gemello, che si stava già facendo aiutare a caricare il baule sull'espresso.
 
I due, nati la bellezza di undici anni prima, si assomigliavano in tutto e per tutto. L'unico dettaglio che li distingueva era il differente taglio di capelli e, be’, ovviamente il fatto che fossero un maschio e una femmina. A parte questo, però, erano veramente molto simili: entrambi avevano lineamenti spigolosi e la pelle diafana, le labbra rosee e carnose erano il più delle volte tirate in un'espressione sprezzante e gli occhi, sebbene quelli di Icy assumessero varie sfumature di azzurro e quelli di Draco – questo era il nome del gemello – fossero grigi, avevano lo stesso taglio sottile, acuito dagli sguardi di superiorità che erano abituati a rivolgere al resto delle persone, esattamente nel modo in cui gli era stato insegnato dai loro genitori. Il loro tratto distintivo, però, così come quello di tutti i Malfoy, erano i chiarissimi capelli biondi, che, a seconda della luce, potevano quasi apparire bianchi e che sia Icy che Draco amavano sfoggiare; la prima soleva tenerli legati in un'alta e lunga coda, che le arrivava fin quasi al fondoschiena, ma che le lasciava libere due ciocche che le contornavano il viso, mentre l'altro, non potendo esibire particolari acconciature, si limitava a curarli con vari e speciali prodotti, il più delle volte presi in prestito dalla scorta di quelli del padre.
 
Quel giorno indossavano già tutti e due la divisa che avevano acquistato durante l'estate da Madame McClan ed avevano passato ogni istante a rimirarla orgogliosi, nonostante le occhiate sbieche che avevano ricevuto dai vari Babbani presenti alla stazione di King's Cross, che in realtà erano più interessati agli abiti bizzarri – almeno secondo i comuni londinesi – dei loro genitori, Lucius e Narcissa, che però non se ne erano curati minimamente.
 
«Ehi, aspettatemi!»
 
A quel richiamo i gemelli si voltarono e videro arrivare verso di loro un'euforica ragazzina riccioluta che stava trascinando un pesante baule sopra il quale se ne stava appollaiata una grossa civetta dalle penne grigio-nere, incurante delle persone costrette a scansarsi in malo modo al suo passaggio.
 
«Certo che potevate fermarvi un attimo.» ansimò quella, mettendosi le mani sulle ginocchia e piegando il busto in avanti tentando di riprendere fiato.
 
«Non è colpa nostra se ci hai messo un secolo ad attraversare la barriera.» replicò Icy con un'alzata di spalle.
 
«Ho fatto cadere la gabbia di Ocula e un paio di Babbani si sono messi a gridare quando si è messa a volargli intorno, poi lei si è spaventata e...»
 
«Stormy, taglia per favore.» la interruppe Draco.
 
«L'importante è che sia qui, no?» concluse lei, caricando il suo bagaglio insieme a quello dei cugini.
 
«Per Salazar, Stormy, sistemati quella veste – esclamò Narcissa, quando nel voltarsi verso di loro vide in che condizioni si trovava la nipote – Mi sembrava di essere stata chiara su come ci si comporta in pubblico, non vogliamo che ci si confonda con Mezzosangue e Nati Babbani vero?»
 
«Certo che no zia, scusa.» disse Stormy, lisciandosi le pieghe della gonna e raddrizzandosi il mantello sulle spalle, che si era girato in modo tale da coprirla quasi totalmente sul davanti.
Poi si passò una mano tra i folti capelli ricci nel tentativo di dargli un certo ordine, ma con scarsi risultati; ormai anche Narcissa aveva perso le speranze di domare la sua chioma ribelle; l'unica soluzione che aveva trovato era stata quella di raccoglierli in due codini, ma avevano concordato che piuttosto che farla uscire con quella acconciatura raccapricciante sarebbe stato meglio lasciarli sciolti. Che sua zia non riusciva ancora ad accettare, però, era il fatto che circa un mese prima, nel provare le bacchette da Olivander, per un qualche strano errore i capelli di Stormy avevano assunto una sfumatura viola-bluastra – fatta eccezione per un paio di ciocche che adesso erano color lilla chiaro – che in nessun modo era riuscita a far sparire, recuperando l'originario color ebano.
Alla ragazzina quella nuova tinta tuttavia non dispiaceva affatto, credeva che si abbinasse perfettamente con il verde-acqua dei suoi occhi, sebbene in un primo momento avesse dovuto fingere di essere tremendamente addolorata per quel terribile incidente.

«Sono così emozionata. Non vedo l'ora di arrivare ad Hogwarts!» trillò la riccia, saltellando sul posto.
 
«Sì, ma vedi di calmarti.» l'apostrofò Icy, afferrandola per un lembo del mantello per farla stare ferma.
 
«Come se anche tu non fossi super emozionata, lo so che morivi dalla voglia di andarci.»
 
«Draco, ragazze, venite – li chiamò Lucius con la sua tipica voce strascicata, prima che Icy potesse replicare – Ora noi dobbiamo andare quindi mi raccomando: ricordate quello che vi abbiamo spiegato riguardo...»
 
L'uomo guardò la moglie in cerca di una parola da utilizzare per definire tutti coloro che non potevano vantare sangue puro nelle vene e subito lei gli andò in aiuto «La feccia.»
 
«Esattamente. Scriveteci non appena sarà terminato lo Smistamento. Ci rivedremo a Natale.»
 
Detto questo, i due salutarono figli e nipote e si diressero verso la barriera, lasciando finalmente soli i ragazzi.
 
«Io direi di salire.» suggerì Draco, che senza aspettare una risposta da parte delle altre due salì e prese posto nello scompartimento che avevano occupato poco prima.
 
«Adesso che se ne sono andati ditelo che siete emozionati tanto quanto me.» li incitò Stormy, che già stava pregustando il momento in cui il Cappello Parlante avrebbe annunciato a tutti che la sua Casa sarebbe stata quella di Salazar Serpeverde e immaginando gli applausi che avrebbe ricevuto.
 
«Eh va bene, non vedo l'ora.» ammise alla fine Icy con un sorriso leggero sulle labbra.
 
«Già, sarà fantastico – concordò Draco – Ma ora se non vi dispiace vado a cercare Tiger e Goyle. A dopo.»
 
«Oh Merlino! Ma perché perdi tempo con quei due idioti?» sospirò la sorella, alzando gli occhi al cielo.
 
«Ti sei risposta da sola, sorellina: sono due idioti.»
 
Icy stava per replicare che la sua risposta non aveva il benché minimo senso, ma nel momento in cui aprì bocca sembrò capire il ragionamento del gemello e si limitò ad annuire, mentre Stormy, ancora persa nelle sue fantasie, non aveva prestato attenzione alla risposta di Draco ed aveva lo sguardo perso al di là del vetro del finestrino, da cui aveva appena fatto uscire Ocula dopo averle raccomandato di raggiungere Hogwarts.
 
Malfoy le salutò, poi uscì dallo scompartimento e si mise alla ricerca dei due amici.
Icy si alzò e liberò dalla gabbia il suo bel gatto bianco, Frostbite, e se lo mise in grembo, iniziando ad accarezzarlo; quando era a casa sua madre non voleva che giocasse con lui. Diceva che avrebbe finito con lo spargere peli dappertutto e che poi pulire sarebbe stata un'impresa, nonostante ad occuparsi delle pulizie fossero gli Elfi Domestici, perciò ne approfittava ogni volta che poteva per coccolarlo. Frostbite era forse il solo essere vivente verso cui la giovane strega mostrasse affetto apertamente e senza preoccuparsi di darlo a vedere.
 
«Scusate, posso sedermi con voi? Tutti gli altri scompartimenti sono occupati.»
 
Le due cugine si voltarono verso la ragazzina che aveva appena parlato e che se ne stava ferma sulla soglia dello scompartimento con un baule stretto in una mano e con quello che doveva essere un piccolo acquario, contente una particolare rana gialla, nell'altra.
 
«Sicuro. Siediti qui.» la invitò Stormy, indicando il posto accanto al suo e facendo un po' di spazio per permetterle di appoggiare il suo bagaglio.
 
«Grazie. Io sono Darcy.»
 
«Piacere, noi siamo Icy e Stormy.» rispose la Malfoy, rivolgendole un piccolo cenno di saluto.
 
Nel sentire i nomi delle compagne, Darcy sentì il suo viso contrarsi in un'espressione di stupore senza che potesse impedirlo e si sentì incredibilmente stupida, ma non poteva immaginare che sarebbero state proprio loro due le prime che avrebbe incontrato nel suo viaggio verso Hogwarts.
 
«Perché fai quella faccia?» chiese Stormy perplessa.
 
«Io... oh, niente. È solo che non ho mai viaggiato su un treno.» si giustificò lei, approfittando dello scossone dell'espresso che stava partendo in quel momento.
 
«È normale, nelle famiglie di maghi di solito si usa la Metropolvere o la Materializzazione.» osservò Icy.
 
«Infatti, per questo mi è nuovo.» asserì Darcy, distogliendo lo sguardo da quello dell'altra e prendendo a giocherellare con una ciocca dei capelli castani tagliati a caschetto, la cui frangia regolare le copriva la fronte e che le arrivavano fin poco sopra le spalle. Il viso sottile era in parte coperto da un paio di occhiali arancioni dalla montatura circolare, che scurivano ulteriormente i suoi occhi marroni ed accentuavano la sua aria da piccola intellettuale.
Le labbra rosee erano screpolate, forse a causa della tendenza della ragazzina di mordicchiarle quando era particolarmente nervosa, e accanto alla bocca faceva bella mostra di sé una tenera fossetta.
 
«Non so voi, ma io ho un'incredibile voglia di dolci!» esclamò a un certo punto Stormy, rompendo il silenzio che era calato nello scompartimento.
 
Proprio in quel momento una donna grassoccia, dai ricci capelli brizzolati, fece la sua comparsa accompagnata da un carrello traboccante di dolciumi di ogni tipo.
 
«Eccoti esaudita.» fu il commento di Icy, mentre frugava nelle tasche del mantello alla ricerca del poco denaro, ma certamente sufficiente per comprare più caramelle del necessario, che le aveva dato suo padre quella mattina all'insaputa di Narcissa, fermamente convinta che una signorina per bene non dovesse avere a che fare con cose tanto volgari come i soldi.
 
«Che prendo?» domandò la riccia alla cugina, mentre anche Darcy tirava fuori i tre galeoni che sua sorella maggiore le aveva dato sottobanco dicendole «Mamma non ha mai voluto darmi dei soldi fino ai tredici anni, e solo perché papà l'ha praticamente costretta, ma farti salire su quel treno senza darti la possibilità di strafogarti di dolci sarebbe un crimine.»
 
Alla fine le tre optarono per una scorta di Cioccorane, Gelatine tutti i gusti+1 e una quantità indefinita di Api Frizzole, Gomme Bolle Bollenti e Bacchette di Liquirizia, che probabilmente gli sarebbero bastate per un mese.
 
Il viaggio di Icy, Darcy e Stormy continuò tranquillamente tra scherzi, risate e qualche incantesimo improvvisato; tra loro non c'era imbarazzo e anche con Darcy si era creato subito un forte legame come se, in qualche modo, si conoscessero da sempre e le due cugine l'avevano subito trattata come solevano fare tra loro e con Draco. Senza preoccuparsi di rivolgerle numerose domande – come di solito tendevano a fare gli adulti – erano riuscite a coinvolgerla più di quanto ci si sarebbe aspettato e quando il treno si fermò nella stazione di Hogsmeade se qualcuno glielo avesse chiesto si sarebbero già definite come sorelle.
 
Nel momento in cui scesero furono subito inglobate dalla fiumana dei vari ragazzi più grandi, che si accingevano a raggiungere le carrozze magiche che li avrebbero condotti al castello, mentre i Prefetti tentavano di farsi udire al di sopra degli schiamazzi per richiamare l'attenzione di quelli del primo anno.
A portare l'ordine ci pensò un enorme uomo barbuto, che con la lanterna che teneva in mano sembrava un gigante faro in mezzo al mare in tempesta, punto di riferimento per i marinai dispersi; seguendo le sue istruzioni, i neo-maghi e streghe si diressero verso il lago dove li aspettavano delle barchette in legno, su cui gli fu detto di salire affinché raggiungessero il castello e, obbedienti, tutti quanti salirono, chi leggermente titubante e chi invece entusiasta di quella che qualcuno tra loro definì una figata pazzesca.
 
Icy, Darcy e Stormy si strinsero sulla barca per far spazio ad una ragazzina dal viso appuntito con corti capelli mori e grandi occhi color nocciola, che sembrava pendere dalle labbra di Malfoy e lo guardava quasi con adorazione, mentre quello prendeva posto su una barca vicina insieme a Tiger e Goyle.
 
«Ciao Lucy.» la salutarono piuttosto freddamente Icy e Stormy, che la conoscevano già da qualche tempo, ma a cui non stava particolarmente simpatica; inoltre, anche se lei non l'avrebbe mai ammesso, Icy non la vedeva di buon occhio per le troppe attenzioni che riservava a Draco. Era piuttosto protettiva nei suoi confronti, il che era sempre parso strano alla cugina che più volte le aveva ripetuto «Dovrebbe essere lui quello iper protettivo, mica tu.», ma l'altra si era sempre e solo limitata ad un'alzata di spalle per liquidare l'argomento il prima possibile.
 
«Lei è Darcy.» disse la riccia, presentando la nuova amica all'altra, a cui lei sorrise timidamente e che ricambiò facendo altrettanto.
 
Hogwarts, illuminata da mille luci, si stagliava imponente in lontananza e dominava su tutto il Lago Nero con imponenza, incutendo in egual misura soggezione e meraviglia nei nuovi studenti, che la osservavano con occhi e bocca spalancati.
Quando le barche attraccarono ad un piccolo molo sotterraneo e Hagrid – questo era il nome dell'omone che li aveva accompagnati – li guidò fin davanti al portone principale ci fu un sussulto generale, dovuto alla trepidazione e al nervosismo che stavano attanagliando i ragazzi.
 
Ordinatamente attraversarono l'ingresso e finalmente si trovarono all'interno della più famosa scuola di magia della Gran Bretagna.
Davanti a loro si trovava una strega alta e dai capelli corvini, che indossava un abito e un mantello color verde smeraldo e li osservava con cipiglio severo; Hagrid li affidò a lei e se ne andò, mentre la professoressa Griselda McGranitt, come l'aveva chiamata il guardiacaccia, li accompagnava in una saletta vuota oltre la sala d'ingresso. Lì spiegò ai ragazzi che prima di farli accomodare con gli studenti più grandi si sarebbe svolto lo Smistamento, una cerimonia alquanto importante che avrebbe determinato la loro Casa di appartenenza, dopodiché uscì per organizzare gli ultimi dettagli e li lasciò soli.
 
«È vero, allora, quello che dicevano sul treno: Harry Potter è venuto ad Hogwarts.»
 
Un mormorio concitato interruppe la conversazione tra due ragazzini: uno aveva capelli color carota e parecchie lentiggini sul viso. L'altro, mingherlino, aveva un paio di occhiali rotondi sul naso, capelli neri scarmigliati e luminosi occhi verdi e nel sentire il suo nome si voltò in direzione di Draco Malfoy, appoggiato distrattamente ad una parete con le braccia conserte e una smorfia indecifrabile sulle labbra.
 
«Che cavolo dici?» esclamò Stormy, voltandosi verso il cugino, che in tutta risposta glielo indicò con un cenno della testa.
 
«Wow!» fu il commento di Icy, mentre faceva passare lo sguardo dagli occhiali alla fronte di Harry, dove individuò la famosa cicatrice a forma di saetta.
 
Draco si avvicinò al Bambino-che-è-sopravvissuto e si presentò, provocando una risatina nell'amico di Potter, che subito la sorella denigrò con una frase pungente riguardo la sua famiglia, i Weasley, e lo fulminò con lo sguardo, facendolo tacere.
 
«Scoprirai che alcune famiglie sono migliori di altre, Potter, non vorrai fare amicizia con le persone sbagliate. Posso aiutarti io.»
 
L'offerta di Malfoy fu rifiutata talmente in fretta che Draco ci mise alcuni secondi ad afferrare il senso della frase di Harry e lasciar ricadere lungo il fianco la mano che gli aveva porto, adesso con uno sguardo sprezzante in volto.
I ragazzi furono interrotti dall'ingresso della professoressa McGranitt, la quale li informò che era tutto pronto per riceverli e li guidò con passo sicuro nella Sala Grande, dove furono accolti dagli studenti più grandi, seduti intorno a quattro lunghi tavoli disposti verticalmente rispetto ad un altro tavolo in fondo alla sala, al quale erano seduti la preside, una donna che incuteva un certo timore con i suoi capelli candidi e un paio di occhiali a mezzaluna sul naso, e il resto degli insegnanti più Hagrid.
 
Procedendo in fila, mentre molti di loro ammiravano lo splendido cielo stellato che fungeva da soffitto – «Sembra un cielo stellato, ma è una magia. È nel libro Storia di Hogwarts, io l'ho letto.» stava spiegando una ragazzina dall'aria petulante, con intricati capelli ricci color castano chiaro e i denti davanti sporgenti – arrivarono in fondo alla Sala Grande dove Griselda posizionò uno sgabello, su cui si trovava un vecchio cappello logoro e rattoppato in più punti, che improvvisamente cominciò a recitare una canzone riguardante le qualità delle quattro Case, provocando un sussulto generale tra i nuovi allievi. Quando finì l'anziana strega srotolò una pergamena e cominciò a chiamare, in ordine alfabetico, i nomi dei ragazzi affinché il Cappello Parlante potesse Smistarli e dare così inizio al nuovo anno scolastico.
 
La prima ad essere chiamata fu Abbott Flora, una ragazzina minuta dalla pelle ambrata i cui capelli castani ricadevano morbidi lungo la schiena, che si guardava intorno con un'aria spaesata e impaurita, rapidamente sostituita da un largo sorriso nel momento in cui venne assegnata a Tassorosso.
Dopo toccò a Boot Terry che finì a Corvonero; Brown Lavanda invece fu accolta con un fragoroso applauso dal tavolo dei Grifondoro.
 
Lo Smistamento stava proseguendo in modo abbastanza rapido, il Cappello Parlante sembrava sapere sempre a che Casa assegnare gli studenti e le sue decisioni erano immediate, fatta eccezione per quella che vide protagonista Finch-Fletchley Justin, che rimase seduto sullo sgabello per ben più di cinque minuti, ma alla fine raggiunse trepidante i nuovi compagni Tassorosso, e un altro paio di ragazze, tra cui Hermione Granger, quella che poco prima stava elencando tutte le sue numerose conoscenze riguardo Hogwarts.
 
«Oh Merlino, tra poco tocca a me.» sussurrò Stormy, nel momento in cui la McGranitt pronunciò il primo cognome con iniziale la lettera L, in modo che Icy e Darcy potessero sentirla. La riccia stava cercando di tenere ferme le sue mani, che sembravano aver preso vita propria da tanto tremavano.
 
«Calmati.» le intimò glaciale la cugina, senza mancare però di stringerle la mano con la sua in un gesto di solidarietà.
 
«Lo sai che non posso stare calma.»
 
«Perché?» domandò stranita Darcy.
 
«Sì che può, ma... lascia stare.» disse Icy, tornando a concentrarsi sulla professoressa.
 
Finalmente arrivò il momento tanto atteso e temuto, e Stormy si ritrovò a trattenere il fiato così a lungo da non riuscire quasi più a respirare, mentre le sue unghie si ficcavano sempre più a fondo nella mano della Malfoy.
 
«Lestrange Stormy.»
 
La riccia vide la mascella dell'insegnante contrarsi per un attimo nel leggere il suo nome e sentì il gemito sommesso di un ragazzino grassoccio dal viso rotondo nell'istante in cui gli passò accanto per andare a prendere posto sullo sgabello, ma si convinse che era tutta una sua impressione.
 
Ecco perché non può stare calma, quasi me ne dimenticavo pensò Darcy, prima di rivolgersi ad Icy «Ehm... sai, c'è una cosa che forse dovreste sapere.»
 
«Cosa?»
 
«Ecco, vedi...»
 
«SERPEVERDE!»
 
L'annuncio del Cappello Parlante fece passare in secondo piano ciò che Darcy voleva dirle e Icy, dimenticandosi per un attimo di essere in pubblico, urlò a Stormy qualcosa di incomprensibile al di sopra del frastuono e fu solo la presa di Draco ad impedirle di correre ad abbracciare la cugina, che adesso sembrava molto più sollevata.
 
«Oh, adesso la smetterà di rompere.» disse la bionda, ricomponendosi e assumendo un'espressione di fierezza che la fece assomigliare tremendamente a Narcissa.
 
«Scusami, Darcy, cosa dicevi?»
 
«Niente, lascia stare. Ve lo dico dopo.» affermò la mora, unendosi agli applausi in onore di Amaryl Lobster.
 
Tempo una decina di minuti e anche Icy e Draco avevano preso posto al tavolo dei Serpeverde, dove furono accolti con entusiasmo.
Rimasta sola, anche Darcy iniziò a sentire la paura crescere: era da quando aveva ricevuto la sua lettera che continuava a pensare a quale Casa sarebbe potuta appartenere, ma proprio non riusciva a capirlo. Suo padre e sua sorella erano entrambi Tassorosso, ma sua madre era stata assegnata a Serpeverde e tra le due sicuramente lei si sentiva più affine a quest'ultima, ma da quello che le avevano raccontato anche Corvonero sarebbe stato adatto a lei, dopotutto eccelleva nello studio, era curiosa per natura e spesso aveva preferito la compagnia dei libri a quella delle persone, ma nonostante questo si era presto resa conto di essere anche molto ambiziosa – doveva sempre essere la migliore in tutto quello che faceva – e aveva una furbizia innata, che le era tornata più volte utile per nascondere qualche disastro combinato insieme alla sua sorellona, e queste erano caratteristiche degne di una Serpeverde, che, inoltre, sapeva essere stata la Casa di appartenenza della maggior parte della famiglia di sua madre.
 
Quasi non si accorse dello scorrere del tempo e sentì a malapena le grida di giubilo dei Grifondoro quando Harry Potter prese posto accanto a loro, le importava solo sentir chiamare il suo nome per poter porre fine ai suoi dubbi.
 
«Tonks Darcy.»
 
Il suo sguardo incontrò quello della McGranitt che, tra i pochi studenti del primo anno rimasti, la riconobbe subito come la figlia di Ted e Andromeda e le fece cenno di raggiungerla.
La ragazzina quasi cadde dallo sgabello tanta era la foga con cui ci si era fiondata e in mezzo ai volti ridacchianti individuò quello pensieroso di Icy, che la stava osservando con un sopracciglio inarcato prima di mettersi a sussurrare qualcosa all'orecchio del fratello e della cugina che la guardarono con occhi sgranati, poi la stoffa del Cappello ostruì la sua visuale.
Sobbalzò quando lo sentì iniziare a parlare nella sua testa, ma si tranquillizzò subito. Non seppe definire la durata della loro conversazione, ma tirò un inevitabile sospiro di sollievo nel sentir pronunciare un deciso «SERPEVERDE.» e si diresse sorridente verso il tavolo verde e argento.
 
Darcy prese posto tra Draco e Lucy, con gran disappunto di quest'ultima, ma aveva bisogno di parlare con quelli che sapeva essere suoi parenti fin da quella mattina in treno, ma che a quanto pareva non avevano mai sentito parlare di lei.
 
«Quindi tu saresti...»
 
«Vostra cugina, sì.» confermò subito lei in risposta ad Icy, che subito si voltò verso la riccia, esclamando «Te l'ho detto che aveva un'aria familiare.»
 
«E cosa potevo saperne io, scusa?»
 
«Be’, niente... Ma non è questo il punto.!»
 
«No, infatti – intervenne Draco – Il punto è: perché nessuno ci ha mai parlato di te?»
 
«Credo che questo dipenda dal fatto che le nostre madri – e dicendo così Icy fece un gesto circolare in modo da indicare tutti e quattro loro – Non si parlino per, be’...»
 
«Diciamo pure per ovvi motivi.» concluse Stormy con una punta di amarezza nella voce.
 
«A me non è che ne abbia parlato mia madre, è stata mia sorella Ninfadora, anche se lei preferisce farsi chiamare Tonks. Comunque, mi ha detto che mamma ha due sorelle e che i loro figli avrebbero iniziato a frequentare Hogwarts quest'anno e quando ci siamo presentate sul treno ho capito che dovevate essere voi, i nomi corrispondevano.» spiegò Darcy.
 
«Io ho sentito il tuo nome per la prima volta quest'estate, e per puro caso.» la informò la Malfoy.
 
«E come mai non ci hai subito detto chi fosse?» indagò il gemello.
 
«Non è che ho sentito proprio il suo nome, papà parlava di una certa Tonks.»
 
«E cos'altro ha detto?»
 
«Non lo so, tu hai avuto una delle tue crisi isteriche e sono venuta a vedere cosa fosse successo.» replicò Icy rivolta a Stormy.
 
A quel punto Darcy introdusse con una certa titubanza l'argomento che più le premeva «Sapete, Dora mi ha detto che i nostri genitori si odiano per via del fatto che mio padre è un... Nato Babbano quindi, insomma, se non vorrete più parlare con me io lo capirei.»
 
«Non dire sciocchezze! – la fermò la riccia – Sei nostra cugina e una Serpeverde, gli zii non diranno niente.»
 
Il sorriso di Darcy alle sue parole le fece piacere, ma Stormy non era poi tanto sicura che Lucius e Narcissa avrebbero approvato per non parlare di ciò che sua madre avrebbe potuto pensare. Non che fosse rilevante data la situazione, ma a lei era sempre importato e tanto, nonostante tutto. Si era sempre immaginata come sarebbe stato se a crescerla fossero stati Bellatrix e Rodolphus e per questo aveva assorbito ogni parola di ciò che invece le aveva raccontato la zia e col tempo si era fatta un'idea piuttosto chiara di che tipo di madre sarebbe stata Bellatrix, e da quello che aveva sentito doveva essere abbastanza veritiera. Tuttavia, nonostante non lo desse a vedere, le mancava terribilmente il fatto di non averla avuta accanto a sé in quegli anni e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, provava un po' di invidia nei confronti di Icy e Draco, che, sebbene fossero stati come dei fratelli per lei, potevano vantare due genitori che li adoravano – nonostante la loro fastidiosa tendenza a rompere le pluffe più del dovuto – e avrebbero fatto di tutto per loro.
 
I pensieri di Stormy furono interrotti dal ripetuto tintinnio di un bicchiere, che proprio in quel momento la professoressa McGranitt stava colpendo leggermente con un cucchiaino d'argento, e dall'improvviso silenzio che calò nella Sala Grande nel momento in cui la preside si alzò in piedi.
 
«Benvenuti! – esordì Faragonda, con un sorriso radioso che le illuminava il viso, segnato da numerose rughe – Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!»
 
Tutti i ragazzi si guardarono straniti, chi ridacchiando sommessamente chi con un'aria dubbiosa, ma subito le espressioni perplesse furono sostituite da quelle stupite quando i piatti sui tavoli si riempirono magicamente di cibo dall'aria assai invitante.
Ognuno di loro iniziò a servirsi senza fare complimenti e in breve tempo si stavano tutti ingozzando di ogni genere di prelibatezza possibile e immaginabile. Era tutto squisito, fatta eccezione per dei bizzarri dolci alla menta che solo alcuni tra i più audaci osarono assaggiare, ma che furono promossi a peggior portata.
 
«Nessuno dei nostri Elfi Domestici sa cucinare così bene.» osservò Draco tra un boccone e l'altro, rischiando di soffocare quando una figura argentea, che sembrava ricoperta di sangue e che era legata con delle catene, comparve improvvisamente accanto a lui. Malfoy tossì furiosamente, cercando di tornare a respirare e fu grazie all'intervento del ragazzo seduto accanto a lui, che dalla spilla appuntata alla sua veste doveva essere il Prefetto di Serpeverde, che non cadde dalla panca a causa degli spasmi.
 
«Anapneo.» pronunciò quello con disinvoltura e subito le vie respiratorie di Draco si liberarono, permettendogli di tornare a respirare normalmente.
 
Malfoy sibilò un grazie per poi voltarsi a lanciare un'occhiataccia alla gemella e alle cugine, che stavano cercando di trattenersi dal ridere, ma con scarsi risultati; Lucy, al contrario, sembrava aver appena assistito ad uno spettacolo raccapricciante perché aveva una faccia sconvolta e, non appena ebbe realizzato che Draco stava bene, si alzò dal suo posto e, scansando malamente Darcy, si sedette accanto al ragazzo, probabilmente non rendendosi conto che adesso si trovava all'interno di un fantasma.
A quel punto Stormy non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere fragorosamente, seguita a ruota da Icy e Darcy.
 
«Si può sapere cosa avete da ridere?» chiese con stizza la Parkinson, ma ammutolì vedendo il fantasma spostarsi da dove si trovava poco prima per mettersi a fluttuare sopra al tavolo.
 
«Come cavolo hai fatto a non sentire freddo?» le chiese Icy, ma Lucy la ignorò e tornò a concentrarsi su Draco.
 
«Barone, era davvero necessario?» domandò invece il Prefetto, senza però smettere di mangiare.
 
«Assolutamente – affermò quello con tono solenne – Queste giovani menti hanno bisogno di essere temprate.»
 
«E non crede che per farlo debbano rimanere, non so... vivi?»
 
«Io sono morto eppure...»
 
Il Barone non terminò la frase e se ne andò così com'era arrivato, lasciando interdetti i ragazzi.
 
«Quello era il Barone Sanguinario – li informò il ragazzo – È il fantasma di Serpeverde.»
 
«Simpatico.» fu il commento sarcastico di Draco, ancora scosso e vagamente infastidito, nonostante le carezze di Lucy sul suo braccio.
 
«Sicuramente sembra più simpatico di quello seduto al tavolo dei Grifondoro.» disse Icy, sporgendosi leggermente per avere una visuale migliore su un fantasma con tanto di gorgiera e monocolo che proprio in quel momento stava mostrando ad alcuni del primo anno, inclusi Potter e Weasley, come potesse essere quasi-senza-testa.
 
«Hai perfettamente ragione.» concordò il Prefetto, sorridendo alla Malfoy, che arrossì impercettibilmente davanti ai suoi magnetici occhi grigi e ai lunghi capelli biondo cenere, che, era certa, avrebbero sciolto anche il blocco di ghiaccio più freddo.
 
«Io sono Valtor Ancestor, piacere.»
 
«Piacere, Icy Malfoy – ricambiò lei – Loro sono le mie cugine Stormy Lestrange e Darcy Tonks, e lui è mio fratello Draco.»
 
«Dai vostri cognomi non mi stupisce che siate finiti qui, ma tu non hai una sorella che era a Tassorosso?» chiese, rivolgendosi a Darcy.
 
«Si, ma mia madre era Serpeverde – rispose lei risoluta – E comunque Dora è una grande strega.»
 
«Ovviamente, ma è sempre strano che due sorelle vengano Smistate in case così diverse.»
 
«A volte succede.» disse lei, prima di tornare a concentrarsi sul suo pollo.
 
Quando tutti si furono saziati a sufficienza e la preside ebbe dato le ultime raccomandazioni, in particolare rivolte a quelli del primo anno, i Prefetti si alzarono e a gran voce chiamarono i rispettivi compagni di casa più giovani per condurli nei loro dormitori.
Valtor, insieme ad un'alta ragazza bionda dall'aria aristocratica – e anche un po' antipatica, a detta di Stormy – che disse di chiamarsi Diaspro Opal, richiamò i neo-Serpeverde e li condusse fuori dalla Sala Grande poi si diresse verso una scala che scendeva fino ad arrivare ai sotterranei e, superati corridoi, porte e passaggi segreti, si fermò di fronte ad uno spesso muro dietro cui sembrava non esserci nulla.
Diaspro si portò in testa alla fila e dopo aver pronunciato ad alta voce la parola Purosangue si fece da parte per mostrare ai nuovi la parete che si apriva, dando l'accesso alla loro Sala Comune: era una grande stanza con tre pareti di pietra e una interamente occupata dalla visuale delle profondità del Lago Nero, le cui acque, popolate da avvincini, sirene e pesci d'ogni specie che nuotavano allegri, emettevano dei riflessi verdastri che incupivano l'ambiente. Davanti al camino spento erano posizionati divani e poltrone di pelle nera molto eleganti e in un angolo della stanza si trovavano dei tavoli e delle sedie in mogano altrettanto raffinati; per finire, sui muri erano appesi alcuni arazzi verdi e argento rappresentanti lo stemma di Serpeverde, che confermavano l'appartenenza di quel luogo alla Casa di Salazar Serpeverde.
 
«Dunque, da quella porta si accede ai dormitori: quelli dei ragazzi sono a sinistra, quelli delle ragazze a destra. Bauli e gabbie li troverete già nelle vostre stanze insieme alle sciarpe e alle cravatte coi nostri colori, la cravatta sarà obbligatorio indossarla per distinguervi dalle altre Case, dubito che vogliate essere scambiati per dei Grifondoro.»
 
«O peggio, per dei Tassorosso.» gli fece eco Diaspro, scatenando delle risate tra i più giovani.
 
«Certo. Adesso andate a dormire, domani avrete il resto delle informazioni e, mi raccomando, cercate di rendere onore a Serpeverde. Buonanotte.»
 
Icy si sentì incredibilmente stupida quando si rese conto di essere una dei pochi ad aver risposto alla buonanotte del Prefetto, ma il sorriso incoraggiante che le rivolse le fece presto dimenticare l'imbarazzo e insieme a Stormy e Darcy raggiunse il loro dormitorio, una stanza rettangolare piuttosto grande con cinque letti a baldacchino, con tende e coperte verdi, e il pavimento in legno, incantato appositamente affinché l'umidità del Lago Nero non lo facesse marcire. In fondo alla camera c'era una piccola porta che dava sul bagno, che avrebbero dovuto condividere.
I loro bagagli erano già tutti nella camera ad aspettarle, insieme ai loro animali. Ocula, nel momento in cui vide Stormy le volò incontro e si appollaiò sul suo braccio, becchettandola leggermente in attesa di ricevere coccole e croccantini come premio per essere arrivata ad Hogwarts come le aveva detto.
Icy si affrettò a liberare Frostbite e subito si buttò sul letto più vicino, iniziando ad accarezzarlo.
 
«Ti avviso, quel gatto deve stare lontano dal mio letto.» disse Darcy, mentre posava sul comodino l'acquario che conteneva la sua rana, Changey, ed apriva il proprio baule per cambiarsi ed indossare il pigiama.
 
«Tranquilla, non c'è pericolo.»
 
«Speriamo.»
 
In quel momento nella stanza entrarono Lucy e Mirta Pamkin*, una ragazzina minuta con numerose lentiggini e corti capelli rossi – in effetti qualcuno avrebbe potuto scambiarla per una Weasley – tra i quali spiccava una treccina blu decorata con delle perline gialle. Durante lo Smistamento era stata una di quelle per cui il Cappello Parlante aveva impiegato più di cinque minuti per decidere a quale Casa assegnarla. Le due si sedettero sui letti accanto alla porta e, dopo aver rivolto un cenno di saluto alle compagne, tornarono a parlare fitto fitto tra loro.
Icy, Darcy e Stormy le ignorarono e finirono di prepararsi per la notte, senza smettere di parlare di quanto fossero emozionate e nervose per l'inizio delle lezioni il giorno dopo.
 
«Sono sicura che sarà fantastico!» affermò sicura Stormy, infilandosi sotto le coperte.
 
«Non vedo l'ora di iniziare Incantesimi.» disse invece Darcy, ansiosa di imparare a padroneggiare i più svariati incantesimi.
 
«E che mi dici di Difesa contro le Arti Oscure?» aggiunse Icy.
 
«Oh sì!»
 
«Anche Trasfigurazione non sembra male.»
 
«Già, ma quella Griselda sembra un osso duro.» fece notare Darcy.
 
«Ehi, voi tre, la smettereste di parlare? Qui vogliamo dormire.» le rimbeccò Lucy, infastidita.
 
«E va bene. 'Notte ragazze.»
 
«'Notte.»
 
Le tre chiusero le tende dei loro letti e, mentre il sonno arrivava più velocemente del previsto, era uno il pensiero che le stava attraversando: Non avrei potuto trovare compagne migliori per passare questi 7 anni.
 
 
 
 
*Pamkin è semplicemente una variazione del termine Pumpkin (Zucca). È dovuto al fatto che Mirta, nell’episodio 14 della prima stagione, venga trasformata in una zucca da Icy… la solita simpatica.
 
NdA: Did you miss me?
Con qualcosa nel fandom dovevo pur tornare e questa è una cosina che aveva in serbo da un bel po’. Io sono una malata di crossover e specie se si parla di Harry Potter, non posso trattenermi dall’assegnare ogni personaggio di una qualsiasi opera ad una delle quattro di Case di Hogwarts.
Anyway, la storia sarà composta all’incirca da quattro capitoli, attualmente sono alla metà del secondo, e conoscendo la mia regolarità nell’aggiornare probabilmente ci sentiremo tra tre anni.
Ora smetto di annoiarvi. Spero che questa introduzione vi sia piaciuta e che non sembri una cosa troppo pazza, un bacio a tutti!
   
 
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