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Autore: Shikayuki    14/02/2018    3 recensioni
«Shiro, prima che io stacchi le mani dalla salvezza, mi prometti che mi amerai anche con il mio bel viso rovinato?»
«Lance, non fare il drammatico.»
«Ehi, hai iniziato tu a fare il drammatico.»
«Non drammatico, realista.»
«Va bene, realista, comunque è la stessa cosa. Ma adesso promettimi questo e facciamola finita.»
~
Shiro e Lance in vacanza sulla neve.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

 

• Iniziativa: Questa storia partecipa al "COWT" di Lande di fandom e al “Secret Lover” di Voltron: Legendary Defender Italia

• Settimana: Quinta

• Missione: -

• Prompt: Crush

• Numero Parole: 3663

 

N.B.: mi dispiace, ma non è betata! Sorry not sorry, ma sotto cowt vale il "quantity over quality", verrà fixata prima o poi!

 

 

Happy Valentine’s day Annie <3

 

It sounds so damn perfect

 

Lance era rimasto sorpreso quando Shiro si era presentato da lui con le loro valigie in macchina ed un sorriso a trentadue denti, ed ovviamente non ci aveva messo troppo a lasciarsi convincere a chiudere il negozio in anticipo ed infilarsi in macchina. Al diavolo, era sabato, poteva prendersi almeno un pomeriggio di riposo dopo mesi di lavoro no stop.

«Dove andiamo?»

«È una sorpresa.»

Il sorriso furbo da bambino di Shiro lo aveva convinto ad essere paziente - almeno per i suoi standard - per una volta ed il fatto che stesse guidando, gli impediva di usare il suo solito metodo di strusciarsi ed importunare fino ad ottenere informazioni. Sbuffò e si sistemò meglio sul sedile, alzando la radio, ma non ci mise molto ad iniziare a cantare le canzoni che passavano in rotazione, ballando quanto possibile sul sedile, mentre Shiro lo guardava ridendo sotto i baffi, cercando di non distrarsi troppo e finire fuori strada.

Il viaggio fu lungo e Lance man mano si perse a vedere fuori dal finestrino i centri abitati diventare sempre più radi ed il paesaggio trasformarsi lentamente da campi coltivati a colline ed infine a montagne. Shiro continuava a guidare tranquillo, mentre Lance cercava di estorcergli informazioni con domande subdole, ma il suo fidanzato era davvero stoico e non si lasciava sfuggire nulla.

«Dai Shiro, dimmi dove stiamo andando!»

«Pazienta ancora un po’, ci siamo quasi!»

«Ho pazientato fin troppo, voglio saperlo adesso!»

«Ho le labbra cucite.»

«Shiro, ma io- oh, dios mio ma è neve!»

Il ragazzo al volante sorrise soddisfatto, gettando uno sguardo veloce all’altro, che aveva appiccicato il viso al finestrino, come a volerci passare attraverso.

«Mi stai portando a sciare!»

«Sorpresa!»

«Io ti amo.»

«Oh, lo so.»

Erano mesi che Lance desiderava vedere la neve, e non avrebbe mai pensato che lui e Shiro sarebbero riusciti a concedersi quel lusso fin troppo costoso per le loro tasche, recentemente provate da un mutuo per la casa e la sua ristrutturazione. Sentiva lo sguardo di Shiro addosso, ma non riusciva a staccarsi dal paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino, diventando sempre più bianco nella luce fioca dei fari dell’auto.

«Sei felice?»

«Sì, ma quanto ci sta costando tutto questo?»

«Beh...»

«Shiro, non tenermi sulle spine, devo sapere quanti altri milioni di vestiti devo cucire per ammortizzare questa follia.»

«Lance, stai calmo, la vacanza non ci sta costando assolutamente nulla! Un mio collega del commissariato ha questa multiproprietà, ma la moglie sta per partorire e quindi mi ha chiesto se magari volevo approfittare io, giusto per non perdere totalmente la sua settimana, dato che comunque per un po’ non si sarebbero potuti muovere. Mi aveva visto di cercare informazioni su internet e mi ha fatto questo regalo.»

«Davvero?»

«Davvero!»

L’urlo che uscì dalle labbra di Lance risultò davvero molto poco virile, ma non gli importava, quella vacanza era una benedizione caduta dal cielo. Con il mutuo ed il fatto che lui e Shiro lavoravano ormai allo stremo per far quadrare i conti, non erano più riusciti a concedersi dei momenti sereni e tranquilli insieme. Ultimamente le loro serate finivano con Shiro che si addormentava russando pesantemente sulle sue gambe, mentre lui finiva di fare qualche lavoro di ricamo o rammendo; il romanticismo ormai morto e sepolto sotto le scartoffie della banca e le bollette.

Ci vollero altri venti minuti per raggiungere il piccolo complesso di chalet dove avrebbero alloggiato e appena arrivati Lance si catapultò fuori dalla macchina, sgranchendosi le lunghe gambe addormentate, prima di fare la cosa più stupida che avesse mai fatto: buttarsi in un cumulo di neve, senza cappotto, sciarpa o guanti. Shiro era a metà tra il ridere e il piangere per quella scena, ma in fondo lui amava quell’iperattivo del suo ragazzo anche per quello.

Lo chalet era graziosissimo, composto da un salottino con angolo cottura e caminetto, un bagno e una camera da letto bella spaziosa. Faceva freddo, ma non ci misero molto ad accendere sia i termosifoni che il caminetto. Shiro portò dentro le valigie e da una tirò fuori cibo e anche svariate bottiglie di vino rosso. Lance, una volta asciugatosi e cambiatosi, sorrise e lo abbracciò, baciandolo dolcemente.

«Che bravo il mio uomo.»

«Visto che ne valeva la pena pazientare?»

«Molto. Ma che si fa adesso?»

«Direi che una coperta, una bottiglia di rosso ed il camino sono una bellissima opzione, che te ne pare?»

«Direi che lei sa come conquistarmi, Mr Shirogane.»

«Oh, lo spero proprio, Mr McClain.»

Si baciarono di nuovo a fior di labbra, iniziando poi a prepare una frugale cena fatta di salatini, affettati in vaschetta e vino rosso, giusto per fare i poveri ma raffinati. Si accoccolarono davanti al camino e si avvolsero addosso una delle coperte. Iniziarono a chiacchierare, sorseggiando vino e punzecchiandosi, per una volta dopo mesi rilassati e tranquilli, godendosi con calma la compagnia reciproca. Lance sentiva la testa leggera, il vino che iniziava a fare effetto. I giorni dell’Accademia erano lontani, ed anche le serate passate per club insieme a Shiro erano solo un ricordo, e neanche ci aveva fatto caso  quando era passato da re del divertimento a serio e posato uomo di casa. Ah, cosa faceva fare l’amore.

Shiro lo baciò sulla testa e si accorse che si era appisolato, coccolato dal calore del suo uomo e quello del fuoco.

«Lance, andiamo a dormire?»

«Mh-mh»

Si sentì sollevare dalle braccia forti di Shiro e poi sentì il letto sotto di sè, morbido. Subito si acciambellò attorno al cuscino e non appena sentì il materasso abbassarsi sotto il peso di Shiro, si spostò verso di lui, ricercandone il calore e la presenza.

«Buonanotte Lance.»

Lance rispose, o forse lo pensò solo, ma di fatto si addormentò quasi all’istante, per una volta senza avere l’ansia addosso del lavoro ad attenderlo l’indomani.

 

Lance si svegliò e per prima cosa notò che l’odore del luogo dove si trovava era diverso e la cosa lo turbò, ma poi il suo cervello addormentato si mise in moto e ricordò della sorpresa di Shiro e quindi dello chalet e della vacanza in montagna.

«Shiro?»

«Mmmmm»

Il ragazzo dormiva ancora profondamente, ma Lance non glielo avrebbe permesso, non con la neve ad attenderlo fuori.

«Shi-ro! Svegliati!»

«Laaaance, siamo in vacanza, dormi!»

«No, Shiro. Tu adesso ti svegli, cerchiamo un bar, facciamo colazione, e poi andiamo a pattinare sul ghiaccio! Ci deve pur essere una pista di pattinaggio sul ghiaccio da qualche parte!»

«Lance, abbiamo tutta la settimana, torna a dormire.»

Shiro provò a voltarsi dall’altro lato, ma non si diceva di no a Lance, che lo assaltò, iniziando a fargli il solletico. Shiro provò a sfuggire alle sue dita lunghe e insistenti, ma alla fine cedette alle risate e si svegliò definitivamente, tanto era inutile discutere con Lance quando si metteva in testa qualcosa. Il solletico finì per trasformarsi in una lotta corpo a corpo a chi riusciva a far ridere di più l’altro e poi lentamente si trasformò in altro, quando le loro labbra iniziarono a cercarsi, trovandosi ed incollandosi. Erano mesi che quella passione aveva perso la strada, e adesso che sembrava averla ritrovata, Lance si tirò indietro, spingendo via Shiro.

«Eh no, Shiro, non mi distrarrai così.»

Shiro lo guardò con la faccia allucinata, ma Lance si sedette in un angolo del letto, lontano da lui, gambe e braccia incrociate, il naso sdegnato all’insù.

«Voglio andare sulla neve e voglio andarci adesso. Se iniziamo da adesso resteremo chiusi qua dentro per il resto della vacanza, lo so io e lo sai benissimo anche tu.»

«Lance, ma...»

«No, nope. Alzati ed usciamo.»

Shiro sospirò sconsolato e si alzò, reprimendo la voglia di sbattere ripetutamente la testa contro il muro. Lance sapeva essere così esasperante certe volte, ma si era imposto quella punizione con le sue mani in fondo, non poteva prendersela con nessun altro.

Per una volta Lance riuscì a prepararsi in meno di mezz’ora e senza lamentele perché non aveva potuto fare la sua routine di bellezza completa a causa di Shiro, che aveva dimenticato alcuni dei suoi infiniti prodotti a casa. Aveva addosso un parka che lo infagottava in modo buffo ed un cappello con tanto di ponpon blu e la visione fece ridere Shiro, poco avvezzo a vederlo bardato così.

«Non so dove tu abbia ripescato questi orribili indumenti, ma ti salvi solo perché fuori si gela e sono un ragazzo fidanzato che quindi non ha bisogno di far colpo.»

Shiro rise e gli prese la mano guantata, mentre camminavano tranquillamente sul vialetto principale che separava le due file di chalet. Seguirono le indicazioni per raggiungere il centro del villaggio vacanze e lì trovarono un centro allegro e pieno di persone che andavano e venivano, alcune con snowboard e scii in spalla, altre erano famigliole felici, altri ancora erano escursionisti bardati con zaini dall’aria pesante. S’inserirono placidamente in quel turbinio di persone ed esplorarono quell’agglomerato pittoresco, trovando finalmente una panetteria che serviva colazioni. Era molto carina, tutta in legno in stile molto europeo, un bancone straripante di dolci appena sfornati che mandavano un profumo paradisiaco e tavolinetti graziosi, decorati da centrini e candele poste dentro piccoli tronchetti di legno grezzo scavato. Lance stava adorando tutto quello e Shiro era felice di vederlo rilassato ed entusiasta dopo mesi di solo lavoro e stress.

Fecero colazione con calma, assaggiando quasi tutta la varietà di dolci disponibili e sorseggiando cappuccini. Lance come al solito parlò senza sosta, raccontando a Shiro di come gli avessero commissionato un paio di abiti da sposa ed il mese seguente sarebbe dovuto andare a scegliere le stoffe e non stava più nella pelle. Tirò anche fuori il suo immancabile sketchbook tascabile, ridisegnando alcuni dei centrini e dei merletti che abbellivano il locale, dicendo che gli sarebbero serviti da ispirazione. Shiro lo lasciò fare, facendolo parlare ed ascoltandolo, sorseggiando il suo cappuccino e respirando quel clima di totale tranquillità. Quella settimana di vacanza era stata una vera manna dal cielo per loro, ne avevano proprio bisogno per ritemprarsi.

Finirono di fare colazione, che ormai era diventata anche un pranzo, e Lance saltò subito in piedi, afferrandolo per un braccio ed iniziando a trascinarlo in giro per visitare quel posto. Di base era un piccolo villaggio che era nato intorno a degli impianti di risalita molto rinomati. Ovviamente era pensato a livello turistico, quindi c’erano un sacco di negozietti pittoreschi che vendevano souvenirs, cibi e altre cianfrusaglie. C’erano anche un paio di negozi di abbigliamento e Lance si fermò a guardarne le vetrine con gli occhi a cuoricino, prima di continuare a trascinare Shiro in giro.

«Allora, prendendo la seggiovia si raggiunge un rifugio in alta quota dove dicono si mangi molto bene, mentre prendendo la funivia si raggiungono delle sorgenti termali, sempre provviste di rifugio… cosa vorresti fare?»

«Pattinare Shiro! Voglio pattinare sul ghiaccio, desidero farlo da sempre!»

«Beh, possiamo andare a visitare le cose caratteristiche da domani, oggi riposiamoci, okay?»

«Tutto okay, Shiro?»

«Sì, perché?»

«Mi sembri un po’ distratto...»

«È che non ti vedevo sorridere così da mesi e vederti rilassato, beh… rilassa anche me.»

«Queste dichiarazioni.»

Lance lo afferrò per il bavero della giacca e lo baciò dolcemente, prima di sorridergli. Shiro gli carezzò una guancia con la mano guantata, facendogli il solletico e facendolo ridacchiare, mentre provava a nascondere la faccia dal tocco un po’ rasposo del guanto di lana.

«Dai, andiamo a romperci qualche gamba, giusto per iniziare bene la vacanza!»

«Shiro, sei un guastafeste.»

«Non guastafeste, realista.»

Ed effettivamente Shiro non aveva tutti i torti. Trovarono la pista di pattinaggio nel centro del villaggio e si rivelò essere un semplice rettangolo con uno steccato di tronchi marroni intorno. Era contornata di lampioni, tra i quali erano appesi fili di lucette festive, che già brillavano nella penombra del tardo pomeriggio. In realtà erano solo le quattro, ma già la notte si stava preparando a scendere, preannunciata anche da un drastico calo delle temperature.

Affittarono i pattini e si sedettero sulle panchine apposite per infilarli, mentre Lance iniziava ad essere davvero super eccitato. Quando furono pronti camminarono fino all’ingresso della pista di ghiaccio, affondando con le lame dei pattini nei tappetini appositi e tenendosi per mano. Shiro fu il primo a tentare la sorte, ma come messe il primo piede sul ghiaccio, quello gli scivolò in avanti, mandandolo quasi a faccia per terra. Lance scoppiò a ridere prendendolo in giro, per poi fare quasi la stessa pessima figura.

«Okay, questa cosa potrebbe rivelarsi più difficile del previsto.»

«Tu dici, amore mio?»

«Non fare il sarcastico adesso.»

«Ho provato a farti notare che non era una buona idea rischiare la vita il primo giorno di vacanza.»

«Shiro, ormai siamo in ballo, quindi balliamo.»

«Volevi casomai dire che ormai ci spaccheremo la faccia comunque, quindi tanto vale?»

Lance gli fece la linguaccia e provò a staccarsi dallo steccato di tronchi, ma non appena alzò le mani da quell’appoggio, scivolò di nuovo, affrettandosi a stringere di nuovo la presa sul solido legno. Pensò che da fuori sembravano entrambi due cerbiatti appena nati che provavano a camminare per la prima volta. Gli venne da ridere a quella visione, immaginando Shiro come un piccolo bambi e quasi si schiantò di nuovo a terra. Shiro lo guardò malissimo.

«Laaaance.»

«Okay, okay, ho un piano. Proviamo a fare prima tutto il perimetro aggrappati allo steccato, magari capiamo come gestire queste trappole senza ammazzarci, come quando si impara a nuotare, no?»

Shiro dovette ammettere che quella non era proprio una pessima idea ed iniziarono quindi a far scorrere le mani sullo steccato, facendo passettini mano a mano, cercando di capire come prendere l’equilibrio. Da fuori sembravano due idioti, ed i bambini che gli sfrecciavano accanto con scioltezza di sicuro non aiutavano l’orgoglio, ma almeno presumibilmente non avrebbero mai più messo piede in quel villaggio turistico, tanto valeva fregarsene. Fecero tutto il giro del perimetro, ma quando una vecchietta si avvicinò a Shiro offrendogli una mano per uscire dalla pista, decisero che era arrivato il momento di provare il tutto e per tutto e rischiare la faccia.

«Shiro, prima che io stacchi le mani dalla salvezza, mi prometti che mi amerai anche con il mio bel viso rovinato?»

«Lance, non fare il drammatico.»

«Ehi, hai iniziato tu a fare il drammatico.»

«Non drammatico, realista.»

«Va bene, realista, comunque è la stessa cosa. Ma adesso promettimi questo e facciamola finita.»

Shiro roteò gli occhi, cercando di trattenere un qualcosa di simile ad uno sbuffo misto ad una risata.

«Va bene, te lo prometto, ti amerò anche con il tuo bel viso rovinato, ma adesso facciamo questa cosa, cadiamo e poi strisciamo di nuovo fuori di qui una volta per tutte.»

«Ti amo, Shiro.»

«Ti amo anch’io.»

Lance deglutì, guardandolo preoccupato, e finalmente lasciò la presa, facendo un passettino ed iniziando a scivolare sul ghiaccio. Se ne stava mezzo gobbo, le gambe un po’ ad x, ma in qualche modo non stava né per finire a terra né per investire gli altri avventori della pista, che gli piroettavano intorno senza neanche guardarlo. Si fermò al centro della pista e si voltò con cautela verso Shiro, un sorriso vittorioso stampato in faccia.

«Shiro, ce l’ho fatta!»

«Bravissimo! Adesso tocca a me morir-, ehm, cioè, provare.»

Shiro prese coraggio e a sua volta staccò le mani, tentando il primo passo. Perse un po’ l’equilibrio, ma lo ritrovò quasi subito, mulinando le braccia in un modo che fece morire Lance dalle risate.

«Dai Shiro, puoi farcela!»

Lance faceva il tifo per lui dal centro della pista e Shiro sentì le gote diventargli un po’ rosse per la vergogna, sentendosi qualche paio di occhi puntato addosso. Scivolava lentamente, tremolando un po’ per tenere l’equilibrio, ma sembrava riuscire a restare in piedi. Aveva quasi raggiunto Lance, mancavano giusto un paio di metri, quando però in qualche modo perse l’equilibrio ed iniziò di nuovo a mulinare le braccia per tentare di riacquistarlo, mentre Lance istintivamente scattava in avanti verso di lui per cercare di riprenderlo.

«Lance, non-»

«Shiro, attent-»

Non fecero neanche in tempo a finire le frasi che si ritrovarono entrambi rovinosamente a terra, in un groviglio di braccia e gambe. Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere come due scemi, mentre le persone si radunavano intorno a loro per vedere se stessero bene, visto che non si rialzavano e la caduta era stata abbastanza plateale. Lance era finito sopra a Shiro e gli venne offerta una mano per tirarsi su, che lui accettò tra le risate. Una volta in piedi si voltò verso Shiro, per aiutarlo a sua volta, continuando a ridere di gusto.

Shiro lo guardò e non potè fare a meno di trovarlo bellissimo, proprio come la prima volta che lo aveva visto, anche se adesso aveva in testa un ridicolo cappellino blu con un ponpon. Eppure quel sorriso, quelle guance arrossate un po’ dal riso, un po’ dal freddo, gli occhi che brillavano sotto le lucette, Shiro pensò davvero di non aver mai visto qualcosa di più perfetto.

Afferrò la mano di Lance, ma non si tirò su, restando in ginocchio. Si frugò nelle tasche, mentre Lance lo guardava interrogativo e ne tirò fuori una scatolina di velluto blu. Lance continuava a guardarlo senza capire, per lo meno finché Shiro non aprì la scatolina e la luce si riflettè su un sottile anello d’oro bianco. Avrebbe voluto aspettare la fine della vacanza per darglielo, magari dichiarandosi a cena nel ristorantino che aveva individuato all’angolo della piazza centrale, già allestito per San Valentino, ma non ce l’aveva fatta ad attendere, aspettava da fin troppo per i suoi gusti.

Lance si portò le mani alla bocca, quello non poteva stare accadendo per davvero, o almeno non come se fossero in un film. Erano al centro di una pista di pattinaggio tra la neve, con le lucine festive a scaldare l’ambiente e degli sconosciuti che pattinavano intorno a loro e si fermavano incuriositi ad osservarli.

«Oddio, è un sogno vero? In realtà non siamo mai venuti qui e domani mattina mi sveglierò nel nostro letto con centomila cose da cucire e non ti vedrò fino a sera inoltrata, quando tu starai già dormendo sul divano, vero? Oddio, non mi hanno neanche commissionato gli abiti da sposa, vero?»

«Lance.»

«Oppure è stato tutto un sogno ed io sono ancora un tristissimo studente dell’Accademia a cui non hanno mai rubato la bici e quindi non è mai andato a fare denuncia incontrando un poliziotto molto sexy e gay ed io...»

«LANCE.»

Shiro dovette praticamente urlare per farlo tacere, ma riuscì nel suo obiettivo, oltre ad attirare ancora più persone intorno a loro, imbarazzandosi ancora di più. Un paio stavano anche riprendendo con il cellulare e pensò che magari dopo avrebbe potuto chiedergli il video.

«Sì, Shiro, dico sì.»

«Aspetta almeno di sentire la proposta! Non rovinare sempre tutto!»

«Shiro, mettimi quell’anello al dito, subito.»

Shiro alzò gli occhi al cielo e soffocò l’istinto di picchiare il suo futuro marito e schiarì la voce.

«Lance McClain, insopportabile, logorroico, narcisista, impaziente Lance McClain. Ultimamente siamo stati sommersi da lavoro e vita da adulti, ma io non ho mai smesso di provare quello che ho provato quel giorno di novembre in cui uno studente dell’Accademia squattrinato venne a denunciare il furto della sua preziosissima bici blu. Appena entrasti capii subito che eri qualcuno di speciale e beh, vorrei continuare a passare la mia vita con accanto te e tutti i tuoi mille difetti ed i tuoi pochi, ma irrinunciabili pregi. Vuoi farmi l’onore di diventare mio marito?»

Lance stava praticamente saltellando sul posto e si lanciò addosso a Shiro, urlando come una sedicenne isterica.

«Sì che lo voglio, anche se io non ho nessun difetto e soprattutto non sono narcisista, logorroico e tutto quello che mi hai accusato di essere!»

Finirono di nuovo a terra nel ghiaccio, mentre Shiro lo abbracciava forte ed intorno a loro partivano gli applausi e gli auguri degli altri avventori della pista di pattinaggio. Lance lo baciò con passione e Shiro ricambiò quel bacio con un groppo di emozione in gola. Finalmente si tirarono su e con le mani tremanti riuscì ad infilare l’anello al dito di Lance, che non gli facilitava il compito, continuando a saltellare emozionato, rischiando di schiantarsi di nuovo a terra, visto che erano ancora in mezzo alla pista. Osservarono entrambi l’effetto di quel cerchio argentato contro la pelle ambrata di Lance e rimasero rapiti dai giochi di luce che vi si riflettavano, mentre entrambi realizzavano significato di quella piccola banda di metallo.

Non ci misero molto ad uscire dalla pista poi, levarsi quelle trappole infernali dai piedi e tornare di corsa allo chalet, dove appena entrati si cercarono, trovandosi a metà strada. Le loro labbra s’incollarono, mentre gli strati di vestiti iniziavano a sparire, trovando la loro strada verso il pavimento, mentre loro cercavano di raggiungere la camera, premurandosi di urtare qualsiasi superficie possibile lungo il percorso. Finalmente le gambe di Shiro incontrarono il materasso e cedettero, così caddero entrambi tra le coperte ed i cuscini che avevano lasciato disordinati dal mattino. Ridacchiarono entrambi, riprendendo fiato per un attimo e Lance alzò la mano, osservando di nuovo l’anello che faceva bella mostra di sè al suo anulare.

«Non è un sogno, vero? Sta accadendo davvero?»

«Non è un sogno, ed adesso sarai mio per sempre.»

«Lo ero già da prima.»

«Ma ribadire il concetto è importante.»

Shiro intrecciò la sua mano a quella di Lance e cercò di nuovo le sue labbra, baciandolo con tutto l’amore che aveva dentro. Lance si sciolse in quel bacio e si abbandonò completamente all’altro, perdendosi nel calore e nella solidità di quel corpo ormai familiare ma sempre stupefacente.

«Lance Shirogane... suona bene.»

«Suona dannatamente perfetto.»

Quella notte finalmente si persero di nuovo l’uno nell’altro come non accadeva da tempo ed i problemi furono chiusi fuori, dimenticati in un posto troppo remoto per intaccare la loro spensieratezza. Esistevano solo loro due, Lance e Shiro, Shiro e Lance e tanto gli bastava per continuare a vivere. Insieme.

 

Shikayuki’s corner: Buon San Valentino a tutt*! Spero che anche voi siete felici come Shiro e Lance, altrimenti al diavolo, levate i vostri calici single insieme alla sottoscritta!

Okay, scherzi a parte, spero che questa OS vi sia piaciuta <3 È stata abbastanza difficile da scrivere, considerato che ultimamente mi stavo orientando più sull’angst, ma sono abbastanza soddisfatta del risultato u.u Bon, adesso posso tornare a far soffrire personaggi impunemente… no, scherzo.

Come avrete letto, questa fanfiction è stata scritta principalmente per il Secret Lover, organizzato da due meravigliose ragazze (sì, parlo di voi <3), che si sono adoperate per portare quest’iniziativa nel gruppo fb di Voltron Italia e devo dire che me la sarei goduta meglio senza il COWT in mezzo alle cosiddette :’D Anyway, voglio ringraziare loro per aver coordinato questa cosa mastodontica e spero che la mia Valentina abbia apprezzato il regalo >///< Okay, adesso me ne torno nel mio rifugio anti cuoricini e putti volanti, besos <3

 
 
  
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