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Autore: Zomi    14/02/2018    4 recensioni
San Valentino, la festa degli innamorati e in cui:
#Nami rovescia secchi
#Izou si arrabbia
#Halta riceve il suo primo bacio
#Ichiji odia Flambé
#Hattori non si fa gli affaracci suoi
#Reiju non riesce a leggere
-
Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa Una storia per San Valentino indetta dall'One Piece Shipping
[Nota: Gender Bender per il personaggio di Halta(che Oda si ostina a sostenere sia maschio, ma per me no!)]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Famiglia Vinsmoke, Izou, Nami, Rob Lucci | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa indetta dall'One Piece Shipping
 
 
 
Stupid Valentine Day
 
 
 

 


Il secchio si riempiva in fretta sotto il getto gelido del lavandino del cortile.
Era il terzo che Nami colmava per le pulizie dell’aula.
Di acqua ovviamente.
Di imprecazioni urlate sommessamente, ci aveva ricoperto il piccolo cortile che separava l’edificio scolastico dalla palestra ormai vuota.
Il primo secchio si era svuotato sulle scalinate interne della scuola quando i mocciosetti del primo anno le erano sfrecciati vicino, facendole perdere l’equilibrio.
Era quindi stata costretta a tornare ai rubinetti nel retro del cortile, gli unici disponibili per le pulizie interne, e ricominciare da capo.
Il secondo le era scivolato di mano quando l’aveva visto uscire in tenuta da kendo dalla palestra. Di sicuro quell’idiota aveva scambiato la porta che dava sull’esterno dell’edificio con quella che lo collegava agli spogliatoi, e invece che rientrare e lasciala in pace aveva anche avuto il coraggio di alzare la mano e salutarla come niente fosse.
Stupido Roronoa!
Come poteva salutarla così, con una nonchalance che non poteva appartenergli, dopo nemmeno sei ore da… da… oh non riusciva nemmeno a formulare il pensiero!
Sentiva l’imbarazzo tornare a colorarle le guance di porpora, e il suo orgoglio ammonirla per il suo gesto avventato e dall’esito disastroso.
Perché sei ore prima, in quella uggiosa giornata di Febbraio –il quattordicesimo del mese per essere precisi!- aveva avuto l’orrida idea di consegnare a Zoro Roronoa del cioccolato.
E si sa no?
Se regali del cioccolato al 14 di Febbraio, vuol dire una ed una sola cosa.
Ma non se di cognome fai Roronoa, non se sotto la capigliatura verde marimo non hai nulla se non il kendo, non se sei così stupido e rispondi alla ragazza che ti regala dei cioccolatini un semplice “Grazie”.
No, questo non è accettabile.
Non si può rispondere con un grazie a un pegno tanto importante. No, no, no!
-Stupido Roronoa- fissò il rubinetto ancora scossa d’imbarazzo e rabbia.
Poteva dirle di tutto, che le avrebbe parlato dopo (cosa che non aveva fatto nemmeno durante la pausa delle lezioni), o rifiutare garbatamente il suo pacchettino, o strasene anche zitto!
-Stupido Roronoa!- diede un giro di polso alla manipola del rubinetto, lasciandolo gocciolare nel secchio.
-Stupido- sollevò il carico d’acqua, inveendo contro al ragazzo.
–Stupido- che poi poteva mandarle un messaggio, un bigliettino, un qualcosa con la sua risposta invece che un bel niente.
-Stupido Ro…- come poteva trattarla così?
-… ro…- che farabutto! Spezzare il cuore a una così fragile ed innamorata ragazza che sollevava secchi d’acqua come fossero piume!
-…no…- non erano amici forse?
Almeno un po’ di rispetto nei confronti della loro amicizia longeva. Non ricambiava? Ottimo, che lo dicesse, non che tergiversasse facendola soffrire e arrabbiare.
Oh stupido stupido…
-E io che pensavo di piacerti-
-Ah!-
Presa di sorpresa il secchio le sfuggì di mano, per la terza volta, bagnandole le calze bianche della divisa scolastica e la gonnellina blu, rubandole anche un basso ringhio idrofobo.
-Ma c’è l’avete con me?!?- strillò rossa in viso, fulminando l’imponente figura di quel babbeo formato ragazzo che era venuto a disturbarla.
Perché davvero, non poteva essere altro se non uno stupido!
Zoro la squadrò da capo a piedi, la divisa scolastica aveva sostituito l’uniforme del kendo, e ad accompagnarlo al posto della katane di bambù aveva la cartella e una fine sciarpa color petrolio a difenderlo dal freddo pungente di Febbraio.
Teneva saldamente gli occhi puntati su di lei, studiandola armarsi di secchio e tornare ad occupare i rubinetti del cortile.
Nonostante le gote rosse di freddo e gli occhi dardeggianti, Nami manteneva la sua bellezza aurea con la sua cascata di capelli mossi e rossi e quel suo musetto imbronciato.
Si, Nami era davvero una bella ragazza…
-Che hai da guardare Roronoa?-
… peccato per quel suo caratterino da strega.
-Se qualcuno deve essere arrabbiato qui, non dovrei essere io?- si addossò al bordo dei lavandini –Ti ho sentito sai additarmi a dello stupido per venti volte-
-Ventuno!- lo corresse maligna, tirandogli una linguaccia –E te lo meriti!-
Zoro inarcò un sopracciglio confuso: che aveva fatto ora di sbagliato?
A volte davvero non la capiva, e cercare di trovare una spiegazione al suo umore ballerino era una fatica immane.
Troppa per un pigro come lui.
-Tsk, mocciosa- sbuffò scontroso –Si può sapere che hai?-
-Sai benissimo che ho!- replicò sibillina, gli occhi bassi a fissare il secchio riempirsi e le braccia incrociate al petto.
Osava anche prenderla in giro ora?
Non bastava che ignorasse la sua dichiarazione, pure la beffa doveva subire?
-Se sapessi che hai avrei già rimediato- grugnì il ragazzo, dandole le spalle e buttandosi la cartella sulla schiena, deciso a non litigare con lei.
Almeno non quel giorno così importante.
No, quel giorno proprio no.
-Buon servizio di pulizia- s’incamminò verso il cortile –Spero che Rufy e Usopp sopravvivano alla tua tirannia…- ghignò bastardo –Ah e domani parliamo dei tuoi cioccolatini ok?-
-Cosa!?- urlò la rossa, braccia tese a sollevare il secchio ed equilibrio precario.
Il recipiente ci pensò: sciabordò l’acqua che conteneva a destra e sinistra per un paio di volte prima di decidersi a non perderne nemmeno una goccia e  lasciarsi abbandonare contro il fondo del lavandino in metallo mentre la furia rossa che l’aveva riempito correva verso Zoro.
-Frenafrenafrena!- l’afferrò per un braccio, strattonandolo per la sciarpa e rischiando di soffocarlo nel bloccarlo –Che vuoi dire?-
Sentì Zoro imprecare, la sciarpa allentata da una sua possente mano e qualche verso rivolto anche a lei, ma non aveva il coraggio di alzare gli occhi dalla punta delle sue scarpe e incrociare il suo sguardo con il suo liquido di speranza e le gote rosse come pomodori.
Il suo orgoglio glielo impediva.
-Dannazione!- sbuffò sistemandosi la sciarpa attorno al collo Zoro -Prima mi dai dello stupido e ora tenti di soffocarmi? Strano modo che hai di dimostrare che ti piaccio-
-N-non pr-prendermi in giro!- pigolò piano, il viso che le andava a fuoco.
Perché doveva gongolare così tanto?
Non poteva sorvolare sul fatto che le piacesse e darle per una benedetta volta una risposta?
-Non ti sto prendendo in giro- rilassò il braccio che le teneva in ostaggio, sollevando il gemello ad abbracciarla per le spalle, tirandosela vicino –Però ammetterai che sei strana no?-
-Piantala di fare lo stupido e parla!- lo strattonò nuovamente per la sciarpa, rubandogli un verso strozzato.
-Parlare? Di cosa?- oh non avrebbe mai smesso di fare lo stupido, doveva saperlo.
-Sai bene di cosa!- sibilò paonazza, sollevando appena gli occhi a scrutare il ghigno bastardo del ragazzo.
Era stato quel sorriso sghembo a fregarla, a farla innamorare perdutamente, e si ritrovò ad amarlo un po’ di più nel fissarlo ancora in quel momento.
-Parli dei tuoi cioccolatini?- la canzonò –Vuoi una risposta magari?-
-E tu un pugno lo vuoi?-
Zoro sghignazzò, stringendosela con maggior forza contro e, preso un respiro, abbassò le labbra alla sua guancia, toccandola appena.
Quando risollevò il capo, il volto di Nami era di un interessante sfumatura bordeaux che si accoppiava perfettamente ai suoi capelli di rame.
-E… e questo?- tartagliò la rossa, toccandosi la guancia che bruciava dove le labbra di Zoro l’aveva sfiorata.
-Bhè…- si grattò il capo quello, rialzandosi e guardandosi attorno nel cortile -… è la mia risposta-
-Questa non è una risposta Roronoa!- lo tirò a sé, riportandolo alla sua altezza –Questo è un bacio da bambini della materna!-
-Dannazione donna: non puoi pretendere già un bacio in bocca!- abbozzò un rossore al viso, reggendo lo sguardo sbigottito di Nami –Ok che mi piaci ma dammi tempo di…-
-Ti piaccio quindi?- si portò a un soffio da lui.
Zoro deglutì, la sciarpa improvvisamente soffocante anche se allentata.
Forse era il rossore al viso, o le guance cremisi di Nami così vicine, la sua chioma di fuoco o quel suo buon profumo fruttato.
-Tsk- distolse lo sguardo –Credi che sia qui perché sennò?-
Gli occhi della rossa si illuminarono, e sul suo bel viso le labbra si distesero in un sorriso smagliante e dolce, che rubò qualche battito al ragazzo.
-Quindi ti piaccio- affermò sicura, gli occhi furbi a studiarlo –E tu piaci a me- riassunse senza peli sulla lingua.
-A quanto pare- piegò le labbra divertito.
-Quindi…- si sporse su di lui, premendo la punta le naso contro la sua guancia.
-Quindi?- la incalzò.
-Quindi…- socchiuse gli occhi, facendo ben sperare Zoro -… mi porti il secchio in classe!-
-Cosa?!- strabuzzò –Ma per chi mi hai preso?-
-Per il mio ragazzo- rispose ovvia, sorridendo malefica –Vero Zoro-kun?-
Zoro grugnì, allontanandosi di un passo e studiandola prima di avvicinarsi al lavandino e afferrare il secchio.
-Strega- l’additò, tornando da lei, da quel suo sorriso felice e giocoso, che mutò in un ringhio rabbioso non appena il verde le lanciò contro il contenuto del secchio.
-Chiamami di nuovo Zoro-kun e ne avrai il doppio- ghignò sadico accarezzandole il capo fradicio.
Ancora oggi tra le mura scolastiche riecheggia l’urlo che Nami lanciò prima di atterrare Zoro e strozzarlo.
Suonava come un “Stupido Roronoa” ma in molti giurano che Nami ridesse mentre urlava.







ANGOLO DELL'AUTORE:
Ringrazio il One Piece Love per aver organizzato questo evento per il giorno di San Valentino: è stato divertente cercare e sbizzarrirsi con le fan art.
Zomi
   
 
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