Un inizio promettente.

La prima volta che il suo sguardo di fanciullo avevo incontrato quegli occhi, un colore raro, quasi sfuggente, una sfumatura magnetica e profonda dell’iride lo aveva stregato, così come quel visino tanto grazioso. Ma si sa, le apparenze a volte ingannano.

Simenon Vargas aveva quasi otto anni, quando lui e Agata si videro per la prima volta. Il giovanissimo mezzelfo dai capelli scuri non avrebbe più dimenticato gli occhi di quella bambina, e nemmeno il modo gli dava addosso quel giorno di quasi un decennio addietro.

“Cosa hai detto? Ripetilo, se hai coraggio!” Gridò Agata, con la mano alzata, pronta a colpire in modo ben poco elegante, il bambino sotto di sé.

“Ho detto che non siederò in banco vicino a una mocciosa, una femmina...” Disse Simenon, cercando di ribaltare le loro posizioni, per mettere quella bambina e i suoi bei boccoli neri a tacere.

“Te lo faccio vedere io cosa sanno fare le femmine!”. Gridò la piccola Agata e, usando l’incanto dell’acqua, direzionò un getto d’acqua gelida proprio addosso al piccolo mago arrogante, il quale si ritrovò bagnato fradicio e boccheggiante per lo stupore.

Simenon pur essendo più grande di Agata, non era ancora in grado di comandare liberamente gli elementi, come invece gli aveva appena dimostrato di saper fare quella piccola stupida dagli occhi strani. Tossì, mentre cercava di liberarsi dalla presa e dal peso della bambina che troneggiava soddisfatta a cavalcioni su di lui.

“Questa me la paghi!” Gridò il bambino e, appena lei si rialzò in piedi, gli si avventò contro cercando di strattonarla, tirandole i capelli.

Agata si difese bene, assestandogli un calcio sugli stinchi, così che Simenon fu costretto a lasciarla andare.

“Simenon Vargas e Agata Delfiore! Mi meraviglio di voi, e del vostro comportamento!”. A interrompere quel penoso litigio, era stato il mago Ianis, il maestro della classe di magia a cui appartenevano entrambi i bambini.

“Chiedi scusa ad Agata” Ordinò l’uomo in tunica verde al piccolo mezzelfo imbronciato.

“Ma io non…” provò a ribattere lui, senza successo.

“Niente ma, chiedile scusa, adesso!” Insistette Ianis, guardando i due bambini con occhi grigi e severi.

Simenon bofonchiò qualcosa, avvicinandosi mesto alla bambina, che sul viso aveva un’espressione trionfante ed un sorrisetto divertito.

“Scusa…” disse a mezza voce, non guardandola nemmeno negli occhi, tanta era la vergogna di essere stato ripreso dal maestro.

“Scuse accettate… stupido maschio”. Le ultime parole uscirono dalle labbra di Agata quasi sussurrate, tanto che a sentirla fu solo Simenon.

I due litiganti si salutarono cortesemente, scambiandosi, però, reciproche occhiate di sfida e disprezzo malcelato.

Così quel giorno nacque la loro particolare amicizia. 

Un inizio promettente quello che avrebbe legato, da quel momento, lui a lei per più di dieci anni. 

Tutto questo Vargas se lo rammentava bene, come altrettanto bene ricordava il coraggio, la caparbietà e il talento racchiusi in quel corpo di bambina, che poi sarebbe diventato quello di una bellissima donna dagli occhi di un colore, il viola, tra i più belli che avesse mai visto.

***

Note: questa storia partecipa alla Challenge “per amica” indetta da Writers Wing, solo le migliori storie. Il tema è il “viola” declinato come colore, fiore, oggetto, o verbo.

Nel mio caso il “Viola” è un colore. Simenon Vargas ripensa al suo primo incontro, da bambino, con Agata, colei che poi diventerà la sua migliore amica e non solo...

Buona lettura!

Ladyhawke83 

Flashfic 498 parole, con titolo 501.

Rating Verde

Fandom Fantasy, D&D.

Personaggi Vargas e Agata