“Di’ la verità. In fondo, in fondo, non sei così brontolone.” disse Bocciolina,

con un ghigno furbetto. Subito dopo dopo questa intuizione, prese sottobraccio il puffo.

“Che cosa te lo fa pensare? Non faccio altro che lamentarmi della vita, dalla mattina alla sera.”

Bocciolina rise divertita. “Io non faccio che ridere, ma mica mi chiamano la puffa Scema.”

Brontolone si morse il labbro e guardò il cielo in alto. “Meglio se sto zitto.”

“Cosa?” chiese lei, come scesa dalle nuvole.

“Magari ti chiamano così e nemmeno lo sai.” indovinò lui, ironico.

Bocciolina si fermò, ed assunse un’espressione quasi offesa. “Davvero pensi questo di me?”

Brontolone stette per ribattere con un’altra cattiveria gratuita, ma poi si accorse della reazione della puffa, e si sentì un pò in colpa. “No, non proprio” rispose “Io..scherzavo, Bocciolina”

Cominciò a grattarsi la testa, mentre lei abbassava lo sguardo a terra, mortificata.

Poi lo guardò negli occhi, ed esplose in una fragorosa risata, tanto che si buttò per terra.

Si rialzò in piedi in un istante e gli afferrò il braccio di nuovo, con più forza.

“Brontolone, sei adorabile! Pensavi ci fossi rimasta male?!”

Gli diede un buffetto sulla guancia e poi camminò davanti a lui.

“Credi di essere il primo che mi dice che sono una strambona?! AH!

Ormai ci sono abituata, non vi faccio nemmeno più caso!” affermò, sicura.

Poi si mise a ballare sul posto, completamente a caso.

Quando Brontolone decise finalmente di proferire parola, lei lo interruppe.

“Il segreto è fregarsene altamente! Bisogna andare fieri delle proprie stranezze!” affermò, tenendo ben alto l’indice, come a sottolineare l’importanza delle proprie affermazioni.

Poi, si lanciò letteralmente tra le braccia del puffo.

“E tu? Quali stranezze hai, oltre alla tua innegabile qualità di vedere il marcio ovunque?”

“Io non sono strano. Sono anche fin troppo normale.” affermò.

“Quindi sei noioso”

“Non sono noioso”

“Non farti problemi! Anche essere noiosi è una qualità!”

“Ma io non sono noioso!”

“E allora dimostramelo, Brontolone il Noiosone!” lo sfidò, saltando per terra, mani sui fianchi.

“Che altro sai fare, apparte le abilità sovracitate?”

Il puffo prese un respiro profondo. Si avvicinò a lei e la baciò, per un secondo interminabile.

“Sono sorprendente..” disse, con un ghigno. Poi si avvicinò ad un grande fiore, e lo colse, per poi porgerlo a lei. “..e romantico.”

Bocciolina era senza parole. Brontolone le fece l’occhiolino, e se ne andò per la sua strada.

“Finalmente me ne sono liberato..” pensò il puffo, mentendo un po' a sé stesso.

In realtà la presenza di quella puffa non lo infastidiva affatto.

E questo non capitava con nessun altro.

Non sapeva davvero da dove aveva tirato fuori quell’abilità nel sedurre le puffe, poi.

Eppure sembrava cavarsela.

Forse quando era nato avevano sbagliato a dargli il nome.