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Autore: John Spangler    15/02/2018    5 recensioni
Davos Seaworth. Contrabbandiere, Primo Cavaliere del Re. Marito, padre, amico. Tutti lo conosciamo e lo amiamo. Tutti sappiamo cosa ha fatto, come sia riuscito a salvare gli assediati di Capo Tempesta. Ma ci siamo mai chiesti cosa sarebbe successo senza di lui? E' possibile che l'assenza di un solo uomo possa cambiare la storia di tutto Westeros? Leggete e lo scoprirete.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Butterflies of Ice and Fire'
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Il cavaliere che non fu

 

Che differenza può fare un uomo solo, in mezzo a tutta questa pazzia?

-Sergente Maggiore Welsh (Sean Penn), dal film "La sottile linea rossa" (1998)

 

DAVOS

 

Approdo del Re, tanti anni fa

Nei vicoli di Fondo delle Pulci

 

Le grida dei suoi avversari si dispersero in lontananza, mentre il ragazzo si accasciava lentamente al suolo, stringendo i denti e con una mano sullo stomaco. Aveva il volto tumefatto, diverse ossa rotte, le labbra insanguinate e i logori abiti che indossava erano sporchi di sangue. Poco lontano da lui, il suo coltello giaceva a terra dimenticato.

 

Il ragazzo, il cui nome era Davos, era stato ferito in maniera piuttosto grave durante una rissa con dei coetanei. Erano in cinque, molto più grossi e spietati di lui, ma Davos aveva avuto la presunzione di riuscire a cavarsela usando solo la velocità.

 

Quanto si era sbagliato...

 

Fece per alzarsi, ma ricadde subito a terra. Aveva impiegato tutte le sue forze nello scontro, e ormai era completamente esausto. Fece per aprire la bocca, con l'intenzione di chiamare aiuto, ma dalle labbra gli uscì solo un fiotto di sangue che andò ad aggiungersi a quello che già aveva addosso.

 

Dei, vi prego, fate che passi qualcuno...

 

Ma Davos sapeva che nessuno sarebbe venuto ad aiutarlo. Quella era la zona peggiore di Fondo delle Pulci, e le anime caritatevoli la evitavano come il morbo grigio. E poi, anche se fosse passato qualcuno, perchè avrebbero dovuto salvarlo? Lui non era nessuno. Non un aspirante cavaliere, o il figlio di un lord importante. Era solo uno dei tanti mocciosi che infestavano la zona povera della capitale. A nessuno importava del suo destino.

 

A nessuno...

 

Mormorando un'ultima preghiera agli dei, Davos chiuse gli occhi e morì.

 

***

 

EDDARD

 

Capo Tempesta, 283 DC

 

Nonostante la giovane età, da quando la Ribellione era iniziata Eddard Stark si era trovato davanti più di una volta a scene di massacri, l'ultimo dei quali avvenuto nella Fortezza Rossa di Approdo del Re. Sebbene l'idea lo turbasse, credeva di poter dire di essercisi ormai abituato.

 

Tuttavia, quello che trovò dopo essere entrato nell'ancestrale fortezza dei Baratheon, era qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare.

 

- Vecchi Dei...cos'è successo, qui?- mormorò il giovane Lord di Grande Inverno. Dopo aver neutralizzato le forze dell'Altopiano, lui e i suoi uomini erano entrati nel castello, aspettandosi di essere accolti dagli uomini della guarnigione, oppure da Lord Stannis Baratheon, uno dei fratelli del nuovo re. E invece...

 

...erano stati accolti prima da un silenzio inquietante, poi da un odore che tutti loro conoscevano molto bene. L'odore della morte, un misto di sangue, feci e sudore.

 

Poi avevano visto i cadaveri.

 

Erano sparsi qua e là nei corridoi del castello. Armigeri, gente del popolo, uomini, donne e qualche bambino. Alcuni giacevano scompostamente a terra, altri sedevano con la schiena appoggiata alla parete. E sebbene alcuni fossero stati indubbiamente uccisi con un qualche tipo di arma da taglio, molti di più erano i corpi che presentavano segni di morsi. In alcuni casi mancavano arti interi. Eddard aveva visto con la coda dell'occhio il corpo di una donna senza un braccio. E, cosa ancora più inquietante, alcuni sembravano aver cercato di divorare sè stessi.

 

Devono aver finito le provviste, riflettè il giovane Stark. Era scontato che una cosa del genere accadesse, durante un assedio. Di solito, a quel punto gli assediati sceglievano di arrendersi. Lì, però, questo non era accaduto. E in più, l'esercito Tyrell all'esterno non si era nemmeno accorto di quello che accadeva dentro il maniero. Erano tutti convinti che Lord Stannis avesse semplicemente dato ordine di rimanere in silenzio.

 

Ned non aveva mai incontrato di persona i fratelli di Robert. Tuttavia, quest'ultimo gliene aveva parlato in più di un'occasione. In particolare, gli aveva descritto Stannis come "un uomo col senso dell'umorismo di un septon e cocciuto come un mulo". Probabilmente, Lord Stannis aveva avuto intenzione di resistere fino all'ultimo, ma i suoi uomini dovevano pensarla diversamente.

 

Dev'essere andata per forza così. Stannis non voleva arrendersi, e i suoi uomini si sono ribellati. E poi...

 

I suoi pensieri furono interrotti da un gemito alle sue spalle. Si girò e vide Willam Dustin, il signore di Barrowton, che si premeva una mano contro la bocca.

 

- Willam...-

 

L'interpellato scosse la testa e deglutì. Scostò la mano (Eddard notò che tremava leggermente) e fece un paio di respiri profondi, gli occhi sgranati per il raccapriccio.- Non è nulla, mio signore. Trattenevo un conato.- Gli altri suoi compagni lo guardarono comprensivi. Anche loro sembravano essere nelle sue stesse condizioni.

 

Eddard annuì. Non c'era da meravigliarsi che fossero tutti scossi per quello scenario da incubo. Perfino lui stava facendo fatica a rimanere impassibile.

 

- Cosa facciamo, Lord Eddard?- chiese Ethan Glover.

 

Il Lord di Grande Inverno si prese qualche secondo per riflettere.- Per prima cosa, setacciamo il castello. Potrebbero esserci dei superstiti nascosti da qualche parte.- Eddard sperava con tutto il cuore che i fratelli di Robert fossero ancora vivi. Perchè se non fosse stato così, avrebbe voluto dire che il suo amico era rimasto solo al mondo. E nonostante il litigio avvenuto di recente nella Fortezza Rossa, non gli avrebbe mai augurato una cosa del genere. Lui sapeva fin troppo bene cosa significava perdere dei parenti.- E se c'è, ci faremo spiegare per bene cos'è successo.- Fece una piccola pausa.- Forse dovremo anche lasciare qui un contingente a guardia della fortezza. Deciderò poi chi ne sarà a capo. E dopo...dopo andremo a Dorne.-

 

Gli altri annuirono con solennità. Quella era la parte della missione a cui ovviamente tutti loro tenevano di più. Salvare Lyanna Stark e riportarla sana e salva a Grande Inverno.

 

Eddard Stark si girò e si incamminò lungo i corridoi di Capo Tempesta, seguito a ruota dai suoi uomini.

 

***

 

ROBERT

 

Pyke, 289 DC

 

Aveva la vista annebbiata per la stanchezza. Sangue gli colava da una ferita alla guancia destra e da un'altra al braccio sinistro. La pioggia stava rendendo il terreno scivoloso, e il suo avversario non voleva saperne di arrendersi.

 

Re Robert Baratheon, Primo del Suo Nome, non stava avendo una bella giornata. Era da mesi che non ne aveva.

 

Per la precisione, da quando il sette volte dannato Balon Greyjoy aveva avuto la brillante idea di proclamarsi "Re delle Isole di Ferro", e aveva attaccato le coste occidentali di Westeros. Da Lannisport a Seagard, era stato un susseguirsi di atrocità inimmaginabili.

 

Ovviamente, le forze della Corona non erano state con le mani in mano. Era stato difficile, ma alla fine avevano respinto gli invasori in mare. Lì però erano cominciati i problemi. Gli uomini di ferro avevano la flotta più potente del mondo, e le navi dei Redwyne erano riuscite a malapena a reggere il confronto. Robert ricordava ancora la vista delle navi in fiamme davanti all'Isola Bella, il risultato della battaglia epocale in cui le due flotte si erano distrutte a vicenda. Avevano perso un sacco di uomini capaci in quell'occasione, ma anche le perdite degli uomini di ferro erano state considerevoli. Non avrebbero più dovuto preoccuparsi di Victarion Greyjoy e della sua Flotta di Ferro.

 

Poi, una volta radunato un esercito degno di questo nome sulle poche navi che erano riusciti a mettere insieme, le forze reali avevano invaso le Isole di Ferro. E lì era iniziato il vero e proprio massacro. Robert aveva perso il conto della gente che aveva visto morire. Ma non si era perso d'animo, neanche un pò. Era andato avanti e aveva ucciso tutti gli uomini di ferro che aveva incontrato. Balon Greyjoy, i suoi figli maggiori e suo fratello Aeron ormai erano solo un ricordo. Rimaneva soltanto Euron.

 

Euron, che si stava rivelando più duro del previsto. Euron, a cui era riuscito a devastare il lato sinistro della faccia colpendolo di striscio col martello. Euron, che proprio non voleva saperne di arrendersi e lo stava facendo infuriare come solo quel bastardo di Rhaegar era riuscito.

 

Che io sia dannato se non riesco ad ammazzare questo figlio di una piovra!, pensò Robert. Avanti stronzo, facciamola finita!

 

Quasi come se gli avesse letto nel pensiero, Euron Greyjoy iniziò ad avanzare verso di lui, la spada ben stretta in pugno.- Ciò che è morto...non muoia mai...- ansimò. Si preparò a colpirlo.

 

Robert strinse i denti e sollevò il martello.- E ALLORA CREPA!-

 

Successe tutto con una rapidità sconvolgente. Un attimo prima i due combattenti erano l'uno davanti all'altro con le armi in pugno. Un attimo dopo, Euron crollava a terra dopo aver ricevuto un colpo di martello in pieno petto. Un colpo simile aveva tolto la vita a Rhaegar Targaryen, e Euron Greyjoy seguì le sue orme. Ma non prima di aver piantato la spada nel collo di Robert. Quest'ultimo ebbe appena il tempo di realizzare cos'era accaduto, per poi accasciarsi lentamente al suolo. Il martello gli scivolò dalla mano destra, cadendo a terra con un clangore metallico.

 

Quel...quel bastardo mi ha...

 

Ma non completò mai quel pensiero. Fu così che Re Robert Baratheon, Primo del Suo Nome, esalò il suo ultimo respiro sotto la pioggia battente.

 

***

 

CATELYN

 

Grande Inverno, 291 DC

 

Quando Catelyn Tully era stata promessa in sposa a Brandon Stark, non avrebbe mai immaginato che avrebbe finito per sposare suo fratello. Ancora adesso, a distanza di tanti anni, ricordava perfettamente il giorno del loro matrimonio. Ricordava quando era arrivata davanti al septon e aveva guardato per la prima volta negli occhi il freddo uomo del Nord giunto lì per sposarla.

 

Eddard Stark, detto Ned. Il suo Ned. Quello sconosciuto che, col tempo e nonostante tutto, aveva imparato ad amare. E che ora non c'era più. Erano passati due anni da quando era morto, durante l'assalto finale al castello dei Greyjoy. Lei aveva appena dato alla luce Lyarra, quando era arrivato il corvo con le ultime notizie della guerra. Ali oscure, oscure parole. Solo allora aveva compreso il vero significato di quel detto.

 

Era stato uno dei momenti più brutti della sua vita, e aveva pianto per giorni interi. Fortunatamente, era riuscita a venirne fuori, e adesso gestiva Grande Inverno e il Nord con l'aiuto di Benjen, in attesa che il piccolo Robb diventasse un uomo.

 

Benjen si era rivelato prezioso. Più che suo cognato, poteva ormai considerarlo un suo caro amico. Le aveva anche salvato la vita, qualche tempo prima, uccidendo Petyr Baelish quando quest'ultimo l'aveva aggredita. Il suo vecchio amico d'infanzia era giunto a Grande Inverno per starle vicino dopo la morte di Ned, ma ad un certo punto aveva rivelato intenzioni molto meno nobili. Lei ne era rimasta sconvolta, e davanti al suo rifiuto, Petyr aveva reagito nel peggiore dei modi. Benjen era arrivato appena prima che accadesse l'irreparabile.

 

Ora però smettila di pensare al passato, disse tra sè e sè la Lady di Grande Inverno. Preoccupati del futuro dei tuoi figli. Si mise a tamburellare le dita sul tavolo dello studio di Ned, e iniziò a riflettere.

 

Quando Ned aveva nominato lord Benjen, lo aveva fatto perchè la Casa Stark avesse più membri su cui contare. Lei, invece, avrebbe combinato dei matrimoni adeguati per ognuno dei suoi figli.

 

Robb aveva espresso una certa simpatia per Wylla Manderly, la nipote più giovane del Lord di Porto Bianco, che aveva più o meno la sua stessa età. Era giunta in visita il mese scorso assieme al resto della sua famiglia, e i due bambini avevano passato molto tempo insieme. Catelyn era certa che i Manderly non si sarebbero opposti a una proposta.

 

Anche per Sansa non ci sarebbero stati problemi. La sua secondogenita sembrava essersi infatuata di Domeric Bolton, il giovane Lord di Forte Terrore (suo padre Roose era morto durante l'assedio di Pyke). Inoltre, il loro eventuale matrimonio avrebbe unito le due casate più importanti del Nord, ponendo quindi del tutto fine all'antica faida (anche se ufficialmente vassalli degli Stark, i Bolton erano sempre stati circondati da un alone di ambiguità).

 

In quanto alla piccola Lyarra, che riusciva appena a formulare frasi coerenti, avrebbe potuto prometterla a Eddard Mormont, figlio di Jorah Mormont e Jonelle Cerwyn. Oppure al figlio di Howland Reed, di cui non ricordava il nome. Oppure ancora all'erede di Barrowton, Edric Dustin. Tutte e tre casate nobili e antiche, e fedeli agli Stark. Sarebbe stata una scelta difficile.

 

Così come sarebbe stato difficile decidere cosa fare con Jon Snow.

 

Non aveva mai visto di buon occhio la presenza del bastardo di Ned. Anzi, se avesse potuto, era sicura che lo avrebbe lasciato fuori nella neve, a morire di freddo. Ai suoi occhi, i bastardi erano tutti uguali. Tutti dei potenziali Blackfyre, pronti a usurpare l'eredità che spettava di diritto ai loro fratelli legittimi.

 

Eppure...eppure Jon non aveva mai dato alcun segno di tutto ciò. Certo, poteva benissimo trattarsi di una finzione, ma ormai Catelyn cominciava a dubitarne. Si era sempre comportato bene con tutti, perfino con lei che lo trattava come se fosse il figlio dello Sconosciuto, e sembrava solo desideroso di trovare il suo posto nel mondo.

 

Ma non poteva continuare a tenerlo con sè. Anche perchè Jon somigliava troppo a Ned, perfino più di Robb, Sansa e Lyarra. Sentiva una fitta al cuore ogni volta che lo guardava. Una volta era quasi scoppiata a piangere.

 

Potrei mandarlo da Benjen, pensò, per poi scartare subito l'idea. Suo cognato aveva già abbastanza da fare, non voleva accollargli un altro peso. Oppure...

 

A quel punto ebbe un'illuminazione, e si chiese perchè non ci aveva pensato prima.

 

Avrebbe mandato Jon a Delta delle Acque, a fare da scudiero a Edmure che era da poco stato nominato cavaliere. In questo modo il ragazzo avrebbe avuto una possibilità di realizzarsi al di fuori del Nord, e sarebbe stato lontano da Grande Inverno. Lontano da lei.

 

Sì, è la cosa migliore da fare, sia per me che per Jon, decise.

 

Prese una pergamena, la srotolò e iniziò a pensare a cosa scrivere.

 

***

 

JON

 

Fortezza Rossa, 296 DC

 

Gli ultimi tredici anni della vita di Jon Arryn non erano stati facili. Tra morti, crescenti responsabilità e l'età che avanzava, il Lord di Nido dell'Aquila e Primo Cavaliere del Re poteva ritenersi l'uomo più stressato dei Sette Regni. Ma nonostante questo, Jon non era mai venuto meno ai suoi doveri.

 

E quali sono adesso i miei doveri?, si chiese l'anziano Arryn seduto al tavolo con un uomo che avrebbe tanto voluto strangolare.

 

Jon Connington, Lord di Posatoio del Grifone e Primo Cavaliere del nuovo re, Aegon Targaryen, Sesto del suo Nome. Jon ancora non riusciva a credere a tutto quello che era accaduto di recente, e non solo perchè Connington e Aegon erano stati ritenuti morti (apparentemente, l'eunuco Varys era responsabile di tutto). Le forze di Aegon avevano travolto i Sette Regni come una valanga, approfittando dell'instabilità che ancora regnava anni dopo la morte di Re Robert. Erano arrivati alla capitale dopo relativamente poco tempo, aiutati dagli eserciti dell'Altopiano (o meglio, dei Tyrell e delle casate a loro fedeli) e di Dorne. Dopo un lungo ed estenuante assedio Cersei, ormai disperata, pur di non darla vinta al nemico aveva avvelenato sè stessa e i suoi figli. La mossa della donna aveva sconvolto l'anziano lord. Non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse arrivare a tanto. Aveva ancora ben impressa nella mente l'immagine dei quattro cadaveri sul pavimento della Fortezza Rossa. Cersei, la primogenita Myrcella, il giovane Re Durran e la piccola Joanna. Una scena agghiacciante. E se non fosse stato per Brienne Tarth, una delle donne più incredibili che Jon Arryn avesse mai visto, anche Mya sarebbe morta. La Vergine di Tarth aveva ucciso l'assassino inviato da Cersei, facendo in modo che la stirpe dei Baratheon potesse continuare.

 

A quel punto, non era rimasto altro che trattare la resa. E avevano quasi finito, rimaneva solo un punto da discutere.

 

- Lord Connington, mi sembra superfluo ricordarvi per quali motivi è scoppiata la Ribellione...- rispose piccato il Primo Cavaliere. Jon non aveva dimenticato la morte di suo nipote Elbert agli ordini del Re Folle. E nemmeno quella di Denys nella Battaglia delle Campane. La Casa Arryn aveva subito delle gravissime perdite in quei giorni.

 

- Lo so benissimo, Lord Arryn.- annuì l'altro.- Questo però non giustifica certe azioni.-

 

- E allora cosa? Volete la mia testa? Quella di Hoster Tully? Oppure quella di Tywin Lannister? Ah no, dimenticavo, la sua l'avete già presa.-

 

- Re Aegon non desidera iniziare il suo regno con un bagno di sangue. E poi, i responsabili della morte di sua madre e sua sorella sono già stati puniti.- Connington si grattò la barba.- Decideremo poi cosa fare con Lord Tully. Anche se dubito si tratterà di qualcosa di troppo drastico, vista la sua malattia.-

 

Per quanto strano potesse sembrare, il nuovo re non era stato per nulla vendicativo. Si era limitato a far giustiziare alcuni, a mandare alla Barriera altri. Aveva tolto l'Altopiano agli Hightower per restituirlo ai Tyrell. Era stato abbastanza benevolo anche con le altre Grandi Casate che avevano partecipato alla Ribellione di Robert, purchè mandassero degli ostaggi a corte e giurassero fedeltà.

 

- In quanto a voi, Lord Arryn, non è necessario che moriate. Come ho già detto, Sua Grazia non vuole inutili spargimenti di sangue.- Si schiarì la voce.- Pensateci bene. C'è una valida alternativa, che soddisferebbe tutti quanti. E a mio avviso è l'opzione migliore, soprattutto per voi.-

 

Jon si prese un attimo per riflettere sulle parole di Connington. Aveva capito a cosa si riferiva. E più ci pensava, più trovava che avesse ragione, per quanto odiasse ammetterlo. Era l'opzione migliore che avesse. Del resto, che altro poteva fare? L'alternativa era perdere la testa. Così, invece, avrebbe potuto trascorrere i suoi ultimi giorni facendo qualcosa di utile per il reame, seppure in un ambiente poco ospitale. E i suoi figli se la sarebbero cavata anche senza di lui (avevano superato benissimo la morte della madre Lysa, anni prima. Erano più forti di quanto potesse sembrare a prima vista).

 

Il Lord della Valle sospirò e annuì rassegnato.- Va bene. E la Barriera sia.-

 

***

 

JAIME

 

Da qualche parte oltre la Barriera, 298 DC

 

-...e ora la loro guardia è conclusa.- disse Jaime Lannister con solennità, posando la torcia accesa sull'improvvisata catasta di legna su cui riposavano i cadaveri di Ramsay Snow e Theon Greyjoy. Nonostante il freddo pungente, la legna prese subito fuoco, e in men che non si dica le fiamme avvolsero i due cadaveri.

 

Lo Sterminatore di Re fece un passo indietro, avvicinandosi ai suoi due compagni di squadra. Sandor Clegane e Samwell Tarly erano in piedi accanto ai cavalli, il primo con le braccia conserte e l'espressione truce, il secondo con lo sguardo basso e l'aria di chi avrebbe preferito stare da un'altra parte.

 

Jaime non lo biasimava. Già normalmente far parte dei Guardiani della Notte non era facile, ma quello che era successo a loro nelle ultime ore aveva contribuito a peggiorare l'atmosfera. E meno male che doveva essere un semplice giro di ricognizione! Essere attaccati da due loro confratelli, ricoperti di ferite che avrebbero dovuto ucciderli, e che nonostante questo erano ancora in piedi, con quella strana luce blu negli occhi...era qualcosa che aveva scosso perfino lui, che non era certo uno scudiero alle prime armi. Sandor non lo dava a vedere, ma anche lui doveva essersi come minimo inquietato per la cosa. Per fortuna, erano riusciti a sconfiggerli tagliandogli la testa, altrimenti Jaime era sicuro che anche loro tre sarebbero finiti nelle stesse condizioni.

 

Nel frattempo, Samwell continuava a singhiozzare. Jaime provò pietà per il ragazzo. Era chiaro che non era adatto a quell'ambiente, e che ci era finito non per volontà sua. Avrebbe dovuto stargli molto vicino, facendo del suo meglio per aiutarlo ad andare avanti nella confraternita.

 

- Che cazzo, Tarly! Datti un contegno!- ruggì stizzito il Mastino.

 

- Calma, Sandor.- Jaime poggiò una mano sulla spalla del suo confratello.- Va tutto bene, Sam.- Bene un cazzo, pensò l'ex membro della Guardia Reale. Morti che camminano e attaccano i vivi...non era superstizioso, ma non poteva fare a meno di pensare che fosse un brutto segno.

 

Il primogenito di Randyll Tarly sembrò calmarsi. Annuì e tirò sù col naso. Sandor sbuffò e tornò a fissare la pira ardente.

 

I tre Guardiani rimasero in silenzio per quella che parve un'eternità, circondati solo dalla neve, dal vento e dagli alberi. Alla fine, quando le fiamme si spensero e dei cadaveri non rimase altro che qualche mucchietto di cenere, Jaime si aggiustò il mantello nero e si schiarì la voce.

 

- Va bene, ora torniamo al Castello Nero. Bisognerà informare il Vecchio Orso e tutti gli altri.-

 

I tre uomini salirono a cavallo e partirono verso l'antica fortezza.

 

 

IL REAME NEL 298 DC:

 

LA FAMIGLIA REALE

 

Aegon Targaryen, Sesto del Suo Nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame (sposato con sua zia Daenerys Targaryen, prossima al parto)

Balerion, Elianta e Rhaegal, i loro draghi (nati da uova donate da Illyrio Mopatis per il loro matrimonio. Inizialmente pietrificate, le uova si sono schiuse dopo essere state poste sulla pira funebre del principe Viserys)

 

IL CONCILIO RISTRETTO

 

Lord Jon Connington, Primo Cavaliere del Re

Illyrio Mopatis, Maestro del Conio

Varys, Maestro dei Sussurri

Lord Monford Velaryon, Maestro delle Navi (e reggente di Roccia del Drago, fino alla nascita di un erede reale)

Lord Mace Tyrell, Maestro delle Leggi

Ser Barristan Selmy, Lord Comandante della Guardia Reale

Gran Maestro Gormon (eletto dal Conclave di Vecchia Città dopo l'esecuzione di Pycelle)

 

PROTETTI REALI (ufficialmente. Ufficiosamente, ostaggi per garantire la lealtà delle rispettive famiglie)

 

Lyarra Stark (sorella di Robb Stark, promessa a Edric Dustin)

Eddard Arryn (secondogenito di Jon Arryn, promesso a Mya Baratheon)

Rodrik Lannister (secondogenito di Tyrion Lannister ed erede delle Isole di Ferro)

 

IL NORD

 

Robb Stark, Lord di Grande Inverno e Protettore del Nord (sposato con Wylla Manderly, prossima al parto)

Catelyn Tully, futura nonna

Sansa Stark, promessa a Domeric Bolton

Benjen Stark, Lord di Zanna del Lupo Marino (ex Punta del Drago Marino. Sposato con Dacey Mormont)

Brandon Stark, primogenito ed erede di Benjen

Edwyle Stark, secondogenito

 

LE TERRE DEI FIUMI

 

Hoster Tully (visto il suo stato di salute, dopo la Guerra di Riconquista gli è stato solo ordinato di abdicare a favore del figlio Edmure)

Edmure Tully, Lord di Delta delle Acque e Signore delle Terre dei Fiumi (promesso a Margaery Tyrell)

Jon Snow, scudiero di Edmure

 

LA VALLE

 

Robert Arryn, Lord di Nido dell’Aquila, Difensore della Valle e Protettore dell’Est (promesso a Myranda Royce)

Myranda Royce, promessa a Robert Arryn

Yohn Royce, Lord di Pietra di Runa e reggente fino alla maggiore età di Robert

 

LE TERRE DELLA TEMPESTA

 

Mya Baratheon, Lady di Capo Tempesta e Signora Suprema delle Terre della Tempesta (nata Stone, è stata legittimata da Re Robert subito dopo la Ribellione, con un decreto reso noto solo dopo la morte del sovrano. Promessa al secondogenito di Jon Arryn, che in base all'accordo stretto tra i loro padri prenderà il cognome della moglie al momento delle nozze)

Brienne Tarth, guardia del corpo personale di Lady Mya

 

L'ALTOPIANO

 

Willas Tyrell, erede di Alto Giardino (fa le veci di Lord Mace, essendo questi impegnato ad Approdo del Re con il suo ruolo nel Concilio Ristretto)

Ser Garlan Tyrell (sposato con Leonette Fossoway)

Margaery Tyrell, ufficialmente vergine (promessa a Edmure Tully)

Ser Loras Tyrell, cavaliere della Guardia Reale

Olenna Redwyne, acida come sempre

 

LE TERRE DELL'OVEST

 

Tyrion Lannister, Lord di Castel Granito, Scudo di Lannisport e Protettore dell'Ovest (sposato con Asha, ultima erede di Casa Greyjoy. Matrimonio celebrato come parte dell'accordo stipulato tra Rodrik Harlaw, Jon Arryn e Tywin Lannister dopo la Ribellione dei Greyjoy)

Balon Lannister, suo primogenito ed erede di Castel Granito

 

LE ISOLE DI FERRO

 

Rodrik Harlaw, Lord di Harlaw e reggente delle Isole di Ferro fino alla maggiore età del suo bisnipote

 

DORNE

 

Doran Martell, Principe di Dorne e Lord di Lancia del Sole

Arianne Martell, sua primogenita ed erede

Quentyn Martell, che ha da poco manifestato l'intenzione di diventare un Maestro

Trystane Martell, attualmente in visita a sua madre a Norvos

Ser Bronn di Lancia del Sole, guardia del corpo personale di Trystane (ex mercenario, dopo la Guerra di Riconquista ha viaggiato per i Sette Regni fino ad arrivare a Dorne. Avendo salvato la vita di Trystane, è stato ricompensato con delle terre e la nomina a cavaliere. Ha da poco iniziato una relazione con Tyene Sand)

Oberyn Martell, amico e compagno di bevute di Bronn

 

LA BARRIERA

 

Mance Rayder, Re oltre la Barriera

Jeor Mormont, Lord Comandante dei Guardiani della Notte

Jon Arryn, Lord Attendente

Brynden Tully, Primo Ranger

Sandor Clegane (dopo la Guerra di Riconquista, Sandor, stufo di combattere per i lord, ha scelto volontariamente di prendere il nero)

Jaime Lannister (scoperta la verità sul motivo dell'assassinio di Aerys II, gli è stata data la possibilità di scegliere tra l'esecuzione e la Barriera)

Samwell Tarly (da poco unitosi ai Guardiani della Notte, ha stretto amicizia con Jaime)

 

 

NOTA DELL’AUTORE: Rieccomi qua, dopo mesi e mesi che non scrivevo un cazzo. Purtroppo questo qui è stato un periodaccio per quanto riguarda la scrittura. Tra problemi post-laurea, varie peripezie famigliari tra cui un trasloco, una forte depressione unita al blocco dello scrittore, non ho avuto la forza di fare niente. E’ stato un vero miracolo se sono riuscito a sbloccarmi e scrivere questo oneshot. Comunque, i progetti che avevo in corso prima, cioè “A game of pirates” (crossover One Piece/Trono di Spade”), e “E non conosceranno la paura” (crossover One Piece/Warhammer 40000) sono momentaneamente sospesi. Li riprenderò più in là nel futuro, magari quando il signor Martin si deciderà a concludere il sesto libro…

 

E adesso, due parole su questa storia. Come la mia precedente fanfiction del Trono, anche questa qui si basa sul principio dell’effetto farfalla, secondo cui un piccolo cambiamento può avere grandi conseguenze. E come avete potuto vedere, qui le conseguenze sono state colossali. Spero di aver realizzato qualcosa di realistico, e che soprattutto vi abbia divertito. Se è così, ma anche se la storia vi fa cagare e volete linciarmi, fatemelo sapere con una bella recensione.

 

Naturalmente, ho anche altri progetti futuri, non solo per questo fandom. Quando e cosa pubblicherò, però, non lo so ancora. Ma state tranquilli. Come l’inverno, prima o poi tornerò.

 

Alla prossima storia!

 

  
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