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Autore: bambolinarossa98    16/02/2018    1 recensioni
🌟 INIZIATIVA: Questa storia partecipa al "Rainy Time" a cura di Fanwriter.it!
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Aprì gli occhi, volgendo lo sguardo a quella coltre pesante di nuvole e lasciando che la pioggia battente gli scorresse sul viso senza battere ciglio. Un tuono squarciò l'aria, lontano ed ovattato, e il vento sferzava i suoi vestiti senza pietà. Eppure, Yamamoto non si mosse, prendendo su di sé lo sfogo della natura e di quegli elementi che sembravano piangere con loro.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Takeshi Yamamoto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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🌟 INIZIATIVA: Questa storia partecipa al "Rainy Time" a cura di Fanwriter.it!
🌟 Fandom: Katekyo Hitman Reborn
🌟 Personaggi: TYL!Takeshi Yamamoto, Un po' tutti
🌟 Parole: 599
🌟 Prompt: 18. After The Rain (Nickelback)
🌟 Genere: Angst, Introspettivo, Triste
🌟 Note: L'ispirazione mi è venuta leggendo la traduzione della canzone After The Rain, nello specifico le due strofe qui sotto riportate. Non scrivo molto su questo genere perché non mi ritengo abbastanza esperta, ma spero di aver fatto almeno un buon lavoro con questa.
Ne approffitto per spammare la mia pagina facebook Multiverse e il mio sito Web.
Buona lettura!







 
The blue skies we wait on
Are gonna have to come after the rain





Era stato difficile da accettare, inutile negarlo.
Era stata dura andare avanti, e questo era un dato di fatto.
Eppure erano ancora lì, continuavano ad arrancare, passo dopo passo, verso quel domani sempre più incerto nella speranza che qualcosa cambiasse. Ma lui sapeva che, se fosse successo, non sarebbe mai stato come volevano.
Yamamoto era la Pioggia. E non perché era la sua Fiamma, di quella tonalità di azzurro fresco ed intenso, a dirlo.
No. Semplicemente, Yamamoto portava dentro di sé le caratteristiche di quell'elemento; il piccoletto glielo ripeteva in continuazione, ogni volta che succedeva qualcosa, che fosse una futile rissa in amicizia o qualcosa di ben più serio, che lui era uno dei componenti più importanti all'interno della Famiglia.
Lui era la Pioggia che lavava via il sangue dopo la battaglia, ma anche l'acqua che scorreva sui dissapori e il dolore della Famiglia, spazzandola via con la sua calma e spensieratezza.
Ma adesso... adesso era diverso. Il dolore aveva contagiato anche lui e non c'era niente che potesse o volesse fare per fermarlo.
Aprì gli occhi, volgendo lo sguardo a quella coltre pesante di nuvole e lasciando che la pioggia battente gli scorresse sul viso senza battere ciglio. Un tuono squarciò l'aria, lontano ed ovattato, e il vento sferzava i suoi vestiti senza pietà. Eppure, Yamamoto non si mosse, prendendo su di sé lo sfogo della natura e di quegli elementi che sembravano piangere con loro.
Proprio come il fulmine apparso per un breve istante, veloce e rumoso, Lambo era scoppiato a piangere una volta trovatosi di fronte alla cruda realtà, rintanandosi in un angolo della radura, singhiozzando senza far rumore, non riuscendo a sostenere tutto quello.
Proprio come quelle nuvole, scure e pesanti, che vegliavano su di loro, Hibari era rimasto accanto alla bara per tutta la commemorazione, in silenzio, per una volta senza badare alla folla che lo circondava.
Proprio come il sole morente, invisibile in quella coltre di disperazione, Ryohei se n'era stato in disparte dietro di loro, come spento da tutta la sua forza e determinazione.
Proprio come la nebbia che li circondava, Chrome era stata una presenza sfuggente al loro fianco, presente eppure distante.
E proprio come il vento che gli ululava nelle orecchie un lamento straziante, Gokudera era inginocchiato ai piedi della tomba, a dare sfogo a tutto il suo rimpianto.
E Yamamoto era lì, fermo di fronte ai suoi compagni, opprimente nel suo mutismo come la pioggia che scivolava su di loro, fredda e apatica. Ma stavolta, lui non poteva consolarli. Non poteva lavare via quel dolore, non aveva più allegria con cui contagiare e la sua calma, in quel momento, era solo un urlo muto.
E il cielo era coperto, dalle nuvole e dai fiori. E non ci sarebbe più stato a dar loro vita e speranza, a tenerli uniti in qualunque situazione. Non sarebbero più saliti sulla collina per vedere i fuochi d'artificio, nelle notti d'estate. Il cielo era grigio e carico di disperazione, e azzurro non sarebbe più stato neanche dopo la pioggia.
Chrome si mosse leggermente, alzò gli occhi, incontrò i suoi, espresse una muta preghiera e poi si voltò, sparendo nella pioggia, inghiottita dalla nebbia.
Resta loro accanto.
Lei, che non aveva mai realmente interagito con loro, che non era mai stata parte integrante del gruppo, che conoscevano a malapena ma con cui condividevano lo stesso dolore, si preoccupava per loro. E Yamamoto le chiese silenziosamente scusa, perché sapeva di non poter esaudire la sua richiesta.
Neanche la pioggia può far nulla senza un cielo a cui aggrapparsi e loro, il cielo, ormai lo avevano perso.
   
 
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