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Autore: Tony Stark    16/02/2018    7 recensioni
Le sue parole erano così dolci che era difficile ricordare fossero solo menzogne
[Personaggi: Thomas Sanders e Deceit Sanders]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Youtubers (Thomas Sanders)
Personaggi: Deceit Sanders, Thomas Sanders
Avvertimenti: Manipolazione emotiva
Coppie: Nessuna
Generi: Drammatico, Angst
Ambientazione: After “Can Lying be Good?”
Introduzione: Le sue parole erano così dolci che era difficile ricordare fossero solo menzogne

Deceiver


Era passato un po’ di tempo da quando Deceit si era mostrato per la prima volta, gli altri ego si erano ritirati nella sua mente ma non lo aveva infastidito sebbene avesse voluto riempirli di domande per capire chi e cosa Deceit fosse e, chiedere a Virgil il perché dello sguardo che aveva rivolto a Deceit. Ma Thomas rispettava i suoi ego e aveva accettato il fatto che avessero bisogno di un po’ di tempo da soli dopo l’ultimo video.
Almeno lo aveva potuto accettare fino ad ora, ma… ma adesso che aveva bisogno di loro, loro non stavano rispondendo alla sua chiamata, lasciandolo solo nella penombra del suo salotto.


Thomas non poteva sapere che non potevano rispondere neanche se avessero voluto


Lo youtuber aspettò, aspettò che i suoi ego rispondessero alla chiamata, il suo sguardo che si spostava nei punti dove sapeva che apparissero. Ma nessuno di loro si mostrò. Le lacrime che aveva trattenuto fino ad allora che scivolavano libere dai suoi occhi castani.
Era solo, solo completamente solo. Nascose il viso fra le mani, cercando miseramente di soffocare i singhiozzi.
Il suono soffocato che risuonava nel salotto, la penombra che si faceva oscurità, ombre fredde e affilate che lo avvolgevano nella loro fredda solitudine.
Qualcuno lo avvolse fra le sue braccia, nella sua disperazione Thomas neanche si chiese chi potesse essere visto che era solo, invece accettò quell’abbraccio. Pianse mentre quel qualcuno gli sussurrava dolci parole, con una voce simile alla sua seppure più bassa e quasi infida, un tono che avrebbe dovuto riconoscere immediatamente.
«Shh, Thomas. Va tutto bene, sono qui» sussurrò quel qualcuno, le sue mani che continuavano a posargli calmanti carezze sulla schiena. Fino a che non sentì i suoi singhiozzi affievolirsi. «Ti senti meglio, Thomas?» gli chiese.
Thomas sussurrò un sì senza sollevare lo sguardo, lasciando che quell’abbraccio e quella presenza lo calmassero.
Rimasero in silenzio per un po’, ma quel silenzio era confortante rispetto a quello precedente.
Poi lo sentì allontanarsi e Thomas quasi cercò di impedirglielo, non voleva stare solo di nuovo, ma quasi avesse sentito i suoi pensieri la figura disse
«Non sto andando via, Thomas. Rimarrò qui finché vorrai»
Il ragazzo sentì un leggero “click” metallico come se un fermaglio fosse stato sganciato, un fermaglio pesante come… come quello di un mantello. Non ebbe molto tempo per pensare a questo dettaglio prima che qualcosa gli coprisse le spalle. Il tessuto era morbido e caldo, sembrava quasi velluto al tatto, come notò quando senza volerlo, istintivamente se lo strinse addosso.
«Grazie»sussurrò, finalmente alzando lo sguardo. Non lo avesse mai fatto, perché quando incontrò quegli occhi non corrispondenti sentì tutta la sicurezza e la calma che lo avevano avvolto frantumarsi come vetro. Perché quegli occhi, uno castano e l’altro dorato livido con la pupilla da rettile incastonato in un viso che era da una parte umano e dall’altra coperto da piccole squame iridescenti e con una cicatrice che saliva dall’angolo della sua bocca come un sorriso, potevano appartenere solo a...
Deceit, fu il nome che gli sovvenne alla mente. Era Deceit.
D’istinto Thomas cercò di allontanarsi, fermato però dal bracciolo del divano, la sua azione però non passò inosservata all’ego oscuro, che, diversamente da come si aspettava, non sorrise ma invece lo guardò con uno sguardo quasi ferito in quegli occhi pluricromatici.
«Non sono chi volevi che fossi, eh, Thomas? Chi aspettavi? Patton? Logan?Roman?O… Virgil?»gli chiese il suo tono un pizzico più basso, ma non velenoso, non sarcastico
«Io… Cosa ci fai qui? Come…?» “Come fai a sembrare così reale?
«Come faccio ad essere così tangibile al contrario degli altri Thomas?»gli chiese retorico«E’ semplice, eri solo, Thomas. Ti ho visto solo, ho visto che gli altri ti stavano ignorando e sono venuto ad aiutarti. Avevi bisogno di qualcuno e mi hai dato più accesso alla realtà di quanto fai normalmente con gli altri»
«Cosa… Cos’hai fatto agli altri?»
«Niente, assolutamente niente, Thomas, te lo assicuro» disse Deceit, non c’era una singola traccia di menzogna sul suo viso sembrava essere completamente sincero. Ma Thomas non gli credeva, Logan e Virgil avevano detto che lui mentiva sempre e Thomas si fidava di loro.
«Stai...Stai mentendo.» sussurrò«Stai mentendo! Devi aver fatto qualcosa, loro non mi avrebbero mai ignorato!»strillò poi, la sua voce che era poco più di uno squittio. Si aspettava che l’ego oscuro si arrabbiasse, che perdesse la calma e spezzasse quella facciata preoccupata che non poteva essere reale-seppure lo sembrasse. Ma non successe, Deceit invece lo guardò con uno sguardo quasi dispiaciuto.
«Te lo assicuro, Thomas. Non sto mentendo stavolta, ti stavano ignorando, non so perché lo stessero facendo, ma ti stavano ignorando»
Thomas lo guardò fisso in quegli occhi così particolari e inumani che in quel momento sembravano essere del tutto umani.
«E’ colpa tua! Sono spariti dopo che sei arrivato, hai fatto loro qualcosa! Lasciali andare! Lasciali andare!»; le lacrime salate colavano di nuovo cristalline dai suoi occhi arrossati.
«Non ho fatto nulla, Thomas. Te lo giuro, non ho fatto nulla»
«Non ti credo! Tu...tu hai fatto qualcosa… perché dovrebbero ignorarmi? Siamo la stessa persona… sono l’unica cosa che ho...» la rabbia e la sicurezza nella voce di Thomas andarono sfaldandosi piano piano così come il fuoco nel suo sguardo si spense mentre fissava Deceit quasi supplichevole «Deceit»sussurrò in un singhiozzo«Deceit, se...se mi stai dicendo la verità, perché mi stanno ignorando? Perché mi hanno lasciato solo?»
«Non lo so, Thomas, non lo so e mi dispiace» rispose l’ego, stringendo nuovamente Thomas fra le sue braccia, il ragazzo glielo lasciò fare senza opporre alcuna resistenza, lasciando che l’ego gli sistemasse il mantello sulle spalle prima di stringerlo forte, confortante e caldo, la sua presenza che scacciava via la solitudine, l’oscurità e il freddo che le seguiva «Non sei solo, Thomas, ci sono io qui con te» sussurrò l’ego con voce bassa.
Thomas si strinse nell’abbraccio, il viso nascosto contro il colletto bordato di giallo dell’ego
«Non lasciarmi, Deceit. Ti prego, non lasciarmi anche tu»singhiozzò il ragazzo.
«Non ho intenzione di andarmene, Thomas. Sono qui, rimarrò qui finché vorrai»
Thomas non rispose, continuando a piangere, mentre l’ego continuava a confortarlo le sue parole che sfumavano in un semplice, basso mormorio rassicurante.


Nella mente di Thomas gli altri ego cercavano inutilmente di chiamarlo, di dirgli che Deceit stava mentendo che stava cercando di ingannarlo, che loro non lo avrebbero mai abbandonato.
Ma il ragazzo non li sentiva, ascoltando la voce di Deceit, dipendendo da quella voce bassa e dolce come miele perché cacciasse quell’oscurità e quel senso di solitudine.


«Deceit?» sussurrò Thomas, quando i suoi singhiozzi si furono calmati di nuovo, la sua voce che veniva per metà attutita dal velluto nero bordato di giallo del colletto dell’ego
«Sì, Thomas?»rispose l’ego, con quella voce così rassicurante.
«Posso chiederti una cosa?»
«Certo, Thomas»
«Quando, quando ha detto che rimarrai qui finché vorrò… eri sincero?»
«Sincerissimo»
Thomas rimase in silenzio un l’altro istante, solo per allontanarsi un po’ dall’ego, non troppo ma quanto bastava per poterlo guardare. Il solo pensiero della domanda che voleva porre disturbò gli altri ego che ora gridavano inutilmente nella sua mente cercando di apparire per impedire a Thomas di fare quell’errore imperdonabile, ma ancora una volta non funzionò e il ragazzo non li sentì. «Se...Se» iniziò Thomas «Se ti chiedessi di rimanere qui per sempre, e di non lasciarmi mai solo, lo faresti?»
Deceit gli sorrise, e quel suo sorriso così rettiliano non lo disturbò quanto avrebbe dovuto.
«Certo, Thomas. Se è ciò che vuoi, rimarrò al tuo fianco per sempre, ti proteggerò da qualunque cosa potrebbe tentare di ferirti e ti prometto, ti prometto che non ti troverai mai più in una situazione come questa»
«Lo giuri?»
«Lo giurò su di te. Non ti lascerò mai» rispose l’ego.
Thomas sorrise in direzione dell’altro, uno sguardo di ringraziamento sul viso mentre lo abbracciava.
«Grazie, grazie, Deceit»
«Non devi ringraziarmi, Thomas, sto facendo solo quello che un ego dovrebbe fare»
Thomas non vide il sorriso malevolo di Deceit e non udì le urla disperate degli altri ego, dei suoi veri amici, che sapevano che il ragazzo si era appena condannato.
   
 
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