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Autore: Shikayuki    17/02/2018    0 recensioni
La guerra contro l'Impero Galra è ormai finita e Zarkon è stato sconfitto, ma gli incubi sono duri a morire, almeno per Keith.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: purtroppo i personaggi e le ambientazioni non mi appartengono!

• Iniziativa: Questa storia partecipa al "COWT" di Lande di fandom

• Settimana: Quinta

• Missione: -

• Prompt: "Solo uno morirà stanotte" - Sirius Black

• Numero Parole: 1721

N.B.: mi dispiace, ma non è betata! Sorry not sorry, ma sotto cowt vale il "quantity over quality", verrà fixata prima o poi!

Nightmares


Keith venne gettato nell’arena, addosso solo i suoi soliti vestiti ed in mano solo il suo amato pugnale, unico collegamento alle sue misteriose origini. La folla emise un boato e per un attimo fu accecato dalle luci dell’arena, mentre se ne stava fermo nella sabbia, cercando di capire. Ci fu il rumore di una porta meccanica che si apriva e la folla urlò di nuovo, ancora più forte, facendo tremare tutto il pavimento. Dall’enorme portone entrò una figura fiera, coperta da un mantello viola riccamente intessuto d’oro che la copriva dalla testa ai piedi, celandone il volto.

Keith subito scattò in posizione di attacco, pronto a colpire. Quel mantello con i colori dell’Impero Galra poteva indicare solo un pessimo presagio. Venne richiesto il silenzio nell’arena ed una voce da un punto non meglio specificato impose il silenzio alla folla, mentre la figura incappucciata incedeva a passi lenti e fieri verso di lui. Represse la voglia di fuggire ed aspettò fermo lì, dove magari avrebbe avuto qualche possibilità di difendersi. L’essere ammantato si fermò a tre metri da lui ed alzò il volto, rivelando una maschera pericolosamente simile a quella che indossavano i druidi dell’Impero alle dipendenze di Haggar, ennesimo brutto presagio.

«Solo uno dei due può uscire da qui.»

La voce che era provenuta da dietro quella maschera aveva un che di distorto e metallico, ma Keith era sicuro di averla già sentita da qualche parte, anche se non riusciva a ricordare dove.

La stessa voce di prima annunciò l’inizio del combattimento, spiegando regole che Keith non stette neanche ad ascoltare, i nervi tesi e pronti all’azione. Ad occhio e croce il suo avversario lo sovrastava di almeno tutta la testa e da come cadeva il mantello doveva avere spalle larghe e forti. Il suono di una sirena diede il via al combattimento, mentre quello che doveva essere un presentatore augurava ad entrambi buona fortuna. Per un attimo Keith si chiese come potesse augurare buona fortuna ad entrambi, ma poi pensò che magari una morte rapida non doveva essere proprio così pessima a quel punto.

Lui ed il suo avversario si squadrarono entrambi in silenzio, mentre tutto intorno a loro taceva, ognuno cercando di evitare di fare la prima mossa. La figura incappucciata fu la prima a muoversi, levandosi il mantello e  gettandolo addosso a Keith, cercando di distrarlo, ma lui era veloce ed aveva ottimi riflessi, così piroettò con grazia di lato, evitandolo e provando ad avvicinarsi, cercando di fare un affondo al fianco del suo avversario. Quello lo bloccò con una mano, spingendolo poi via e mettendosi in posizione di difesa, dichiarando tutta l’intenzione di voler aspettare una sua mossa. Keith ne approfittò per studiarlo meglio ed effettivamente dovette ammettere che le sue previsioni erano giuste. Il guerriero era fisicamente ben messo rispetto a lui ed aveva anche un braccio meccanico, di quelli che Haggar adorava sperimentare sulle sue cavie scelte. La testa era completamente avvolta nella maschera da druido e nel complesso era molto inquietante, con il lungo becco ed i decori luminosi che davano al tutto un’aria minacciosa.

Iniziarono a muoversi in circolo, osservandosi. Keith notò che era molto fluido nei movimenti, ma con quella stazza non avrebbe mai potuto raggiungere la sua velocità, anche se presumibilmente la sua forza era decisamente superiore alla sua.

Finalmente il guerriero avversario scattò in avanti e la sua posizione sembrò pericolosamente familiare a Keith, che si distrasse e non riuscì ad evitare del tutto il colpo. Finì a terra, ma l’altro semplicemente si tirò indietro, dandogli il tempo di rialzarsi. Stava giocando con lui per la folla.

Mentre si alzava, sentendosi la sabbia addosso, fece caso al tifo dagli spalti e una parola in particolare gli risuonò nelle orecchie, raggelandolo: Campione.

Keith si disse che no, non poteva essere, quello non poteva essere Shiro, il suo Shiro.

«Sh-Shiro?»

Il guerriero davanti a lui fece cadere la maschera e la paura di Keith si trasformò in realtà, solo che quello che lo stava guardando non era il suo Shiro, o meglio non proprio. Era un qualcosa con le stesse sembianze di Shiro, solo che i suoi occhi brillavano di quintessenza corrotta ed il ghigno che aveva sul volto non era neanche lontanamente paragonabile al sorriso dolce che Shiro usava rivolgergli.

«Shiro sei tu?»

«Lo Shiro che conoscevi è morto. Direi che piuttosto puoi chiamarmi Kuro.»

La voce di quell’essere era proprio quella del paladino nero e Keith si sentì morire a quelle parole, dette con una calma irreale. Shiro morto? Com’era possibile? Quando era successo?

«Cosa sei tu?»

«Shiro.»

Quella risposta non aveva totalmente senso, ma Keith sentì la rabbia salire e stupidamente si proiettò in avanti, cercando di colpirlo. L’avversario si difese senza sforzo e ghignando rispose al suo attacco, costringendolo a retrocedere. Keith provò ad attaccarlo ancora ed ancora, trovandosi sempre bloccato e respinto. Shiro era sempre stato un combattente fenomenale e neanche durante i loro allenamenti Keith era mai riuscito a sfiorarlo, tranne quando l’altro glielo permetteva. Lui però aveva bisogno di puntargli il suo pugnale alla gola, di farlo parlare, di capire che diamine stesse succedendo.

«Che cosa ne avete fatto di Shiro? Dov’è?»

«Shiro è morto, io sono Shiro, ma sono Kuro.»

Non aveva senso e Keith s’infuriò ancora di più a quelle parole, mentre tentava l’ennesimo affondo. La folla era in visibilio per quello scontro e le urla diventavano sempre più forti e rimbombanti nell’arena, aggiungendosi già al rumore assordante del sangue che pompava veloce nel suo corpo e al suo respiro affannoso. Era per l’ennesima volta a terra, le mani nella sabbia, quando finalmente pensò ad un piano. Raccolse un po’ di quella sabbia e quando sentì i passi dell’avversario vicini, gliela gettò in faccia, cercando di distrarlo. Funzionò e Keith subito saltò in piedi e gli saltò addosso, tagliandogli una gamba con la propria, cercando di farlo cadere a terra. Ci riuscì e subito gli si sedette sul petto, puntandogli il pugnale alla gola.

Non appena la lama toccò la gola dell’altro però, ci fu una scarica di quintessenza ed una luce violetta accecante si sprigionò dal punto di contatto e l’essere sotto di lui gemette. Quando gli occhi di Keith si ripresero dal flash improvviso, tornò a guardare l’altro, pronto a fargli delle domande, ma rimase spiazzato da due iridi grigie e dolci, identiche a quelle che aveva sempre conosciuto e amato.

«Ti ho insegnato bene, ormai sei un guerriero formidabile Keith.»

«Sh-Shiro?»

Stava per togliere il pugnale dal suo collo, quando l’altro gli fermò la mano.

«Non staccarlo, altrimenti tornerà, ed io ho delle cose importanti da dirti.»

«Che cosa significa questo Shiro? Non sto capendo più nulla.»

«Il tuo pugnale deve avere un qualche potere di purificazione sulla quintessenza corrotta, per questo sono stato in grado di tornare, anche se penso che durerà poco. Ascoltami Keith.»

«Shiro, cosa sta succedendo, come siamo finiti qui? Non ricordo nulla, non ricordo neanche come sono stato catturato.»

«Keith, ascoltami. Per me non c’è più speranza, sono corrotto e soprattutto solo uno di noi può uscire da questa arena.»

«No. Shiro, no. Troviamo un modo, fuggiamo insieme, sono sicuro che Allura possa purificare qualsiasi schifezza ti abbiano messo dentr-»

«Keith, so che non corresti sentirlo, ma c’è solo una cosa da fare e lo sai anche tu. Usa il tuo pugnale, levami questa miseria di dosso e sopravvivi. Diventa il nuovo Campione e appena ti porteranno da Haggar per renderti più forte, fuggi in qualche modo. So che ne hai le capacità.»

«Sh-Shiro, io non potrei mai fare una cosa del genere, lo sai. Io non posso uccidere te, tu che sei il mio… il mio tutto Shiro.»

Shiro allungò una mano e gliela avvolse intorno ad una guancia, asciugando le lacrime che vi scorrevano sopra.

«Non abbiamo molto tempo Keith. Sento la quintessenza ribollirmi dentro e non credo di riuscire a rimanere lucido ancora a lungo. Fai quello che va fatto e salva entrambi, fallo per l’Universo.»

«Non m’interessa dell’Universo, che sparisca pure per quel che mi riguarda. Non posso farlo, io non posso.»

Shiro gli sorrise, mentre una scintilla viola tornava a farsi strada nei suoi occhi.

«Keith, sei diventato così forte. Sarai un ottimo leader per Voltron. Ti amo Keith.»

Keith scoppiò a piangere, mentre gli occhi dell’altro tornavano  lentamente a brillare ed il suo sorriso dolce si trasformava in un ghigno tirato. Impugnò meglio il pugnale e si preparò a fare quello che andava fatto, mentre la folla iniziava ad urlare ancora più forte, richiedendo del sangue.

«Ti amo Shiro, ti amerò per sempre.»

Aspettò che quelle iridi grigie furono definitivamente sparite e con un urlo disumano alzò il pugnale, conficcandolo nel petto dell’altro con quanta forza e rabbia aveva dentro.

Non appena il pugnale però tocco la pelle dell’altro e la folla ruggì, tutto divenne nero e Keith si risvegliò, urlando. La luce si accese e subito due braccia forti furono intorno a lui, cercando di calmarlo.

«Keith? Keith cosa è successo? Calmati, sei al sicuro!»

Keith si voltò, le lacrime che gli rigavano le guance ed incrociò un paio di preoccupati occhi grigi, nessuna scintilla viola dentro e nessuna cattiveria o sofferenza.

«Shiro?»

«Keith, stai bene?»

«Oh Shiro, era solo un sogno, solo un sogno!»

Scoppiò a piangere ancora più forte e si rifugiò nel petto dell’altro, singhiozzando, le brutte sensazioni del sogno ancora addosso.

«Hai iniziato ad agitarti nel sonno e poi ti sei svegliato urlando. Cosa hai sognato?»

«Eri… eri stato corrotto ed io ho dovuto ucciderti ed io… io…»

«Shhhh va tutto bene Keith. Sei al sicuro, sei nella nostra stanza, tra le mie braccia ed Haggar non esiste più, così come il Campione. Vedi? È tutto a posto.»

Keith smise di piangere e tirò su con il naso. Era vero, la guerra era finita, avevano vinto, erano tornati sulla Terra e stavano vivendo la loro vita insieme, in tranquillità. Doveva andare avanti, doveva smetterla con quegli incubi, anche se era difficile dimenticare tutte le battaglie, le sofferenze e le separazioni che avevano dovuto affrontare.

Keith sospirò e si rilassò tra quelle braccia, godendosi le carezze dell’altro tra i capelli, delicato tentativo di calmarlo. Non doveva più temere nulla, erano solo incubi e prima o poi sarebbero spariti del tutto. Loro erano vivi, non avrebbero mai più dovuto lottare e separarsi, perché finalmente erano insieme.



Shikayuki’s corner: Non ho molto da dire su questa storia, ho semplicemente letto il post e subito ho pensato a quei poracci di Shiro e Keith ad ammazzarsi a vicenda perché sì. Sarebbe dovuta finire nel sangue, ma poi la coscienza mi ha imposto di dare un finale felice o quasi XD

 
  
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