Kashuu si rigirò la mollettina tra le dita, osservando come la luce si rifletteva su quel fiore di ciliegio spezzato, proprio come lui. Il mondo intorno a lui continuava a cambiare  velocemente, man mano che il passato veniva riscritto e si chiese quando sarebbe toccato a lui sparire per sempre. Si chiese come sarebbe potuta accadere la sua sparizione e non riuscì a trovare una situazione abbastanza soddisfacente per i suoi standard. 

Magari avrebbero potuto fonderlo, quella sì che sarebbe stata una degna fine. Il fuoco era bello, con i suoi colori vividi e le sue lingue danzanti, adatto per porre fine ad un qualcuno di bello come lui. Ci pensò, ma poi arricciò il naso, ricordando che però lui in realtà non era più bello come un tempo. La sua punta si era spezzata e nessuno lo aveva riparato, venendo abbandonato anche dal suo stesso padrone, che poi aveva scelto una nuova lama, sicuramente più bella e meno fragile. Il suo padrone lo aveva rimpiazzato con lui e forse era stato proprio quello l’inizio della fine.

Ricordò quegli occhi blu allegri ma con sempre un fondo di tristezza, quel sorriso dolce e le mille paranoie che si faceva. Ricordò il sudore che gli imperlava la fronte contratta per l’impegno quando si allenavano insieme, quando lui gli chiedeva di insegnargli nuove tecniche e trucchi, per diventare il più forte.

A pensarci bene, Kashuu si sentì colpevole per tutto quello che era accaduto e la reazione a catena che si era generata, anche se lui non avrebbe mai potuto prevedere il futuro. Aveva provato ad impedire tutto quello, ma la genuinità dell’altro l’aveva accecato e non aveva potuto far altro che assistere impotente a quel disastro. Se solo fosse arrivato un attimo prima, se solo non avesse indugiato un secondo di troppo su quel primo gradino, lo avrebbe fermato, salvandolo e salvando il futuro, ma aveva fallito, per l’ennesima volta.

Strinse la mollettina nel pugno, una lacrima rabbiosa a scendergli lungo la guancia, mentre vedeva una nuova alba salire, insieme alla consapevolezza che il suo tempo non era ancora arrivato e che avrebbe dovuto affrontare un altro lungo giorno affogando nei suoi rimpianti.