Hajime rientrò a casa e subito capì che era di nuovo quel periodo. Sospirò infelicemente e si preparò all’isteria che lo avrebbe atteso di là, mentre l’odore dolce di Tooru gli dava un po’ alla testa. I soppressori li aiutavano un po’ ad affrontare il prorompente calore di Tooru, ma da qualche tempo a quella parte l’altro aveva l’istinto imperante di prepararsi un nido e la cosa era abbastanza stressante per Hajime.  Il poveretto spesso di ritrovava spedito a comprare nuove coperte o cuscini perché all’altro quelle che avevano già non soddisfacevano abbastanza o le trovava fuori moda. Tooru era già una primadonna di suo, ma quando aveva il calore per una settimana era impossibile stargli accanto senza meditare l’omicidio almeno una volta al minuto.

«Iwa-chan, ho voglia di patatine!»

«Iwa-chan, mi coccoli?»

«Iwa-chan, mi fa male la schiena, mi fai un massaggio?»

«Iwa-chan, secondo me questa coperta non va bene, ai cuccioli potrebbe non piacere!»

Quest’ultima frase era quella che faceva più rabbrividire il povero alfa, perché anche solo l’idea di un Tooru in dolce attesa lo faceva rabbrividire e gli faceva pensare che la castrazione non era poi una pessima idea. Se il calore lo rendeva mille volte più insopportabile del normale, una gravidanza avrebbe presumibilmente disintegrato le sue capacità psichiche, già messe a dura prova.

«Iwa-chan, sei tornato!»

«Sai bene?»

«Sì, ho già anche iniziato a preparare il nostro letto, questa notte dormiremo comodi!»

Hajime sospirò di nuovo, sperando di non essere spedito a comprare nuove coperte o cibi strani e si sedette sul divano, per riposarsi un po’ dopo il lavoro. Tooru non ci mise molto ad accoccolarsi contro di lui, richiedendo le sue attenzioni e chiacchierando del più e del meno, mentre iniziava a massaggiargli le spalle per farlo rilassare. Hajime emise un gemito di piacere a sentire i muscoli sciogliersi e si lasciò andare tra quelle mani.

«Sai Iwa-chan, ho pensato ad una cosa questa mattina.»

«A cosa?»

Hajime era totalmente in paradiso dopo il massaggio, e tra quello e la stanchezza del lavoro, quasi non si accorse che Tooru si era di nuovo accoccolato a lui, iniziando lentamente a baciargli il collo. Quando se ne accorse era però troppo tardi ed il suo istinto di alfa si risvegliò completamente.

«Che ne dici se andiamo ad accoccolarci nel nostro bellissimo nido?»

Hajime voleva dire di no, perché sapeva il rischio che si correva a fare quella cosa, probabilmente non si sarebbe staccato da Tooru per il resto della settimana, ma non voleva, aveva molti impegni a lavoro e non poteva permettersi quel lusso. Per lo meno non quando stava per essere promosso a capo del suo ufficio, cosa che li avrebbe portati a poter pensare di allargare finalmente la famiglia… in un futuro abbastanza lontano, ovviamente. Avevano ancora molto da sistemare prima di poter pensare a pannolini e biberon e poi erano ancora giovani, decisamente troppo giovani. Tooru però era così dolce ed il suo profumo stava lentamente annebbiando Hajime, che improvvisamente dimenticò la stanchezza del lavoro e afferrò l’altro tra le braccia, portandolo fino in camera da letto.

«Oh-oh, il mio Iwa-chan ha brutte intenzioni questa sera.»

Tooru rise quando Hajime lo buttò sul letto e prese a baciarlo in modo molto poco casto. Quando si staccarono per prendere fiato, Hajime fece per prendere un preservativo dal cassetto, ma Tooru richiamò la sua attenzione.

«Sai Iwa-chan, come ti dicevo prima ho pensato ad una cosa e volevo dirtela.»

«Proprio adesso?»

«È il momento migliore.»

Hajime sbuffò contrariato, ma si sedette comunque sul letto ad ascoltare il suo compagno, che adesso aveva un’espressione seria sul volto.

«Allora, la cosa che ho pensato è che adesso siamo insieme da svariati anni e beh, ecco, entrambi lavoriamo e non abbiamo problemi economici e ci amiamo e sappiamo che passeremo il resto della vita insieme, no?»

«Quindi?»

«Beh, ecco, stavo pensando che magari sarebbe il momento giusto per allargarci.»

«Allargarci?»

Hajime non stava capendo, ma un campanello d’allarme iniziò a suonare nella sua testa, mettendolo sul chi vive.

«Beh, allargare la famiglia, ecco. Pensare a dei cuccioli.»

Cuccioli. Plurale.

Il cervello di Hajime andò in corto circuito a quella parolina magica e persino il suo istinto di alfa si spense all’improvviso, facendogli anche dimenticare perché si trovava su quel letto, con il suo compagno a guardarlo con gli occhi a cuoricino. Hajime si alzò, si ricompose e si diresse verso la porta.

«Okay, vado a comprare una nuova coperta non serve che insisti.»

«Iwa-chan?»

«Sìsì, prendo anche una vaschetta del tuo gelato preferito, tranquillo.»

«Iwa-chan, sei impazzito?»

«No.»

Hajime s’infilò le scarpe ed era come in trance, il suo unico obiettivo adesso era quello di comprare una coperta, una vaschetta di gelato e tornare a casa e fare finta che nulla fosse successo. Magari nel tragitto passare dal dottore per informarsi meglio riguardo alla sterilizzazione, giusto per precauzione.

«Ci vediamo dopo, Scemokawa.»

«Iwa-»
 
Tooru osservò la porta chiudersi e si trattenne con tutto se stesso per non scoppiare a ridere come un deficiente. Afferrò il cellulare e chiamò subito Takahiro.

«Pronto?»

«Makki, sono io!»

«Beh, ci è cascato? Come ha reagito?»

«Non si è accorto di niente, pensava davvero che fossi in calore e dovevi vedere la sua faccia, è rimasto sconvolto! Sembrava come in trance ed è uscito a comprare una coperta ed una vaschetta di gelato, bianco come un cencio.»

Tooru era quasi piegato per terra dalle risate e anche Takahiro dall’altro lato del telefono stava morendo dalle risate. Tooru quella mattina si era svegliato con l’idea di voler fare uno scherzo ad Hajime ed insieme all’amico storico aveva architettato tutto quello, aiutato dal fatto che lo stress da lavoro non aveva fatto notare ad Hajime che mancava ancora un mese buono al suo prossimo calore.

«Secondo me è andato ad informarsi sulla sterilizzazione, sai?»

«Ehi, piano con le offese. Iwa-chan non vede l’ora di avere un paio di marmocchi con me.»

«Oh sì, ne sono sicuro. Anche solo l’idea di te in dolce attesa è più spaventosa di una guerra.»

«Sei cattivo Makki! Vedrai che tornerà da me implorandomi invece di dare alla luce i suoi eredi, che saranno bellissimi perché riprenderanno da me.»

«Oh certo, ne sono sicuro. Secondo me invece lo troveremo in trauma e nascosto sotto qualche ponte.»

«Sei un rude Makki!»

«Sono solo realista.»

«Lo vedremo.»

«Aggiornami quando e se rientra, mi raccomando. Voglio sapere quanto ti ucciderà dopo questo scherzone.»

«Più che uccidere, penso che mi sbat-»

«NO. Non voglio sapere grazie! Addio!»

Takahiro gli riappese in faccia e Tooru rise di nuovo, felice della sua piccola vendetta sull’amico. Fischiettando felice riordinò la casa ed iniziò a cucinare, così magari Hajime non lo avrebbe ucciso davvero quando gli avrebbe raccontato del suo geniale scherzo… o almeno sperava non troppo.