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Autore: Smeralda Elesar    17/02/2018    3 recensioni
:-Lord Shen è ancora vivo?-:
Chiese Po alla Divinatrice
:Se è ancora vivo? Farebbe qualche differenza?-:
:-Certo che sì! Insomma, se è ancora vivo dobbiamo andare a salvarlo!-:
La seconda possibilità che tutti avremmo voluto dare a Lord Shen
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ombra, fuoco e metallo


Dopo che i panda se ne furono andati tutti, il villaggio silenzioso era spettrale.

Shen non era un tipo che si faceva impressionare facilmente, eppure camminando tra le case vuote, i campi coltivati e le impronte ancora fresche, provava un vago senso di disagio.

Non era per la distruzione della guerra portata dal ferro e dal fuoco, perché quelle lui le conosceva bene e non gli facevano nessun effetto.

Era proprio il fatto che tutto fosse perfettamente integro e pronto alla vita quotidiana ad impressionarlo.

Avrebbe preferito affrontare subito la battaglia piuttosto che essere confinato quel limbo di inattività, costretto tra case dove gli sembrava che ci fossero fantasmi ad osservarlo ad ogni finestra.

I suoi compagni di viaggio invece sembravano a loro agio, persino il panda, e Shan dovette domandarsi contrariato se non fosse la sua emotività repressa a fargli strani scherzi.

Non era quello il momento giusto per lasciarsi andare al sentimentalismo, per cui cercava di distrarsi studiando strategie di difesa e di attacco per ogni possibile evenienza.

Alla fine decise che se avesse potuto lasciare il villaggio integro sarebbe stata una buona cosa.

Ma come fare a spostare il terreno dello scontro?

Aveva sempre preferito decidere da solo, ma ormai che le regole erano cambiate doveva adattarsi, per questo decise di chiedere consiglio ai cinque cicloni quando erano riuniti la sera nella casa del capo del villaggio.

Tigre ebbe l’idea giusta quando propose di cogliere i banditi di sorpresa prima che arrivassero.

-Dovranno pure accamparsi da qualche parte per la notte, prima di arrivare a questo villaggio. Ci sono due strade per arrivare qui: una da ovest che è quella che abbiamo percorso noi ed una da sud. Noi siamo in sei, e facendo dei turni di guardia possiamo sorvegliarle entrambe-

Non era così male chiedere consiglio in fondo.

Confrontare le proprie idee con quelle di qualcun altro lo esponeva anche all’eventualità che gli altri fossero d’accordo con lui.

Gli piaceva quella sensazione appena scoperta, per questo ebbe meno problemi a mostrarsi d’accordo.

-Hai ragione, Tigress. Se si accampano per la notte, uno di noi che stia di vedetta e che sia veloce avrà il tempo di tornare qui e chiamare gli altri-

Anche Vipera aveva da dire la sua, per perfezionare l'idea di Tigress.

-Potremmo mettere due di vedetta. Sarebbe più sicuro, e se anche uno torna indietro l’altro resterà a sorvegliare la situazione-

Shen approvò quella soluzione.

Quel prendere le decisioni insieme era molto meglio che dover lottare in continuazione per imporre le sue scelte agli altri.

La cosa più difficile era imparare a prendere atto che una sua idea poteva essere discussa e modificata.

Quando succedeva le piume sul collo gli si arruffavano di indignazione ed il suo primo istitnto era quello di afferrare una lama e premerla sulla gola dell'incauto, ma questo istinto non veniva mai messo in pratica.

A dirla tutta, quando si ricordava chi erano e cosa avevano fatto per lui, Shen provava vergogna per i suoi scatti, e allora distoglieva lo sguardo perché loro non si accorgessero del lampo nei suoi occhi rossi.

Il giorno dopo, appena spuntata l'alba, partirono in due gruppi per pattugliare le strade e stabilire dove piazzare i punti di osservazione.

Shen era a capo del gruppo che percorreva la strada a sud, insieme a Po, Monkey e Crane.

Aveva voluto lui Crane, perché poteva volare e perlustrare il territorio dall'alto.

Po e Monkey alle sue spalle continuavano a scherzare e parlare, ed anche se non si rivolgevano direttamente a lui, Shen cominciava a provare un certo fastidio.

Fastidio che presto si trasformò nella sua proverbiale irascibilità.

Si girò di scatto e rimase a fronteggiare i due con il guan dao puntato contro di loro, per la precisione a pochi centimetri dalla pancia del panda.

-Insomma, volete piantarla?! Vi sembra divertente? Siamo qui per fare una cosa seria e voi sembrate bambini in gita scolastica!-

-Andiamo, che problema c'è?-

-Si chiama atteggiamento, scimmia. Siamo qui per un giro di ricognizione. Banditi, villaggio da difendere, spero che tu te lo ricordi. Ed anche il tuo degno compare- disse accennando a Po con la testa.

-Certo che me lo ricordo. Ma non è che i banditi stanno arrivando in questo preciso momento-

Rispose Monkey, e subito il panda intervenne a dare man forte al primate.

-Monkey ha ragione. E se anche dovessero arrivare, lassù c'è Crane che ci avvertirebbe-

-Sì, lui ha il suo verso speciale per le situazioni di pericolo, quel suo...-

-Kakà!- fecero in coro entrambi.

Shen li avrebbe inceneriti all'istante.

-Vi avverto. Fate ancora confusione, continuate con questo vostro atteggiamento da idioti, ed i banditi saranno l'ultima cosa di cui dovrete preoccuparvi-

Sibilò.

-Ma non hai appena finito di dire che doveva essere la nostra prima preoccupazione?-

-Appunto. Volevo dire che avrete qualcosa di più importante di cui preoccuparvi-

-Il villaggio?-

-No! Dovrete preoccuparvi di me che vi strapperò le budella e ve le farò inghiottire, se continuate a seccarmi!-

Non ne poteva fare a meno: quei due mettevano a dura prova i suoi nervi già quando erano presi singolarmente, ma insieme erano letali.

-E adesso in marcia. Non abbiamo una giornata da perdere-

Si voltò e riprese il cammino, e stavolta alle sue spalle regnava il silenzio.

Troppo silenzio.

E sentiva lo sguardo dei due che gli faceva fremere le piume sulla nuca.

Si bloccò di colpo e si girò di nuovo verso di loro.

-Mi dispiace-

Ringhiò.

Sembrava che li stesse ancora minacciando piuttosto che fare delle scuse.

-Sono stato troppo brusco-

-Shen...- iniziò Po incerto -è vero che noi facciamo casino. Anche Master Shifu ci rimprovera per questo. Cercheremo di essere più seri-

Si guardarono negli occhi per un lungo momento.

Era sempre il panda quello che gli tendeva una zampa, e lui senza sapere nemmeno da quando, era arrivato a desiderare quei momenti in cui, dopo gli insulti e le sue sfuriate, finalmente trovavano un'intesa.

-Va bene-

Per un'altra ora non ci furono inconvenienti, poi il richiamo di Crane risuonò nell'aria e la gru scese verso di loro.

-L'ho trovata. È proprio dietro quella grande curva della strada. C'è una radura in cui si potrebbero accampare-

Shen annuì.

-Andiamo a vedere. Il posto è ad appena due ore di marcia dal villaggio, e se è vero che i banditi attaccano sempre quando cala il buio, forse è proprio lì che si accampano per prepararsi-

Quando ci arrivarono Shen cominciò subito ad osservare il terreno.

C'erano segni di fuochi ma erano vecchi. Erano rimasti solo i cerchi di pietra con dentro tizzoni neri, ma l'erba che era spuntata tra un sasso e l'altro era giovane, quindi quel cerchio poteva avere giusto un mese.

La cenere all'interno era dura e secca, uno strato compatto del fango che si era formato dopo qualche pioggia e poi risolidificato.

-Sono sicuro che si accampino qui. Ed il fuoco è vecchio, quindi potrebbero tornare tra poco. Cominceremo i turni di sorveglianza oggi stesso. Due di noi resteranno qui-

Stabilì Shen.

-Restiamo io e te?-

Chiese Po.

Shen fece una risata sarcastica.

-Io e te, panda? A fare un appostamento in incognito? Ma certo! Guardaci bene: un pennuto bianco nella notte che è scura ed un plantigrade che solo con un passo abbatte mezza foresta di bambù. Siamo il massimo della discrezione, chi mai ci noterebbe?-

Po lo guardò confuso.

-Era una battuta quella?-

-No. Voglio dire che non siamo adatti a questa cosa. Resteranno Crane e Monkey-

Si rese conto che li stava comandando con un atteggiamento arrogante e si ricordò di tutti i buoni propositi che aveva fatto.

Si rivolse direttamente a loro.

-Credo che sia la cosa migliore da fare. Per voi va bene?-

Per fortuna Crane rispose subito che certo, era vero che era la scelta migliore, e Shen si sentì molto sollevato.

-Allora noi torneremo indietro. Voi restate qui, manderemo qualcuno per il cambio quando saranno tornate Viper e Tigress. Dobbiamo trovare un sentiero che ci permetta di aggirare la strada principale e coglierli di sorpresa quando sarà il momento-

Fece un cenno al panda perché lo seguisse e, invece che tornare sulla strada che avevano percorso, si inoltrò nella macchia di bambù.

Quello che cercava era un sentiero, ma oltre la radura il bosco era fitto.

-Allora... hem... perché non torniamo dalla strada come abbiamo fatto all'andata?-

-Perché dovremmo comunque cercare un sentiero alternativo prima o poi. Facendolo adesso risparmiamo tempo-

-Ho capito, ma perché cerchiamo il sentiero?-

Shen ebbe un moto di stizza, perché per lui il motivo era ovvio, tuttavia aveva imparato ad avere un po' di pazienza, per cui cominciò a spiegare le sue ragioni a Po.

-Ho un piano. Quando arriveranno, qualcuno verrà a dare l'allarme al villaggio, ma noi, per quanto siamo maestri di kung fu, siamo numericamente inferiori a loro. Non possiamo attaccarli di fronte se sono armati. No, noi aspetteremo l'allarme, poi raggiungeremo la radura di nascosto attraverso questo sentiero (se mai lo troveremo) e allora qualcuno penserà ai banditi, mentre io e qualcun altro ci occuperemo di neutralizzare le armi-

-Sì, mi piace. È un buon piano. E come facciamo a neutralizzare le armi?-

-Non sono le armi, Po. È la polvere-

-La polvere? Certo, i banditi non sono mai molto puliti, ma perché dobbiamo preoccuparci della loro... ok, scusa!-

Shen lo aveva guardato così male da azzittirlo all'istante.

-La polvere da sparo. Quella che abbiamo messo nei fuochi d'artificio. Quella che fa sputare fuoco e metallo ai cannoni-

-Scusa. Avrei dovuto capirlo-

Shen scosse la testa. Il panda gli sembrava davvero dispiaciuto.

-No. No, io non l'ho specificato perché mi sembrava ovvio. A volte parliamo due lingue diverse-

Disse con una punta di amarezza.

Si era fermato tra il bambù. Improvvisamente si sentiva stanco.

-Shen? È difficile per te?-

Non c'era bisogno di chiedere al panda a cosa si riferisse.

-Sì-

-Ma lo fai lo stesso-

-Devo farlo-

-Perché?-

Shen lo guardò. Gli occhi del panda erano gentili e pieni di comprensione come sempre, e per un attimo lui ci si perdette dentro.

Era bello avere qualcuno che lo comprendesse.

Per un attimo pensò di parlargli della profezia della divinatrice, del suo debito da pagare e della cosa giusta da fare e della sua paura di non capire quale fosse.

Fu solo un momento.

Shen non si sentiva ancora pronto per dare voce a certi pensieri.

-Perché devo farlo. Adesso sbrighiamoci-

Cercò di occupare la mente per uscire da quella situazione, ma più si inoltrava nel bambù più rischiavano di perdersi.

Oltre a dover sopportare i continui rumori del panda.

Non ce l'avrebbero mai fatta a passare inosservati.

Avanzavano tra i bambù dalle canne così antiche da essere più spesse dell'impugnatura del suo guandao.

Erano piante forse centenarie, e spuntavano dal terreno in gruppi troppo densi per essere attraversati e troppo vicini tra loro per individuare un vero sentiero.

Al loro passaggio, quando spostavano le canne flessibili, quelle si chiudevano alle loro spalle con schiocchi come di frusta.

Shen riusciva a sgusciare abbastanza agevolmente, ma per Po il discorso era molto diverso.

A parte la stazza del panda, nessuno sarebbe riuscito a muoversi agevolmente e velocemente in quel bosco, tranne Viper e Monkey.

Dopo quasi un'ora di cammino Shen dovette rassegnarsi: non c'era nessun sentiero.

Avrebbe potuto chiedere a Monkey di perlustrare la zona dalle cime dei bamboo più alti, ma dubitava che avrebbe trovato nulla.

Shen si era già preparato al peggio, ed il peggio era che il sentiero avrebbero dovuto aprirlo loro abbattendo i bambù dal villaggio all'accampamento.

Era una fatica che Shen avrebbe voluto evitare, considerando che avrebbe potuto essere inutile, ma se doveva prepararsi al peggio non poteva permettersi di escludere niente.

-Basta così, torniamo sulla strada e torniamo al villaggio. Chiederò al colombo di seguire l'altra strada e di dire a Viper e Tigress di tornare indietro-

Senza aspettare la risposta del panda, Shen virò sulla destra e poco dopo si trovò di nuovo sul terreno libero a camminare senza dover scostare bambù ad ogni passo.

Tornarono al villaggio in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri, e non appena ritrovarono il colombo Shen lo mandò in missione.

Il villaggio gli sembrava ancora più inquietante adesso che c'erano solo lui ed il panda.

Ogni fruscio del vento, ogni cigolio di trave, ogni minimo rumore, facevano sentire a Shen gli echi dei suoni di vita che avevano popolato strade e case.

Era essere circondato da fantasmi.

Se chiudeva gli occhi il tempo tornava ad un'altro villaggo di panda che lui aveva ridotto ad un deserto.

Ad occhi chiusi sentiva il clangore del metallo, l'odore acre del fumo della polvere da sparo, lo schianto del legno che crollava... lo schianto della sua arma che cadeva su di lui.

Piantò a terra la lancia con tutta la decisione di cui era capace.

-Stavolta non andrà così- Promise ai fantasmi.

***

Quando Viper e Tigress furono tornate, Shen le mise a parte di cosa avevano scoperto e di come intendeva agire lui.

Le due approvarono l'idea di lasciare sempre qualcuno di sentinella.

Loro avevano perlustrato la strada e grazie alla loro velocità erano arrivate bel oltre le poche ore di cammino dal villaggio, e se non avevano trovato segni di accampamento mentre quello che aveva trovato il gruppo di Shen era molto usato, allora doveva essere quella la strada da cui aspettarsi un'attacco e quindi quella da sorvegliare.

Discussero l'ipotesi di aprire il sentiero attraverso il bambù, ma Viper si incaricò di cercare approfittando della sua velocità, e disse che avrebbe chiesto a Monkey di fare altrettanto.

Shen tirò un sospiro di sollievo. Era più facile se lavoravano in quel modo.

Non appena se ne furono andate con il cesto pieno delle provviste per i due compagni rimasti di guardia, Shen si sorprese a sentire la loro mancanza.

Si chiese quanti altro momenti come quello si era perso nella sua vita a causa dell'ostinazione a restare chiuso in sé stesso.

Ma non poteva permettersi altra malinconia.

Aveva un compito, e certamente non era piangere sul riso versato o sprofondare nell'autocommiserazione.

Anche per questo preferiva mantenersi attivo ed avrebbe preferito affrontare le cose subito piuttosto che restare ad aspettare.

Scopriva in quel momento che il suo buttarsi a testa bassa nelle cose non era segno di decisione e coraggio, anzi al contrario era qualcosa che faceva proprio per chiudersi ogni via d’uscita e per non affrontare i suoi dubbi e tutte le paure che lo rodevano.

Una di queste paure gli venne incontro proprio il giorno dopo, in un momento in cui lui era relativamente tranquillo.

Aveva piovuto per gran parte del pomeriggio, e senza nessuno che provvedesse a cambiare la carta di riso alle finestre, questa si era inzuppata di umidità e si era staccata in parecchie case.

Anche in quella di lao, dove vivevano al momento Shen ed i cinque cicloni.

C'era corrente tra le stanze senza carta, e quel vento, oltre ad insinuare umido nelle ossa di Shen entrava anche in casa.

Lui stava rientrando quando vide delle carte volare dritte fuori dalla finestra di una delle stanze.

Atterrarono in una pozzanghera vicino a lui e Shen si affrettò a raccoglierle perché non si inzuppassero.

Mentre saliva i gradini li sfogliò per curiosità; c'erano poesie calligrafate e disegni ad inchiostro dei paeseggi intorno al villaggio.

Belle opere, ma che sicuramente avrebbero interessato più Crane che Shen.

La sua idea era di riportarle in casa ed abbandonarle sulla prima superficie disponibile, ma qualcosa attirò la sua attenzione: uno dei fogli non era coperto di calligrafia ed il disegno che recava non era nemmeno un paesaggio.

Sembrava più vecchio degli altri ed un angolo era stato toccato dal fuoco.

Shen percepì una brutta sensazione allo stomaco ancora prima di capire esattamente cosa fosse il disegno, poi , quando riuscì ad interpretarlo, il malessere fu tanto forte da farlo barcollare.

Era un ritratto di famiglia.

In inchiostro nero c'erano tratteggiati le figure di tre panda, di cui un cucciolo in braccio alla madre; erano indubbiamente una famiglia.

Il padre era vestito di blu, la madre di rosa e con un fiore rosso tra i capelli, mentre il piccolo sfoggiava pantaloncini verdi.

I lineamenti erano stilizzati, ma Shen semplicemente sapeva che uella era la famiglia di Po.

O forse era la coscienza che gli faceva provare rimorso per la prima volta in vita sua.

Ma troppi dettagli coincidevano: l'antichità della carta, i soggetti, la bruciatura nell'angolo... e se anche quella nel disegnonon fosse stata davvero la famiglia di Po, ciò non cambiava nulla.

Lui lo aveva reso orfano, e come Po chissà quanti.

La consapevolezza improvvisa lo fece stare male.

Non se ne era mai reso conto. Non ci aveva mai pensato. Che razza di essere era stato per tutta la sua vita?

Avrebbe voluto urlare ma non riusciva ed emettere un suono. Meglio ancora avrebbe voluto scomparire.

E se lui se ne era reso conto, Po aveva fatto altrettanto? Forse no. Non ancora.

O forse sì. E allora come poteva sopportare di averlo intorno?

Ma forse Po era troppo ingenuo o troppo buono per pensare a lui come all'assassino di chissà quanti suoi parenti.

La vergogna lo mordeva da dentro senza un attimo di tregua.

Se Po non aveva ancora realizzato appieno, forse vedere il disegno gli avrebbe fatto aprire gli occhi.

E allora che ne sarebbe stato di lui?

Shen non sopportava l'idea di essere guardato di nuovo come un mostro, di essere scacciato, non adesso che aveva iniziato a fidarsi di loro.

Non poteva.

Non voleva rimanere di nuovo solo.

Per questo pensò di distruggere il disegno, ma poi qualcosa (forse la sua coscienza) glielo impedì.

Aveva preso abbastanza della vita di quella famiglia, non poteva distruggere anche l'ultima testimonianza di quando erano stati tutti insieme.

Ma Po non doveva vederlo.

Shen posò tutte le calligrafie e le poesie sul tavolino basso della sala da pranzo, ma tenne il disegno che poteva distruggerlo nell'unico posto dove era certo che Po non avrebbe potuto trovarlo.

Si sentì meschino e vigliacco, ma lo ripose nella tasca interna della sua veste di seta.


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Cantuccio dell'Autore


Io ci provo. Provo a caricare questo capitolo nonostante i problemi di account che ho avuto in questi mesi.

Spero che riusciate a leggerlo.

Mi scuso per l'immenso ritardo, ancora una volta.


Makoto



   
 
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