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Autore: Threathlist    17/02/2018    1 recensioni
Jericho Swain si addentra nei sotterranei di Noxus alla ricerca dell'ultimo elemento necessario per la sua rivoluzione.
Per ottenere il potere che brama dovrà sfidare un antico demone...e le sue stesse paure.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nello scendere gli ultimi e irregolari scalini ci metto un'attenzione particolare. Prima che il sole sorga di nuovo potrei essere morto, ma non certo per una banale caduta dalle umide scale dei sotterranei del Bastione.

D'altronde, il solo pensiero dell'epitaffio sulla lapide è risibile. "Qui giace Jericho Swain, Generale in disgrazia. Sognava di rivoluzionare Noxus. Morì cadendo dalle scale."

L'aria è pesante, qui. Pregna di malsani odori di decomposizione e nefandezze vecchie di secoli, lasciate a macerare nel ventre di Noxus. Le scale lasciano il posto ad un corridoio di nuda pietra, scavato nelle fondamenta di granito da antichi riti ormai perduti. Sento sotto di me agitarsi il cuore pulsante della città, una massa arcana ed imperscrutabile al cui presenza può essere percepita fin dalla torre più alta del Bastione Immortale. Ma non sono gli oscuri rimasugli ad interessarmi adesso.

La lanterna che oscillo davanti a me basta a malapena ad illuminare la porta che stavo cercando: vecchia, solida e ferrea. Rune indecifrabili decorano l'arcata che mi accingo ad attraversare, ed il gracchiare di corvi invisibili sopprime il cigolio dell'anta.

Sollevo la mia luce. La sala in cui mi trovo è circolare, forse venti o trenta metri di diametro. Un pezzo nero come la pece ne occupa il centro, spalancato come un'occhio. Questo è il luogo descritto nei tomi che ho letto. Il pozzo dei sussurri.

Swain...

Ci siamo.

Jericho Swain...

Centinaia di corvi eruttano dal pozzo. Una tempesta di piume ed artigli invade la stanza con la forza di un uragano, strappando frammenti del mio vestito, raschiando la pietra e la pelle. La nube di uccelli sembra avvolgersi e contrarsi fino a vestirsi di un'ombra rapace, una singola sagoma fatta di un milione di occhi e di pura tenebra. Il mostro distende le ali, vibrando come un brutto sogno, prima di fissare il suo sguardo sanguigno su di me.

Jericho Swain. Sei venuto fin qui.

"Demone." Incontro l'occhio cremisi. Mi chiedo quanti uomini siano morti in uno sguardo simile, quanti sussurri e misteri siano stati strappati dalle labbra dei cadaveri. "Sono qui per stringere un patto."

La creatura ride.

"Ho letto gli antichi libri. Persino la tua razza ha delle regole, non è così? Il demone dei segreti offre conoscenza proibita e potere, ed in cambio..."

In cambio strappa dalle labbra degli sciocchi morenti tutto ciò che hanno di valore. E' così, Jericho Swain. Ma per un semplice patto avresti potuto accettare le mie numerose offerte, anziché invadere la mia dimora.

"Non ho intenzione di diventare una carcassa né di farmi ingannare così facilmente. Il patto che cerco ha specifiche condizioni, che ho intenzione di imporre-"

Imporre?

La bestia copre in un istante la distanza tra di noi e spalanca il becco, fermando le sue fauci a pochi centimetri dal mio collo. Un brivido mi attraversa da capo a piedi, ma mostrare paura adesso sarebbe una condanna a morte.

"Abbandona questa farsa. Conosco la tua natura, Demone dei Segreti. Non è la mia morte ad interessarti, ma quello che conosco. Se mi uccidi ora ogni segreto che ho accumulato verrà con me nella tomba."

MI sono assicurato di questo. Indosso una dozzina di incantesimi protettivi diversi, alcuni talmente complessi da aver richiesto settimane di preparazione. Se dovessi morire la mia mente sarebbe sigillata istantaneamente dalle mie contromisure, ed il demone negato del suo pasto.

"Richiedo un patto secondo le vie antiche. Richiedo il Gioco dei Segreti."

La creatura si ritira con un brusio, imitando quello che posso solo assumere sia un ghigno.

Splendido. Davvero splendido, Jericho Swain. Prima avevi la mia curiosità, ma ora hai vinto la mia attenzione. Assumo tu conosca la regole.

Devo nascondere il sospiro di sollievo. La pergamena che descrive questo rito è stata ritrovata da un legionario a Shurima, sepolta in una tomba infranta e ricoperta di maledizioni. Parla di un demone corve dalla terre del nord, chiamato per sussurare conoscenze profane alle orecchie degli antichi imperatori, spesso portandoli alla follia.

Nel Gioco dei Segreti, il demone becca a fondo nell'animo del supplicante, strappandovi i segreti più profondi. Tre volte il demone si ciba, e per tre volte il supplicante ha diritto ad una singola domanda. Non ci sono menzogne nel Gioco dei Segreti, perché le sue regole sono assolute ed incise nella magia stessa del demone da tempo immemore, al punto da vincolare persino il suo creatore. Ciònonostante chi usa il rituale raramente sopravvive all'intrusione mentale del mostro, cadendo preda alla follia e perdendo la sua coscienza tra gli artigli dei corvi. Un rito arrogante per imperatori arroganti.

Non esattamente ciò che ho in mente.

"Per le leggi antiche. Tre segreti per tre segreti."

Tre segreti per tre segreti.

Il demone si appollaia sull'orlo del pozzo, aggiungendo altri corvi alla sua forma. Sta assaporando il banchetto imminante con tanta sgraziata gola che se avesse una forma fisica starebbe certamente salivando. Finalmente, la creatura sembra calmarsi e la sua forma si fa più concreta. Non esattamente un corvo, ma chiaramente ispirata ad uno. Mi fissa in attesa con sei occhi frementi di eccitazione ed impazienza.


La prima domanda spetta a me, ed è importante che sia basata su una sincera curiosità, una semplice esca per attirare il demone più vicino alla trappola.

"Cosa è questo posto?" chiedo, allargando il braccio destro verso il pozzo.

La risposta arriva nella forma di un gracchiare sconnesso e violente visioni, come se le informazioni stessero venendo incise nell'intero del mio cranio con uno scalpello da un'artigiano impaziente. Vedo le immagini di una grande fortezza - il Bastione Immortale al suo albore - e file su file di schiavi e sacrifici, condotti attraverso i suoi cancelli come agnelli alla fauci di un lupo. Ad osservare lo spettacolo c'è una figura d'acciaio, un'armatura corazzata su un volto disumano. La mazza tra le sue mani freme di potere mentre sorveglia il suo regno.

Vi era un sire di ferro e ombre, un possente necromante. Un signore della guerra e della sofferenza. Mi chiamò qui, tempo fa, insieme ad altri vecchi poteri, per sussurrare alle sue orecchie i segreti della non-vita. Ah, quale banchetto mi ha offerto, quel giorno o negli anni a venire. Sacrifici di morte e sangue nelle viscere di questo castello, un pozzo di rovina che non venne eguagliato per secoli. Sulle fondamenta di tenebra nacque una fortezza e poi un impero, e sulle ceneri di quell'impero nacque la tua adorata Noxus. Un cuore di magnifica perversione nella capitale, una torre di mostruosità su mostruosità. Questa è la tua risposta, Jericho Swain. Il Pozzo dei Segreti è solo una delle tante meraviglie che si celano in questo gelido Bastione. Non desideri esplorarne a fondo i misteri, Swain? Non desideri, come la dama pallida prima di te, immergerti nel suo potere?

La dama pallida. Quello mi interesserebbe, devo ammetterlo. Ma cedere alla mia curiosità ora sarebbe una condanna a morte - no, a qualcosa di ben peggiore della morte.

"E' il tuo turno, Demone."

Lo stormo di corvi si spezza e si riforma ben più vicino a me. In qualche modo, il demone sembra essere diventato ancora più vasto e caotico, al punto da occupare il mio intero campo visivo.

Conosco il tuo nome e conosco la tua storia. Il tuo passato e il tuo presente mi appartengono già, Swain. Quello che voglio è il tuo futuro. Le tue ambizioni. Il tuo sogno. Il motivo dietro questo tuo folle piano, che tanto ciecamente hai seguito fino alla morte. Questo è il mio prezzo.

Chiudo gli occhi e mi preparo all'invasione.

Il demone mi investe, fisicamente e mentalmente. Mentre gli artigli sfiorano la mia pelle una presenza malsana, decadente e corrotta perfora le mie difese con la facilità di una picca. Sento il mostro vagare nella mia mente, beccare i pensieri più gustosi, scavare nei recessi della mia coscienza. Che si cibi pure: vi è solo una cosa che desidero nascondere, ed ogni mio sforzo è impegnato a rinnegarne l'esistenza. Finalmente sembra trovare ciò che stava cercando, un filamento più brillante o saporito degli altri, che strappa via con gola.

Ahh, eccoci qui.

Non so se mostrarmi ciò che ha rubato sia parte del contratto o se si tratti semplicemente di un perverso divertimento del demone, ma un uragano di immagini si imprime nei miei occhi. Vedo Noxus - non come è, ma come ho sempre desiderato fosse. Forte. Multicolore. Estesa ad ogni angolo della mappa. Vedo legioni su legioni di popoli distinti, di razze sconosciute, di culture disperate unite solo da uno stendardo ed un sogno. Vedo la più grande armata mai esistita e che mai esisterà marciare fino ai confini del mondo e dichiarare guerra all'ignoto stesso. Vedo...

Vedo le mie mani strette intorno al collo di Boram Darkwill. Le mie dita stringersi intorno alla gola da cui è stato pronunciato il mio esilio. Il sangue del generale sulle miei mani ed il piacere perverso che mi provoca. Vedo i miei detrattori in catene, portati come schiavi all'arena per morire sotto il mio sguardo soddisfatto. Vedo i loro volti ridenti trasformarsi in smorfie di terrore mentre le bestie invadono il colosseo per banchettare sulle loro ossa. Vedo...

Vedo un popolo unito venerare il mio nome. Statue erette a mia immagine per le strade, cerimonie e feste, un'infinita valanga di onori. Lode al nuovo imperatore. Lode al sire di Noxus. Lode a...

Così banale, Swain. Dietro l'amor di patria e lo spirito sacrificio si cela il semplice desiderio di adorazione. Avresti potuto semplicemente accettare le mie offerte, allora. Avrei fatto di te un Dio.

Patetiche menzogne. Tentativi del demone di minare la mia risolutezza, di farmi dubitare dei miei motivi. Non posso permettermi neanche un istante di esitazione. Ciò che faccio è per Noxus e per Noxus soltanto. Uccido il dubbio nel successo: come immaginavo il demone è stato distratto dal segreto offerto.

E' il tuo turno, Jericho Swain. Posso consigliarti di indagare su te stesso? Mi appare fin troppo ovvio che tu non ti conosca affatto.


"So di me ciò che desidero sapere, e trovo la tua esistenza molto più interessante." Mentre pronuncio queste parole misuro la stanza a lenti passi, tenendomi a distanza dal pozzo centrale.

"Cosa sei, demone?". Sento i fili arcani del rituale accettare la mia richiesta per il secondo segreto. La creatura ride nuovamente.

Sembra ora sciogliersi nell'ombra stessa dal sotterraneo, colando come un liquido e disperdendosi in innumerevoli corvi. La sua risposta arriva da ognuna delle loro bocche, come un coro male organizzato.

Cosa sono? Io sono il sospiro che trasporta le ultime parole dei morti. Sono la curiosità rapace nel cuore degli uomini, e ne sono il predatore naturale. Sono il buio in cui sussurrate i vostri segreti, la coltre di notte che nasconde gli amanti ed ammanta i tradimenti. Sono il divoratore di nomi e l'elargitore di conoscenza.

Parole che non significano niente. Agito la lanterna per scacciare le creature, ma la loro voce si fa sempre più forte, fino a diventare un ruggito.

Nel Freljord, mi invocano con i nomi Uginn e Muginn. A Ionia gli antichi vastaya venerano Yata-Garasu. A Shurima, le sabbia sussurrano del Corvo dai Mille Occhi, Ankh-Apepi. A Demacia sono il Sussurratore e le Ali dell'Inganno, a Noxus Colei che Dimora nel Buio e Beatrice. Ho diecimila nomi e diecimila piume ed ognuna porta con sè l'ultimo segreto di un uomo. Mi nutro di morte e di memorie, dunque i campi di battaglia sono il mio eterno banchetto. La mia forma è quella dei corvi, non per le superstizioni di voi uomini; sono le vostre superstizioni a derivare da me. Quando il mondo era ancora informe io ero già a caccia, e quando il mondo verrà divorato dalle fauci fameliche dei mostri io riderò e ammirerò la caduta dell'umanità. Io sono questo e molto altro, Jericho Swain. Mentre tu sei soltanto un uomo.

Dolore! Una delle dannate bestie si è infilata sotto il mio mantello, beccando il moncherino e spargendo sangue sulle bende. Quando cerco di colpirlo con la lanterna la fiamma si estingue e l'attrezzo esplode in mille pezzi, lasciandomi al buio.

Un uomo che deve ora pagare il prezzo della sua curiosità. Conosco i tuoi sogni, adesso. Quello che voglio è la tua paura. Il tuo terrore. I tuoi incubi.

Questa volta l'impatto è ancora più violento della prima intrusione, come se avesse abbandonato ogni sottigliezza: gettato lo scalpello per la picca.

Mostramelo!

Ci siamo. Su questo gambetto ho scommesso la mia vita. No, più di essa - la mia anima.

La visione comincia in modo quasi identico alla precedente. Noxus, la Noxus dei miei sogni, splende di un milione di colori su una terra conquistata. Ma ecco l'architettura farsi più cupa, le statue ad incrinarsi in ghigni feroci. Nel bastione immortale una singola figura siede su un trono di ossidiana, una figura con le mie fattezze ma dagli occhi scarlatti ed avidi.

Swain-che-non-è-Swain si solleva e sorveglia dall'alto il suo impero. Nelle strade un oceano umano ondeggia catonico: una folla di volti senza mente, dallo sguardo spento e lugubre. Ad un tratto uno di loro cade a terra in ginocchio, lasciando andare con un sospiro un globo scarlatto. Dal cielo un singolo corvo con sei occhi scende a beccarlo, divorando i segreti e l'anima del noxiano in un solo tragugio.

Ora il sole è oscurato da una nube di corvi, uno stormo talmente esteso da uccidere il giorno. Ad un cenno dell'imperatore, il banchetto ha inizio.

Orde su orde di nere creature piovono come un'oscena grandinata, strappando occhi e accanendosi sulla carne, cibandosi di un popolo asservito. Per ogni anima consumata, un nuovo prigioniero prende il suo posto; trascinati dai quattro angoli di un impero senza fine. Il baccanale continua in eterno. Swain-che-non-è-Swain ride, ride fino a slogarsi la mascella, ride fino a scoppiare fuori dal suo pupazzo di carne ed aprire le sue ali sullo spettacolo apocalittico. Ha vinto. In questo mondo, in cui Jericho Swain è caduto davanti al demone Beatrice, in cui ha conquistato prima Noxus e poi il mondo, l'umanità è soltanto cibo.


Questo...questo è un magnifico futuro di cui aver paura, Jericho...Swain..

Il demone sta fremendo. L'intrusione mi ha lasciato in ginocchio. Sono costretto a gattonare fino al pozzo, dove mi abbandono ad un conato di vomito.

Beatrice- o qualunque nome la creatura preferisca- sembra sul punto di esplodere. E come potrebbe contenersi davanti ad una possibilità tanto allettante? Tutto ciò che deve fare è estendere i suoi artigli e prendere possesso dello storpio, debole vecchio che ha davanti. Un semplice gesto per assicurarsi il mondo che ha visto nelle mie paure. Non può non desiderarlo, perché questa è la sua natura. Avida di segreti e golosa di decadenza.

Un vecchio aforisma recita: conosci il desiderio e conoscerai l'uomo. Sembra applicarsi anche ai demoni.

SWAIN!

Lo stormo esplode e mi assale. Grido. Solo una volta in vita mia ho provato un dolore simile, ma ora anche la mia mente è sotto assalto. Sento il demone prendere il controllo del mio corpo, arto per arto, muovendomi come un burattino, cercando di abituarsi alla sua nuova carne.

Il mio grido passa dal dolore al trionfo. La trappola è scattata.

"BEATRICE!" quando urlo, non è con la mia voce, ma con un sinistro duetto. Ben venga. Che ammiri la sua autodistruzione.

Con uno sforzo trascino la coscienza del demone verso l'unico segreto che ho nascosto durante la sua intrusione. L'unico che ho fatto di tutto per proteggere.

Le paura possono essere fabbricate.

"Cosa hai fatto? Le regole del Gioco dei Segreti sono chiare, demone! Cedi! Cedi e cadi!"

Ci sono voluti mesi per giungere ad un risultato soddisfacente, per condizionare me stesso fino al creare quell'immagine di terrore. Quella perfetta trappola, talmente reale da tenermi sveglio la notte, talmente vera da non poter essere considerata una menzogna ai fini del Gioco dei Segreti. Una volta mostrata l'esca, sapevo che il demone non avrebbe potuto fare altro che tentare di divorarmi immediatamente. E così...

"Tre segreti per tre segreti, e tu hai infranto le tue stesse regole. Il tuo corpo, la tua mente, la tua anima, i tuoi segreti mi appartengono tutti, Swain! Non ancora! Hai tentato di prendere qualcosa che non era ancora tuo."

Tentando di possedermi ha attirato su di sé il castigo del rituale. I filamenti arcani si stringono come un cappio, intrappolando il mostro nel mio corpo. Sento la sua essenza combattere per liberarsi mentre uno stormo di corvi circola intorno alla nostra lotta in un ciclone di ombre.

Uno di noi due verrà consumato.

"Mi spetta ancora un segreto, Beatrice!" ruggisco contro l'uragano. Lampi scarlatti invadono la stanza. Dove prima si trovava soltanto un moncherino emerge un braccio, rosso cremisi e nero ebano, artigliato, deforme. Si fa strada verso il mio collo.

"Silenzio!". Il braccio si stringe intorno alla mia trachea. Il demone disperato ha abbandonato gli inganni in favore della brutalità. E' troppo tardi.

"COME POSSO UCCIDERTI?"

L'urlo soddisfa il rito, ed il Gioco dei Segreti. La natura del demone è più forte del suo disperato desiderio di sopravvivenza, ed è costretto a mostrarmi il punto debole nel suo nucleo di orrore. Afferro con tutte le mie forze quel singolo filo di debolezza nella creatura. Strappo.

Come un gomitolo sento Beatrice disfarsi detro di me, perdere unità e coerenza. La coscienza del demone sconfitto svanisce in un sussurro, ma il suo potere rimane. Il potere per cui sono venuto fin qui. Per cui ho rischiato tutto.

I corvi stridono e ridono. Un padrone o un altro, per loro non vi è differenza. Tutto ciò che desiderano è cibarsi. Piego la mia mente in un fatidico ordine e lo stormo si getta su di me, divorando quel che rimane dell'essenza del demone. Quando hanno terminato, sono libero.

Libero ma cambiato. Il mio nuovo braccio prude e bruce. Sento voci, dozzine di voci provenire da sopra di me. Una la riconosco, mentre si fa sempre più vicina.

Scaccio i corvi nel momento in cui Draven spalanca la porta, una lanterna in una mano ed un ascia pronta a colpire.


"Swain, vecchio folle. Sono sceso quando ho sentito gridare."

Non è una domanda, quindi non rispondo: ne pongo invece una. "Gli uomini sono pronti?"

"Aye. Cosa è successo qui?"

Questa, invece, lo è. Penso a tutto quello che dovrei dirgli e richiederebbe fin troppo tempo; questa notte vi è ancora un colpo di stato da portare a termine. Con Draven attendono cinquecento fedelissimi, scelti tra le mie legioni veterane. Con il mio piccolo esercito privato ed il nuovo, pulsante potere che ho conquistato adesso marceremo su per il Bastione Immortale; sbaraglieremo chiunque si opponga alla rivoluzione, ed arriveremo alla camere private dell'Imperatore Boram Darkwill. Lì stringerò la mia nuova mano al suo collo e con la sua morte Noxus nascerà nuovamente, pura e libera.

Mi limito ad una più laconica spiegazione.

"Ho vinto."

  
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