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Autore: Nerospirito    18/02/2018    1 recensioni
Durante la sua vacanza ad Alola, Velia si trova ad affrontare due terribili problemi: un tifone improvviso che la costringe a restare tappata nel suo appartamento, e la visita inaspettata di Guzman.
Tutto ciò accade in seguito a una jam session con lui e Plumeria finita con un fastidioso equivoco che svela le insicurezze della velenosa capopalestra di Zondopoli.
Starà al capo Skull svelare l' arcano, com l' arcano dietro la fuga della ragazza, complice appunto quel tempo da lupi.
{Seguito di Tropical Riff: Una rocker ad Alola}
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Velia
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Tropical Riff'
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Velia l'aveva fatta grossa: il pomeriggio prima, durante quella piccola Jam session con Guzman e Plumeria per divertirsi e ammazzare il tempo, ci aveva dato dentro un po’ troppo e la sua copertura di turista era andata a farsi friggere.

L'avevano guardata entrambi con espressioni che lasciavano ben poco all'immaginazione: stupore, fastidio anche, e dubbio.

“come è che una come te ha accettato di suonare con due dilettanti qui? volevi metterti in mostra?” era quello che leggeva sul viso di Plumeria, ma d'altronde lo aveva letto sul viso di parecchia gente con cui aveva provato a suonare nascondendo il suo lavoro..
Aveva voltato la testa e se ne era andata dalla casa dove vivevano i due, facendo del suo meglio per nascondere quanto quel pensiero la deprimesse..

E poi, non si era più fatta vedere: era rimasta chiusa nel bungalow che aveva affittato per quel periodo di vacanza ad Alola senza rispondere al cellulare o alle mail, semplicemente.. Aveva voglia di stare un po’ da sola..


Tra l'altro, il meteo di quella giornata sembrava proprio riflettere il suo pessimo stato d'animo: la spiaggia era spazzata da una pioggia pesante e fittissima, come se dal cielo qualcuno stesse rovesciando catini e catini d'acqua incessantemente.

E c'era vento, non fortissimo ma abbastanza da trasformare il mare così limpido e calmo in un ribollente calderone di un cupo grigio verde che aveva qualcosa di malsano, decisamente un avvertimento a non andare a nuotare..

Non che ne avesse voglia, a dire il vero, ma la ragazza quando era così giù di morale trovava uno strano conforto nella pioggia torrenziale, come se sperasse che potesse lavar via un po’ di nubi anche dal suo cuore..
Era così difficile essere Roxy.. Essere una star.

-Come se avessi scelto io di essere dove sono.. A me bastava suonare, e andare avanti con i miei pokemon su una strada tutta mia. -

Un tono amaro, mentre accarezzava il capo del suo Skolipede, che si era acciambellato accanto alla finestra sibilando sommessamente per le coccole sulle antenne rigide, coperte da uno spesso esoscheletro violetto.

Quelle antenne erano piene di una potente tossina, ma ormai Velia sapeva come trattare il suo pokémon per rilassarlo ed evitare che rilasciasse il veleno dritto sulle sue mani..

Certo, dopo aver preso quintali di antidoti e anti tossine..

Skolipede emise il suo verso raschiante, strusciando la grossa testa sul fianco della sua allenatrice, prima di acciambellarsi di nuovo come un gatto e tornare a dormire.. Dopotutto era un pokémon prevalentemente notturno, era normale che dormisse un po’ durante la giornata..

Velia scosse la testa, e un lievissimo sorriso si dipinse sulle sue labbra rosa pallido: i suoi pokémon erano sempre stati lì a confortarla durante i suoi momenti di fragilità o malinconia, facendo del loro meglio per starle vicina e farla sentire meglio appena un po’ di più, spesso riuscendoci..

Non stavolta però.. Perchè in quel momento Velia si trovava a fronteggiare proprio il suo più grande demone: la paura di non essere adatta.. di essere comunque Sola.

Doveva ammetterlo, non pensava davvero che i due Skull potessero mostrarle quello sguardo, e questo l'aveva dolorosamente colpita nel suo punto più debole.

Insomma, avevano colpito ciò che c'era sotto la corazza che si chiamava Roxy, oltre la scena e la forza che mostrava sul palco incurante di come si sentisse dentro.

-Che schifo.. Mi farò qualcosa di caldo, qui inizia a fare freddo -

Mormorò tra sé con una mezza smorfia di riluttanza, alzandosi dal divano e trascinandosi fino all’ angolo cucina per prepararsi un caffè dalla macchina con caraffa che era posata da parte al lavandino; quando qualcuno prese a bussare insistentemente alla porta.
Ma chi diavolo era?! Anche se una mezza idea se l'era già fatta.

Sbuffando andò ad aprire, dando un'occhiata al suo pokémon che aveva alzato la testa e guardava la porta con sommo fastidio negli occhi giallo aranciati, le pupille strette e fisse sul viso oltre la soglia.

Un Guzman completamente fradicio, che la fissava sulla soglia con i capelli schiacciati dal peso dell'acqua che gli ricadevano sugli occhi in una frangia sfatta e i vestiti larghi appiccicati alla pelle in pieghe disordinate che gocciolavano con insistenza sullo zerbino: teneva le mani sotto le ascelle e tremava lievemente per colpa della miscela di acqua e vento che gli aveva congelato le ossa.

Velia rimase per un attimo a fissarlo spaesata, sul viso un'espressione che non sapeva se essere più una smorfia scioccata, il principio di una risata dal cuore, o un grugno corrucciato, ma si riscosse subito, facendosi da parte per farlo entrare.

-Vieni dentro, razza di cretino, o ti beccherai una polmonite.. -

Sospirò rassegnata alla fine: lo aveva conosciuto da poco, ma sapeva benissimo che era cocciuto come un mulo e niente e nessuno poteva dissuaderlo quando si metteva un’ idea in testa.. Probabilmente appena aveva avuto un momento libero era corso a parlare con lei di quel che era successo il pomeriggio precedente, incurante del tifone che si stava scatenando fuori. A quanto pareva, doveva preparare caffè per due persone.

Guzman si strinse nelle braccia rabbrividendo visibilmente, ma con un sogghigno compiaciuto sul volto all’ invito, o meglio ordine, di Velia.

-Eh, sapevo che non potevi lasciarmi a gelare -

Sghignazzò divertito, fingendo che fosse andato tutto secondo il suo piano..

In realtà la tempesta si era scatenata quando era già troppo lontano per tornare indietro, ma gli mancava abbastanza strada per finire zuppo dalla testa ai piedi.

- Certo, potrei sempre rimetterti alla porta, Teschietto -

Ribatté la musicista, gettandogli in faccia gli asciugamani che gli aveva procurato nel mentre, prima di lasciarsi andare sul divanetto dove poco prima si stava crogiolando nella propria autocommiserazione, cercando di ignorare il fatto che si fosse tolto la maglia proprio al centro della sala senza tanti complimenti, e probabilmente lo aveva fatto proprio apposta.. Spaccone, rozzo e pure vanitoso.

Beh, un po’ era anche per questo che non lo giudicava proprio proprio da buttare, ma da qui a dirglielo in faccia ne sarebbe passata ancora un po’ di acqua sotto ai ponti.. Una cosa era sicura però, quando si presentava Guzman portava sicuramente del caos assieme a lui, il genere di caos che la faceva sempre stare un pochino meglio di quello zerbino che era diventata in seguito alla confessione di essere proprio Roxy.

-Allora, come mai sei venuto fin qui con questa pioggia? -

Domanda più che legittima, condita con il solito acidume che grondava dalla sua voce quando qualcosa non la convinceva.. E di solito le idee non proprio brillanti dell'ex boss Skull sapevano tirarlo fuori molto bene, quell’ acidume, inoltre..
Quella sera sembrava proprio un arbok pronto a sputare veleno, tanto aveva una smorfia irritata sul viso.

Guzman per tutta risposta continuò ad asciugarsi la testa per qualche minuto, ascoltandola parlare con un'alzata di occhi al cielo nascosta dall’ asciugamano in modo provvidenziale, prima di rispondere.

-Chiaro che è stato per ieri. Ci hai piantati in asso, e tutto perchè abbiamo notato chi fossi? Come se mi interessasse dirlo a qualcuno, o altro. -

Velia lo guardò sospettosa, gli occhi verde azzurri fissi su quelli dell'uomo e lievemente socchiusi, accompagnati da un “mmmh” basso e vibrante, lievemente roco come quando si lanciava nei coretti delle sue canzoni.

Guzman si strinse semplicemente nelle spalle, raggiungendo la macchina del caffè e preparando una tazza a testa: caldo e profumato, buono per iniziare una discussione come dio comandava.

Ne portò una a Velia, sedendosi dall'altra parte del divanetto con la sua tra le mani e appoggiando la schiena allo schienale.

-Non mi credi? Eppure, eccomi qui, mi sono fatto i chilometri a dorso di Taurus per raggiungerti prima che la tempesta colpisse duro.. probabilmente ora siamo bloccati qui per un po’, quindi.. Tanto vale spiegarmi che abbiamo fatto per farti venire quell'espressione ieri. Sembravi essere stata ferita a morte -

Stranamente, stavolta le parole di Guzman non contenevano ne malevolenza ne sarcasmo, anzi, sembrava genuinamente preoccupato per quello che poteva essere successo a Velia.

La ragazza dai capelli bianchi, che ora portava sciolti e ricadevano sulle spalle, prese un sorso di caffè dalla tazza tenuta a due mani, lasciandosi sfuggire uno sbuffo infastidito, ma anche rassegnato.

-E poi dici di non avere colpo d'occhio.. Sì, ecco.. La verità è che sono scappata, Guz.. Là ad Unima mi sentivo soffocare.. E il nostro agente continuava a fare pressioni perché ci adattassimo ai gusti della gente, e cercassimo nuovi stili, e i concerti sfiancanti.. -

Mormorò lei, rannicchiando le gambe sul divanetto e soffiando lievemente sulla tazza di caffè caldo, giusto per fare qualcosa mentre riordinava i pensieri, dato che questa volta l'uomo non sembrava aver intenzione di mettersi in mezzo al suo discorso.

-Ma non è quello che voglio fare..! Non mi interessa vendere, mi interessa fare musica, capisci? Non spazzatura che piace perchè suona orecchiabile come vogliono i discografici.. Bah, forse dovrei mollare tutto e rifugiarmi qui ad Alola per sempre o una cosa del genere. -

Guzman rimase in silenzio ancora una volta, annuendo e lasciando che continuasse a sfogarsi senza interromperla, anche se sapeva bene di quale sensazione stesse parlando Velia: un'inquietudine sottile, che ti spinge alla paura di proseguire verso la tua strada quando questa sembra deviare dal suo obiettivo originale.

Per lui era stato il veder degenerare le sue convinzioni in una gigantesca bolla di sapone..

E lui era diventato Guzman il boss Skull, perdendo il suo intento di allenatore iniziale..

-Comunque, io e Plum siamo solo rimasti stupiti che tu fossi proprio quella Roxy, non pensavamo certo di vederti ad Alola in vacanza e senza avvisare nessuno.. O forse è meglio dire. in fuga? Beh, non importa. -

Dichiarò alla fine Guzman, quando vide che Velia non aveva molto di più da dire e che si era chiusa in un quieto e mesto silenzio.

Senza dubbio le sue parole la riscossero un poco, e lei lo guardò con aria vagamente spaesata, gli occhi lievemente sgranati e la tazza a metà tra le labbra e le ginocchia su cui l’aveva appoggiata poco prima mentre parlava.

-Quindi non.. Vi seccava che ve lo avessi nascosto..? -

Domandò la ragazza, con un lieve sorriso che compariva sulle sue labbra, le gote lievemente arrossate da una vampata di vergogna che le stava lentamente risalendo dallo stomaco: a un tratto si sentì un po’ sciocca, ad aver pensato quel che aveva pensato di loro..

-Figurati, avevi le tue buone ragioni, anzi.. Come dire, è stato grandioso suonare con te, sei fantastica. E dirò di più! Quando tornerai a Zondopoli, va a prendere quegli incravattati della tua etichetta e suonagliele anche da parte nostra: hai il diritto di sfondare timpani con la tua musica, tua e basta. -

Le disse lui, con accorata convinzione mentre tracannava il caffè bollente per dare enfasi alla cosa, quasi strozzandosi a causa del bruciore in gola che quella cavolata gli aveva appena scatenato, costringendolo a tossicchiare con le lacrime agli occhi.

-Insomma.. quello che voglio dire è di non farti mettere i piedi in testa, perché sei fortissima Velia. E a noi piaci così come sei, veleno e note e tutto il resto..! Cavolo se brucia.. -

Continuò poi, massaggiandosi la gola e schiarendosi la voce con un suono raschiante e strozzato: bruciava, il caffè bollente.

-Vuoi dell'acqua per quello? -

Domandò a quel punto Velia, una mano davanti alla bocca a trattenere una risatina che non le sembrava affatto di luogo, ma che alla fine uscì lo stesso, un po’ più forte del dovuto, scuotendola lievemente.
Sì alzò e posando la tazza per terra da parte al divanetto andò fino al frigo, prendendo dell'acqua gelata per Guzman, che boccheggiò uno “stronza” mentre lei rideva ancora porgendogli il bicchiere; lo lasciò riprendere, prima di dargli un allegro buffetto sulla spalla destra con un sorrisetto che languiva ambiguamente tra malizia affettuosa e dolcezza, sedendosi di nuovo accanto a lui, stavolta con le gambe incrociate, la pelle candida messa in mostra dagli shorts in jeans neri e dal top bianco e nero che aveva scelto per stare in casa.. In realtà avrebbe dovuto uscire e farsi un giro per schiarire le idee, ma poi era scoppiata la tempesta e tappata in casa il suo umore era nettamente peggiorato.

-Comunque, Grazie Guz, credo tu abbia ragione.. Sarà difficile ma cercherò di farmi valere per quello che sono e che suono.. Se va male, posso sempre rompere il basso in testa a qualcuno e andarmene stracciando il mio contratto.. E ricominciare. -

Convenne, appoggiandosi con la schiena allo schienale e scivolando lentamente contro la spalla di lui, con un sorriso rilassato.

-Hai detto che durerà ancora un po’ vero..? Avanti, fammi da cuscino, dormo male con i tuoni -

Dichiarò, guardandolo dal basso in alto con un sorrisetto da birbante: non che fosse vero, ma dato che ormai erano andati così avanti, che male c’era nel flirtare un pochino..?

Nessuno, perché in fondo anche quello era prendersi la sua piccola rivincita sulla vita.

Angolo autore: E anche questa è andata.. Molte cose possono nascere tra due persone se costrette nella stessa stanza per molto tempo.. Aprire il cuore è solo una di quelle, come anche avere paura.

Velia ha finalmente deciso di tornare e affrontare il mondo dal quale era scappata… Ma questo accorcia drammaticamente i tempi per il nostro Skull!

  
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