Serie TV > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: LanceTheWolf    18/02/2018    3 recensioni
[The Orville]
Yaphit volse lo sguardo verso il quadro che lo ritraeva insieme all’unico membro della sua famiglia.
-Sembra una vita che non ci vediamo, non è vero? “Voglio seguire i miei sogni”, ti ho detto.- Disse all’immagine davanti a lui. La bocca e tutta la sua forma si piegarono abbassandosi verso il pavimento, quasi un peso enorme lo stesse schiacciando grevemente.
-Mi sento solo.- Sussurrò dando le spalle a quanto aveva di più caro.

Contiene Spoiler.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Questa storia partecipa al "Contest di San Valentino 2018" della pagina FB “La Stamberga degli scribacchini”: https://www.facebook.com/events/1594828553904308/
 

Per chi non conosce la serie di “The Orville” e ha comunque voglia di leggere questa storia:
  • Apsada: è una bevanda inebriante popolarmente consumata dai Moclan. Simile come vischiosità allo sciroppo, l'apsada innesta un parassita nel corpo del bevitore; la successiva crescita e sviluppo del parassita produce una sensazione piacevole nell'ospite.
  • Barman: il barman dell’Orville è un particolare umanoide caratterizzato dalla pelle argentea.
  • Claire Finn: è l’ufficiale medico della Orville. Yaphit ha una cotta paurosa per lei.
  • ECV-197-2: è il nome di una delle due navette dell’Orville (navetta di riserva).
  • Gondus Elden: è il più grande scrittore nella storia dei Moclan.
  • Gordon Malloy: è uno dei timonieri dell’Orville, le sue abilità di pilotaggio sono descritte come "Leggendarie".
  • John LaMarr: è il capo ingegnere dell’Orville, prima di accettare questo ruolo ha servito come timoniere.
  • Motore quantico potenziato da disonium: sistema di motori dell’Orville.
  • Uss Orville: o ECV-197, è una nave esplorativa di medio livello a servizio dell’Unione Planetaria.
  • Vodka Xelayana: bevanda alcolica di Xelaya.
  • Yaphit: è una persona gelatinosa, l'ingegnere più anziano su la USS Orville. Yaphit è più noto per la sua fortissima cotta per Claire Finn.
 

L’abisso



 
22:50. T: Mi dispiace sai?
22.51. Y: Cosa?
22:51. T: Mi dispiace che tu sia così lontano.
22:51. Y: Dici sul serio?
22:51. T: Certo, perché dovrebbe essere diversamente?
22:51. Y: No. No, hai ragione.
22:51. T: =D
22:51. Y: ;-)
22:51. T: Sai…
22:51. Y: Cosa? Perché hai fatto i puntini?
22:51. T: Sto pensando.
22:52. Y: Qualcosa di bello, spero.
22:52. T: Sì. O per meglio dire… lo spero anche io.
22:52. Y: Ancora puntini. >:-(
22:52. T: :-P
22:52. Y: Dai spara! :-D
22:52. Y: T, ci sei ancora?
22:53. T: Vorrei incontrarti.
22:54. T: Y?

22:55.
22:56.
22:57.
22:58.
22:59
.
23:00. Y: Scusa, è caduta la connessione.
23:00. Y: Dicevi?

23:01. T: Nulla, non preoccuparti.
23:01. T: È tardi. Buona notte. :)

23:01. Y: Notte!


-Dammene un altro.- Ordinò stancamente Yaphit al barman. La lunga linea viscida che ne rappresentava la bocca era piegata esageratamente verso il basso. Avrebbe sospirato se avesse avuto dei polmoni.
-Quindi?- Esordì John LaMarr sedendosi sullo sgabello.
-Capo.- Salutò stancamente l’ammasso gelatinoso.
L’uomo d’argento dietro al bancone passò a Yaphit un altro bicchiere di Vodka Xelayana.
-Lo stesso per me.- Richiese LaMarr, prima di rivolgersi nuovamente all’ingegnere: -Allora bello? Cosa c’è che non va?-
A quella domanda la gelatina che formava Yaphit sembrò rilasciarsi stancamente contro lo sgabello. -Uhm, cosa ti fa pensare che qualcosa non vada?-
Il nuovo capo ingegnere, fingendo di controllare l’orologio da polso, rispose: -È mezzanotte passata, non ti si vede spesso in giro a quest’ora. La Finn ti ha di nuovo scaricato?-
Le labbra dell’essere gelatinoso mostrarono appieno il suo disappunto. -Quella è cosa vecchia, bello.- Gli fece il verso. -Dovresti aggiornarti.-
-Aggiornami allora. Sono tutt’orecchi.-
-In pratica non hai nulla di meglio da fare.-
John ammiccò divertito.
Yaphit, mimando arrendevolezza, aprì la bocca stancamente ed espresse un suono lamentoso, prima di cominciare: -C’è questa tipa, no? T, si chiama, beh, almeno io la chiamo così. L’ho conosciuta su una chat.-
-Ahhh, capisco!- Annuì complice John, prima di bere dal proprio bicchiere.
-Non una di “quelle” chat.- Specificò Yaphit sdegnato. -Per chi mi prendi? Parliamo di letteratura.-
-Letteratura. Certo.- Rimarcò ironico l’altro.
-Ti fa tanto strano che mi interessi di lett… ahhh, lasciamo stare.- Abbandonò la discussione accennando a lasciarsi scivolare dallo sgabello.
-No, dai! Parla, mi interessa. Davvero!- Cercò di recuperare LaMarr.
Yaphit parve accettare quelle parole per vere e riaccomodandosi, riprese: -Lei è incredibile. È una pilota. Adora l’ingegneria. Sa cos’è un motore quantico potenziato da disonium. Domani entriamo nel quadrante Alpha, lei “vive” nel quadrante Alpha e… vuole vedermi.-
-Forte!-
-Già forte! Yeah!- Disse privo del tutto d’entusiasmo alzando un moncone gelatinoso.
-Fammi capire, qual è il problema, bello? Una tipa ti piace. Una tipa che non sia la dottoressa Finn.- Sottolineò l’ultima frase l’ex-timoniere. -E tu reagisci come se stessi per andare al patibolo?-
-Perché esiste anche questa opzione?- Chiese con un pizzico di vana speranza.
-Per tutti i Krill, sei messo proprio male!-
-Vuole vedermi, capisci?-
-E allora?- Chiese perplesso il giovane tenente facendo spallucce e volgendo i palmi al soffitto.
-Vuole vedere me.- Yaphit si indicò generando due goffi tentacoli. -“Me”, capisci? Me.- Rimarcò per l’ennesima volta.
Ancora il suo interlocutore parve non afferrare il concetto.
-Questo! Lei vuole vedermi e io sono… questo.-
-Ehhh?- Bofonchiò l’ufficiale.
-E menomale che sono io quello senz’occhi, accidenti!-
-Giustappunto mi sono sempre chiesto come facessi a ved…-
-Come faccio a farmi vedere da lei?- Yaphit l’interruppe infervorandosi.
LaMarr lo fissò incredulo. -Vai lì e la incontri.-
-Che?-
-Ti piace, no? Prima o poi dovrete incontrarvi, meglio prima che dopo.-
-E se non dovessi piacerle?-
-Non piaci nemmeno alla dottoressa Claire, eppure non mi sembra che te ne sia mai fatto un problema.-
Una lunga pausa, prima che Yaphit commentasse con un filo di voce: -Ma è diverso. “Lei” è diversa. È speciale.-
John sorrise. -Un motivo in più per incontrarla. E se non le piaci… ehi, amico, problema suo!- Concluse enfatizzando.
Yaphit strinse le labbra e annuì deciso. -Sai che ti dico. Hai ragione.- Poi volgendosi al barman. -Hei bello, un altro giro per me e il mio amico.-


 
01.58. Y: T stai dormendo? So che è tardi ma vorrei parlarti.
01.59. Y: T?
02.00. Y: Chissà che mi è saltato in mente. È tardissimo. Probabilmente non leggerai questo
messaggio prima di domani, beh, almeno sarò il primo ad augurarti una buona
giornata. Buon giorno quindi.

02:02. T: Sono sveglia.
02:02. Y: Colpa mia?
02:02. T: Forse. ;)
02:02. Y: Mi dispiace. Anzi no, non mi dispiace, perché devo assolutamente parlarti.
02:02. T: Dimmi allora. :)
02:02. Y: Domani entriamo nel quadrante Alpha.
02:02. T: Dici sul serio?
02:03. Y: Stavo pensando che potrei chiedere qualche ora di permesso, prendere una
navetta e venire a dare un’occhiata all’avamposto UTI-510.

02:04. Y: T?
02:04. Y: T, tutto bene?

02:04. T: Appena all’interno dell’area d’attracco, accanto ai tornelli d’identificazione, c’è una
caffetteria. Non puoi non vederla è frequentata per lo più da piloti. 19:30, io sarò lì.
Ti aspetto.

02:04. Y: Non mancherò T.
02:04. T: Non vedo l’ora. A domani, cioè a oggi.
02:05. Y: A oggi.
02:05. Y: No. un attimo T, non staccare. Come ti riconosco?

02:05. T: Tranquillo. :) Ti riconoscerò io. Sono del posto, ricordi? Non mi sfuggirà certo una
faccia nuova.

02:05. Y: Hai ragione solo…
02:05. T: Solo cosa?
02:05. Y: Nulla, una sciocchezza. A… tra poco.
02:06. T: A “tra poco” Y. Notte. :*
02:06. Y: Notte!


Yaphit volse lo sguardo verso il quadro che lo ritraeva insieme all’unico membro della sua famiglia.
-Sembra una vita che non ci vediamo, non è vero? “Voglio seguire i miei sogni”, ti ho detto.- Disse all’immagine davanti a lui. La bocca e tutta la sua forma si piegarono abbassandosi verso il pavimento, quasi un peso enorme lo stesse schiacciando grevemente.
-Mi sento solo.- Sussurrò dando le spalle a quanto aveva di più caro.
-Unica persona gelatinosa a bordo da una vita. Poco importa quanto io voglia fare il simpatico, appena possono, gli altri non perdono occasione per deridermi. Non piaccio a nessuno.-

Era seduto al tavolino della caffetteria della zona d’attracco dell’avamposto UTI-510.
Si sentiva fuori posto: da quando era sceso dalla ECV-197-2 aveva avvertito gli occhi di tutti addosso.
“Che c’è non avete mai visto una navetta?” Si era detto Yaphit, ma in realtà sapeva che, probabilmente, era il suo aspetto ad aver attratto l’attenzione dei più: non capitava certo tutti i giorni d’incontrare una persona gelatinosa, un blob come lo definivano i più meschini.
Anche adesso, seduto a quel tavolo, udiva indistintamente il parlottare delle persone che lo indicavano.
Il desiderio di andarsene e terminare quella tortura era forte, ma T… ahhh, T era speciale, diversa da tutta quella gente. Almeno sperava.
Da come si era mossa la sostanza che lo formava, qualcuno avrebbe potuto dire che avesse sospirato e infondo era stato così. Non nel senso stretto del termine, ovviamente, il suo corpo non possedeva gli organi interni che rendevano le altre persone vulnerabili, ma era comunque ansioso. Il suo “non stomaco” era stretto in una morsa indefinita, proprio come quell’attesa straziava il suo, ehm… “non cuore”; stupida riprova che è altro a rendere gli esseri “umani”, non certo la quantità di viscere che posseggono.
L’ennesimo sussurro stupito gli fece arricciare la bocca amaramente.
“Piloti! Esistono esseri più odiosi?” Pensò, ma nel farlo sentì qualcosa dentro di lui dolere più di quanto si sarebbe potuto aspettare: anche T era una pilota.
Cominciò a guardarsi intorno e, come ipnotizzato, lo sguardo si soffermò sull’orologio a muro. La lancetta metallica arrotondò l’ora proprio in quell’istante: erano le venti.
Era lì da prima dell’orario stabilito, orario passato ormai da mezzora: trenta lunghi minuti.
“Non arriverà.” Lo bersagliò crudele il suo pensiero. “Questo nel migliore dei casi. Nel peggiore mi ha visto ed è scappata.” L’ironia piegò la protuberanza tonda, che dava al resto dell’universo l’idea che avesse una testa, in quella che si sarebbe potuta definire un’espressione di consapevole amarezza. Certo, per dimostrare un’espressione bisognerebbe avere dei lineamenti, oppure essere un matematico, ma… non sottilizziamo! Come direbbe il timoniere Gordon Malloy: “anche un liceale sa dimostrare un’espressione se si impegna” e beh, in Yaphit quel che provava era talmente palese che non occorreva un esperto.
Scivolò verso l’uscita di quel posto. Non ci avrebbe mai più messo piede, parola sua!
I cristalli automatici della porta scorsero di lato mentre lui, chino su sé stesso, procedeva senza badare a quello che lo circondava, desideroso solo di tornare alla navetta e poi di corsa a casa.
Qualcosa però lo urtò con una rapidità tale da spingerlo di lato. Se avesse avuto le gambe, sarebbe finito a terra di sicuro; come facessero alcuni a muoversi in equilibrio su quei due fragili e ridicoli stuzzicadenti per lui rimaneva un mistero.
-Guarda dove cammini, razza d’idiota!- Urlò il suo disappunto, non solo per quel brusco scontro, volgendosi verso chi lo aveva “investito”.
“Arancione.” Balenò in un attimo nella sua mente, imbambolandosi nel trovarsi davanti una persona gelatinosa esattamente come lui.
Tra le appendici vischiose, questi, stringeva un tomo dalla rilegatura rigida: “L’abisso” di Gondus Elden, il suo libro preferito; il libro preferito da T.
-Che c’è? Non hai mai visto una gelatina arancione in vita tua?- Giunse insolente la voce più femminile e sensuale che avesse mai udito.
-T?-
Le labbra di quella meravigliosa marmellatina all’arancia si piegarono nel sorriso più dolce che potesse percepire l’essenza di Yaphit.
-Thira.- Gli disse porgendogli uno di quegli incredibili tentacoli trasparenti. -Pilota di livello uno dell’Unione Planetaria, dislocata in questo buco d’avamposto sperduto nell’universo. E, per inciso, dovrei avere gli occhi per vedere dove cammino.- Ironica. Bella e ironica.
-Sei così viscida.- Disse incantato da tanta squisitezza.
-Adulatore.-
-No, no, non ti sto adulando, sei… davvero… insomma, non ti facevo tanto attraente.-
-Abbiamo un fine oratore a quanto pare. Comunque non sei male neanche tu: adoro la “senape”.- Un secondo di pausa. -Ti va di ricominciare dall’inizio?- Aggiunse, ancora col tentacolo proteso verso di lui. -Sempre che tu non abbia qualcosa contro le gelatine, ovvio. Odio i razzisti.-
Si affrettò a stringere la materia che gli porgeva. -Yaphit, ingegnere in seconda dell’incrociatore di medio livello USS Orville, e… adoro le gelatine.-
-Bene.- Commentò lei con fare divertito, aggirandolo per entrare nel locale. -Perché hai un “Idiota” da farti perdonare.-
-Ehi, sei tu che sei arrivata in ritardo.- Protestò bonariamente.
-Vero, allora per questa volta facciamo che siamo pari, ma alla prossima…- Thira lasciò cadere la frase così, mentre Yaphit galantemente scostava una sedia per farla accomodare.
“Prossima? Ha detto prossima?” Pensò l’ingegnere mentre il suo “non stomaco” sembrava finalmente aver trovato pace a favore di un’altra sensazione pressante, ma piacevole, quasi avesse bevuto dell’Apsada.

 

Questa storia si è classificata seconda al "Contest di San Valentino 2018" della pagina FB “La Stamberga degli scribacchini”.
 

 


Domenica 18 febbraio 2018
Volevo ringraziare di cuore Donnasole, per avermi dato l’idea sul come partire questa Oneshottina e che mi ha aiutata a dare un verso ad alcuni dialoghi in modo da farli funzionare al meglio.
Ringrazio anche a Mokuren e Virkahell che mi hanno supportata quando mi sembrava di non riuscire a trovare il tempo per scrivere una sola riga di quanto avevo in mente.
Grazie infinite ragazzi e grazie anche a tutti coloro che sono arrivati a leggere queste righe, perché se sono arrivati fin qui hanno sicuramente letto questa mia storiella.
Grazie, grazie e ancora grazie!


Lance
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: LanceTheWolf