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Autore: Rohhh    18/02/2018    1 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao a tutte!
Innanzitutto devo farvi le mie più enormi scuse per questa lunghissima assenza imperdonabile.
Mi dispiace tantissimo di aver fatto trascorrere così tanto tempo tra un capitolo e l'altro perchè so che dà fastidio quando si segue il filo di una storia ed è una cosa che io stessa odio.
Purtroppo adesso lavoro e posso scrivere solo durante il fine settimana visto che il tempo è poco e non mi basta per fare tutto
Il ritardo è dovuto a questo non al fatto che voglio lasciare la storia a metà. In ogni caso adesso mi sono assestata e spero che, nonostante gli impegni, la prossima volta possa aggiornare più in fretta.
mi è mancato tanto scrivere e pubblicare e spero di non avervi fatto spazientire troppo.
Vi ringrazio come sempre!
Un abbraccio e spero gradirete il capitolo!

Cap. 37 Vicini al nuovo anno

 

«Allora? Chi è pronto per il capodanno più epico di sempre?»

La voce squillante di Jessica giunse improvvisa alle spalle di Matt e Luke, placidamente intenti a camminare lungo una strada trafficata del centro, nel tardo pomeriggio di uno degli ultimi freddi giorni che li separavano dall'arrivo del nuovo anno.

I loro poveri timpani non fecero in tempo a riprendersi dai danni provocati dagli ultrasuoni emessi dalle corde vocali della bionda, che i due quasi rischiarono di perdere l'equilibrio e ritrovarsi per terra, travolti dalla foga sovrumana di Jessica, che piombò loro addosso, piazzandosi di prepotenza in mezzo e cingendoli amichevolmente con le braccia, uno a destra, l'altro a sinistra.

Le vittime di quell'assalto imprevisto rotearono in contemporanea gli occhi al cielo con aria esasperata e Luke vi aggiunse anche un sonoro sbuffo di fastidio, causato dalla troppa vicinanza della ragazza che, nonostante la tregua fatta per aiutare Matt, continuava a trovare sopportabile quanto un attacco acuto di orticarie.

«Lo dici ogni anno, Jess...» commentò piatto Matt, lanciando un'occhiata incuriosita e perplessa al braccio di Jessica, che circondava le spalle di Luke senza che la cosa paresse provocarle crisi isteriche o versi di sdegno.

Fu tentato di darsi un pizzico nel fianco per capire se si trovasse nel mondo reale o in qualche strano incubo ma ci pensò un calcio involontario che Jessica gli piazzò sullo stinco mentre camminava in quella posizione scomoda a suggerirgli che sì, era tutto vero.

«Beh, mi sembra ovvio! Dobbiamo puntare sempre a fare meglio dell'anno prima, non possiamo mica abbassare i nostri standard! L'importante è crederci e non perdere di vista l'obiettivo!» trillò sicura, puntando platealmente un dito verso il cielo e assumendo una buffa espressione solenne in viso.

«Guarda che stiamo parlando di un normalissimo giorno dell'anno e non della salvezza dell'universo! Sei ridicola! - borbottò Luke, guadagnandosi una linguaccia poco carina da parte di Jessica – E poi quali sarebbero questi tuoi 'standard'? No, perchè se si tratta di ballare fino a perdere l'udito con della musica assordante, ingurgitare quantità inenarrabili di alcool e finire a scopare sul sedile posteriore di una macchina, credo non ti ci voglia molto per raggiungerli, puoi stare tranquilla.» si premurò poi di farle notare in maniera fin troppo brusca, distogliendo lo sguardo e puntandolo accigliato sul bordo della strada.

In realtà quell'anno non gli importava granchè di come e quanto festeggiare, l'unica cosa che avrebbe desiderato era passare quella serata con Melissa, senza preoccupazioni o ansie e senza la paura che qualcosa potesse andare storto, ma sapeva che non sarebbe stato così e che, per l'ennesima volta, avrebbero dovuto prendere un sacco di accorgimenti per riuscire a stare anche solo un'ora insieme e non destare sospetti.

Per fortuna che a breve, nel bene o nel male, tutto sarebbe finito...o almeno così sperava.

«Oh, bravo il mio capellone, in effetti l'idea era proprio quella! Divertimento, una bella sbronza e del sano sesso! Cosa c'è di meglio? - esclamò la bionda, senza farsi minimamente scalfire l'entusiasmo dalle critiche sarcastiche di Luke – E comunque tutta questa acidità da fase premestruale non ti fa bene, sai?» lo punzecchiò subito, sghignazzando quando il riccio le dedicò affettuosamente un dito medio e qualche imprecazione a bassa voce.

Si insultavano a vicenda come sempre ma stavolta i loro atteggiamenti erano diversi, sembravano quasi da amici, e Matt li osservò sempre più confuso prima di finire comunque a sorridere per il teatrino comico che si stava consumando davanti a lui.

«Dunque, cosa vorresti fare?» domandò poco dopo, infilandosi le mani nelle tasche del giubbotto mentre Jessica non ne voleva sapere di mollare la presa e tenerli in ostaggio, quasi avesse paura che i due ne potessero approfittare per svignarsela.

La ragazza si esibì in un sorriso smagliante e fece ondeggiare furiosamente la coda alta nella quale aveva acconciato i lunghissimi capelli.

«Ci sarà una mega festa ai vecchi magazzini, una cosa enorme, musica di tutti i tipi, piste per ballare, un sacco di casino e verrà di sicuro mezza città...non possiamo mancare! Che ne dite? Non è fantastico?» esclamò Jessica, fissando coi suoi grandi occhi chiari ed euforici le facce dei due amici che, al contrario, rimanevano piuttosto apatiche e disinteressate.

Luke non rispose, scrollò le spalle con indifferenza, lasciando intuire che l'idea non gli faceva di certo fare i salti di gioia, anche perchè, quanto meno per la prima parte della serata, i suoi programmi erano di cenare con Melissa e passare una serata romantica e tranquilla.

Matt rimase con lo sguardo pensoso fisso davanti a sè e non ebbe alcuna reazione, come se tutte quelle chiacchiere non lo riguardassero nemmeno di striscio.

«Per me è uguale» disse infine con tono apatico, senza sprecarsi in altri commenti.

Capodanno non era di certo tra le sue priorità in quel momento e, se gli avessero proposto di scegliere tra partecipare a un evento pazzesco o rimanere a casa a guardare la tv, probabilmente per lui non avrebbe fatto granchè differenza.

Aveva troppi pensieri ad affollargli la testa.

Innanzitutto c'era Ashley e i sentimenti che cominciava a provare per lei e che non poteva più rinnegare, nascondendosi dietro un'inutile ipocrisia, per non parlare della situazione difficile che li circondava e che gli faceva presagire che la loro sarebbe stata per sempre una relazione impossibile, destinata a sparire come una manciata di polvere spazzata dal vento.

Come se quello già non fosse bastato, qualche giorno prima aveva scoperto delle condizioni precarie di salute di suo padre e quell'evento gli aveva fatto riaffiorare un conflitto interiore che sperava fosse ormai morto e sepolto.

Ricordava benissimo come si era sentito da suo fratello, tutta l'angoscia, i sensi di colpa, il suo passato che tornava...ma non riusciva invece a quantificare quanto tempo fosse rimasto letteralmente attaccato ad Ashley, mentre lei lo aveva accarezzato e cullato nel tentativo di alleviare il suo dolore.

Erano stati minuti o forse ore, questo proprio non sapeva dirlo, ma la cosa di cui era certo era che, se non ci fosse stata lei quella sera a riportarlo a galla con la sua presenza e quelle carezze miracolose, forse avrebbe dovuto fare i conti con una serie molto lunga di incubi e notti insonni.

E di nuovo il cuore accelerava i battiti e lo stomaco gli si attorcigliava quando pensava a lei e realizzava quanto si fosse ormai inesorabilmente legato a quella ragazza, a tratti distaccata e scorbutica ma che gli sapeva entrare dentro senza chiedere il permesso per guarirlo dai suoi mali.

Che altro aveva fatto di male nella vita per essersi cacciato in questo guaio?

Il gomito di Jessica si piegò di più contro il suo collo per stringerlo e rischiò di soffocarlo, riportandolo alla realtà e facendogli capire che la sua ex non doveva aver preso molto bene le reazioni non proprio entusiaste ai suoi progetti per l'ultimo dell'anno.

Si voltò verso di lei con una smorfia di dolore a piegargli le labbra e notò che anche Luke, dall'altra parte, non se la passava molto meglio, stretto nella morsa fatale della biondina e pronto ad esplodere da un momento all'altro.

«Cazzo, ragazzi ma vi sentite? Un ottantenne avrebbe più voglia di vivere di voi due messi assieme! - sbottò lei sconvolta con voce stridula, sgranando gli occhi e fissando attonita i due esseri che aveva al fianco e che cominciava a credere alieni – Beh, aprite bene le orecchie, vi dò una notiziona, visto che non ci arrivate da soli! Siamo giovani ok? Giovani! - scandì bene quella parola, sporgendosi a destra e sinistra per spiattellarlo in faccia ai diretti interessati - Dobbiamo divertirci adesso che possiamo, uscire, socializzare, fare tardi...abbiamo tutta una vita per deprimerci e diventare noiosi, si può sapere perchè anticipare questa merda?» cercò di spiegarsi, senza ottenere però grandi risultati.

«Essere giovani non significa dover condividere per forza il tuo stile di vita, se non ti fosse abbastanza chiaro!» precisò Luke, provando debolmente a divincolarsi dalla presa salda di Jessica ma fallendo miseramente.

«Oh, andiamo! Un tempo sareste stati perfettamente d'accordo con me! Che diavolo vi sta succedendo? - chiese delusa, abbassando i toni e scrutando i visi corrucciati e pensierosi dei due ragazzi, poi sospirò rassegnata – Ok, capisco che Matt sia tutto preso dalle sue pene d'amore per colpa di quella stronzetta dai capelli rossi – continuò, ricordandosi del suo incontro con Ashley e di quanto la ragazza era stata simpatica come una porta chiusa sulle dita, poi con una mossa fulminea tappò la bocca di Matt, che si stava accingendo a replicare – e no, non ti azzardare a dire che non sei innamorato perchè hai perso di credibilità, ok? - lo zittì in un istante, lasciandolo definitivamente senza parole per poi rivolgersi a Luke – E non so che cosa diavolo affligga te...a guardarti bene sembri anche tu vittima di qualche ragazza ma...mi sembra impossibile che tu abbia trovato qualcuna che te la dia con questa pettinatura orrenda – proseguì Jessica, ma fu costretta a fermarsi quando notò che il ragazzo sembrava a disagio e un leggero rossore gli aveva colorato le guance, così dopo una prima meraviglia, un ghigno malefico comparve sul suo bel viso – Oddio, non dirmi che anche tu hai problemi di cuore? É incredibile! Vuoi farmi credere che anche i cespugli come te riescono a interagire con le ragazze? Sarebbe un evento eccezionale, io...» prese a parlare a raffica mentre scompigliava con violenza i riccioli ribelli di Luke, il quale raggiunse in un attimo il limite di sopportazione.

Ok la tregua e tutto il resto ma...quando era troppo...

«Vaffanculo Jessica, vuoi piantarla? Sei un essere infernale! Ti decidi ad arrivare al punto?» esplose esasperato, riuscendo a liberarsi del braccio da piovra di Jessica e cercando di sistemare i suoi capelli, ancora più gonfi del solito per colpa dell'aggressione della ragazza.

Matt dovette soffocare una risata per evitare le ire del suo amico ma non potè negare che l'atmosfera si era alleggerita ed era stato anche merito di quei due rompiscatole patentati.

«Il punto è che siamo tutti pieni di problemi e preoccupazioni e vi capisco benissimo! Cosa credete, la mia vita non è tutta rose, fiori e arcobaleni ma...almeno per un giorno potremmo anche approfittarne per mettere da parte tutti i casini e goderci un po' di fottuta libertà! É chiedere troppo, forse?» domandò Jessica, piazzandosi di fronte a loro, coi pugni stretti e lo sguardo da bambina delusa.

Matt la osservò e dovette ammettere che in fondo non aveva poi tutti i torti.

Rimuginare sui problemi non sarebbe servito a molto e rovinarsi una serata piacevole con i suoi amici solo per annegare nella parte oscura della sua anima non era esattamente una scelta saggia.

Sorrise, alla fine. «E va bene...hai ragione Jess...andremo alla festa» concluse deciso mentre Jessica tirava un sospiro di sollievo e simulava un applauso silenzioso con le mani.

Luke lanciò un'occhiata non troppo convinta all'amico, poi si fissò le scarpe e parve rifletterci su qualche secondo, con gli occhi degli amici puntati sopra di lui, in attesa del verdetto.

«Ok, d'accordo! Vi raggiungerò anche io!» farfugliò infine, riprendendo a camminare con lo sguardo accigliato fisso sul marciapiede per non darla vinta alla bionda.

«Bravo, cespuglietto! Così mi piaci!» esultò Jessica, dandogli una pacca sulla schiena alla quale stranamente non seguì nessuna imprecazione da parte del riccio.

Davvero era molto sospetto e Matt assottigliò lo sguardo.

«Scusate...mi sono perso qualcosa, per caso? Da quando voi due siete così amichevoli e non tentate di uccidervi a vicenda ad ogni buona occasione?» chiese finalmente, aspettandosi una spiegazione plausibile per quella stranezza.

«Da quando, tesoro mio, lavoriamo insieme per aiutarti a proteggere il tuo amore da tutta la schiera di nemici pronti ad ostacolarvi! Puoi considerarci i tuoi angeli custodi, direi!» rispose tranquilla Jessica, come stesse dicendo la cosa più normale della terra.

Matt strabuzzò gli occhi e si piantò di colpo, cercando di elaborare il significato delle parole che aveva appena udito.

«I...i miei che cosa? Angeli di che?» sbraitò poco dopo, lanciando un'occhiata stranita alla bionda e una assassina a Luke, che rideva sotto i baffi.

«Sì, lo so, angelo non mi si addice...in effetti sono più una diavoletta!» sottolineò Jessica maliziosa, strizzando un occhio con fare impertinente.

«Luke, che cazzo significa?» domandò allora Matt nervoso, cambiando soggetto dopo aver capito che dalla sua ex non avrebbe ottenuto risposte serie.

«Ti abbiamo salvato il culo un paio di volte, amico, niente di che!» lo liquidò lui, facendo l'indifferente e rivelandosi inaspettatamente il degno compare di Jessica.

Matt si sforzò di rimanere calmo e tenere a bada l'istinto di mandare a quel paese quei due impiccioni quando Jessica riprese a parlare.

«E io ho anche parlato con Ashley, una volta, per convincerla a fare pace con te! Siete due completi idioti, quando vi impegnate!» cinguettò, sistemandosi la borsetta sulla spalla e ancheggiando come suo solito.

«Che cosa avresti fatto?» la voce agitata di Matt risuonò minacciosa, facendo voltare persino qualche ignaro passante, ma nessuno dei due amici parve lasciarsi impressionare.

Jessica fece spallucce, Luke si schiarì la voce.

«Le avevo detto che mi sembrava una pessima idea ma ha fatto di testa sua!» si giustificò il moro, alzando le braccia in segno di resa.

«Però ha funzionato, no? Anche se, senza offesa Matt, la tua ragazza non è il massimo della simpatia, ad un certo punto avrei voluto strozzarla ma poi a te non avrebbe fatto tanto piacere, perciò...» commentò Jessica in maniera vaga, distratta dalla vetrina di un negozio di scarpe.

«Fatemi capire...voi parlate di me, organizzate missioni alle mie spalle...cosa altro c'è che non so? Si può sapere come diavolo dovrei prenderla?» biascicò Matt sbigottito, quasi senza parole.

Pensava che la sua tormentata relazione con Ashley fosse una questione che riguardava solo loro e adesso scopriva che quei due erano passati dall'odiarsi a morte a fare comunella per diventare una sottospecie di paladini della giustizia!

Onestamente era combattuto: non sapeva se ridere di quella situazione alquanto grottesca o decidere di cambiare amici.

«Tranquillo, un grazie ci basta!» disse Luke con spontaneità, sfoggiando un sorriso sornione e dandogli una pacca sulla spalla prima di continuare a camminare al fianco di Jessica.

Matt li osservò di spalle e rimase senza fiato, incerto su come comportarsi.

Alla fine, però, all'incazzatura iniziale finì per sostituirsi una genuina risata, capì che aveva bisogno dei suoi amici adesso più che in ogni altro momento e anzi, probabilmente non li aveva mai ringraziati abbastanza per essergli rimasti vicino anche quando si era comportato da perfetto orso intrattabile e odioso.

Certo, non erano privi di difetti e insieme formavano un'accoppiata decisamente insolita ma, in fondo, non poteva chiedere di meglio.

Scosse la testa, sorrise e si strinse la sciarpa al collo mentre i suoi occhi si addolcirono.

«Giuro che prima o poi vi ammazzo!» dichiarò a gran voce perchè i due riuscissero a sentirlo, senza nascondere il suo tono ironico e accelerando il passo per raggiungerli, finendo sommerso da un coro di risate e insulti scherzosi.

E le tre sagome, di nuovo vicine, si allontanarono insieme in mezzo alla gente che affollava la strada.

 

 

Ashley rientrò in camera con due tazze ricolme di cioccolata fumante nelle mani, ne consegnò una a Melissa, comodamente accoccolata sul tappeto davanti alla stufa accesa, e poi si sistemò accanto a lei, incrociando le gambe e assaporando la piacevole sensazione di calore che la circondava.

Adorava le serate d'inverno, quando poteva rimanersene a casa al caldo lasciando tutto il gelo e il caos quotidiano fuori e lontano da lei.

Quella sensazione di tepore e calma la faceva sentire protetta, come se niente e nessuno avrebbe mai potuto farle del male, anche se si trattava solo di una misera illusione.

Respirò il vapore caldo e profumato che proveniva dalla tazza ed espirò lentamente, ad occhi chiusi, lasciando che il suo corpo si abbandonasse a un dolce rilassamento.

«Avete deciso cosa fare tu e Luke per capodanno?» chiese poi all'amica, badando bene di mantenere il tono della voce basso, visto che in quella casa ormai anche i muri avevano le orecchie e non poteva rischiare di mettere Melissa nei casini.

Lei annuì, si strinse nelle spalle e non riuscì a trattenere un sorriso emozionato.

«Ceneremo insieme a casa sua...mi ha detto che penserà a tutto lui! Gli piace dilettarsi in cucina e ci teneva che io assaggiassi i suoi piatti, quindi...quale migliore occasione di questa!» le illustrò Melissa con gli occhi che le luccicavano, rigirandosi la tazza tra le mani per riscaldarle.

Ashley sorrise «Caspita! Addirittura bravo in cucina! Te lo invidierebbero in molte un ragazzo così, sai? Sei proprio fortunata!» esclamò sincera, facendo arrossire la sua timidissima amica.

«Già...lo sono! - ammise lei, con aria sognante, abbassando lo sguardo - E poi i suoi coinquilini non saranno in casa così potremo finalmente stare più tranquilli – precisò subito dopo, innocentemente, per poi spalancare gli occhi e affrettarsi a scuotere la testa quando si accorse che Ashley aveva assunto un'espressione maliziosa e capì che le sue parole in effetti erano state abbastanza fraintendibili – Oh, no, no! Non è come pensi! Non intendevo per quello...cioè, non per adesso...non ora, almeno..» provò a giustificarsi in maniera talmente buffa e impacciata da fare scoppiare a ridere la rossa.

«Tranquilla, Melissa, ho capito! Calmati o ti prenderà a fuoco la faccia! - la tranquillizzò in fretta, carezzandole una spalla mentre sorrideva – E poi, in ogni caso, non ci sarebbe niente di male a voler fare l'amore col ragazzo che ti piace...anzi, direi che è la cosa più bella e naturale del mondo» aggiunse, addolcendo il tono della voce e facendosi assorta.

I suoi pensieri volarono a pochi giorni prima.

Casa del fratello di Matt, quel divano troppo comodo, loro due avvinghiati, travolti da un vortice di baci e carezze, una passione che era esplosa senza più alcun modo di tenerla a bada, come un fiume che si ingrossa e straripa e non si può fare altro che assecondare la corrente e farsi trascinare, sempre più indifesi, sempre più a fondo.

E poi erano arrivate le sue parole.

Improvvise. Dirette. Spietate.

Un lieve sussurro dotato di talmente tanta potenza da conficcarsi nel suo petto e lasciarla attonita e incapace di parlare.

' Sei l'unica che vorrei...l'unica che conta'

Così le aveva detto e lei aveva smesso di respirare.

Che peso doveva dare a quella frase? Che significava e perchè aveva deciso di pronunciarla proprio in quel momento, proprio nell'istante in cui non doveva esserci spazio per lasciarsi andare ai sentimenti?

Ne avevano passati un bel po' di casini nei mesi trascorsi da quando era cominciato il loro rapporto travagliato e complicato ma adesso...

Adesso tutto stava prendendo una piega strana...diversa e quella sensazione stava diventando sempre più palpabile e reale.

Certo, i ragazzi ne dicevano di cazzate quando si trovavano tra le gambe di qualcuna ed era difficile in quei momenti stabilire se fosse la verità o il frutto dell'euforia che li pervadeva ma...lui non era così.

No, Matt non era il tipo di ragazzo che si faceva annebbiare il cervello dalla prospettiva di una semplice scopata a tal punto da ridursi a blaterare una cazzata sdolcinata qualunque che non corrispondeva a ciò che davvero provava.

Si può sapere che gli era preso e che diavolo era stata quella sfumatura nel suo tono di voce e quei suoi occhi, intensi e fissi nei suoi, senza esitazioni, lucidi e perfettamente consapevoli di ciò che la sua bocca aveva appena detto?

L'avevano annientata e lei non ci aveva più capito niente.

Si era solo chiesta, forse per la prima volta, se valesse lo stesso per lei.

Matt era l'unico che avrebbe voluto?

E al di là di ogni domanda non poteva negare che fosse stato spiazzante e assurdo ma...bello, soprattutto terribilmente bello.

«É davvero così bello?»

Ashley dischiuse le labbra e contrasse lievemente la fronte, quasi in stato di ipnosi.

La sua coscienza le parlava con la voce di Melissa e per un attimo credette di essere finalmente diventata pazza.

Poi l'odore del cacao e un paio di occhi scuri che la fissavano spauriti la riportarono di colpo nella dimensione reale che aveva abbandonato per qualche interminabile secondo.

«Co..Cosa?» chiese , balbettando, terrorizzata che la sua amica avesse trovato un qualche modo per leggerle la mente.

«Intendo...beh, sì, insomma...fare...fare l'amore – farfugliò imbarazzata Melissa, in evidente difficoltà a intraprendere quell'argomento per lei ancora così ignoto – Cavoli, mi sento così idiota a chiedere una cosa del genere alla mia età!» sussurrò poi, abbassando lo sguardo e cercando di nascondere il viso sotto il colletto della sua enorme felpa.

«Melissa! Quante volte devo ripeterti che non devi farti questi problemi con me? - la tranquillizzò Ashley, più rilassata adesso che aveva abbandonato i suoi pensieri – E comunque sì, lo è. Beh, magari le prime volte non sarà così entusiasmante dal punto di vista fisico, dovrai abituarti alle nuove sensazioni, a ciò che il tuo corpo vuole ma...quando sei con la persona che desideri e ne sei convinta...è tutto perfetto, senti quell'adrenalina, un fremito diverso che ti scuote e una felicità così irrazionale!...Ti sembrerà di non averne mai provata una simile in tutta la tua vita!. - le descrisse, perdendosi un po' nei meandri dei suoi ricordi – Starai bene e alla fine, se ci sarà anche l'amore, lo capirai perchè...non vorrai essere con nessun altro in quel momento.» affermò sicura, le parole le erano venute fuori spontanee, non le aveva ricercate apposta e proprio per quel motivo trasalì quando si accorse che Matt, pochi giorni prima, aveva espresso lo stesso identico concetto.

Si era innamorato, dunque?

I suoi occhi si spalancarono e all'improvviso non mise più a fuoco la figura di Melissa, rimase imbambolata e stordita, vittima delle sue stesse riflessioni e del senso schiacciante di quella verità.

No, non era possibile, non voleva crederci.

«Oh, cazzo, non può essere...» le scappò senza controllo, mentre ancora le sue iridi castane vagavano stralunate da un punto indefinito all'altro e la coperta che l'avvolgeva finì miseramente ai suoi piedi.

«Prego?» fece Melissa perplessa, aggrottando le sopracciglia.

Non ci capiva un bel niente di cosa stesse frullando nella mente enigmatica della sua amica.

«Come?...Oh, scusami, mi ero distratta...Dicevo che non devi preoccuparti o stare in ansia, quando arriverà quel momento verrà tutto naturale, lo vivrai appieno e ne conserverai per sempre il ricordo, fidati!» disse alla ragazza, accennando un sorriso per poi affrettarsi a bere una bella sorsata di cioccolata, approfittando per nascondere il viso dentro la tazza e celare la sua espressione confusa e frastornata.

Lei e Matt si stavano fregando con le loro stesse mani, senza l'aiuto di nessuno.

Melissa rimase a fissare Ashley, l'amica sembrava aver repentinamente cambiato umore, le sue labbra si muovevano irrequiete di continuo, come prese da una forte agitazione, e il suo sguardo si era fatto pensieroso mentre con la testa pareva ormai aver preso il volo verso chissà quale paranoia.

Fece un piccolo movimento in avanti con la schiena e aprì la bocca per chiederle cosa la tormentasse ma un rumore improvviso distrasse entrambe e le fece voltare contemporaneamente verso la porta.

«Ehm...avanti» balbettò Ashley, colta di sorpresa.

Una cascata di capelli castani fece capolino, accompagnata da un paio di grandi occhi non proprio amichevoli mentre un'ondata di profumo alla vaniglia invase la stanza

Perchè non esisteva una bella botola sul pavimento per scomparire quando serviva?

«Ciao ragazze – salutò infatti Michelle, sfoggiando un sorriso tirato – volevo solo informarvi che alla fine abbiamo deciso di andare ai vecchi magazzini per l'ultimo dell'anno. Danno una grossa festa e...anche se la location non mi entusiasma molto, la maggioranza ha optato per questo, perciò...mi chiedevo se anche per voi andasse bene.»

Ashley annuì svogliatamente e tornò a voltarsi verso la stufa, fingendo di scaldare le mani.

«Sì, per me va bene...solo che vi raggiungerò dopo cena. Prima sono con dei miei colleghi di università, ormai avevo preso impegno con loro e così...» mormorò Melissa, rossa come un peperone per la consapevolezza di stare mentendo.

Ashley la guardò con la coda dell'occhio e sospirò sommessa: conosceva più che bene quella sgradevole sensazione per averla provata infinite volte in quegli ultimi mesi, così tante che ormai neanche ci faceva più caso quando accadeva.

«Ah, ok...bene allora è deciso! - esclamò Michelle, facendo subito un passo indietro e mostrando una certa fretta di togliere il disturbo – Ah, e mi raccomando...divertitevi ma con moderazione...soprattutto se si tratta di aprire le gambe...non vogliamo certo ripetere quel brutto inconveniente del mese scorso!» si premurò amabilmente di ricordare, scoccando una freccia così acida ad Ashley che lei stessa, di solito molto calma, dovette appellarsi a tutta la pazienza che aveva per evitare di scattare in piedi e urlargliene quattro contro.

La porta si richiuse e Melissa spostò lo sguardo preoccupato su Ashley, che stava ripiegata su sè stessa con gli occhi bassi e un'espressione desolata sul viso.

Le posò una mano sulla sua e provò a stringerla appena.

«Non farci caso, sai com'è fatta Michelle» disse con voce amorevole, abbozzando un debole sorriso.

Ashley ricambiò, piegando appena gli angoli delle sue labbra e scrollò le spalle, rassegnata.

«Grazie...Ormai ci ho fatto l'abitudine...e poi, in fondo, è anche colpa mia» dichiarò seria, per poi sollevare lo sguardo, provato e stanco.

Melissa provò quasi pena per la sua amica, non riusciva nemmeno a immaginare quanto dovesse essere stato difficile per lei affrontare quel periodo e dover per di più sopportare le battute di Michelle che continuavano a ricordarglielo.

«Odio dover mentire...è una cosa che mi fa stare male e vorrei non essere costretta a farlo» disse poi , stringendosi nelle braccia, come se dei brividi improvvisi l'avessero scossa di colpo.

Ashley rimase silenziosa per qualche secondo, i suoi occhi fissi sull'alone dorato che emanava la stufa accesa e che le illuminava il viso severo e assorto.

«A volte è necessario per sopravvivere...Non è una giustificazione...solo un dato di fatto» asserì piano, il suo volto impassibile non mostrò la minima emozione, come se avesse indossato una maschera di ghiaccio.

Melissa sospirò e non potè che trovarsi d'accordo.

Anche se non era completamente a conoscenza dei segreti di Ashley, in quel momento la sentì più vicina che mai.

Le due amiche si fissarono a vicenda, in silenzio, e lasciarono che i loro occhi parlassero al loro posto, in un tacita intesa che ormai si faceva sempre più stretta.

 

 

«Grazie per avermi accompagnato, Ashley» disse Terence, mentre varcava insieme all'amica l'ingresso di una delle librerie più grandi della città.

Un edificio di quattro piani contenente file e file di scaffali stracolmi di libri, manuali, tomi su qualunque argomento e materia esistente sulla faccia del pianeta e altrettante aree dedicate alla lettura, dove i visitatori potevano godere di un po' di tranquillità e silenzio per dedicarsi a sfogliare i libri ai quali erano interessati.

Insomma, niente a che vedere con il minuscolo negozio in cui lavorava Ashley.

Lì dentro c'era davvero da perdersi tra quelle librerie quasi labirintiche e molti avrebbero trovato noiosa l'atmosfera di eccessiva calma che si respirava ma per la rossa quello era il paradiso e sarebbe stata capace di trascorrerci ore e ore senza neanche accorgersi del tempo che passava.

Non le capitava molto spesso di recarsi in quella zona della città e per quel motivo aveva accettato più che volentieri l'invito di Terence di fargli compagnia per acquistare dei libri di economia che gli sarebbero serviti per un corso di specializzazione che aveva deciso di frequentare.

«Ma figurati! Anzi, dovrei essere io a ringraziare te per avermi chiesto di venire! Adoro questi posti, se potessi ci vivrei!» ribattè serena, con lo sguardo perso ad ammirare la meraviglia che la circondava.

«Beh, devo ammettere di avertelo chiesto anche perchè pensavo ti avesse fatto piacere! Sono contento di non essermi sbagliato...io invece mi annoio a morte ogni volta che devo avere a che fare con questi mattoni di carta, quindi avevo decisamente bisogno di qualcuno che mi aiutasse a non fare marcia indietro e fuggire!» le spiegò, strappandole un sorriso.

«Hai fatto benissimo!» esclamò la rossa, la sua voce cristallina e cordiale.

Se con Michelle le cose andavano sempre peggio, viceversa con Terence la situazione migliorava di giorno in giorno.

Il ragazzo aveva presto archiviato la piccola e imbarazzante parentesi che riguardava la sua cotta per Ashley e si stava rivelando un buon amico con lei, prendendo le distanze dal comportamento della sorella.

Peccato ci fosse la questione di Matt sempre in sospeso e che purtroppo non faceva progressi, anche se Ashley si illudeva che un giorno sarebbe riuscita ad affrontare quell'argomento con Terence per cercare di fargli capire quanto si stesse sbagliando.

Le serviva solo un altro po' di tempo e di coraggio.

«I libri di finanza sono al piano di sopra. Ti risparmio la noia mortale quindi se sei d'accordo ci separiamo! Tu nel frattempo fai pure un giro dove vuoi, tra mezz'ora ci rivediamo qui, ok?» le propose lui, notando che la ragazza aveva già puntato il settore dedicato alla narrativa e aveva assunto un'aria sognante e distratta.

«Perfetto! A dopo, allora!» concordò, vide Terence allontanarsi e dirigersi verso le scale e decise di non perdere tempo e lanciarsi all'esplorazione.

«Tu guarda un po' che coincidenza!»

Erano passati solo dieci minuti e una voce fin troppo familiare la fece pietrificare all'istante.

Si voltò con lentezza, sperando si trattasse di uno sbaglio ma, quando si trovò davanti un certo ghigno sfacciato e un paio di occhi azzurri che la fissavano curiosi, sentì la terra mancarle sotto i piedi.

«Matt? Ma che diamine...» esclamò sconvolta, portandosi le mani a coprirsi la bocca per lo sconcerto.

«Si può sapere che ci fai qui?» chiese lui con estrema tranquillità, sfilandosi il suo giubbotto di pelle marrone e sistemandolo sul braccio destro.

Ashley sbarrò gli occhi «No, scusa...che diavolo ci fai tu qui!» ribattè nervosa, poi si guardò intorno in maniera frenetica, afferrò la mano del biondo e lo trascinò in fondo alla sala, dietro un'enorme libreria, l'ultima, che li avrebbe protetti dalla vista degli altri frequentatori del negozio.

«Psicologia comportamentale...- lesse placidamente Matt su uno degli scaffali, massaggiandosi il mento con due dita - ' Come evitare che l'orgoglio ti rovini la vita'...interessante...che ne dici, lo consigliamo a Michelle?» aggiunse poi, incrociando le braccia al petto e poggiandosi con la spalla sinistra sul possente mobile in legno scuro.

Ashley avrebbe sicuramente concordato con lui sulla scelta del libro per Michelle se non fosse stata troppo presa da un mix di emozioni contrastanti e la sua ironia non le risultò divertente.

Provava agitazione per la paura di essere sorpresa con lui e allo stesso tempo la solita strana felicità irrazionale.

«Non è il momento di scherzare, Matt! E poi non mi hai ancora risposto!» obiettò a bassa voce per non disturbare le altre persone.

«Sono qui con Luke...doveva scegliere dei libri per l'università e ne ho approfittato per dare un'occhiata al settore sulla fotografia...- rispose calmo, sfogliando distrattamente un libro preso a caso per poi riporlo – E tu? Cerchi qualche nuova lettura?»

«Sono qui con Terence! Doveva prendere dei libri e mi ha chiesto di fargli compagnia!» rispose lei, cercando di controllare tra le fessure create dai libri che Terence non facesse ingresso inaspettatamente.

«Ho interrotto un appuntamento, dunque?» la provocò Matt, sorridendo quando la vide diventare rossa per il nervoso e prepararsi a sbottare.

«Quanto sei idiota! Piuttosto cerchiamo di stare attenti! Se ci trova insieme è un casino! É assurdo che ti debba incontrare sempre nelle situazioni più pericolose!» si lamentò Ashley, poggiando le spalle al muro in modo da avere di fronte la visuale del corridoio dal quale poteva spuntare Terence.

«Evidentemente questo è il nostro destino» commentò lui con una punta di amarezza, deviando lo sguardo e assumendo un'aria leggermente pensierosa.

Ashley rimase interdetta da quelle parole e dal modo in cui le aveva pronunciate, qualcosa le fece male nel petto ma cercò di ignorarlo e sorvolare.

«Io la chiamerei sfiga, piuttosto!» lo corresse, Matt riportò lo sguardo su di lei e sorrise, disarmandola.

«Non ci siamo più sentiti dal giorno del pranzo da mio fratello» disse poi piano, cercando una reazione in Ashley.

Lei sussultò e abbassò lo sguardo.

«Già» rispose soltanto, un leggero imbarazzo colorò l'aria tra loro.

Troppe cose erano successe quel giorno e per alcune era difficile per lei trovare una spiegazione plausibile.

«Non ho potuto ringraziarti per essermi stata vicina...per la questione di mio padre, intendo...» mormorò lui, la sua aria sfrontata era sparita, lasciando spazio semplicemente a un ragazzo ferito e alle sue insicurezze nascoste.

Ashley tremò nel vedere quel suo lato del carattere che troppo spesso reprimeva.

«Non devi ringraziarmi...l'avrebbe fatto chiunque» provò a sminuire la cosa, giocherellando nervosamente con la cinghia della sua borsa.

«Non è vero – ribattè lui con fermezza, facendole sollevare di scatto il volto – altri mi avrebbero chiesto se stavo bene, io avrei risposto di sì e sarebbe finito tutto lì...tu invece hai insistito perchè avevi capito di dover scavare più a fondo...e ci hai visto giusto» continuò, avvicinandosi a lei e carezzandole i fianchi.

«Tu come stai, adesso?» domandò lei, impegnata a controllare le emozioni che la scuotevano.

«Meglio...non preoccuparti» rispose il biondo, carezzandole i capelli con un gesto delicato e tenero.

Ashley deglutì a vuoto e il respiro le si mozzò mentre si perdeva nei suoi occhi e cercava di controllare il battito del suo cuore impazzito.

Avrebbe voluto stringerlo forte e abbandonarsi di nuovo a un suo abbraccio ma qualcosa dentro di lei le impose stupidamente di resistere.

«Comunque anche tu l'avresti fatto per me» affermò sicura, con le labbra ormai a un passo da quelle di lui e le mani che istintivamente erano finite sul suo maglione e adesso accarezzavano la trama del tessuto che nascondeva la pelle di Matt, illudendosi di riuscire a sentirla sotto i suoi polpastrelli.

«Sì, è vero» ammise lui, stringendo le dita dolcemente attorno ai fianchi di Ashley e spingendola in avanti quel tanto che bastava perchè i loro corpi entrassero finalmente in contatto, infiammandosi a vicenda.

L'aria si era riscaldata troppo, Ashley sentì la sua testa farsi leggera e una lunga serie di brividi attraversarle il corpo quando le labbra del ragazzo sfiorarono le sue, senza però baciarle.

Rimasero fermi così, occhi negli occhi, per dei minuti che sembrarono interminabili, dimenticandosi del posto in cui si trovavano e del pericolo che correvano nel farsi trovare stretti come due perfetti innamorati, talmente pazzi l'uno dell'altra da aver cancellato il mondo circostante.

Ashley sentì di nuovo quell'euforia mista all'eccitazione che saliva sempre di più e una sorta di confusione che le faceva toccare il cielo con un dito.

Senza pensarci due volte avvicinò le labbra, le dischiuse e le unì in un morbido bacio con quelle di Matt, stuzzicandolo con la lingua e schiacciandolo contro la parete, per sentire ogni suo singolo muscolo fremere su di lei e comunicarle il forte desiderio di averla e che probabilmente stava cercando di contenere.

Sorrise sulle sue labbra, rendensosi conto di essere stata un po' perfida a provocarlo in quel modo.

«Sei scorretta..questo è un luogo pubblico e noi due abbiamo ancora qualcosa in sospeso. Se fai così mi uccidi» soffiò lui sul suo collo, staccandosi dal suo bacio per riprendere un barlume di lucidità.

Il ricordo del momento in cui l'avevano quasi fatto a casa di suo fratello innesco però un circolo vizioso di pensieri fastidiosi nella mente di Ashley e tutte le domande che si era fatta in quei giorni tornarono a impadronirsi di lei e cancellarono la spensieratezza giocosa che si era creata in quei minuti tra loro.

Di colpo si fece seria, mosse un passo indietro e la sua fronte si contrasse.

«Che intendevi dire quella volta? - chiese di getto, senza riflettere, ma poichè lo vide aggrottare le sopracciglia confuso cercò di ricordargli il momento preciso – quando stavamo per fare sesso...prima di spogliarmi tu...ti sei fermato e hai detto qualcosa»

Matt allora capì, ricordava esattamente ogni singola parola.

Non era stato tutto casuale e nemmeno la prima cavolata detta tanto per fare colpo su di lei.

«Proprio quello che ho detto.» ripetè, senza spiegare oltre.

Non era già abbastanza chiaro?

«Sarebbe?» insistette lei, sentiva chiaramente che quella conversazione avrebbe potuto prendere una piega spiacevole ma la sua dannata razionalità aveva di nuovo preso il controllo e adesso voleva sapere se poter confermare o smentire i suoi sospetti.

«Non credevo di dovertelo spiegare, pensavo fossero parole semplici e comprensibili – rispose Matt, perfettamente a sua agio e senza mostrare alcuna incertezza – volevo te... solo te» ribadì, usando il tempo al passato e lasciando un alone di dubbio ad Ashley.

Quindi le sue parole valevano solo per quel momento?

E adesso?

Era tutto finito?

Ashley non sapeva cosa pensare e non sapeva nemmeno quale delle due opzioni le avrebbe fatto più piacere sentire.

Annuì senza proferire più parola e lasciò che l'argomento cadesse.

Poi, mentre si era rassegnata, un nuovo pensiero si insinuò nella sua testa, qualcosa su cui non aveva mai riflettuto e che, chissà per quale ragione, decise di tormentarla proprio in quell'istante.

«Che cosa provi ad avermi mentre Terence non può? Ti fa sentire bene? Ti fa sentire vincitore, come fosse la tua piccola vendetta su di lui?» domandò, maledicendosi quando notò il viso di Matt assumere un'aria scossa e delusa.

Che diavolo le era venuto in mente di chiedere?

«Pensi che lo faccia solo per un dispetto? Una specie di ripicca? Davvero credi che tutti questi mesi sia stato con te per vendicarmi di lui e dell'inferno che mi ha fatto passare?» chiese amareggiato, i suoi occhi profondamente attraversati da un'ombra di tristezza.

Ashley si diede dell'idiota istantaneamente.

Come aveva potuto mettere in dubbio la loro intesa, l'aiuto reciproco che si erano dati e che continuavano a procurarsi e i sentimenti che stavano nascendo?

La sua mente continuava a intromettersi e sembrava volere a tutti i costi trovare una scusa, anche una soltanto, la più stupida, per poter dimostrare che Matt non si era innamorato di lei, che forse poteva trovare un motivo per odiarlo, per cancellare tutto e rendere le cose più facili.

Quanto era stata stupida!

«Io...non so cosa mi sia preso, Matt, scusami. Non volevo insinuare nulla...è solo che...mettiti nei miei panni. Sono così confusa!» disse visibilmente sofferente, portandosi le mani alle tempie e chiudendo gli occhi.

«Se proprio vuoi saperlo non vado fiero di me stesso. Terence non è più mio amico da un pezzo ma...tu sei piombata all'improvviso e...ho provato a lottare inutilmente» dichiarò serio, tra di loro sembrava essere apparso un muro, una barriera che tentava di dividerli.

«Lo so...- fece Ashley, prendendogli una mano e cercando di ripristinare un contatto tra loro – non è facile per nessuno di noi due»

Matt annuì lentamente, il suo viso era ancora glaciale ma intrecciò le dita con quelle di Ashley, comunicandole che non ce l'aveva con lei, anche se la consapevolezza della fragilità del loro rapporto gli aveva lasciato un senso di amarezza difficile da mandare via.

«Mi sa che abbiamo un evidente problema di comunicazione su cui lavorare su. Magari ci servirebbe proprio qualche libro qua intorno» provò a sdrammatizzare, c'entrando però il nocciolo del problema.

Erano troppe le cose non dette, sia tra loro che agli altri e che li stavano conducendo sempre di più sull'orlo di un baratro.

«Sono d'accordo - sussurrò Ashley, sporgendosi e lasciandogli un bacio leggero sulle labbra – mi dispiace, sul serio. Dimentica quello che ho detto» gli raccomandò, sperando che non si fosse creata una frattura tra loro.

Le parole potevano dare gioie infinite ma più spesso lasciare ferite difficili da dimenticare.

«Che farete per capodanno?» chiese lui, cambiando definitivamente argomento e provando a ignorare la sensazione fastidiosa che gli aveva lasciato quella parentesi.

Ashley scrollò le spalle, indifferente.

«Hanno deciso di andare ai vecchi magazzini» rispose.

«Saremo lì anche noi» disse Matt, indeciso se essere contento o meno di quella coincidenza.

Quando c'era Michelle di mezzo la situazione era sempre al pari di una mina pronta ad esplodere da un momento all'altro, soprattutto in quel periodo.

«Sul serio? Magari ci vedremo, allora» commentò Ashley, consapevole del fatto che in realtà, al contrario, avrebbe dovuto evitarlo per tutta la serata.

«Da lontano, forse» aggiunse Matt, sorridendo amaro.

«Già»

Ashley abbassò lo sguardo, il silenzio era calato tra loro ma presto un rumore li distrasse e si ricordarono di essere ancora lì, dietro l'ultima libreria della sala.

Fecero appena in tempo ad alzare gli occhi che Terence fece ingresso, girandosi intorno per individuare Ashley.

«Cazzo, c'è Terence! - esclamò Ashley a bassa voce, cercando di mantenere la calma – devo andare, Matt!»

Lui si girò, intravide il suo ex amico da dietro la fila ordinata di libri, e poi portò lo sguardo su Ashley, facendosi assorto.

Si avvicinò e la strinse per un'ultima volta prima di lasciarla andare, come faceva sempre.

Erano mesi che era costretto ad averla per brevi momenti per poi vederla scivolare via dalle sue dita e faceva male, sempre di più.

La ragazza lo abbracciò stretto, poi si allontanò per raggiungere la sua bocca e lo stupì, rischiando che Terence si avvicinasse per perdere del tempo prezioso a baciarlo a lungo, con lentezza e dolcezza, come volesse trasmettergli con quel gesto tutto le sue più sincere scuse per il suo comportamento orribile.

Con un leggero schiocco liberò le sue labbra, gli passò una mano fra i capelli, scostandoglieli dalla fronte, poi gli carezzò una guancia leggermente ispida e lo fissò con degli occhi che difficilmente Matt avrebbe dimenticato, quella sera.

C'era disperazione all'interno di quello sguardo ma anche una sfumatura intensa che gli fece perdere qualche battito.

Poi Ashley corse via, sparendo dietro la libreria e lasciandolo lì, da solo.

Sentì la sua voce allegra rivolgersi a Terence, parlargli davanti a tutti e scherzarci, come con lui non poteva fare e il suo cuore si incrinò.

C'era forse un modo peggiore di finire quell'anno?

 

 

L'edificio era pieno zeppo di gente che si dimenava a ritmo di musica, qualcuno amoreggiava sui divanetti, qualcun altro era già sbronzo abbastanza da non reggersi in piedi.

Ashley si guardò intorno annoiata e un po' disorientata.

Melissa non era ancora arrivata, almeno lei si stava divertendo col suo ragazzo.

Spostò lo sguardo verso Michelle, che per una frazione di secondo lo ricambiò con uno gelido e senza pietà che non prometteva niente di buono e le dava i brividi.

Avanzarono tra la folla, la sua testa già scoppiava e in quel momento aveva solo voglia di tornarsene a casa e fare finta che non dovesse per forza festeggiare l'arrivo di un anno che si preannunciava di merda esattamente come quello precedente.

Poi, come un'oasi in mezzo al deserto, come un miracolo insperato, i suoi occhi incontrarono quelli di Matt, lontani.

Li separavano un fiume di gente e lei sapeva di non potere attraversare quella barriera e raggiungerlo senza provocare una spaccatura all'interno del suo gruppo.

Faceva male, troppo e lei era stanca.

Matt la fissò, i suoi occhi si addolcirono e, nonostante le luci soffuse e il casino intorno a loro, riuscì a vedergli fare un lieve cenno con la testa mentre un sorriso dolce piegò le sue labbra.

Nessuno se ne accorse, solo loro due, mentre il resto della gente si divertiva ignorandoli e facendo festa.

Fu come una boccata d'ossigeno.

Finchè lui le sorrideva c'era ancora una speranza.

Eppure uno strano presentimento quella sera la attanagliava, la sensazione concreta che qualcosa sarebbe andata storta e che avrebbe segnato un punto cruciale per la sua situazione ingarbugliata.

La mezzanotte scattò tra le urla di tutti.

«Buon anno!» qualcuno le urlò all'orecchio.

Peccato che lei di buono non vedesse proprio niente.

 

  
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